(Minghui.org) La prigione di Jiazhou, situata nella città di Leshan in provincia dello Sichuan, è uno dei centri di detenzione designati per incarcerare e perseguitare i praticanti locali di sesso maschile del Falun Gong.

Oltre al lavoro forzato e non retribuito, i praticanti imprigionati vengono sottoposti a diversi metodi di tortura, tra cui la prolungata permanenza in piedi, le scosse elettriche, le percosse e i pasti limitati. Inoltre non sono autorizzati a parlare tra di loro.

Il 7 agosto dello scorso anno il signor Xu Qiyang, un insegnante in pensione di settantotto anni, è stato violentemente maltrattato dopo essere stato scoperto a parlare con altri praticanti del Falun Gong nel cortile della prigione.

Quando una guardia l’ha rimproverato, l’uomo gli ha risposto: “Siamo detenuti illegalmente. Non permetterci neanche di parlare tra noi è ingiusto e discriminatorio”.

Il sovrintendente della prigione Fang Dong ha sentito la conversazione e accusandolo di essere stato maleducato gli ha gridato: “Tu sei un criminale ...”.

Xu ha risposto: “Siamo innocenti. Non c'è nessuna base legale per imprigionarci”.

Più tardi Fang Dong ha incaricato due detenuti di legare le mani e i piedi dell’uomo ed ha cercato di infilargli in bocca un frutto molto puzzolente. Quando Xu ha resistito, l’hanno picchiato facendoli saltare due denti anteriori, poi gli hanno infilato in bocca il frutto e gli hanno messo in testa un casco da motociclista. Dalla sua bocca fuoriusciva sangue.

Contesto

Il 23 agosto 2012 il signor Xu insieme ad altri praticanti è stato arrestato ed il 31 gennaio 2013 è stato processato dal tribunale della contea di Xingwen. Durante il processo l’uomo ha detto in sua difesa: “Io coltivo il Falun Gong e seguo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Questo non è solo il mio credo personale, ma anche il credo di milioni di cinesi. Il PCC perseguita il Falun Gong e il mio stampare e distribuire volantini che chiariscono la verità è protetto dalla Costituzione cinese. È un mio diritto legale. Lo facciamo per fermare la persecuzione".

Il 7 maggio 2013 è stato condannato a otto anni di carcere.

Il signor Huang Shunkun, processato contemporaneamente con Xu, è stato condannato a dieci anni di prigione, poi trasferito presso la prigione di Leshan, dove l’hanno rifiutato citando la sua lunga condanna. La polizia l’ha riportato presso il centro di detenzione locale e sottoposto a continui abusi. In seguito la polizia è riuscita a farlo ammettere alla prigione di Aba, dove è stato torturato fino alla morte, sopraggiunta il 30 settembre 2016.

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