(Minghui.org) Il Maestro ha detto:

“Ai vecchi tempi, i coltivatori, dopo essersi arrampicati su una grotta con l’aiuto di una corda, la tagliavano e s’insediavano al suo interno per coltivare, se non ci riuscivano, morivano. Non c’erano né acqua, né cibo ed era in quelle circostanze estremamente particolari che si adottava quel metodo di coltivazione speciale.” (Ottava lezione, Zhuan Falun)

Quando ho letto questa parte della Fa le parole hanno risuonato profondamente dentro me e ho avuto una nuova comprensione della fede nel Maestro e nella Fa.

In passato un coltivatore doveva lasciare andare tutto tra le persone comuni, entrare in una grotta e usare il metodo speciale Bigu per coltivare. Questo metodo sicuramente non lasciava alcuna via d’uscita, a differenza della pratica in un tempio dove, se si dovesse avvertire la sensazione di non poter continuare a coltivare, si potrebbe decidere di tornare nella società. Questo può essere fatto solo se si ha una forte fede nel maestro di quella disciplina. Indipendentemente dal fatto che alla fine quel praticante possa avere successo nella coltivazione, il pensiero in se stesso è davvero notevole.

Per migliaia di anni, sebbene ci siano state molte persone che credono nella coltivazione, pochissime di loro hanno coltivato veramente e solo alcune hanno alla fine completato la propria coltivazione. Naturalmente ci sono molte ragioni, ma il fatto di non essere in grado di avere una fede retta al cento per cento nel maestro e nei principi guida della propriapratica è la ragione fondamentale. Le persone non possono vedere la verità nel labirinto e sono limitate dall’idea che hanno bisogno di vedere per credere. Pertanto, anche le persone con buoni fondamenti avranno inevitabilmente dubbi e vacillazioni. Coloro che coltivano con il Terzo occhio sbloccato possono vedere solo una verità parziale, per non parlare di quelli che l’hanno ancora bloccato. Questa è la difficoltà della coltivazione, ma ne è anche una parte preziosa.

Ogni giorno parliamo di credere nel Maestro e nella Fa, ma forse poche persone pensano al motivo per cui dovremmo credere nel Maestro e nella Fa. Sembra essere una cosa riguardo a cui non occorre pensare; altrimenti per cosa staremmo continuando a coltivare?

Possiamo fare un’analogia molto superficiale. Vogliamo andare in un luogo ma ci troviamo su una superficie piana. Quindi non sappiamo come arrivarci e quali ostacoli incontreremo lungo la strada o come li affronteremo, perché non possiamo vedere niente. Ma il Maestro si trova in alto, vede tutto chiaramente e ci dice cosa fare e il percorso da prendere.

Tuttavia, poiché non possiamo vedere, spesso sentiamo che ciò che il Maestro ha detto non corrisponde alle nostre esperienze o alle situazioni in cui ci imbattiamo. Queste sono opportunità per mettere alla prova la nostra retta fede. Quando supereremo le difficoltà con una fede retta nel Maestro e nella Fa, scopriremo che tutto è sotto il controllo del Maestro. Senza questa fede, nulla può essere ottenuto.

Ora la nostra coltivazione è giunta allo stadio finale e avere fede è ancora più cruciale. Sappiamo dalla Fa che come discepoli della Dafa del periodo di rettifica della Fa non abbiamo nessuna possibilità di tirarci fuori, per cui non ci lasciamo alcuna via d’uscita. La rettifica della Fa avrà successo. La pratica Bigu era una via di coltivazione minore, tuttavia quei coltivatori erano in grado di eliminare consapevolmente e completamente la propria via del ritorno. La nostra fede non dovrebbe, forse, essere ancora più forte?