(Minghui.org) Il 7 agosto di quest’anno, un uomo di quarant’anni residente nella città dell’Huludao è morto due anni dopo la sua scarcerazione. In precedenza aveva scontato una pena di dieci anni per aver praticato il Falun Gong, un'antica pratica spirituale e di meditazione perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.

La mattina del 25 febbraio 2008 la polizia ha fatto irruzione in casa di Zhang Chongyue per arrestarlo. Gli sono stati confiscati anche il suo computer, la stampante e altri oggetti personali. Il praticante è stato detenuto presso il centro di detenzione della contea del Suizhong.

La polizia è tornata a casa sua tre giorni dopo, quando non c'era nessuno, portando via tutti gli oggetti di valore.

Il 12 e 13 maggio Zhang è stato processato dal tribunale e condannato a dieci anni di prigione.

Per tre mesi è stato detenuto nella prigione del Jinzhou e poi essere trasferito nella prigione del Panjin.

In quest’ultima, Zhang è stato sottoposto a continue torture sviluppando problemi di pressione alta, diventando molto debole ed emaciato, con difficoltà a camminare e spesso soffrendo di vertigini. Nonostante ciò, la prigione si è rifiutata di rilasciarlo con la condizionale per motivi di salute.

Nel 2012 è stato trasferito nella prigione n. 1 del Shenyang e ha continuato ad essere torturato.

Nel febbraio 2018, terminata la pena, è stato rilasciato ed è morto nell'agosto di quest’anno. Durante questi dieci anni la moglie ha lottato per sbarcare il lunario, mentre si prendeva cura della suocera e delle due figlie, di cui la più grande di soli dieci anni. Con la sua morte ha inferto un altro duro colpo alla famiglia.