(Minghui.org) Dopo che un uomo della città di Panjin, nella provincia del Liaoning, è morto in prigione mentre stava scontando una pena per la sua fede nel Falun Gong, le autorità si sono rifiutate di fornire ai suoi familiari la sua cartella clinica ed i rapporti dell'autopsia sulla sua morte, né hanno permesso loro di vedere il suo corpo. Alla sua famiglia devastata dal dolore, sono solo state date le sue ceneri da portare a casa.

Sig. Zou Liming

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che dal 1999 è perseguitata dal regime comunista cinese.

Il 15 giugno 2015 il signor Zou Liming è stato arrestato per aver parlato alla gente del Falun Gong, circa sei mesi dopo essere stato costretto a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia. La procura di Shuangtaizi ha approvato prontamente il suo arresto ed ha fatto diversi tentativi per trattenerlo presso il centro di detenzione della città di Panjin, ma questo ha ripetutamente rifiutato la sua ammissione a causa delle sue cattive condizioni di salute sviluppate durante la fuga.

Nel settembre 2016, dopo che il tribunale di Shuangtaizi l’ha condannato a due anni e mezzo di carcere con una multa di 4.000 yuan (circa 500 euro), il centro di detenzione ha rifiutato ancora una volta di accettarlo. La polizia l’ha portato più volte in ospedale per fare gli esami fisici, ma le sue patologie persistevano.

Nell'ottobre 2019, tre anni dopo la sua ultima detenzione, Zou dopo essere stato recluso per alcuni giorni presso il centro di detenzione della città di Panjin, è stato nuovamente arrestato e trasferito nella prigione di Nanshan, a Jinzhou, dove i suoi familiari, preoccupati per la sua salute, si sono recati per tre volte per fargli visita, ma non è stato loro permesso di entrare, e sono dovuti rimanere fuori. Inoltre, non è stato dato loro neanche il permesso di lasciargli dei soldi o di fornirgli dei vestiti.

Il 28 novembre 2019 Zou è stato portato nella prigione di Dalian. Il 6 gennaio dello scorso anno, quando i suoi familiari sono andati a fargli visita, lui ha chiesto loro di inviargli del denaro, vestiti e beni di prima necessità; non si aspettavano che quella sarebbe stata l'ultima volta che gli avrebbero parlato.

Il 7 febbraio, un mese dopo, la sua famiglia ha ricevuto una chiamata dalla prigione di Dalian che comunicava che Zou era caduto in coma e che era stato rianimato all'ospedale locale del popolo n.3.

I suoi familiari si sono precipitati in ospedale ed hanno visto una dozzina di agenti fare a turno la guardia all'unità di terapia intensiva dove Zou era ricoverato. Dopo ripetute richieste, la polizia ha permesso ad uno di loro di entrare e dargli un'occhiata.

Il familiare che ha avuto modo di vederlo, ha detto che Zou era in coma sotto ventilazione meccanica. I suoi occhi non si muovevano.

L'8 marzo Zou è deceduto. Le autorità non hanno fornito ulteriori informazioni sulla sua morte ed hanno cremato la salma senza il consenso della famiglia.

Persecuzione passata

Dopo che il regime comunista ha iniziato a perseguitare il Falun Gong, Zou è stato arrestato e detenuto più volte per aver sostenuto la sua fede.

Alla fine del 1999, fu arrestato per la prima volta per aver discusso con i praticanti locali sulla possibilità di andare a Pechino per fare appello per il Falun Gong. La polizia aveva intercettato il suo telefono e monitorato le sue conversazioni.

Il 25 maggio 2003 Zou venne nuovamente arrestato e condannato a due anni di lavori forzati. Nel campo di lavoro forzato della città di Panjia ha sviluppato una grave patologia, ed è stato rilasciato su cauzione.

Il 22 luglio 2006 avvenne il suo successivo arresto, durante il quale gli confiscarono il suo computer, quattro cellulari e libri del Falun Gong.

Per rispettare la quota di arresti in seguito all'unico arresto di Zou, in una data sconosciuta tra il 2006 e il 2010, la polizia ha sovrapposto la sua foto ad un'altra affissa su un muro, sul quale c’era scritto: "La Falun Dafa è buona", e poi l’ha accusato di aver scritto il messaggio, di conseguenza è stato condannato ad altri due anni di lavori forzati da scontare nel campo di Benxi.

Il 10 novembre 2010 Zou venne arrestato ancora una volta. La polizia perquisì la sua casa e venne condannato ad altri due anni da scontare nel campo di lavoro forzato di Benxi, senza essere sottoposto neanche ad un giusto processo.

Zou sviluppò una pressione sanguigna pericolosamente alta e venne ricoverato in ospedale. Il suo medico era preoccupato perché le sue condizioni fisiche lo potevano portare ad avere un'emorragia cerebrale in qualsiasi momento. Successivamente venne rilasciato su cauzione dopo avergli estorto oltre 1.000 yuan (circa 130 euro).

Il 10 dicembre 2014 la polizia saccheggiò di nuovo la sua casa. Gli agentimisero sottosopra la sua abitazione e gli portarono via il computer, la stampante ed altri effetti personali, del valore di oltre 90.000 yuan (circa 11.500 euro).

Zou venne rilasciato su cauzione dopo un mese trascorso presso il centro di detenzione della città di Panjin. In seguito la polizia lo molestò e lo convocò alcune volte per interrogarlo. Poiché Zou insisteva sul fatto di non aver violato alcuna legge praticando il Falun Gong e si rifiutava di obbedire, la polizia l’ha inserito nella lista dei ricercati. Per evitare ulteriori persecuzioni ha vissuto lontano da casa, ma è stato arrestato mesi dopo, ed alla fine ha perso la vita mentre era in prigione.

Articolo correlato:

Liaoning Man Dies Six Months After Being Imprisoned for His Faith

Tutti gli articoli, la grafica e i contenuti pubblicati su Minghui.org sono protetti da copyright. La riproduzione non commerciale è consentita ma richiede l'attribuzione del titolo dell'articolo e un collegamento all'articolo originale.