(Minghui.org) Quattro residenti della città di Luzhou, nella provincia del Sichuan, sono state processate il 24 novembre per via della loro fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Le quattro praticanti Ao Qizhen, Tang Zuqun, Peng Shaoqun e Zhang Xinglian, tutte sulla cinquantina, sono state arrestate presso le loro rispettive abitazioni il 10 settembre dello scorso anno. Si dice che la polizia le abbia prese di mira dopo averle viste, tramite le telecamere di sorveglianza, appendere striscioni del Falun Gong.

Gli avvocati di Tang e di Zhang, hanno presentato una dichiarazione di colpevolezza per conto loro invocando pene detentive più leggere. Peng era rappresentata da un avvocato nominato dal tribunale, che ha anch’esso presentato una dichiarazione di colpevolezza per conto suo.

La famiglia di Ao, ha assunto un avvocato di Pechino per presentare una dichiarazione di non colpevolezza per conto suo, ma il tribunale le ha assegnato un secondo avvocato, sostenendo che quello di Pechino non era autorizzato a recarsi a Luzhou durante la pandemia. Durante l'udienza del 24 novembre, l'avvocato di Ao ha comunque partecipato all’udienza ed ha difeso la sua innocenza, mentre l’avvocato nominato dal tribunale ha presentato una dichiarazione di colpevolezza, proprio come il suo collega che rappresentava Peng.

L'avvocato di Pechino di Ao, ha affermato di aver già presentato ricorso alla procura di Jiangyang il 5 dicembre dello scorso anno, chiedendo al pubblico ministero di archiviare il caso della sua cliente. Ha sottolineato che non esiste una base legale per la persecuzione del Falun Gong, e che le libertà di credo e di parola sono diritti costituzionalmente protetti, di cui nessun essere umano può essere privato. L'avvocato ha aggiunto che Ao, aumentando la consapevolezza riguardo alla sua fede, non ha fatto del male a nessuno, stava semplicemente esercitando i suoi diritti, quindi non dovrebbe essere perseguita.

Il pubblico ministero ha respinto la sua opinione legale ed ha incriminato Ao.

All'udienza presso il tribunale di Jiangyang, l'avvocato di Pechino ha sottolineato che le prove dell'accusa presentate dal pubblico ministero in tribunale erano diverse da quelle incluse nell'atto di accusa, il quale si basava su fonti poco chiare e non ha subito alcun processo di autenticazione. Il pubblico ministero ha rifiutato di fornire qualsiasi spiegazione al riguardo.

L'avvocato, ha continuato a sostenere che il pubblico ministero non era riuscito a dimostrare come Ao avesse “utilizzato un culto per minare l'applicazione della legge”, un pretesto standard usato per accusare i praticanti del Falun Gong, nonostante tutte le prove aggiuntive che aveva presentato. Ha sottolineato ancora una volta che la Costituzione protegge la libertà di credo e che non esiste una base giuridica per la persecuzione.

Il pubblico ministero non ha confutato la sua tesi, ma alla fine dell’udienza ha comunque disposto la reclusione nei confronti di Ao.

Ora le quattro praticanti sono in attesa di verdetto presso il centro di detenzione di Naxi, dove sono state trattenute dal loro arresto.

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