(Minghui.org) Una residente di Pechino è stata condannata alla prigione per la sua fede nel Falun Gong ed il suo appello è stato recentemente respinto dal tribunale intermedio n.2 di Pechino.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La signora Li Yuhua, sessantasette anni, è stata arrestata il 22 maggio 2019 e condannata ad un anno con una multa di 1.000 yuan (circa 130 euro) dal tribunale del Fengtai il 29 settembre dello scorso anno.

La donna ha raccontato diverse violazioni delle procedure legali nel suo appello.

Ha detto che gli agenti di polizia Niu Bo e Song Dongming, al momento dell’arresto, non indossavano le loro uniformi e non hanno mostrato i loro documenti d'identità. Quando un poliziotto in pensione che passava di lì per caso ha cercato di fermarli, Niu e Song non hanno ascoltato, ma hanno accusato la donna di aver cercato di distribuire materiale del Falun Gong ai passanti.

Li, ha anche detto che il tribunale del Fengtai ha nominato l’avvocato Shang Wei per rappresentarla. Dopo che Shang l'ha ingannata facendole firmare il suo documento di rappresentanza, le ha detto: «Il tribunale locale mi ha assunto per quindici anni per rappresentare i praticanti del Falun Gong. Dichiaro la loro colpevolezza e la maggior parte dei praticanti è stata condannata e mandata in prigione».

Durante le sue udienze, il presidente del tribunale le ha tolto il copione della difesa che aveva preparato ed ha ordinato a Shang di presentare una dichiarazione di colpevolezza per conto suo, nonostante la sua opposizione.

Gli agenti di polizia Niu e Song hanno presentato alcuni DVD del Falun Gong come prove dell'accusa contro di lei, ma la donna ha detto che quei DVD non erano suoi e non sapeva dove gli agenti li avessero presi. Ha aggiungo che il giudice non si è nemmeno preoccupato di confermare se fossero suoi, ignorando la sua richiesta di riprodurli in tribunale per verificare se i DVD fossero sufficienti a provare l’accusa contro di lei.

Il tribunale intermedio ha recentemente respinto il suo appello. Poiché era stata rilasciata in precedenza a causa della tubercolosi contratta nel centro di detenzione locale, non è chiaro se sia stata ripresa in custodia cautelare.

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