(Minghui.org) Durante gli ultimi due decenni Li Guiyue ha sopportato enormi tribolazioni perché perseguitata per via della sua fede nel Falun Gong, una pratica spirituale buddista. La donna ha subito arresti multipli ed è stata costretta ai lavori forzati, ha subito detenzioni arbitrarie ed è stata torturata.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è stato presentato per la prima volta al pubblico nel maggio 1992 da Li Hongzhi, il suo fondatore e, durante i sette anni successivi, ha attratto più di cento milioni di praticanti nella sola Cina, grazie ai suoi effetti benefici sulla salute ed all’insegnamento spirituale, ma il Partito Comunista Cinese (PCC), invidioso della crescente popolarità della pratica, l’ha vietata e nel luglio 1999 ha lanciato una campagna di persecuzione.

Assieme a centinaia di migliaia di praticanti del Falun Gong provenienti da tutta la Cina Li, nel 2000, si è recata due volte a Pechino per fare appello per la pratica e per il diritto alla libertà di religione, ma è stata arrestata, picchiata e condannata ad un anno di lavori forzati.

Mentre prestava servizio nel famigerato campo di lavoro forzato di Wanjia è stata sottoposta ad un intenso lavaggio del cervello, ai lavori forzati, all'isolamento ed alle percosse. Come da prassi comune del sistema detentivo cinese, è stata costretta a lavorare a ritmo serrato per la fabbricazione di stuzzicadenti e di vari prodotti esportati in altri Paesi asiatici come il Giappone e la Corea.

Le donne rinchiuse nel campo di lavoro forzato di Wanjia che si rifiutano di rinunciare al loro credo vengono mandate nei reparti maschili dove vengono picchiate da detenuti criminali. Li ha anche ricordato un incidente in cui le guardie hanno tentato di mandarla da sola nel reparto maschile dove potenzialmente avrebbe subito uno stupro di gruppo. Non si è trattato di un caso isolato, in quanto ciò si è verificato in altri centri di detenzione e campi di lavoro in Cina.

Dal 2010 al 2015 è stata bersaglio delle autorità locali per aver diffuso la verità sul Falun Gong ed è stata arrestata e detenuta, la sua casa è stata saccheggiata ed ha dovuto lasciare la sua città natale per evitare ulteriori persecuzioni.

Nel marzo 2012 il padre della praticante, dopo aver assistito al saccheggio della sua casa da parte della polizia, ha iniziato ad accusare problemi respiratori ed il giorno dopo è stato portato in ospedale; in seguito è morto mentre la figlia era in fuga. La morte del padre dovuta alle implicazioni della persecuzione contro la sua fede ed il fatto di non poter essere lì nei suoi ultimi giorni sono i due più grandi rimpianti che ancora oggi tormentano la signora Li.

Nel maggio 2015 Li è stata arrestata a Jiamusi per aver distribuito volantini informativi del Falun Gong e condannata a scontare cinque anni di prigione nel carcere femminile di Heilongjiang, dove è stata picchiata e costretta a sedere su un piccolo sgabello per molto tempo; la donna inoltre veniva insultata e maltrattata verbalmente ogni giorno.

Il 16 maggio di quest’anno è stata rilasciata, ma è emaciata e soffre di dolori fisici, debolezza muscolare, sonnolenza e perdita di appetito.

Recuperare la salute

Li è nata nel 1969 a Weizigou, un piccolo villaggio agricolo nella contea di Yilan, nella provincia di Heilongjiang; da bambina era debole e soffriva di tubercolosi e ricorda che quando frequentava le elementari a volte tossiva sangue.

Dopo aver finito le scuole medie ha iniziato a lavorare presso il maglificio di Jiamusi, ma in quel periodo ha cominciato a sviluppare una condizione finisca anomala che le provocava difficoltà a respirare durante la prima metà della notte, mentre dopo le 3 del mattino tutti i sintomi scomparivano. Tra gli abitanti del villaggio si era diffusa la voce che fosse "posseduta".

I medici non riuscirono a trovare la causa del suo malessere, così le sue condizioni continuavano a peggiorare al punto che dovette smettere di lavorare; si sentiva colpevole di essere un peso per la sua famiglia e nutriva poca speranza nella vita.

Nell'estate del 1996 ha iniziato a praticare il Falun Gong e le cose hanno iniziato a cambiare in meglio. Poco dopo aver iniziato a praticare ha visto scomparire tutte le sue malattie: il Falun Gong le ha dato una seconda vita e sia lei che la sua famiglia ne saranno eternamente grate.

Li Guiyue in gioventù

Li Guiyue dopo aver subito la persecuzione

Brave Persone

Oltre a recuperare la salute, la Dafa le ha dato un nuovo scopo nella vita: vive secondo i principi universali di "Verità, Compassione e Tolleranza " e si sforza di essere una brava persona.

Nel suo villaggio, a causa delle proteste contro l'ascesa al potere del capo villaggio senza elezioni, per tre anni un gruppo di abitanti ha appiccato più di cinquanta incendi; all'inizio i funzionari del villaggio ed i membri del partito comunista venivano chiamati in soccorso ogni volta che si verificava un incendio ma, poiché accadeva così spesso, i membri del partito hanno smesso di presentarsi e soltanto i praticanti del Falun Gong si precipitavano sempre sul posto. Alla fine la preposta del villaggio per aiutare a spegnere l'incendio chiamava soltanto più i praticanti del Falun Gong.

Una volta è stata data alle fiamme la casa di un abitante del villaggio e la donna ha portato più di trenta secchi d'acqua per aiutare a spegnere il fuoco. Gli inverni a Heilongjiang sono molto freddi e i suoi pantaloni si sono bagnati ed irrigiditi per il gelo al punto tale da rimanere in piedi non appena se li è tolti.

Li ed altri praticanti del villaggio hanno contribuito a comprare sabbia e rocce ed hanno riparato un tratto di strada di quattro chilometri. Gli abitanti erano tutti d'accordo: «I praticanti del Falun Gong sono brave persone».

Arrestata due volte a Pechino

Nel luglio 1999 il partito comunista cinese ha vietato il Falun Gong ed ha lanciato una campagna di persecuzione nazionale contro i suoi praticanti; nel giro di una notte tutti i media cinesi hanno incominciato a trasmettere una propaganda che diffamava il Falun Gong ed il suo fondatore. Avendo beneficiato così tanto di questa pratica, Li ha deciso di andare nella capitale per appellarsi al il diritto di credo.

L'8 maggio 2000 Li, appena arrivata a Pechino, è stata arrestata in piazza Tienanmen, condotta alla stazione di polizia di Qianmen e picchiata in un seminterrato. L'agente di polizia l'ha colpita con tale forza con il manico di legno della scopa da spezzarlo in tre pezzi.

La praticante aveva il coccige rotto, era gravemente ferita nella zona lombare e le natiche sono guarite solo diversi mesi dopo; i muscoli della sua gamba sinistra si sono staccati dal femore che non è mai completamente guarito. Soffriva anche di vertigini ed è svenuta dopo essere stata portata nell'ufficio di collegamento della sua città natale a Pechino; è rimasta priva di conoscenza per una settimana durante la quale non ha mangiato né bevuto.

Il suo capo villaggio Wang Zhongshun e l'ufficiale di polizia Chen Xiwen si sono recati a Pechino per scortarla in treno fino ad Harbin e poi in autobus fino alla sua città natale. È stata trattenuta al centro di detenzione di Yilan per due settimane e ha pagato una multa di 1.000 yuan (circa 122 euro).

Rappresentazione della tortura

Nell'inverno del 2000 Li si è recata nuovamente a Pechino ed ha incontrato la stessa sorte: il funzionario del villaggio Deng Huilin e l'ufficiale di polizia Wei Ziyu l'hanno riportata nella contea di Yilan, dove e’ stata condannata ad un anno di lavori forzati per aver esercitato il suo diritto costituzionale di ricorrere in appello.

Lavori forzati

Mentre scontava la sua sentenza nel famigerato campo di lavoro forzato di Wanjia, Li ha subito il lavaggio del cervello ed è stata sottoposta a lavoro fisico intenso, isolamento, torture ed è quasi diventata vittima di uno stupro di gruppo.

Nel campo di lavoro forzato di Wanjia le guardie costringevano tutti i praticanti a guardare quotidiantamente i programmi di propaganda del PCC che calunniano il Falun Gong nel tentativo di trasformarli.

Tutti i detenuti venivano costretti a svolgere un lavoro intenso per più di dodici ore al giorno, ma tutti i profitti andavano al campo di lavoro. I praticanti lavoravano per molte ore in condizioni pessime. Dopo aver intrecciato in continuazione fibre di canapa e averle cucite sui cuscini, le sue mani gonfiavano e non riusciva più a tenere in mano le bacchette; la colla usata per fare il compensato le faceva venire le vertigini e le provocava il vomito; si presume che il legno compensato venisse esportato in Giappone.

I detenuti confezionavano stuzzicadenti che venivano venduti in Corea. La versione di fascia alta degli stuzzicadenti ha un fiore di plastica su un lato; Li creava fiori di plastica e li incollava su ognuno degli stuzzicadenti per più di dodici ore al giorno.

Questi stuzzicadenti sono molto richiesti negli alberghi per servire frutta ed antipasti, ma nessuno si domanda dove vengano prodotti.

Secondo quanto riportato dalla praticante Li il campo riceveva gli stuzzicadenti alla rinfusa, spesso mischiati a sporcizia e spazzatura. I detenuti non erano tenuti a lavarsi le mani prima di lavorare e non sterilizzavano gli stuzzicadenti prima di confezionarli. Lavoravano dalle 5 del mattino fino alle 21 e facevano solo quindici minuti di pausa per i pasti. Se una persona non raggiungeva la sua quota non le era permesso fare una pausa, né andare a letto.

I praticanti del Falun Gong affrontavano più prove degli altri detenuti: non avevano il permesso di fare la doccia per mesi e non avevano abiti puliti per cambiarsi. Molti soffrivano di scabbia e le lesioni trasudavano pus e spesso sanguinavano, ma nonostante ciò venivano costretti a lavorare in laboratorio raccogliendo e confezionando stuzzicadenti come se niente fosse.

Esercizi di gruppo puniti con la violenza

L'8 gennaio 2001 i praticanti imprigionati hanno praticato gli esercizi del Falun Gong, ma le guardie di tutte le dodici divisioni, maschili e femminili, li hanno picchiati con i manganelli elettrici. Il corridoio odorava odore di carne umana bruciata e molti praticanti erano gravemente feriti; alcuni avevano i denti rotti, altri avevano i capelli strappati, altri ancora avevano gli occhi neri.

I praticanti che hanno resistito sono stati portati nella divisione numero dodici dei reparti maschili dove venivano monitorati. Li e gli altri praticanti sono stati costretti a rimanere accovacciati dalle 6 del mattino alle 20 per diciassette giorni consecutivi con solo dieci minuti di pausa per i pasti. La donna è stata alimentata forzatamente e costretta a rimanere fuori nella neve per molto tempo; è stata picchiata e torturata sulla panca della tigre e messa in isolamento. Dopo diciassette giorni di tortura i praticanti sono stati rimandati all'officina ed è stato ordinato loro di realizzare dei grandi cuscini per veicoli.

Rievocazione della tortura: Panca della tigre

La divisione numero dodici in cui sono stati mandati era stata temporaneamente convertita a magazzino e non aveva alcun isolamento termico; la temperatura all'interno era la stessa dell'esterno e le finestre erano ghiacciate. Gli inverni ad Harbin, una città del nord della Cina ad alta latitudine, sono molto rigidi. I letti consistevano in assi di legno coperte con lenzuola militari e due o tre praticanti condividevano un letto ed un piumone. Di notte faceva così freddo che questi non riuscivano a smettere di tremare. Il loro pasto consisteva in pane di mais inacidito ed una scodella di zuppa di rape; il magazzino era infestato dai topi.

Rifiutarsi di denunciare il Falun Gong

Verso le 21 del 30 gennaio il direttore Shi Yingbai ed un gruppo di guardie hanno trascinato fuori i praticanti da ogni reparto e li hanno picchiati con i manganelli elettrici. Hanno costretto ogni praticante a firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Se qualcuno avesse osato rifiutarsi sarebbe stato buttato a terra e preso a calci. Le guardie formavano una linea ed ogni praticante che rifiutava di abbandonare la pratica doveva scendere lungo la linea e farsi picchiare.

Li è stata colpita in bocca con un pugno che le ha causato la rottura di un incisivo ed il taglio del labbro inferiore: il sangue le colava dall’angolo della bocca.

Li ed altri cinque praticanti sono stati portati alla divisione numero cinque e costretti a rimanere accovacciati per tutta la notte; le gambe della donna sono diventate gonfie ed ha sentito che coloro che sono stati portati in altri reparti sono stati appesi e picchiati. Per salvare i praticanti che erano stati messi in isolamento tutti i praticanti detenuti hanno fatto uno sciopero della fame.

Illustrazione della tortura: percosse

Accovacciati ed in piedi sulla neve

Il 2 febbraio l'istruttore Qi Fengzhi e l'assistente capo divisione Wu Peihua hanno costretto Li ed altri praticanti a rimanere accovacciati perché avevano tentato di fare gli esercizi. Le guardie torcevano le braccia dei praticanti, legavano le loro mani dietro la schiena con cinghie di stoffa e chiudevano le loro bocche con il nastro adesivo. Sono stati fatti accovacciare per più di trenta ore di fila, non avevano il permesso di muoversi o di usare il bagno e non è stato dato loro nulla da mangiare. Li controllavano per tutto il tempo alternandosi ogni due ore.

I praticanti sono stati poi portati al magazzino prima che tutti gli altri detenuti si svegliassero; attraverso le finestre aperte entravano sferzate di vento e le pareti erano ricoperte di brina. Mentre gli altri detenuti facevano colazione i praticanti venivano fatti stare fuori al freddo.

Indossavano vestiti leggeri e venivano fatti stare in piedi nella neve con le mani legate dietro la schiena; faceva così freddo che non potevano fare a meno di tremare ed il vento tagliava loro il viso come mille lame, le loro mani dolevano come fossero state morse dai gatti ed i loro piedi erano gonfi e lividi.

Li era costretta ad urinare nei pantaloni. Shi Yingbai una volta le ha riso in faccia dicendo: «Una ragazza così grande si bagna ancora i pantaloni?». Dopo il tramonto i praticanti sono stati radunati di nuovo nel magazzino e sono stati costretti ad accovacciarsi nuovamente.

A causa dell'umidità hanno sviluppato la scabbia. L'intero corpo della donna era coperto di macchie rosse pruriginose e persino le sopracciglia le sono cadute; ogni volta che si grattava lasciava un segno rosso che si gonfiava rapidamente con liquidi gialli simili ad olio che trasudavano.

Praticanti donne inviate alle prigioni maschili

Il 24 maggio le guardie si sono radunate nel cortile ed hanno preso di mira coloro che a gennaio sono stati liberati dalle celle di isolamento che, uno ad uno, sono stati trascinati nel cortile e picchiati; altri praticanti hanno sentito la notizia mentre si trovavano in mensa e si sono precipitati in cortile per protestare contro il trattamento violento, ma sono stati picchiati a loro volta.

Il direttore Shi Yingbai e le guardie hanno radunato nella sala riunioni le praticanti di tutte le dodici divisioni e le hanno divise in gruppi di sette, poi ogni gruppo è stato portato in una divisione maschile dove è stato sottoposto a vari gradi di tortura.

Li ha ricordato che un giorno è stata portata da sola in un reparto maschile, per fortuna due guardie di sesso femminile l’hanno seguita ed hanno interrogato le guardie del braccio maschile che la stavano trasferendo: «Cosa volete fare? È single e non si è mai sposata, perché volete portarla in un reparto maschile?». Le guardie del braccio femminile hanno ripetuto la stessa domanda tre volte e hanno fatto pressione sulle guardie per avere una risposta fino a quando Li è stata lasciata andare.

Il periodo di lavoro forzato della praticante è terminato dopo un anno ed è stata rilasciata nel 2001.

Arrestata, abitazione saccheggiata e costretta a lasciare la sua città natale

Al suo ritorno a casa, oltre a riprendere la pratica del Falun Gong, Li ha anche condiviso la sua esperienza con altri ed ha parlato apertamente di cosè il Falun Gong e del perché la persecuzione è sbagliata. Per aver diffuso informazioni veritiere è stata presa di mira dalla polizia locale. Ingannate dalla propaganda e dalle menzogne del PCC alcune persone del posto sono diventate ostili nei confronti dei praticanti.

Il 7 aprile 2010 è stata denunciata mentre si trovava al villaggio Fanrong di Daotaiqiao; una dozzina di agenti della stazione di polizia di Daotaiqiao è arrivata al villaggio con due auto: tre agenti l'hanno aggredita alle spalle ed è stata picchiata ed arrestata.

Durante l'interrogatorio il capo della divisione di sicurezza interna del dipartimento di polizia di Yilan, Zhang Yingduo, le ha afferrato i capelli e le ha sbattuto il viso contro il muro. Li soffriva di vertigini e le sanguinava il naso: è stata trattenuta al centro di detenzione della contea di Yilan per due settimane ed ha pagato una multa di 1.000 yuan (circa 122 euro).

La mattina del 14 novembre 2011 la polizia è tornata a cercarla, la donna è fuggita in tempo, ma la sua casa è stata saccheggiata. La polizia le ha confiscato i libri del Falun Gong ed altri oggetti personali, la praticante ha lasciato la città per evitare di essere arrestata.

Il 26 marzo 2012, mentre distribuivano volantini informativi del Falun Gong nelle zone rurali della contea di Yilan, Li ed altri due praticanti sono stati segnalati alla stazione di polizia di Sandaogang; la donna è riuscita a fuggire mentre gli altri due, Sang Fengrong e Li Shuqin sono stati arrestati e incarcerati nel centro di detenzione n. 2 della contea di Yilan.

Durante la ricerca la polizia ha confiscato più di venti libri del Falun Gong, due lettori MP3, più di trenta segnalibri, amuleti ed una foto del fondatore del Falun Gong.

Il padre di Li, che soffriva di problemi di salute, dopo aver visto la polizia mettere a soqquadro la sua casa, ha iniziato ad accusare problemi respiratori, il giorno dopo è stato ricoverato d'urgenza in un ospedale a Pechino ed alla fine è deceduto. La donna, che è stata costretta a lasciare la sua città natale qualche mese prima, non ha potuto essere lì quando suo padre è trapassato.

Cinque anni di reclusione

Mentre era in fuga per evitare ulteriori persecuzioni nella sua città natale ha trovato lavoro a Jiamusi come badante di una donna di novant’anni di etnia coreana. Oltre a lavorare, nel tempo libero distribuiva volantini del Falun Gong per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione ingiusta.

Arresto per aver distribuito volantini

Il 16 maggio 2015, mentre distribuiva volantini in una centrale elettrica in via Shengli, un'auto della polizia l’ha investita; la donna è salita sulla sua bicicletta e ha pedalato il più velocemente possibile, ma due agenti in uniforme sono scesi dall'auto e l'hanno inseguita gridando: «Prendetela! Prendetela!». L’hanno raggiunta ed afferrata trascinandola nell'auto della polizia.

Una volta giunta alla stazione di polizia di Changsheng, la polizia ha trovato nella sua borsa 1.800 yuan (circa 220 euro) in contanti con stampati sopra dei messaggi del Falun Gong (data la rigorosa censura dell'informazione in Cina i praticanti del Falun Gong usano modi creativi per diffondere informazioni sulla persecuzione della loro fede) opuscoli del Falun Gong, CD, DVD ed alcuni poster. Li è stata legata ad una sedia speciale con le mani ammanettate ai lati ed interrogata per due ore.

La polizia l'ha riaccompagnata a casa e le ha confiscato due foto del fondatore del Falun Gong, più di una dozzina di libri del Falun Gong, 200 copie della Newsletter di Minghui, più di una dozzina di chiavette USB, una stampante, tre computer portatili (uno dei quali era nuovo di zecca), quattro cellulari dedicati all'invio di testi di chiarificazione della verità, tre lettori MP3, tre altoparlanti (uno dei quali nuovo di zecca), un lettore elettronico, un lettore MP5, un hard disk da 450 yuan (circa 55 euro), una borsa, un portafoglio, una sciarpa ed alcuni oggetti appartenuti al suo datore di lavoro.

La casa di Li dopo il saccheggio (foto non datate)

Mentre la polizia perquisiva la sua casa la praticante era ammanettata e non le era permesso parlare; se cercava di dire qualcosa gli agenti le stringevano le manette. La polizia ha ripreso l’accaduto con una telecamera cercando di nascondere che la donna fosse ammanettata.

Alle 23 è tornata alla stazione di polizia ed è stata ammanettata alla sedia per l'interrogatorio; è stata tenuta sveglia tutta la notte e non le è stato permesso usare il bagno fino alle 8 del mattino seguente. La polizia l'ha poi portata all'ospedale centrale per un esame fisico e l'ha trasferita al centro di detenzione di Jiamusi alle 14.

Rappresentazione della tortura: Legata alla sedia

Al centro di detenzione Li ha fatto uno sciopero della fame di nove giorni per protestare ed il 25 maggio è stata portata in ospedale per un altro esame fisico dove il medico le ha ordinato di urinare e l’ha minacciata di inserirle un catetere nella vescica, pur sapendo che non mangiava, né beveva nulla da più di una settimana.

Alle 22 è stata riportata al centro di detenzione e, siccome non ha collaborato nel farsi fotografare, la guardia Zhang Yanli le ha afferrato il collo e le ha colpito la fronte così forte da farla quasi svenire. La guardia Wang Wengang le ha dato un calcio ferendole le gambe a tal punto che le hanno fatto male per più di un mese.

Condannata a cinque anni di prigione

Il 30 marzo 2016 Li è stata condannata a cinque anni di prigione e, dopo essere stata incarerata nel centro di detenzione di Jiamusi per dieci mesi, è stata trasferita nella prigione femminile di Heilongjiang ad Harbin; è stata picchiata e maltrattata verbalmente ogni giorno per il resto del suo mandato.

Il primo giorno nel carcere femminile di Heilongjiang le hanno praticato un brutto taglio di capelli, che è il modo in cui i praticanti del Falun Gong vengono contrassegnati; è stata inserita nella divisione numero nove (la divisione per il lavaggio del cervello), dove le guardie la facevano sedere su un piccolo sgabello tutto il giorno e non le permettevano di dormire. Se si opponeva o si muoveva anche solo leggermente veniva picchiata dalle detenute del suo reparto.

Il 4 aprile le guardie hanno tentato di farle scrivere una dichiarazione di denuncia nei confronti del Falun Gong ma, quando si è rifiutata, è stata picchiata ed insultata dalla compagna di cella Cai Deyu, mentre un’altra compagna di cella, Zheng Huan, l’ha picchiata ed insultata ogni giorno fino a quando non è stata rilasciata. I detenuti hanno scritto frasi che diffamano il Falun Gong ed il suo fondatore su pezzi di cartone e li hanno messi intorno ai piedi di Li e sul suo letto; quando li toglieva veniva picchiata.

Il capo della squadra due, Han Lijun, stava scontando un periodo di undici anni per corruzione; per farsi ridurre il mandato Han visitava la squadra uno ogni giorno per prendere a schiaffi la praticante, aveva memorizzato molto del linguaggio usato nella propaganda del PCC che diffamava il Falun Gong e lo recitava davanti a lei. Mentre era ancora stordita dagli schiaffi Li è stata costretta a copiare una dichiarazione che denunciava la pratica; il detenuto Wu Guiru le ha afferrato la mano per lasciare le sue impronte digitali sulla dichiarazione a cui Li ha opposto resistenza ed è stata picchiata.

Qualche giorno dopo ha chiesto di vedere la dichiarazione che aveva copiato, riconosceva la calligrafia come sua, ma le linee dei caratteri si sovrapponevano e non erano riconoscibili, allora ha fatto a pezzi la dichiarazione, ma il detenuto Wu Guiru le ha mentito dicendole che quella che aveva strappato era la dichiarazione di qualcun altro.

Picchiata e maltrattata

Le autorità carcerarie incoraggiano i detenuti a picchiare e maltrattare i praticanti del loro reparto e promettono di ridurre le loro pene in modo da incentivarli. Le detenute della squadra uno hanno inventato dei modi per torturare Li, ad esempio prendendola a calci su tutto il corpo, compreso il petto, ed infilandole delle grucce di filo metallico nel collo. Anche le compagne di cella Gao Qianquian, Wu Guiru e Zheng Huan hanno ripetutamente schiaffeggiato e preso a calci la praticante.

Il capo della squadra tre, Jiang Mingqiu torturava i praticanti, inclusa Li, come se fosse impazzita, così il suo mandato è stato ridotto da dieci ad otto anni ed è stata rilasciata in anticipo.

Anche il capo della squadra quattro ha fatto visite quotidiane alla donna, l’ha costretta a sedere su un piccolo sgabello ed ha attaccato verbalmente il Falun Gong davanti a lei; se non rispondeva alle sue domande veniva picchiata.

Per rendere la sua vita ancora più miserabile il capo squadra ha spostato le detenute che soffrivano di attacchi epilettici nel letto accanto al suo in modo che non potesse dormire ed ha poi trasferito altri pazienti colpiti da convulsioni da altri bracci per metterli accanto a lei e tenerla sveglia la notte.

Rappresentazione della tortura: Seduta su un piccolo sgabello per molte ore

La guardia Xiao Shufeng ha definito la donna "una cagna pretenziosa". Xiao non le permetteva di ordinare altro cibo oltre alla sua piccola razione quotidiana, così ha subito una rapida perdita di peso e la sua pancia ed il suo petto erano infossati. La detenuta Miao Hongchao abusava verbalmente di lei ogni giorno cercando di convincerla a rinunciare alla sua fede, il detenuto Wang Xinhong le calpestava i piedi ed il detenuto Wu Guiru ogni giorno la prendeva a schiaffi con la suola delle sue scarpe; anche le detenute Wang Xinhong, Cai Deyu, Zheng Huan Wang Xinhong e Tian Yanru l’hanno picchiata.

Ricostruzione della tortura: Calpestare le dita dei piedi

Ogni giorno Yin Li calunniava il Falun Gong davanti alla praticante, la seguiva in qualsiasi squadra in cui veniva trasferita solo per poterla percuotere; la detenuta Han Xiuzhi si è unita a Yin ed ha letto una lettera di pentimento che calunniava il Falun Gong scritta da un praticante trasformato dall'ufficio 610 di fronte a Li, ma quando si è rifiutata di ascoltare è stata picchiata e costretta a leggere la lettera.

Le detenute le mettevano le gambe addosso mentre era costretta a sedere su un piccolo sgabello e se Li le spingeva via la picchiavano; la detenuta Sun Guizhi faceva domande irragionevoli e se lei si rifiutava di ascoltare o di rispondere veniva picchiata. All'inizio la detenuta Lian Qingzhi non si univa alle altre nel maltrattare la praticante, ma per questo motivo è stata minacciata e messa sotto pressione.

Per essersi rifiutata di recitare il regolamento della prigione è stata picchiata e le detenute trasmettevano ad alto volume le registrazioni del regolamento della prigione e delle regole durante la notte proprio accanto alla donna; la detenuta Wang Li è scesa dalla sua branda e l’ha picchiata per averle impedito di andare a dormire; le detenute e le guardie si sono messe d'accordo per mettere nei guai ed incolpare la praticante.

Aiutare i praticanti a chiarire la verità

Quattro mesi dopo Li è stata trasferita nel braccio numero due ed alcune detenute l'hanno seguita e hanno continuato a rendere la sua vita un inferno: le appendevano il bucato intorno al letto e le bagnavano le sue lenzuola; il capo del braccio, Han Lijun, metteva dei fogli con su scritte calunnie contro il Falun Gong ed il suo fondatore intorno e sotto il letto della praticante, ma se lei li spostava veniva picchiata e presa a calci sul petto e sulla schiena.

Poco dopo essere stata trasferita nel braccio numero due si è guardata allo specchio e ha visto che il suo naso era pieno di lividi, ma non ricordava cosa le fosse successo.

Sette mesi dopo è stata trasferita di nuovo al braccio numero quattro dove è stata costretta ad aiutare i suoi compagni di cella a raggiungere la loro quota di lavoro, altrimenti sarebbe stata picchiata. La detenuta Sun Shuhua l’ha presa a calci e l’ha picchiata perché non ha aveva pulito il pavimento come lei le aveva chiesto.

Liang Cuirong della città di Yichun era una praticante inflessibile di settant’anni; le autorità temevano che lei e la signora Li si coalizzassero per resistere ai maltrattamenti, così l’hanno trasferita nella squadra numero uno. Quando ha cercato di impedire alle detenute di prendere a calci e picchiare un'altra praticante, Yang Shujun è stata di nuovo trasferita nella squadra dieci.

Il mandato del capo della squadra dieci, Rong Chunhua, stava per terminare e per assicurarsi di essere rilasciata senza indugio, ogni giorno picchiava la praticante Jin Fengying in modo da compiacere le guardie; quando Li ha cercato di fermarla Rong le ha urlato: «Se hai il coraggio di provare a fermarmi, picchio anche te».

Nonostante la minaccia di Rong Li ha continuato ad essere gentile con lei e le ha chiarito i fatti sul Falun Gong; la sua gentilezza ha toccato Rong che ha chiesto ad altre detenute di prendersi cura di Li e ha lasciato molti dei suoi vestiti per lei prima di essere rilasciata.

Le praticanti della squadra dieci venivano fatte sedere su piccoli sgabelli per diverse ore ogni giorno; le gambe di Zheng Yingchun avevano lividi dalle ginocchia in giù, erano di un colore viola scuro bluastro e la pelle era secca e screpolata come la corteccia di un albero. La circolazione del sangue dalla parte inferiore delle gambe ai piedi era discontinua e ciò le causava febbre alta. Li ha confezionato dei pacchetti di ghiaccio con sacchetti di plastica per rinfrescarla.

Liang, un'altra anziana praticante del reparto accanto a quello di Li, è sottoposta ad alimentazione forzata; il medico della prigione usava un robot da cucina per tagliare panini al vapore in piccoli pezzi e costringeva Liang a mangiare le briciole attraverso un tubo inserito nel suo naso.

Quando Li ha cercato di impedire al medico di nutrirla con la forza è stata picchiata dalle detenute e bloccata a terra. La detenuta Guo Yang le ha dato un calcio alla gamba sinistra e le ha lasciato un brutto livido che non è andato via per molto tempo, Qu Shuxia si è precipitata per cercare di fermare le detenute, ma è stata riportata nel suo reparto e picchiata.

Bullismo finanziario

La carta di credito di Li è stata rubata dalle sue compagne di cella della squadra uno e le sono stati addebitati 1.700 yuan (circa 208 euro) di acquisti. Quando ha presentato una denuncia alle autorità carcerarie, la guardia Xiao non le ha permesso di includere i dettagli delle transazioni e la denuncia è stata intercettata prima che pervenisse al direttore.

Dopo quattro cicli di scioperi della fame Li ha finalmente incontrato il capo divisione Tao Shuping che ha promesso di restituirle il denaro, ma non l'ha mai fatto.

I detenuti della squadra dieci le hanno preso la carta di credito e hanno speso i 12 yuan (circa un euro e cinquanta centesimi) mensili del sussidio alimentare del governo per nove mesi, la guardia Fan Tingting ha poi preso la carta, ma ha detto di averla accidentalmente spedita a Guangzhou, così Li ha dovuto usare una carta diversa per ordinare il cibo.

La guardia Li Ying le ha rimborsato i sei mesi di sussidio sulla carta, ma non i nove mesi di denaro spesi dalle detenute della squadra dieci; la donna ha cercato di appellarsi alle autorità carcerarie ed è stata picchiata più volte dal capo della squadra quattordici, Jiang Haiyan, e dalla detenuta He Haiying, istigata dalla guardia Fan Tingting. La condanna di He Haiying stava finendo e, come tradizione, è stata usata dalle guardie per picchiare ed abusare i praticanti del Falun Gong.

Maltrattamenti nella squadra quindici

Li è stata trasferita alla Squadra quindici; la mattina seguente la praticante non ha risposto all'appello e non è rimasta in piedi come le altre detenute, per cui il capo della squadra quindici Yu Bing ha fatto trascinare la donna dalla detenuta Niu Yu fino alla prima linea, ma quando il suo nome è stato chiamato Li ha gridato: «la Falun Dafa è buona». La detenuta Sun Lili ha preso uno straccio dal bagno e gliel'ha infilato in bocca.

Il capo della squadra Yu Bing alzava il prezzo della frutta solo ai praticanti che non avevano modo di presentare reclami; una volta Yu ha comprato due piccole buste di latte in polvere per nutrire Li quando faceva lo sciopero della fame e più tardi ha venduto il resto a Li per 40 yuan (circa cinque euro) per guadagnare di più.

Siccome ha rifiutato di indossare l’uniforme della prigione, Niu Yu ed alcune altre detenute hanno denudato Li e le hanno legato le mani alla schiena con la sua felpa, poi Niu Yu le si è seduta addosso; questo è successo sette volte mentre era nella squadra quindici. Le sue mani erano spesso gravemente ferite a causa dei nodi stretti.

Il capo della squadra Yu Bing ha anche avuto l'idea di far salire le detenute che dormivano sulla cuccetta in alto spostando le scalette dei due letti a castello adiacenti in prossimità dell’inguine della praticante. Li ha fatto uno sciopero della fame per protestare, così Yu ha escogitato un altro piano: ha fatto in modo che cinque detenute dormissero fianco a fianco con i piedi verso di lei e ha poi fatto depositare a tutte le detenute della squadra le scarpe vicino alla testiera del suo letto; la praticante ha così fatto l'ennesimo sciopero della fame.

Li ha comprato un contenitore di latte in polvere per un'altra detenuta per ricompensarla di un po' di cibo che le aveva dato, ma quando Yu Bing lo ha scoperto l’ha maledetta e le ha detto: «Non sai nemmeno chi è il capo qui e chi è il numero due». Yu ha poi ordinato il corrispondente di 50 yuan (circa sei euro) di frutta e li ha addebitati sulla carta di credito di Li.

La praticante ha parlato con un’altra detenuta in privato: «Pensavo fosse contro le regole usare le carte di credito di altre persone», ma la detenuta l’ha riferito a Yu Bing che le ha detto: «Ho pagato la frutta con la tua carta, che ne dici di usare la mia carta di credito per ordinare qualcosa? Così siamo pari». Quando hanno ricevuto il sussidio del mese successivo Li ha addebitato 50 yuan sulla carta di credito di Yu Bing per poi scoprire che l'addebito è apparso sul suo estratto conto pochi giorni dopo. Yu Bing ha usato delle connessioni per addebitare il conto sulla carta di Li.

Dopo essere stata seduta su uno sgabello per un lungo periodo di tempo Li ha sofferto di epistassi, il sangue si è asciugato e ha formato dei coaguli; le quotidiane percosse facevano sentire la testa di Li calda per cui si sciacquava la testa con acqua fredda per alleviare il dolore.

Il tratto finale

Nel gennaio di quest’anno l'epidemia del virus del CCP (Covid-19) a Wuhan si è rapidamente propagata in molte regioni e più della metà della Cina era in isolamento; Li è stata trasferita nella squadra otto per essere messa in quarantena prima del suo rilascio.

È stata costretta ad indossare una mascherina, le detenute le hanno pizzicato il viso che si è gonfiato, alcune di queste l’hanno trascinata alla clinica della prigione per un esame fisico e la donna ha gridato: «la Falun Dafa è buona, abbasso il PCC».

Alla clinica è stata bloccata su una sedia e due detenute hanno afferrato una delle sue gambe e le hanno separate, una detenuta l'ha soffocata mettendole il braccio attorno al collo per tirarle indietro la testa: non riusciva a respirare né a vedere, qualcosa l'ha colpita alla gola e le hanno detto che le stavano facendo il tampone per il test Covid-19. L'infermiera le ha anche prelevato un campione di sangue dal braccio sinistro.

Li è stata portata a testa in giù nel suo reparto ed un muscolo del braccio si è stirato e si è gonfiato; quando ha provato a fare gli esercizi la detenuta Deng Xiubo le ha dato un calcio in testa.

Il giorno prima del suo rilascio Li Jing non le ha permesso di usare il bagno, l’ha trascinata e spinta e l'ha insultata verbalmente. La detenuta Zhang Aoshuan della squadra sette si è unita a Li Jing e l’ha calpestata.

Il capo della squadra Han Lijun le ha detto di compilare un modulo, ma lei si è rifiutata. Han ha fatto percuotere la detenuta da Song Baozhu che le ha tirato i capelli e quattro o cinque detenute l’hanno afferrata e l'hanno costretta a lasciare un'impronta sul modulo.

Li, il giorno in cui è stata rilasciata, si è rifiutata di indossare l'uniforme della prigione ed è stata picchiata dalla detenuta Song Baozhu che l’ha costretta ad indossarla.

Il 16 maggio di quest’anno la praticante Li è stata rilasciata: è emaciata e quasi irriconoscibile rispetto a cinque anni fa; un mese dopo il suo ritorno a casa soffre ancora di dolori al corpo, debolezza, vertigini e scarso appetito.

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