(Minghui.org) Una residente della città di Chengde, nella provincia dell’Hebei, è stata condotta presso la prigione femminile di Shijiazhuang il 17 novembre scorso, per scontare una pena per via della sua fede nel Falun Gong.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
La signora Liu Ruilian, cinquantanovenne con una disabilità ad una gamba, è stata molestata a casa il 15 luglio dello scorso anno. La polizia ha perquisito la sua abitazione e le ha confiscato più di quaranta libri del Falun Gong, materiali, carta per stampante e cartucce.
Prima di andarsene, Zhang Pengfei, capo della locale divisione di sicurezza interna, ha minacciato Liu affermando: «Non finisce qui!».
Il 28 agosto, Zhang si è recato con una dozzina di ufficiali a casa di Liu. Le hanno confiscato la stampante, il laptop, il tagliacarte, i punti metallici, due cellulari, la foto del fondatore del Falun Gong ed i rimanenti libri del Falun Gong. È stata caricata sull'auto della polizia da tre agenti e portata direttamente al centro di detenzione di Chengde. Non avendosuperato l'esame medico, è stata rilasciata su cauzione intorno alle 20:00.
Zhang e alcuni agenti sono tornati due giorni dopo ed hanno filmato ogni stanza della sua abitazione. La donna ha cercato di fermarli e ha chiesto loro perché l’avessero fatto e Zhang ha risposto: «Per la nostra indagine sul tuo caso. Stavolta ti sistemeremo a dovere».
Temendo la persecuzione è stata costretta a vivere lontano da casa. Quando Zhang, tornato a molestarla,ha scoperto che non era più a casa ha minacciato suo figlio.
Quando la donna in seguito è tornata a casa, Zhang l’ha condotta direttamente al centro di detenzione, dove le è stata nuovamente rifiutata l'ammissione a causa della sua salute cagionevole. Le è stato concesso un secondo rilascio su cauzione ed ha potuto tornare a casa dalla sua famiglia.
In seguito il suo caso è stato sottoposto alla Procuradellacontea di Luanping che l'ha incriminata ed ha deferito il suo caso al tribunale locale.
La donna è stata processata in contumacia nel mese di novembre ed il giudice le ha concesso un anno su cauzione in attesa di ulteriori procedimenti giudiziari. Una seconda udienza era prevista per il 12 giugno scorso, ma Liu non vi ha presenziato.
Il 1° luglio Zhang ha arrestato Liu a casa, l'ha scortata fino all'auto della polizia e l'ha condotta alla stazione di polizia di Dage Town, dove ha tenuto uno sciopero della fame per due giorni ed il terzo giorno è stata portata al centro di detenzione che questa volta l'ha accettata.
Liu è stata processata il 27 agosto ed il suo avvocato ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza per conto suo. Il 24 settembre è stata condannata a tre anni di prigione. Ha presentato ricorso contro il verdetto, ma questo è stato respinto dal tribunale superiore. Il 17 novembre è stata inviata alla prigione femminile di Shijiazhuang.
Questa non è la prima volta che Liu viene presa di mira per la sua fede. Nel 2000 è stata condannata a tre anni di lavoro forzato ed è stata rilasciata anzitempo. Nel 2002 è stata nuovamente arrestata e le sono stati dati altri due anni di lavori forzati, oltre ad essere multata di 2.000 yuan (circa 260 euro). È stata arrestata un'altra volta il 13 settembre 2007 e le sono stati confiscati computer, fotocopiatrice, televisore e video CD. È stata condannata a cinque anni dopo nove mesi di detenzione.
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