(Minghui.org) La signora Liu Fengyun, della contea di Tangyuan in provincia dell’Heilongjiang, ha avvertito un improvviso dolore al petto poche ore dopo essere stata arrestata, ma è stata comunque condannata a due anni, che ha dovuto scontare in casa. Durante la sua detenzione però sue condizioni hanno continuato a peggiorare ed è deceduta il 22 luglio scorso.

La donna era una praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Liu è stata seguita ed arrestata dagli agenti polizia che l’hanno vista affiggere manifesti sul Falun Gong la mattina presto del 25 aprile dello scorso anno. Alla stazione di polizia locale, Guan Jingquan dell'ufficio di sicurezza interna ha chiesto di conoscere il suo nome ed indirizzo e anche se lei inizialmente si è rifiutata di rivelare le informazioni, in seguito ha ceduto, dopo che l'ufficiale Wang Lizhao l’ha minacciata dicendo che avrebbe trovato il modo di scoprire la sua identità, che lei glielo dicesse o meno.

Una dozzina di agenti ha perquisito l’abitazione della donna e confiscato i libri del Falun Gong ed oltre 500 copie di opuscoli che parlavano della pratica.

Dopo aver riportato Liu alla stazione di polizia, gli agenti l’hanno trattenuta in una piccola stanza dove ha iniziato a sentire oppressione al petto, il dolore era atroce e non riusciva a smettere di piangere. Così l’hanno portata in ospedale, dove ha scoperto di aver avuto un infarto del miocardio. Invece di farla curare, la polizia l'ha riportata alla stazione di polizia e ha ripreso l'interrogatorio, poi le hanno scattato delle foto e raccolto le sue impronte digitali prima di rilasciarla intorno alle 23:00.

Pochi giorni dopo gli agenti Guan e Wang sono tornati a casa sua per un altro giro di interrogatori e l'hanno filmata. Nel frattempo Zhang Yiyuan, del comitato residenziale, è arrivato ed ha ordinato a Liu di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, ma lei si è rifiutata di obbedire.

La polizia è tornata mesi dopo e le ha restituito la motocicletta elettrica ed il computer confiscati rivelando di aver presentato il suo caso alla procura.

Il pubblico ministero ha convocato la famiglia della donna e anche Liu si è recata in procura, dove le è stato chiesto di firmare un documento per gli arresti domiciliari. Il pubblico ministero aveva in mano un altro documento sul suo caso ma, quanto lei gliel’ha chiesto, si è rifiutato di spiegarle di cosa si trattasse.

Poco dopo due membri dello staff della Procura del Distretto di Xiangyang sono andati a casa di Liu ed hanno chiesto ad un suo familiare di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong per conto suo.

I membri dello staff sono tornati una settimana dopo per ordinare nuovamente alla donna di scrivere la dichiarazione di rinuncia, ma lei si è rifiutata di nuovo di obbedire.

Il pubblico ministero in seguito ha incriminato Liu ed ha inoltrato il suo caso al tribunale distrettuale di Xiangyang. Il presidente l’ha condannata a due anni di detenzione ed al pagamento di una multa di 5.000 yuan (circa 670 euro). La data della sentenza non era chiara.

Il giudice ha detto alla praticante di aver presentato il suo caso all'ufficio provinciale dell'amministrazione penitenziaria e le è stato permesso di scontare la condanna a casa, ma per un massimo di sei mesi. Ha indicato che sarebbe spettato all'ufficio governativo decidere quando e dove avrebbe dovuto recarsi per sostenere un esame fisico, al fine di determinare se fosse sufficientemente sana da essere ammessa in prigione.

Al suo ritorno a casa Liu ha sofferto di un dolore toracico costante, era molto debole e non riusciva nemmeno a sollevare una bacinella d'acqua. Soffriva inoltre di febbre persistente. È stata ricoverata in ospedale il 21 luglio di quest’anno ed è deceduta il giorno successivo. Aveva cinquantasei anni.

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