(Minghui.org) L'epidemia di coronavirus è iniziata a Wuhan, Cina, nel dicembre 2019. Da allora il Partito Comunista Cinese (PCC) ha censurato le informazioni, sforzandosi di nascondere il numero reale di infezioni e di morti. Mentre la Cina non ha segnalato nuove infezioni locali negli ultimi giorni, i seguenti rapporti ricevuti da Minghui.org ci forniscono un quadro reale dell’attuale situazione.

I casi di infezione reali sono probabilmente molti di più dei conteggi ufficiali

I casi di coronavirus segnalati ufficialmente in Cina sono circa 81.000.

Secondo una conferenza stampa che l'Ufficio informazioni del Consiglio di Stato ha tenuto a Wuhan il 6 marzo 2020, sono stati inviati a Wuhan 42.322 operatori sanitari ed ognuno di loro ha curato in media 40 pazienti infetti da coronavirus al giorno.

Se ogni giorno ci sono stati tre turni di operatori sanitari che si occupavano di un paziente, al 6 marzo i casi confermati a Wuhan sarebbero 564.293 (40*42.322/3). Se il personale medico avesse fatto gli straordinari e per curare ogni paziente ogni giorno fossero stati fatti due turni, allora le infezioni sarebbero 846.440 (40*42.322/2).

Quindi possiamo dedurre dai dati ufficiali forniti durante la conferenza stampa, che solo a Wuhan i casi di infezione erano 7-10 volte superiori ai casi totali segnalati in tutta la Cina. Questa stima non include nemmeno i pazienti affidati alle cure degli operatori sanitari locali di Wuhan, i pazienti che sono stati allontanati dagli ospedali o che non hanno mai cercato cure negli ospedali e gli operatori sanitari che sono stati infettati.

Mentre i casi segnalati diminuivano drasticamente, il 10 marzo Wuhan ha chiuso l'ultimo dei suoi 14 ospedali di fortuna (chiamati in cinese ospedali Fangcang). Ma secondo un membro dello staff che lavora lì, la chiusura è stata un mezzo per sopprimere la segnalazione di nuovi casi e aumentare il numero di pazienti guariti e dimessi. Il membro dello staff ha scritto: “In effetti, oltre il 90% di quelli rilasciati dai Fangcang ha ancora il virus”.

Casi non segnalati nella provincia dello Heilongjiang

Il 12 marzo 2020 lo Heilongjiang ha riportato zero nuovi casi di pazienti affetti da coronavirus. Con meno di 500 casi segnalati in tutta la provincia, solo 40 provenivano dalla città di Qiqihar, una regione di oltre 5 milioni di residenti.

Un membro dello staff del primo ospedale di Qiqihar ha recentemente rivelato che fino a due settimane prima più di 200 membri dello staff nel solo ospedale erano stati infettati dal coronavirus. In particolare, quasi tutti nei reparti di ortopedia e laboratorio clinico erano infetti. Ma le informazioni sono state negate al pubblico.

Il proprietario di un negozio con vendita di prodotti alimentari non era soddisfatto dell'annuncio dei funzionari, i quali dicevano che l'epidemia di coronavirus era terminata. Un suo amico che lavorava in campo medico ha detto che c'erano molti pazienti in tutti gli ospedali di Qiqihar, ma che non erano riportati come casi di coronavirus.

Disinformazione attraverso i media e i social media

Prima che Wuhan venisse isolata il 23 gennaio 2020, alcuni residenti avevano già sentito parlare del blocco ed erano fuggiti. Tuttavia, quelli che non avevano tali informazioni privilegiate hanno creduto semplicemente a ciò che i funzionari dichiaravano nei media. Hanno pensato che l'epidemia fosse controllabile senza alcuna trasmissione da uomo a uomo, per poi ritrovarsi intrappolati in città dopo il blocco.

Molte città in Cina hanno ora revocato il blocco e altre restrizioni, ma i funzionari governativi, gli operatori sanitari e gli amministratori della comunità sanno che il basso numero di casi di infezione è stato inventato e hanno detto ai loro familiari ed amici di rimanere ancora cauti per via del coronavirus. Tuttavia, coloro che non hanno accesso a tali informazioni credono ciecamente che la vita stia finalmente tornando alla normalità.

Sotto la censura del PCC, i social media trasmettono solo notizie positive che si allineano alla propaganda sancita dallo Stato. I membri dell'esercito cinese di internet hanno fatto disinformazione, incolpando gli Stati Uniti per la pandemia ed esagerando riguardo a quanto sia grave la situazione all'estero.

Mascherine contraffatte

Poiché alcune aziende e fabbriche hanno ripreso l'attività, l'unica protezione contro il coronavirus che forniscono ai propri dipendenti sono mascherine e controlli di temperatura. Non vi è alcuna misura contro possibili contagi di gruppo poiché i lavoratori si riuniscono inevitabilmente al lavoro.

Una persona che ha familiarità con l'industria dell’attrezzatura di protezione ha affermato che circa il 99% delle mascherine per il viso e delle maschere respiratorie che si trovano sul mercato sono contraffatte. Più specificamente, il materiale è di qualità inferiore e non è sterile; nemmeno la produzione è fatta in condizioni asettiche.

Secondo il Business Insider sono state identificate in Cina circa 31 milioni di mascherine contraffatte. Nel rapporto del 26 febbraio ha scritto: “Le società che producono le mascherine per il viso più vendute hanno avvertito i consumatori di diffidare di questi tipi di contraffazioni e di non acquistare da venditori illegali”.

Articolo correlato in Cinese:

中国疫情目前到底有多严重