(Minghui.org) La signora Zhou Yuzhu, quasi ottantenne, della contea di Yitong, nella provincia dello Jilin, pratica il Falun Gong da oltre vent’anni. Anche se si è trasferita fuori dalla contea diversi anni fa, i funzionari locali hanno comunque cercato di costringerla a rinunciare alla sua fede come parte della campagna nazionale "Zero-out" del Partito Comunista Cinese (PCC), che prende di mira tutti i praticanti del governo presenti sulla lista nera. Suo figlio si è ribellato insieme a lei ed ha resistito alle molestie.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese negli ultimi ventidue anni.
Zhou ha ricevuto la prima telefonata dai funzionari della stazione di polizia della contea di Yitong alla fine di giugno di quest’anno ed ha riagganciato dopo aver realizzato che erano le autorità locali a molestarla.
Quando suo figlio è tornato nella contea di Yitong dopo un viaggio d'affari nel luglio di quest’anno, ha soggiornato nel suo appartamento vuoto. Un'ora dopo il suo arrivo, intorno alle 22:00, ha bussato alla porta un gruppo di persone che prima hanno affermato di appartenere al comitato residenziale e poi hanno affermato di essere della stazione di polizia locale. Il figlio di Zhou non ha aperto loro la porta. Quando gli agenti se ne sono andati verso mezzanotte, due di loro sono rimasti fuori per la notte.
Alle 8:00 del mattino successivo, quando l’uomo ha aperto la porta, due agenti di polizia sono entrati di corsa scattando foto e perquisendo ogni stanza. Pensavano che Zhou fosse tornata e hanno cercato di ottenere la sua firma su una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.
Il figlio ha discusso con gli ufficiali per più di un'ora dicendo loro che non avrebbero dovuto molestare sua madre. Ha poi proposto di firmare la dichiarazione a nome di sua madre, ma gli ufficiali hanno insistito per assicurarsi la firma di Zhou.
Alla fine, gli agenti hanno acconsentito a lasciare che il figlio parlasse con sua madre prima di ricontattarli. Il figlio ha detto che la polizia sapeva che quello che stava facendo era illegale, dato che aveva un pacchetto di sigarette nei pantaloni, e gli agenti hanno pensato che fosse un registratore e si sono assicurati che non stesse registrando la conversazione.
La persecuzione del Falun Gong non ha basi legali
Dopo che il figlio di Zhou ha raccontato a sua madre quello che era successo, lei gli ha risposto che la pratica del Falun Gong le aveva curato molte malattie e le aveva salvato la vita e che non avrebbe mai firmato la dichiarazione, né qualcuno avrebbe dovuto firmarla a suo nome.
Il figlio ha consultato alcuni avvocati ed ha appreso che non esiste una base legale per la persecuzione del Falun Gong e che la libertà di credo è tutelata dalla legge.
Ha inoltre saputo che era stata la polizia a violare la legge irrompendo nella sua residenza, perquisendola e fotografandola senza un mandato.
Molestie continue
Le autorità locali hanno continuato a chiamare Zhou ordinandole di rinunciare alla sua fede ma, poiché lei è rimasta imperterrita, i funzionari le hanno detto che se non avesse firmato la dichiarazione, avrebbe dovuto filmarla sdraiata a letto. Sospettando che i funzionari stessero pianificando di usare il video per diffamare il Falun Gong, Zhou ha nuovamente rifiutato. I funzionari hanno quindi chiesto di scattarle una foto o di far firmare a suo figlio la dichiarazione per conto suo, ma lei si è rifiutata di obbedire.
Nel frattempo le autorità hanno minacciato di sospendere la pensione della donna e a quel punto figlio ha detto loro: "Se la sua pensione verrà sospesa, vi faremo causa!". Le autorità hanno quindi desistito.
Siccome non sono riusciti a costringere Zhou a firmare, i funzionari hanno mentito ai praticanti che erano detenuti nel centro di lavaggio del cervello locale dicendo che la praticante aveva firmato le dichiarazioni, al fine di influenzare altri praticanti a cedere.
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