(Minghui.org)

Nome cinese: 刘亚芹

Genere: Donna

Età: 69

Città: Sanhe

Provincia: Hebei

Occupazione: N/A

Data di morte: 31 ottobre 2021

Data dell'arresto più recente: 22 luglio 2018

Luogo di detenzione più recente: Prigione femminile dell’Heilongjiang

Una residente della città di Sanhe, nella provincia dell’Hebei, è deceduta il 31 ottobre scorso, cinque mesi dopo essere stata rilasciata da una condanna a tre anni perché praticante del Falun Gong. La signora Liu Yaqin aveva sessantanove anni.

Liu è stata condannata due volte, per un totale di sette anni, da quando il regime comunista cinese ha iniziato a perseguitare la disciplina spirituale del Falun Gong nel 1999. È stata picchiata e costretta a rimanere seduta su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo, oltre a molte altre forme di tortura fisica.

La donna ha iniziato a praticare il Falun Gong il 4 dicembre 1996 e attribuiva alla pratica la cura di molti disturbi, tra cui la pleurite tubercolare, un versamento pleurico, una malattia infiammatoria pelvica ed il cancro al colon, che l'avevano tormentata per più di dieci anni.

La tortura descritta in questo articolo è uno sguardo alla persecuzione implacabile del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC).

Detenuta per cinque mesi

Il 20 febbraio 2000, dopo che il PCC ha iniziato a perseguitare il Falun Gong, Liu, nativa della città di Hegang nella provincia dell’Heilongjiang, era andata a fare appello per il Falun Gong a Pechino. Non appena arrivata è stata arrestata e portata a Hegang, nell’ufficio di collegamento a Pechino, incatenata con altri praticanti in una stanza senza finestre. Non le era neanche permesso usare il bagno.

Successivamente è stata trattenuta alla stazione di polizia di Lulinshan, dove è stata costretta a rimanere seduta sul pavimento con entrambe le gambe distese dalla mattina alla sera ogni giorno. In seguito è stata trasferita al centro di detenzione n. 1 di Hegang per cinque mesi e le sono stati estorti 2.000 yuan (circa 280 euro).

Dopo che la praticante è stata rilasciata, la polizia le ha chiesto di presentarsi presso di loro ogni giorno. Se non lo faceva un ufficiale andava sul suo posto di lavoro per monitorarla strettamente.

Condannata a quattro anni

Liu è stata nuovamente arrestata dagli agenti della stazione di polizia di Xinjian il 28 aprile 2002. La sera è stata portata al centro di detenzione n. 2 di Hegang e successivamente trasferita a quello n. 1 della medesima città, dove è stata condannata a quattro anni dal tribunale distrettuale di Xing'an.

La donna è stata portata nella prigione femminile di Heilongjiang nell'ottobre 2002. Durante l’esame fisico le è stata diagnosticata la tubercolosi, ma le guardie del centro di detenzione hanno costretto la prigione ad ammetterla ugualmente.

Le guardie carcerarie l’hanno poi perquisita e le hanno tagliato i capelli per umiliarla. Lei ed altre detenute appena ammesse, sono state quindi inviate alla squadra di addestramento dove ogni giorno tutte le detenute dovevano fare la fila per lavarsi il viso ed usare il bagno. Sono state costrette a rimanere sedute o accovacciate per tutto il giorno. Quando Liu non riusciva ad accovacciarsi, veniva colpita duramente alle gambe dal capitano della squadra e ammanettata ad un tubo del riscaldamento. È stata inoltre abusata da una detenuta criminale, istigata dalle guardie carcerarie.

Dopo un po' di tempo trascorso nella squadra di addestramento, Liu è stata assegnata al reparto n.7. Se lei e le altre praticanti si rifiutavano di svolgere i lavori forzati, venivano costrette a rimanere sedute per lunghi periodi di tempo su piccoli sgabelli e torturate.

Stare all'aperto al freddo gelido

Le praticanti non solo venivano esposte al congelamento, ma anche affamate per l'intera giornata. Gli inverni sono molto freddi ad Harbin, una mattina di novembre 2003 il vento gelido fischiava e ruggiva da nord, Liu e dozzine di altre praticanti sono state costrette a stare all'aperto indossando abiti leggeri ed in piedi con la faccia contro il muro fino all’arrivo del buio. Liu è stata lasciata fuori a congelare per sei giorni di fila ed un’altra praticante è stata sottoposta a tortura per otto giorni.

Ammanettata dietro la schiena e appesa

Liu e diverse praticanti sono state soggette a vari mezzi di tortura dal 28 luglio al novembre 2004. Durante il giorno venivano ammanettata dietro la schiena ed appese per le manette alla ringhiera superiore dei letti a castello. Di notte le guardie avvolgevano le braccia intorno alla ringhiera dei letti a castello inferiori e le tenevano ancora ammanettate.

Ricostruzione della tortura: ammanettata alla sponda superiore di un letto a castello

Ricostruzione della tortura: ammanettata attorno alla sponda del letto a castello inferiore

Un giorno, di ritorno da una seduta di lavaggio del cervello, Liu e diverse praticanti si sono rifiutate di indossare le uniformi della prigione e le targhette con i nomi e per questo sono state ammanettate dietro la schiena con una mano in alto e l'altra in basso, e appese in aria per le manette. La tortura ha causato alle praticanti un dolore estremo e gonfiore alle braccia, tanto che alcune di esse non hanno potuto sopportare il dolore e sono quasi svenute.

Ricostruzione della tortura: ammanettata dietro la schiena ed appesa

In un periodo di quattro mesi, Liu è stata rinchiusa in una cella d’isolamento per due settimane. È stata ammanettata e costretta a rimanere seduta sul pavimento freddo ogni giorno ed è stata anche insultata con parole volgari da due detenute. Le finestre della cella d’isolamento erano coperte di giornali in modo che la persecuzione non potesse essere vista dall'esterno.

La praticante è stata privata del sonno per molto tempo, se si addormentava le guardie carcerarie le versavano dell'acqua sul viso. È stata anche ammanettata dietro la schiena nella lavanderia e costretta a stare al muro per l'intera giornata, nel mentre una detenuta versava secchi d'acqua sul pavimento per rendere la stanza più umida e fredda.

Arrestata e nuovamente detenuta

Dopo essere stata rilasciata dal carcere nel 2006, Liu si è trasferita con suo figlio nella città di Sanhe, sita nella provincia dell’Hebei, ma è stata nuovamente arrestata nel 2014 per aver inviato materiale informativo sul Falun Gong alle persone nella sua città natale a Hegang. È stata detenuta per due mesi e rilasciata su cauzione.

Condannata alla seconda pena detentiva

In un giorno del 2015, a Liu è stato ordinato di presentarsi alla stazione di polizia di Xiangyang, ma lei non vi si è recata perché aveva accompagnato il marito a ricevere cure mediche ad Hainan, la provincia meridionale a quasi 3.000 miglia (circa 4.800 chilometri) da Hegang. Così la polizia ha pubblicato le sue informazioni online come persona ricercata.

Liu è tornata a Hegang il 22 luglio 2018 per prendersi cura dell’erogazione della sua pensione che le era stata sospesa in modo improprio, ma è stata arrestata sull'autobus e portata al centro di detenzione della città di Sanhe. Sei giorni dopo è stata riportata a Hegang e reclusa nel centro di detenzione locale.

Meng Xianrong, pubblico ministero presso la Procura del Distretto di Xing'an, in seguito ha incriminato Liu ed ha inoltrato il suo caso al tribunale distrettuale di Xingan, che l'ha nuovamente condannata a tre anni, oltre al pagamento di una multa di 3.000 yuan (circa 400 euro).

La donna ha fatto appello al tribunale intermedio della città di Hegang, che ha deciso di confermare la sentenza originale. Liu è stata tradotta nella prigione femminile dell’Heilongjiang dopo essere stata trattenuta nel centro di detenzione per dieci mesi.

Seduta su un piccolo sgabello per più di cinquanta giorni

Non appena arrivata in prigione, Liu è stata inserita nel "gruppo di trasformazione" e per costringerla a rinunciare al Falun Gong, cinque detenute sono state incaricate di torturarla.

Siccome la praticante si rifiutava di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, le detenute l'hanno costretta a rimanere seduta su un piccolo sgabello con entrambe le gambe unite e le mani in grembo fino alle 2:00 del mattino; le spruzzavano dell'acqua addosso ogni volta che chiudeva gli occhi e poi la svegliavano intorno alle 4:30 del mattino. Le hanno inoltre limitato l’accesso al cibo ed ai servizi igienici: la tortura è durata oltre cinquanta giorni.

Ricostruzione della tortura: stare seduti su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo

Picchiata dalle detenute

La praticante del Falun Gong, Zhang Kuihua, di settantasei anni, è stata messa nella stessa cella di Liu la mattina del 17 gennaio di quest’anno e così la praticante è stata abusata verbalmente e picchiata per il suo rifiuto di scrivere dichiarazioni diffamatorie contro il Falun Gong.

Liu ha detto alcune parole di conforto a Zhang, ma è stata sgridata dal capo delle detenute Gao Wentao. Altre detenute l'hanno presa a pugni e schiaffi in viso, proprio sotto la telecamera di sorveglianza e quando la guardia Tao Shuping ha visto, ha sorriso alla detenuta Yang Xu e le ha chiesto di picchiare Liu nel corridoio lontano dalle telecamere.

La tortura ha causato a Liu lividi e forti dolori al petto. Doveva sorreggersi alla scala del letto per potersi alzare e le ci sono voluti più di venti giorni per riprendersi.

Liu è morta il 31 ottobre 2021.

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