(Minghui.org) Una donna residente della città di Jiamusi, nella provincia dell’Heilongjiang, ha presentato un appello contro la condanna a tre anni e cinque mesi di prigione per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che è stata perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La praticante in questione si chiama signora Jing Yuhua, ha sessantaquattro anni e lavorava presso una società. È stata arrestata all’esterno del suo condominio il 31 agosto dello scorso anno, dopo di che la polizia le ha sottratto le chiavi e le ha confiscato i suoi libri del Falun Gong, il computer e altri effetti personali.

Alla stazione di polizia locale è stata interrogata e poi successivamente è stata trasferita al centro di detenzione della città di Jiamusi.

Il marito di Jing si è recato alla stazione di polizia per chiedere il suo rilascio, ma gli è stato detto che si trattava di un “caso politico” e nessuno di loro aveva l'autorità per rilasciarla.

Nel frattempo ha scoperto che la polizia aveva cercato la moglie, mostrando in giro la sua foto per alcuni giorni, prima di arrestarla. Anche i membri dello staff del comitato residenziale hanno partecipato al suo arresto.

Gli agenti hanno esposto il caso della donna alla procura del distretto di Xiangyang, che l'ha subito incriminata e trasferita al tribunale del distretto di Xiangyang.

Jing è comparsa in tribunale alla fine di dicembre dell’anno scorso e anche il congiunto ha partecipato all'udienza per testimoniare, in quanto il computer e la stampante confiscati erano del figlio, ad uso personale. Inoltre ha dichiarato che i 5.000 yuan (circa 640 euro) sequestrati, erano i risparmi di Jing per le sue cure dentistiche, ma il giudice, Ji Zhong, ha minacciato di allontanarlo dall'aula se avesse continuato.

Alcuni giorni dopo il giudice l’ha condannata a tre anni e cinque mesi.

Jing ha iniziato a praticare il Falun Gong nell'agosto 1995, a causa delle sue patologie ha frequentato spesso l’ospedale, ma dopo aver imparato la pratica, la sua epatite, l'infiammazione della cistifellea, l'ingrossamento anormale della milza e il mal di testa sono scomparsi.

Dopo che il regime comunista ha iniziato la persecuzione, la praticante è stata arrestata più volte per aver sostenuto la sua fede. Le sono stati imposti tre anni di lavori forzati ed ha subito varie torture di durante la detenzione, tra queste: Alimentazione forzata, iniezione di droghe sconosciute e legata al pavimento. Per evitare ulteriori persecuzioni, è stata costretta a vivere lontano da casa e nel frattempo la polizia ha invece molestato la sua famiglia e le ha estorto una grossa somma di denaro.

Illustrazione della tortura: Incatenata e ammanettata al pavimento