(Minghui.org) I recenti dati pubblicati dalle autorità cinesi indicano che negli ospedali di una città nella provincia dell’Hubei i casi di guarigione dall’infezione da COVID-19 erano alti, circa al 97%, mentre i casi di morte molto bassi, al 2.3%.

Il racconto di un dottore della prima linea

Un corrispondente di Minghui ha intervistato il Dr. Zheng (pesudonimo), che lavora nella terapia intensiva (ICU) di un ospedale della suddetta città, che ha spiegato come si sia riuscito nelle ultime settimane a non far risultare nuovi casi ufficiali di infezione da coronavirus anche se stavano continuando a curare pazienti infetti.

Il Dr. Zheng ha raccontato che c’erano una dozzina di pazienti in condizioni critiche nella sua terapia intensiva e due di loro erano collegati ai ventilatori. Per raggiungere “l’alto numero di casi” di guarigione richiesto dagli ufficiali del Partito Comunista Cinese (PCC) l’ospedale ha dimesso 5 pazienti, incluso i due collegati ai ventilatori, dopo che sono risultati negativi al COVID-19. L’ospedale li ha poi riammessi lo stesso giorno come pazienti con altre patologie, come infarto, emorragia celebrale e Alzheimer.

Il Dr. Zheng ha aggiunto che per sei volte, nei 21 giorni tra il 24 Gennaio e 13 Febbraio 2020, è stato chiamato a rianimare pazienti con insufficienza respiratoria e ha dovuto collegarli ai ventilatori.

Tre pazienti erano sospettati di essere infetti da COVID-19, ma non sono mai stati sottoposti al test. Sono morti poco dopo e non sono mai stati elencati tra i casi di morte.

L’ospedale ha ammesso un totale di 400 pazienti con infezione confermata da COVID-19, ma il numero dei casi sospetti rimane sconosciuto, dal momento che non sono mai stati contati.

Tra i pazienti confermati positivi che sono stati dimessi dopo che il test è risultato negativo per la seconda volta, circa due dozzine sono stati riammessi per la recrudescenza dell’infezione, che l’ospedale non ha contato tra i nuovi casi. Oltre ai pazienti del Dr. Zheng anche altri pazienti che sono morti, mai sottoposti al test per il coronavirus, non sono stati inclusi nei conteggi ufficiali.

Per poter riammettere i pazienti normali il 19 Marzo tutti gli ospedali nella città del Dr. Zheng sono stati istruiti a dichiarare che “non avevano assolutamente casi di coronavirus ed erano puliti”. Quel giorno i cinque pazienti del Dr. Zheng che erano stati dimessi e riammessi si trovavano ancora in terapia intensiva e altri due pazienti affetti da Coronavirus erano ancora nel reparto infettivo. Riguardo ai due pazienti nella terapia intensiva collegati ai ventilatori, uno è morto giorni dopo e l’altro si trovava ancora in condizioni critiche quando ha avuto luogo questa intervista.

I conteggi ufficiali sono solo la punta dell’iceberg

Gli ospedali in Cina che garantiscono un certo standard di qualità nei servizi sono divisi in tre tipologie, in base alla loro funzione e missione.

Tipo 1: Ospedali e cliniche che forniscono servizi di base come la medicina preventiva, trattamenti e riabilitazioni ad una comunità di un certa entità. Ci sono 10,831 ospedali del tipo 1 in Cina, 80 dei quali a Wuhan.

Tipo 2: Ospedali che forniscono servizi medici e sanitari generali a comunità multiple in una regione e sono impegnati ad un certo livello nell’educazione e nella ricerca. La Cina ha 9,017 ospedali del tipo 2, 50 dei quali a Wuhan.

Tipo 3: Ospedali che forniscono trattamenti medici e servizi sanitari altamente specializzati a diverse regioni e sono impegnati in mansioni educative e di ricerca di alto livello. La Cina ha 2,548 ospedali di tipo 3, 43 dei quali a Wuhan.

Il Dr. Zheng lavora in un ospedale di tipo 2, che durante l’epidemia era destinato ai pazienti affetti da COVID-19. Quando tutte e tre le tipologie di ospedali sono divenute sovraffollate dai pazienti con COVID-19, il governo di Wuhan ha designato alcune strutture di ripiego.

Dato che gli ospedali nella città del Dr.. Zheng hanno ricevuto istruzione di cancellare i casi di coronavirus, il corrispondente di Minghui che lo ha intervistato sospetta che altri ospedali a Wuhan e in molte altre città della Cina abbiano probabilmente ricevuto lo stesso ordine. Di conseguenza il conteggio ufficiale dei casi di infezione e di morti è probabilmente molto più basso della situazione reale.

Anche molti paesi occidentali hanno dubitato della veridicità dei dati forniti dalla Cina. Un articolo del Fox News pubblicato il 1 Aprile 2020 ha citato tre ufficiali della intelligence Americana affermare che “la stima ufficiale della Cina sui casi di infezione da COVID-19 è stata deliberatamente falsata e resa incompleta” e che le menzogne della Cina hanno messo il mondo in “pericolo”.