(Minghui.org)

Nome cinese: 李桂月

Genere: Femmina

Età: 52 anni

Città: Contea di Yilan

Provincia: Heilongjiang

Occupazione: N/A

Data della morte: 6 agosto 2021

Data dell'arresto più recente: 16 maggio 2015

Luogo di detenzione più recente: Prigione femminile della provincia dell'Heilongjiang

Il 6 agosto scorso Li Guiyue, residente della contea di Yilan, nella provincia dell'Heilongjiang, è deceduta all'età di cinquantadue anni, dopo aver subito vari arresti, intense sessioni di lavoro forzato, periodi di detenzione ed orribili torture per la sua fede nel Falun Gong.

Li Guiyue in gioventù

Li Guiyue dopo aver subito la persecuzione

Il Falun Gong, chiamato anche Falun Dafa, è stato introdotto per la prima volta al pubblico dal signor Li Hongzhi nel maggio 1992. Nei sette anni successivi per i suoi benefici sulla mente e sul corpo ha attratto, nella sola Cina, più di cento milioni di seguaci. Temendo la crescente popolarità della pratica, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha lanciato una campagna nazionale contro il Falun Gong nel luglio 1999.

Come centinaia di migliaia di praticanti in tutta la Cina, nel 2000 Li si è recata due volte a Pechino per appellarsi in favore del Falun Gong e chiedere il diritto alla libertà di credo, ma è stata arrestata, picchiata e condannata ad un anno di lavori forzati.

Mentre scontava la pena nel famigerato campo di lavoro forzato di Wanjia è stata sottoposta ad intenso lavaggio del cervello, lavori forzati, cella d’isolamento e percosse. Come pratica comune del sistema cinese di lavoro forzato, che è stato poi abolito nel 2013, è stata costretta a svolgere un intenso lavoro di produzione di stuzzicadenti e vari altri prodotti, che sono stati esportati in Paesi asiatici come il Giappone e la Corea.

Le donne praticanti del Falun Gong che nel campo di Wanjia si rifiutavano di rinunciare al loro credo, venivano trasferite nei reparti maschili, dove venivano sistematicamente picchiate dai criminali detenuti. Li ha anche ricordato un incidente in cui le guardie hanno tentato di mandarla da sola in un reparto maschile, il che l'ha potenzialmente sottoposta ad uno stupro di gruppo. Questo non è stato affatto un caso isolato, poiché tale pratica di mandare le praticanti nelle celle dei criminali maschi per essere stuprate è accaduta anche in altri centri di detenzione e campi di lavoro in Cina.

Dal 2010 al 2015 è stata il bersaglio delle autorità locali, per aver chiarito la verità sul Falun Gong e sulla persecuzione illegale. È stata arrestata e detenuta; la sua abitazione è stata più volte perquisita. Ha dovuto lasciare la sua città natale per evitare ulteriori molestie.

Nel marzo 2012, dopo aver assistito alla perquisizione del suo appartamento, il suo anziano padre ha avuto una crisi respiratoria ed, il giorno dopo, è stato portato urgentemente all'ospedale. L'uomo è deceduto mentre Li era costretta a vivere lontano da casa. La morte del padre a causa della persecuzione contro la sua fede e il non poter essere presente nei suoi ultimi giorni sono diventati i suoi due più grandi rimpianti, che l'hanno perseguitata per il resto della sua vita.

Nel maggio 2015 è stata arrestata a Jiamusi, nella provincia dell'Heilongjiang, per aver distribuito volantini informativi sul Falun Gong ed è stata condannata a cinque anni di pena detentiva. Nella prigione femminile locale è stata regolarmente picchiata, fatta sedere su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo, insultata e insultata verbalmente su base giornaliera

Il 16 maggio dell'anno scorso Li era emaciata e quasi irriconoscibile, quando è stata rilasciata. Era dolorante, soffriva di debolezza muscolare, sonnolenza e perdita di appetito.

Per un anno dopo il suo rilascio, a volte si svegliava improvvisamente nel cuore della notte, tremando di paura mentre borbottava tra sé e sé. A volte si rifiutava di mangiare insieme ai suoi familiari, ma portava la sua ciotola di lato, si accovacciava per terra ed assumeva tranquillamente il suo cibo a testa bassa. Spesso diceva a se stessa: "Mi hanno picchiato ogni giorno! Mi picchiano tutti i giorni!". Spaventata e irrequieta, non poteva fare a meno di guardarsi continuamente intorno ed i suoi occhi erano pieni di terrore e tristezza. I suoi familiari avevano il sospetto che, in prigione, le fossero state somministrate droghe sconosciute, causando danni irreparabili alla sua salute fisica e mentale.

Dopo aver lottato per un anno con una salute cagionevole, il 6 agosto scorso Li è deceduta, all'età di cinquantadue anni.

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