(Minghui.org) Quella del Liaoning è la principale prigione femminile della provincia. Situata nel sobborgo nord-occidentale della città di Shenyang, è una delle più famose del Paese per gli abusi subiti dalle praticanti del Falun Gong incarcerate, che hanno causato anche la morte di alcune di loro.

Il Falun Gong è una pratica per la coltivazione della mente e del corpo che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Oltre alle torture ed al lavaggio del cervello, i praticanti del Falun Gong incarcerati sono costretti ai lavori forzati, confezionando abiti, tessuti e prodotti artigianali per il consumo interno e l'esportazione senza essere pagati.

Qui di seguito ci sono due casi recenti che testimoniano la brutalità ancora in atto nella prigione femminile del Liaoning.

La signora Xie Baofeng è stata condannata a dieci anni di prigione nel 2004 ed a cinque anni nel 2017. Durante la sua ultima condanna le torture l'hanno resa disabile e costretta sulla sedia a rotelle. Nonostante le fosse stato diagnosticato il cancro, in prigione non le permettevano di riposare e la costringevano a stare seduta su un piccolo sgabello per tutto il giorno.

Un'altra praticante, la signora Jiang Wei, è stata condannata ad otto anni nel 2004 ed ha sviluppato un tumore allo stomaco durante la sua prigionia. È stata arrestata per l'ultima volta nel 2015 e condannata a dodici anni. Le autorità carcerarie l'hanno recentemente trasferita in un ospedale psichiatrico per ricevere i cosiddetti trattamenti mentali.

La signora Xie ha sviluppato un cancro al pancreas ed è diventata disabile

La signora Xie Baofeng

La signora Xie, sessantenne, è stata arrestata molte volte per essere rimasta una praticante risoluta ed essersi rifiutata di rinunciare alla sua fede. Dopo l'inizio della persecuzione nel 1999, è stata mandata in un campo di lavoro forzato per due anni,condannata a dieci anni di prigione nel 2004 ed a cinque anni nel 2017. Una volta ha dovuto abbandonare la sua casa per sfuggire alle continue molestie.

Tra novembre 2017 e marzo 2018, mentre scontava la pena nella prigione femminile del Liaoning, Xie ha avuto frequenti e forti dolori allo stomaco, ma le autorità carcerarie l'hanno ignorata. Una volta i suoi sintomi sono diventati così gravi che le guardie l'hanno portata d’urgenza all'ospedale della prigione e il medico l'ha immediatamente trasferita all'unità di terapia intensiva (ICU) dell'ospedale di Shenyang, dove le è stato diagnosticato un tumore al pancreas.

È rimasta in coma per tre settimane nell'unità di terapia intensiva e l'ospedale ha dichiarato che era gravemente malata e ha addebitato alla sua famiglia più di 100 mila yuan (circa 12.750 euro). Più tardi ha ripreso conoscenza, il che ha sorpreso i medici, che credevano non avesse alcuna possibilità di recupero.

Prima di essere dimessa dall'ospedale, Tang Yan, il primario del reparto in cui era ricoverata, le ha detto che avrebbe potuto tornare subito a casa se avesse firmato una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Lei si è rifiutata di farlo ed è stata rimandata subito in prigione.

A quel punto aveva perso la capacità di camminare ed è stata costretta su una sedia a rotelle. Anche così veniva costretta a fare lavori pesanti durante il giorno e non le veniva permesso di riposare di notte. Doveva stare ferma su un piccolo sgabello fino all'ora di andare a letto. La domenica non le era permesso di stare a letto e doveva stare ferma su uno sgabello tutto il giorno, il che le causava dolore alla parte bassa della schiena ed alle gambe, e le provocava lesioni alle natiche.

La signora Jiang è stata condannata a un totale di ventitré anni tra campo di lavoro e prigione

La signora Jiang Wei

La signora Jiang un tempo era la proprietaria del lussuoso hotel Landun sito nella provincia del Liaoning e viveva una vita invidiabile, fino a quando il regime comunista cinese ha lanciato la persecuzione del Falun Gong nel 1999. Ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1998 e da allora l'epatite, i problemi di cuore, l'insonnia, le emicranie ed i problemi ginecologici di cui soffriva sono scomparsi rapidamente senza alcun trattamento medico.

Quando è andata a Pechino perfare appello in favore del Falun Gong nell'ottobre 1999, la polizia l'ha arrestata e condannata a tre anni da scontare in un campo di lavoro forzato. Due anni dopo il suo rilascio, nell'aprile 2004, è stata nuovamente arrestata e condannata a otto anni di prigione. Il suo ultimo arresto è avvenuto nel 2015 e le sono stati dati dodici anni nel 2016.

Gli anni di detenzione illegale le sono costati il suo matrimonio e decine di milioni di yuan in affari e proprietà. Le torture subite e le droghe sconosciute che le sono state somministrate in un ospedale psichiatrico l'hanno debilitata ed in seguito le è stato diagnosticato un cancro allo stomaco.

Infusa con farmaci sconosciuti in ospedale psichiatrico perde la memoria

Nell'ottobre 1999, mentre era detenuta nel campo di lavoro forzato di Masanjia, le guardie hanno colpito Jiang con bastoni elettrici sulle parti sensibili del corpo. Doveva fare lavori non retribuiti per diciassette ore al giorno e veniva spesso picchiata fino a svenire. È stata messa in cella d’isolamento, sottoposta ad alimentazione forzata ed a stiramenti in posizioni contorte fino a perdere la mobilità.

Quasi moribonda, Jiang è stata trasferita alll’ospedale psichiatrico Gujiazi della città di Shenyang nel novembre 2001, dove le hanno fatto un'iniezione che ha danneggiato il suo sistema nervoso centrale e le ha causato la perdita della memoria.

Le sono stati somministrati per via endovenosa sei flaconi di sostanze sconosciute, tre dosi di pillole non meglio identificate ed altre iniezioni per due giorni, finché non ha perso conoscenza.

Alcuni operatori sanitari l'hanno legata e le hanno applicato scosse elettriche ad alto voltaggio alla testa e agli arti. Urlava incessantemente fino a quando un'infermiera ha fermato tutto, vedendo che stava morendo. Ha trascorso in tutto ventinove giorni nell'ospedale psichiatrico, e questo l'ha quasi uccisa.

Per evitare che morisse sotto la loro custodia, le autorità del campo di lavoro hanno estorto decine di migliaia di yuan alla sua famiglia prima di rilasciarla con la condizionale nel 2002.

Vomito e cancro allo stomaco

Jiang è stata nuovamente arrestata il 2 aprile 2004 e condannata ad otto anni di prigione.

Le è stata praticata l’alimentazione forzata con acqua salata concentrata per cinque mesi in un centro di detenzione prima di essere trasferita nella prigione femminile del Liaoning nel settembre 2004. Le guardie l'hanno picchiata e calpestata sul petto causandole lesioni ai polmoni.

La praticante è stata rinchiusa in una piccola cella d’isolamento per sei mesi. Il freddo e la fame le hanno provocato il vomito quotidiano e alla fine ha sviluppato un cancro allo stomaco.

È stata rilasciata il 27 giugno 2012, ma è stata arrestata tre anni e mezzo dopo per aver chiesto giustizia per tutte le torture subite durante la persecuzione.

Emaciata e con un grave edema è stata stranamente ricoverata in un ospedale psichiatrico

Jiang ha presentato denuncia penale nel giugno 2015 contro Jiang Zemin, ex leader cinese che ha lanciato la persecuzione del Falun Gong, ed è stata successivamente arrestata nel novembre dello stesso anno.

La donna ha dichiarato nella denuncia: "A causa della persecuzione, ho perso la mia libertà e la mia famiglia. Non mi è stato permesso di essere una figlia, una moglie od una madre. L'amarezza e la tristezza di essere separata dalla mia famiglia era opprimente. Come praticante del Falun Gong ho superato molte prove per consegnare questa denuncia nelle mani di ogni giudice e procuratore. Spero che usiate il potere di cui siete investiti per ripristinare la giustizia".

Jiang è stata rinchiusa in un centro di detenzione dopo l'arresto e ha fatto lo sciopero della fame per protestare contro la persecuzione. Le guardie l'hanno ammanettata ad una tavola e l'hanno nutrita a forza quattro volte al giorno.

Il giudice del tribunale del distretto di Shuangta l'ha condannata a dodici anni di prigione il 21 marzo 2016. È stata trasferita nella prigione femminile del Liaoning il 23 ottobre.

Un sorvegliante la puniva spesso e la costringeva a stare immobile per lungo tempo. La guardia molte volte ha istigato altre prigioniere a maledirla, picchiarla e maltrattarla. Quando ha chiesto di parlare con un sovrintendente, la richiesta è stata negata da un capo sezione, di nome Song Hongyu, che le ha urlato contro e ha ordinato di metterla in isolamento a causa del suo "cattivo atteggiamento".

La donna è stata messa in isolamento nel luglio 2018. Lo spazio era così ridotto che non poteva stare in piedi. Era costretta a mangiare, dormire e fare i bisogni in quello spazio. Faceva un caldo soffocante, e mosche ed altri insetti erano ovunque. In seguito ha cominciato a vomitare in modo incontrollato ed a soffrire di un edema generalizzato. Quindici giorni dopo è stata portata d’urgenza in ospedale.

Le sue due figlie sono andate a farle visita il 30 luglio e sono immediatamente scoppiate in lacrime nel trovarsi davanti la donna emaciata con un grave edema. La pelle di Jiang era coperta da numerose punture di insetti. Una guardia ha minacciato di trasferirla in un reparto psichiatrico, in attesa che le sue figlie la convincessero ad abbandonare il Falun Gong.

Nell'aprile 2019 la praticante è stata trasferita in una "unità di addestramento intensivo" dedicata alla tortura dei praticanti del Falun Gong. È stata spesso picchiata e tenuta a digiuno.

Per costringerla a rinunciare alla sua fede le guardie autorizzavano i prigionieri ad afferrarla per le gambe, trascinarla giù per le scale e spruzzarla con acqua al peperoncino. In seguito è stata trasferita al 12° reparto, dove i praticanti non potevano lavarsi, non avevano la carta igienica e non potevano parlare tra loro. I prigionieri circondavano un praticante ed a turno diffamavano il Falun Gong ed il suo fondatore. I detenuti portavano i praticanti in un punto non visibile dalle telecamere di sorveglianza e li picchiavano per ore.

Le guardie hanno negato a Jiang la richiesta di fare telefonate e di ricevere visite dai familiari. Due detenuti la sorvegliavano 24 ore su 24. Non le era permesso di andare da nessuna parte senza permesso, né di parlare a voce alta.

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