(Minghui.org) Il 16 dicembre scorso una residente della città di Yuzhou, provincia dell’Henan, è stata processata per la sua fede nel Falun Gong. L'avvocato della signora Qiao Shuhong ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza per conto suo. Solo il fratello minore e la madre hanno potuto partecipare all’udienza. Il giudice ha però impedito alla madre di difenderla, con la scusa che non aveva documenti che provassero la loro parentela.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Qiao, è stata arrestata per la prima volta il 13 maggio dello scorso anno. Sebbene sia stata presto rilasciata a causa della febbre, la polizia l'ha arrestata di nuovo il 16 luglio, dopo averla sospettata di aver denunciato la morte di Zhang Zhiwen, una praticante del Falun Gong che viveva nel suo stesso edificio, morta in custodia della polizia quattro giorni dopo il suo arresto del 13 maggio.

Quando la famiglia di Qiao è andata a chiederne il suo rilascio, la polizia ha tentato di farle muovere una falsa accusa contro Zhang in cambio di un più rapido rilascio della parente.

Dopo che la sua famiglia si è rifiutata di ottemperare, il Procuratore della città di Yuzhou ha rapidamente approvato l'arresto di Qiao e l'ha incriminata. Il tribunale distrettuale di Weidu aveva inizialmente fissato un'udienza alla fine di novembre, ma poi l'ha rinviata al 16 dicembre su richiesta dell'avvocato.

Nel frattempo la polizia ha costretto il marito della donna a lasciare l’appartamento finanziato dal governo. Il marito lavora come camionista e, a causa di un incidente, aveva appena acquistato un nuovo camion accollandosi un prestito di migliaia di yuan da pagare ogni mese. Non potendosi permettere l'assistenza diurna per i loro due figli durante l'estate, ha dovuto portarli con sé quando andava al lavoro.

Dopo l'inizio della scuola, in autunno, la madre della donna, Lou Yufeng, sulla sessantina, si è trasferita per occuparsi dei suoi due nipoti.

I suoceri di Qiao hanno quasi settant’anni. Il suocero non deve occuparsi solo della moglie costretta a letto, ma anche di un fratello con un disturbo mentale.

Lou, è preoccupata per la sua famiglia e per l'impatto negativo verso i suoi due figli della persecuzione di Qiao, essendo ancora in un'età in cui hanno più bisogno delle cure della madre.

Negato alla madre il diritto di difendere la figlia

I familiari di Qiao si sono recati al centro di detenzione di Xuchang la mattina presto del 16 dicembre per assistere alla sua udienza, ma sono stati bloccati fuori dalla guardia di turno. Inizialmente, hanno detto loro che solo due membri della famiglia avevano il permesso di entrare, ma quando l'avvocato di Qiao ha chiamato il giudice presidente Yuan Shaowu per lamentarsi, questi ha ridotto la partecipazione ad una sola persona, usando la pandemia come scusa. Dopo ulteriori trattative, sia il fratello minore che la madre sono riusciti ad entrare con l'avvocato, poiché la madre si era iscritta in precedenza come difensore non avvocato.

Prima dell'inizio dell'udienza Yuan ha chiesto alla madre di fornire un documento legale che provasse la sua parentela con Qiao. Poiché non le era mai stato chiesto di preparare tale documento, la donna ne era sprovvista così il giudice le ha ordinato di tornare in tribuna solo come osservatrice.

L’avvocato: «Non è colpevole»

Alle 9 del mattino Qiao è stata portata nell'aula del tribunale in manette e catene. Su richiesta del suo avvocato, il giudice ha accettato di toglierle le manette, ma non le catene. Ha anche ordinato a due ufficiali giudiziari di stare su entrambi i lati della donna per sorvegliarla.

L'avvocato ha sostenuto che nessuna legge criminalizza il Falun Gong in Cina ed ha confutato l'accusa di "minare l'applicazione della legge", un pretesto standard per incastrare i praticanti del Falun Gong.

Il pubblico ministero l’ha accusata di aver distribuito materiale del Falun Gong, elencando il video ripreso dal cellulare di un testimone, il video di sorveglianza del complesso residenziale dove vive ed i verbali degli interrogatori della polizia come prova dell'accusa contro di lei. La testimone non si è presentata in tribunale per accettare il controinterrogatorio ed il giudice ha anche respinto la richiesta dell'avvocato di far comparire il testimone in tribunale.

Su ripetute richieste del legale il giudice ha infine accettato di riprodurre la registrazione video della testimone, tuttavia, si è scoperto che la donna nel video era la defunta signora Zhang, e non Qiao, ed il video di sorveglianza del complesso di appartamenti era un file danneggiato. Il verbale dell'interrogatorio della polizia, come sottolineato dall'avvocato, non risulta valido perché la donna si è rifiutata di firmarlo.

Qiao ha anche testimoniato in sua difesa, ma è stata spesso interrotta dal giudice. Alla fine le è stato concesso di pronunciare tre frasi: «Il Falun Gong non è una setta», «Non ho minato l’applicazione della legge», «Il Falun Gong è una disciplina avanzata della scuola di Buddha che insegna alle persone ad essere buone seguendo i principi universali di "Verità, Compassione, Tolleranza"».

Il legale, ha ribadito che la donna non ha violato alcuna legge ed ha chiesto la sua assoluzione alla fine dell'udienza.

Il procuratore Yu Yancai, alla fine le ha inferto una sentenza leggera.

Tutta i familiari sono rimasti sconvolti dalla persecuzione nei suoi confronti ed hanno promesso che non rinunceranno a chiedere giustizia per lei.

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