(Minghui.org) Il 31 agosto 2016 la signora Su Guiying, della città di Zhanjiang nella provincia del Guangdong, è stata arrestata per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale che è perseguitata dal Partito Comunista Cinese (PCC) dal 1999. É stata condannata a quattro anni e torturata brutalmente nella prigione femminile del Guangdong.

I metodi di tortura includevano percosse, permanenza statica forzata per lunghi periodi, esposizione al sole, essere bagnata con acqua fredda, congelamento, emaciazione, accovacciamento, somministrazione forzata di droghe ed isolamento in ospedale psichiatrico. Era anche regolarmente privata del sonno e dell'uso del bagno.

Per fornire prove della brutalità del PCC nei confronti dei praticanti del Falun Gong Su, cinquantanovenne, ricorda le sue esperienze di persecuzione, nella prigione femminile del Guangdong, di seguito elencate.

Arrestata per aver chiarito la verità

Ho iniziato a praticare il Falun Gong nel 2008 e da allora sono stata in buona salute. Per aumentare la consapevolezza sul Falun Gong e sulla persecuzione e chiarire la verità, la sera del 31 agosto 2016 sono uscita per distribuire materiale informativo, ma sono stata arrestata. Dopo una notte di interrogatorio, il giorno successivo sono stata portata al centro di detenzione n. 1 di Zhanjiang. Mi sono rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda e di firmare dichiarazioni.

Il 12 dicembre 2017, dopo un anno di detenzione, il tribunale distrettuale di Chikan ha tenuto un processo contro di me. Il mio avvocato ha presentato a mio favore una dichiarazione di non colpevolezza, ma sono stata comunque condannata a quattro anni e multata di 5.000 yuan (circa € 650). Ho fatto appello al tribunale intermedio della città di Zhanjiang, ma il mio ricorso è stato respinto.

Un giorno, all'inizio di maggio 2018, una dozzina di guardie mi ha tenuto la mano con forza e ha rilevato le mie impronte digitali. Il 16 maggio sono stata portata al reparto n. 4 della prigione femminile del Guangdong.

Persecuzione nella squadra n. 310

Inizialmente sono stata assegnata alla squadra n. 310, che è un'unità di trasformazione istituita e controllata dall'Ufficio 610, un'agenzia extralegale creata appositamente per perseguitare il Falun Gong. Una guardia carceraria di cognome Xiao ha incoraggiato tre detenute a perseguitarmi. Le misure di tortura contro di me sono descritte di seguito.

Restare in piedi

Sono stata costretta a stare in piedi dalla mattina presto fino a mezzanotte, tranne durante i pasti e quando facevo i lavori di pulizia. Se cadevo per debolezza, le detenute si precipitavano da me e mi rimettevano in piedi. Mi hanno anche rimproverata e presa a calci,così violentemente che alcuni dei miei vestiti sono stati strappati.

Negato l'uso del bagno

Non mi era permesso usare il bagno e spesso ero costretta ad evacuare nei pantaloni. Cercavo di approfittare del tempo per le pulizie per usare il bagno, mentre le altre detenute non vedevano. Se se ne accorgevano mi spingevano a terra e mi prendevano a calci. Ogni volta che si verificava un incidente, avvolgevano le feci nelle mie lenzuola e le mettevano nel dormitorio, in modo che altre prigioniere potessero rimproverarmi per aver defecato ovunque. A volte mi spalmavano le feci addosso.

Esposizione al sole

La guardia mi ha costretto a stare esposta al sole a mezzogiorno e ha ordinato a centinaia di prigioniere di guardarmi. Ho sempre approfittato di questa opportunità per gridare: «La Falun Dafa è buona!» e «Verità-Compassione-Tolleranza sono buone!».

Illustrazione della tortura: esposizione al sole cocente

Trascinata a terra

La guardia spesso istigava una detenuta forte a trascinarmi sul pavimento di cemento, di fronte a centinaia di prigioniere, strappandomi i vestiti e lacerandomi la pelle. Le detenute mi versavano addosso acqua sporca.

Illustrazione della tortura: trascinata sul pavimento

Igiene personale negata

Per più di venti giorni non mi è stato permesso fare la doccia, lavarmi il viso, cambiarmi i vestiti o attendere alle necessità quotidiane. La guardia ha incitato le detenute presenti nella mia stessa cella a rimproverarmi per il cattivo odore che emanavo. Questo abuso è cessato solo dopo che altre detenute si sono lamentate del cattivo odore con il supervisore.

A causa dell'odore, molti dei miei vestiti, asciugamani e lenzuola sono stati gettati via dalle detenute. Le mie gambe si sono gonfiate a causa della tortura.

Tormentata da video denigratori

Mi sono rifiutata di contare, di partecipare agli appelli e di guardare i video che diffamavano il Falun Gong, di conseguenza la guardia Xiao ha scarabocchiato parole calunniose sui miei vestiti, sulla mia pelle e persino sulla mia biancheria intima. Ha anche istigato le detenute ad insultarmi.

La persecuzione è durata più di un mese e, siccome non è riuscita a farmi vacillare, il 1° luglio 2018 sono stata trasferita in un'altra squadra e mi è stata assegnata una guardia ancora più severadal cognome Xu.

Persecuzione nella squadra n. 301

In seguito sono stata trasferita alla squadra n. 301, che era l'unità più malvagia posta al terzo piano. La guardia Xu e gli agenti dell'ufficio 610 della prigione hanno collaborato con sette o otto detenute, che a turno mi hanno costretta ad alzarmi e guardare per lunghe ore dei video. Quando non li guardavo mi colpivano alla testa con libri pesanti, costringendomi a tenere gli occhi aperti. Se disobbedivo mi picchiavano e calpestavano, di conseguenza, avevo ferite su tutto il corpo.

Le stesse detenute di proposito mi hanno interrogata ad alta voce a mezzanotte quando altre detenute stavano dormendo, con l'intento di svegliarle e causare antagonismo nei miei confronti. Il capo squadra delle detenute avrebbe quindi approfittato di questa opportunità per schiaffeggiarmi e spruzzarmi acqua sul viso. Durante questo periodo di trasformazione alcuni collaboratori hanno anche cercato di persuadermi a rinunciare alla mia fede.

Lavoro non retribuito

Sono stata costretta a svolgere lavori di pulizia molto pesanti. Dovevo aiutare altre quindici detenute a pulire il dormitorio della prigione, compresi i pavimenti, i balconi, i corridoi, le sale riunioni, la piattaforma dell'acqua ed i servizi igienici. Nonostante il duro lavoro venivo spesso rimproverata e chiamata per svolgere varie faccende al primo piano. Se rifiutavo le detenute mi chiudevano in una stanza umida e sporca.

Pressione mentale

Per costringermi a rinunciare al Falun Gong, le guardie hanno escogitato una tattica di tortura mentale: hanno aperto una scatola di cartone e vi hanno scritto parole che calunniavano il Falun Gong. Sono stata costretta a stare in piedi sul cartone senza muovere un muscolo. Se mi muovevo, anche un po’, mi picchiavano, mi prendevano a calci e mi rimproveravano. Per assicurarsi che non mi addormentassi si alternavano per sorvegliarmi. Mi hanno picchiata, punzecchiato le palpebre con stuzzicadenti,versato addosso acqua fredda e calpestato le dita dei piedi. La tortura è durata cinque giorni.

Hanno anche selezionato due giovani detenute che poi mi hanno afferrato le mani, una per lato, e mi hanno trascinata sul pavimento: il nome del Maestro Li Hongzhi era scritto dappertutto, poi mi hanno lasciata andare, gettandomi sul pavimento e mi hanno anche pizzicata. Come risultato di questa tortura la mia pressione sanguigna è aumentata rapidamente. A volte ero così stanca ed assonnata che mi addormentavo stando in piedi e crollavo, sbattendo la nuca contro il telaio metallico del letto.

Dopo cinque giorni senza dormire, il sesto giorno mi hanno permesso di dormire per due ore. A partire dal settimo giorno, non mi è stato nuovamente permesso di dormire, a meno che non fossi disposta a sdraiarmi su un letto che riportava la scritta “Falun Dafa” ed il nome del suo Maestro.

Dato che mi rifiutavo di salire sul letto, mi hanno costretta ad accovacciarmi sul pavimento, circondata da parole dispregiative. Per me era difficile mantenere l'equilibrio e spesso cadevo seduta per terra, dopodiché mi picchiavano e mi sbattevano la testa contro la porta di metallo.

Questa tortura è durata più di dieci giorni, ma non ho rinunciato alla mia fede.

Tortura nella squadra n. 401

Il 26 agosto 2018 le guardie non sono riuscite a trasformarmi e quindi mi hanno trasferito alla squadra n. 401 al quarto piano. Secondo le detenute questa squadra era la più feroce del reparto n. 4. È stata costituita specificamente per perseguitare i praticanti più risoluti.

La terza guardia, che ha continuato ad insultarmi, è stata soprannominata Tan. Era grande e grossa. Ha scelto quattro detenute giovani e forti e crudeli e ha ordinato loro di tormentarmi.

Percosse

Un giorno le quattro detenute hanno coperto le telecamere di sorveglianza e mi hanno afferrato i capelli e sbattuto la mia testa contro il muro del bagno, mi hanno schiaffeggiata, picchiata, costretta a sedermi su un piccolo sgabello e spinta da dietro con le gambe. Mi hanno torturata per tutto il pomeriggio e di nuovo la sera. Mi facevano domande ad alta voce per svegliare altre detenute nel cuore della notte, in modo da suscitare antagonismo nei miei confronti.

La guardia Tan ha anche cercato di farmi morire di fame riducendo la quantità dei miei pasti, talvolta interrompendoli completamente. Mi ha limitato il tempo per risposare o addirittura privata del sonno. Durante il giorno mi ha costretta a fare un lavoro non retribuito e mi ha punita non lasciandomi sedere.

Lei ed un'altra guardia hanno cercato di convincermi a trasformarmi. Mi hanno parlato diverse volte, ma ogni volta ho raccontato loro i fatti sul Falun Gong. Come ultima risorsa hanno convocato tutte le detenute in riunione per criticarmi. Durante l'incontro ho gridato in segno di protesta: «La Falun Dafa è buona! Verità-Compassione-Tolleranza sono buone!».

Tortura perversa

Il 16 settembre 2018 alla quarta guardia è stato assegnato il compito di perseguitarmi. Il suo cognome era Liao. Era bassa di statura, ma molto crudele.

Mi minacciava spesso dicendo: «Potrei fare cose a cui non potresti nemmeno pensare» o «Se non ti trasformi, ti farò lasciare questo posto su una sedia a rotelle o ti farò portare a casa dalla tua famiglia dopo averti resa folle».

Mi ha detto che una praticante ricoverata in prigione nello stesso mese in cui c’ero anch’io, è diventata pazza dopo aver ricevuto un'iniezione. Ha minacciato di farmi ipnotizzare e trasformare da un ipnotizzatore, poi ha iniziato una serie di torture contro di me.

Questa guardia, per torturarmi mentalmente, mi ha portato del cibo, l’ha filmato e poi l’ha buttato senza permettermi di mangiarlo. Questo abuso è continuato per tre giorni, durante i quali non ho mangiato nulla. Il quarto giorno mi ha dato un piccolo boccone di cibo per poterlo filmare. Prima che venissero a girare altri video sono stata affamata per altri tre o quattro giorni. In quei momenti ero troppo debole per ingoiare qualcosa, quindi mi hanno portata in ospedale su una sedia a rotelle perché mi venisse praricata l'alimentazione forzata, sostenendo che mi stavano salvando la vita.

Le guardie carcerarie, non solo mi hanno torturata con questi mezzi brutali, ma hanno anche mentito alla mia famiglia. Mostrando i video ai miei familiari, hanno detto loro che avevo fatto uno sciopero della fame ed hanno chiesto loro di persuadermi a trasformarmi. Quando mio marito è venuto a trovarmi gli ho detto che ero affamata. Hanno filmato i miei figli durante la visita e poi mi hanno mostrato il video, dicendo che volevano che mi trasformassi. Questa è una tattica che usano per ingannare le persone.

Il 7 dicembre 2018, in pieno inverno, la guardia mi ha costretta a stare davanti ad una finestra aperta mentre indossavo solo una camicia leggera e scarpe di stoffa. Il vento gelido mi faceva rabbrividire. La detenuta che mi sorvegliava indossava un cappotto pesante ed era incaricata di accendere diversi ventilatori puntati su di me per tutta la notte.

Oltre alle torture ricorrenti come picchiarmi, prendermi a calci e sbattermi la testa su una porta di metallo, le detenute a volte mi colpivano gli occhi con le dita: era così doloroso che mi accovacciavo a terra, con gli occhi coperti e le lacrime che scorrevano. Mi colpivano anche il viso e mi hanno provocato quattro cicatrici che sono ancora visibili oggi.

In un'occasione la guardia Liao ha istigato le detenute a spogliarmi dei miei vestiti nel bagno. Per prima cosa hanno bagnato tutto il mio corpo con acqua fredda e sporca e mi hanno spazzolato tutto il corpo, comprese le parti genitali, con uno scopino. Di conseguenza tutto il mio corpo era rosso e sanguinante, poi l’hanno cosparso di detersivo in polvere. Quando mi stropicciavo gli occhi per l'irritazione del detersivo, mi picchiavano brutalmente. Mezz'ora dopo, mi hanno spruzzato addosso acqua calda e ridevano mentre io urlavo di dolore. Alla fine sono stata costretta ad indossare biancheria intima bagnata cosparsa di detersivo in polvere.

Illustrazione della tortura: bagnare con acqua fredda

Mentre dormivo non mi era permesso avere un piumino. A volte le detenute mi svegliavano quindici minuti dopo che mi ero addormentata e mi costringevano ad accovacciarmi su uno sgabello con la superficie piena di chiodi per quindici minuti. Ero stanca, ma se mi fossi seduta, le conseguenze sarebbero state gravi. Quando non ero attenta le detenute a volte mi spingevano sullo sgabello con i chiodi. I miei intervalli di sonno sono stati ridotti dapprima a dieci minuti e poi a cinque.

D'inverno non mi era permesso fare docce calde. In un'occasione le detenute mi hanno trascinata fuori dal bagno nuda per costringermi a pulire. Mi hanno anche costretta a stare vicino all’ingresso affinché le altre detenute potessero sorvegliarmi.

Oltre a questa tortura perversa sono stata anche costretta a fare lavori di pulizia pesanti. Quando le pulizie non erano di loro gradimento (con me trovavano sempre dei difetti), dovevo farlo più e più volte senza spiegazioni.

Come risultato della persecuzione sono diventata scheletrica e fuori forma, ma la tortura più malvagia doveva ancora arrivare.

Avvelenamento da droghe

Un giorno di marzo 2019 un medico della prigione mi ha detto di prendere un farmaco che mi avrebbe fatta impazzire. Quando ho rifiutato, sono stata tenuta a terra dalle detenute e mi è stato somministrato il farmaco con la forza. Sono corsa velocemente in bagno e l’ho sputato.

Per questo sono stata severamente punita. Una detenuta mi ha afferrato i capelli e mi ha sbattuto la testa sul pavimento del bagno, facendomi sanguinare la fronte. La cicatrice è ancora visibile oggi.

Non hanno rinunciato a cercare di avvelenarmi. La guardia ha ridotto in polvere la pillola e ha ordinato alle detenute di alimentarmi forzatamente per alcuni giorni.

Dopo un po’ a questa squadra si è aggiunta una prigioniera accusata di traffico di droga di nome Yang, che aveva a lungo partecipato alla persecuzione delle praticanti. Durante una sessione di alimentazione forzata, Yang mi ha tenuto prima le mani e poi la testa. Nel frattempo altre detenute, per tenermi ferma,premevanosulle mie gambe e sul mio corpo. Una guardia usava uno spazzolino da denti per aprire la mia bocca ed inserire il farmaco. Poi mi versavano dell'acqua in bocca, facendomi quasi soffocare. In quel momento le mie mani che erano strette su questa nuova criminale si sono allentate e sono quasi morta.

Dall'arrivo di Yang sono stata alimentata forzatamente con il farmaco per più di dieci giorni. In sei di quei giorni ho vomitato sangue, mi hanno ferito la gola e deglutire mi è diventato straziante. Durante questo periodo non mi hanno dato da mangiare. In passato un giorno di tortura sembrava un anno, ma allora ogni secondo sembrava un anno.

Persecuzione in ospedale psichiatrico

La mattina del 9 aprile 2019 la guardia Liao e le detenute hanno detto alle altre carcerate che avevo un disturbo mentale. Mi hanno portata all'ospedale psichiatrico della prigione e mi hanno rinchiusa in una piccola cella d’isolamento. Qui hanno continuato ad alimentarmi forzatamente con il farmaco.

Non mi era permesso mangiare, parlare con altre persone o dormire. Dovevo alzarmi in piedi e rimanere immobile. Le detenute mi osservavano 24 ore su 24. Quando stavo per cadere a causa della stanchezza mi ordinavano di accovacciarmi, ma anche quando ero accovacciata, cadevo e ho sbattuto la testa molte volte. La mia fronte, gli occhi ed il viso erano gonfi e lividi.

Un medico di buon cuore mi ha chiesto cosa fosse successo. Gli ho detto che non mangiavo da giorni e che non andavo in bagno da undici giorni. Il medico ha detto alle detenute di darmi da mangiare, ma non l'hanno mai fatto.

Dato che potevo rispondere chiaramente a tutte le sue domande, il medico ha concluso che ero mentalmente sana. Il giorno dopo è venuto a trovarmi il direttore dell'Ufficio 610 e mi ha detto che sono stata sciocca a perseverare nella mia fede.

Io gli ho detto: «Una persona deve avere una fede retta. Ho seguito i principi di Verità-Compassione-Tolleranza per essere gentile e premurosa. È il governo che sta diffondendo una propaganda demonizzante contro il Falun Gong, perseguitandolo».

Il secondo giorno prima di essere riportata in reparto sono stata sottoposta ad un esame medico. Avevo perso più di 36 libbre (circa 16 chilogrammi) e pesavo solo 103 libbre (circa 47 chilogrammi). Dato che ero così sottopeso il medico non mi ha prelevato il sangue.

Per la prima volta sono stata rimandata alla squadra n. 412, dove mi è stato permesso di mangiare, fare il bagno e dormire, anche se il tempo era limitato. Sono però stata costretta a guardare video che diffamavano il Falun Gong e ho mostrato insubordinazione. Meno di un mese dopo, sono stata riportata alla squadra n. 401.

Tortura continua

Lì l'abuso è stato più grave. Mi davano un quarto della quantità di cibo che tutte lealtre avevano e non mi veniva data acqua. Le detenute mi costringevano a bere l'acqua del rubinetto o a mettere la testa nel secchio dell'acqua ogni giorno. La tortura non si è fermata finché non ho quasi perso conoscenza.

Le detenute mi hanno anche picchiata. A volte mi prendevano a calci la schiena mentre pulivo il pavimento. Hanno continuato a spruzzarmi addosso detersivo per bucato ed acqua e mi hanno costretto a dormire tutta la notte con abiti bagnati. Una detenuta di nome Li, mi ha pizzicata con le unghie e mi ha tirato i capelli. Un’altra detenuta ha rubato i soldi dalla mia carta di deposito.

Allo stesso tempo hanno continuato a costringermi a stare in piedi e a fare un lavoro intensivo non pagato per lunghe ore. Quando le detenute erano stanche per le torture, la guardia Liao si presentava con un'altra guardia e faceva oscillare un bastone elettrico davanti a me.

La brutale tortura è finalmente terminata il 30 giugno 2019, quando la guardia Liao è stata trasferita, tuttavia gli abusi sono continuati fino a quando sono stata finalmente rilasciata il 31 agosto dello scorso anno.

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