(Minghui.org) Dieci giorni dopo essere stata riportata a casa in ambulanza, un tribunale locale ha inviato delle persone a casa di Wang Chaoying, residente a Pechino, per annunciare alla sessantasettenne che era stata condannata a due anni e mezzo di pena detentiva e multata di 5.000 yuan (circa 643 euro).

Guidati da un ufficiale di polizia tre membri dello staff del tribunale, situato nel distretto di Yanqing, si sono posizionati in piedi nel cortile anteriore ed hanno letto il verdetto. La famiglia della donna è uscita ed ha chiesto agli agenti perché l'avessero ancora condannata, quando era stata torturata fino all'esaurimento ed a farla diventare cagionevole di salute in sei mesi di detenzione.

Il personale del tribunale ha gettato il verdetto a lato ed è tornato di corsa nell'auto della polizia. I familiari di Wang hanno avvicinato l'ufficiale chiedendogli: "E' già ridotta così a causa delle torture. Non l'hai nemmeno guardata e l'hai comunque condannata. Vuoi solo che muoia per la persecuzione?". Il poliziotto ha risposto che stava solo eseguendo gli ordini del suo supervisore, prima di salire frettolosamente in auto.

Il 6 ottobre dell'anno scorso Wang è stata arrestata presso un'attrazione turistica, dopo essere stata segnalata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione nel centro di detenzione di Changping ed è stata ricoverata tre volte.

All'inizio di aprile di quest'anno, nonostante le sue condizioni, è stata sottoposta a processo presso il centro di detenzione. Era ammanettata e doveva appoggiarsi ad una sedia. È rimasta in silenzio per tutta l'udienza.

Con il peggioramento delle sue condizioni le guardie l'hanno riportata nell'ospedale della polizia. Il medico si è rifiutato di curarla ed ha esortato il giudice Zhang Wenbin a scarcerarla. Solo il 20 aprile scorso il giudice ha accettato di farla rilasciare.

Secondo la sua famiglia pesava circa 120 libbre (54,431 chilogrammi) quando è stata arrestata. Ora ne pesa meno di 80 (poco più di 36 chilogrammi).

Non è chiaro se il giudice le permetterà di scontare la pena ai domiciliari oppure ordinerà alla polizia di riprenderla in custodia.

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