(Minghui.org) Quando nel 2013 la Cina ha avviato la sua iniziativa per la Nuova Via della Seta (Belt on Road), molti Paesi dell’Europa orientale erano piuttosto entusiasti. Costruire strade, porti e ferrovie è un’ottima cosa, non è vero? Ma solo un anno dopo, era chiaro che non si trattava solo di un’iniziativa di investimento, poiché il denaro era posto sotto il controllo cinese.

Manifestanti detenuti illegalmente, al Summit 2014 della ‘Via della Seta’

A Belgrado, in Serbia, alla vigilia dell’incontro al vertice tra i leader cinesi e i primi ministri dei Paesi dell’Europa orientale, gli attivisti per i diritti umani di tutta Europa hanno colto l’occasione per sensibilizzare sulla persecuzione del Falun Gong in Cina.

La Serbia è un Paese democratico e la sua Costituzione garantisce la libertà di riunione. Questa volta, tuttavia, la polizia ha vietato le assemblee con breve preavviso e senza una spiegazione adeguata, il che andava contro la legge.

Dopo aver appreso del divieto di assembramento, la maggior parte degli attivisti ha annullato il proprio viaggio in Serbia, ma, nonostante ciò, 11 persone sono venute dalla Bulgaria, dalla Slovacchia e dalla Finlandia. Una volta entrate nell’Hotel dove si è tenuto il Summit sono scomparse, portate via dalla polizia in borghese. Oltre al diritto di riunirsi, sono stati negati loro i diritti fondamentali come quello di fare una telefonata, di avere un avvocato o un traduttore.

All’indomani del Summit, dopo essere stati deportati come criminali, alcuni degli arrestati hanno fatto causa alla polizia serba. Le loro cause sono state respinte dal Ministero degli interni e dell’Alta Corte di Belgrado. Lo scorso maggio, dopo sette anni, il tribunale ha stabilito che erano stati detenuti illegalmente e che avrebbero dovuto essere risarciti.

La sentenza conclude: “Il ricorso di (nome) è stato accolto ed è stato accertato che la sentenza dell'Alta Corte di Belgrado, il Dipartimento dei Procedimenti preliminari Kppr n.3/15 del 15 gennaio 2015 e la decisione del Ministero degli interni della Repubblica di Serbia - Direzione di polizia. L’Amministrazione di polizia della città di Belgrado, l’Amministrazione per stranieri n. 133/14 del 15 dicembre 2914 ha violato il diritto del ricorrente alla libertà e alla sicurezza di cui all’articolo 27 comma 1 della Costituzione della Repubblica di Serbia”.

La sentenza è definitiva:

Il caso di Martin Angelov pronto per essere depositato presso la Corte Costituzionale

La lista nera

Abbiamo chiesto a Dejan Markovic, uno dei partecipanti alla protesta programmata, cosa ne pensasse di questa decisione del tribunale. Ha risposto: “È davvero una buona cosa per la Serbia. È come se il governo avesse ammesso di aver sbagliato ad aver detenuto quelle undici persone. L’unico problema è che la giustizia è in ritardo di sette anni”.

Dejan Markovic e la sua famiglia sono registi. Alcuni anni dopo il Summit 2014 hanno documentato l’evento in un documentario “The Blacklisted”. Il film è stato presentato in anteprima a Belgrado il 9 maggio 2019, durante un festival.

È abbastanza simbolico che il 9 maggio, giorno della vittoria sul fascismo, l’ambasciata cinese abbia fatto tutto il possibile per bloccare il film facendo pressione sul governo serbo, che a sua volta ha fatto pressione sul festival. Ma, nonostante ciò, non ci sono riusciti.

Il film è ora disponibile per la visione in 76 Paesi sulle principali piattaforme in streaming.

“The Blacklisted”: Manifestanti fuori dall’Ambasciata cinese a Belgrado

Markovic ha aggiunto: “Recentemente stavo praticando gli esercizi del Falun Gong in un parco con alcuni di noi. Un passante mi ha riconosciuto: ‘Oh, è quel ragazzo che è stato molestato dalla polizia perché praticava il Falun Gong, l’ho visto in un film!’”.

Alla fine abbiamo raggiunto molte persone che hanno appreso la verità su ciò che sta succedendo in Cina, questo era il nostro obiettivo iniziale al Summit.

La diplomazia della trappola del debito

L’iniziativa della Cina della “Via della Seta” ora non è più così popolare come lo era all’inizio. La ferrovia tra Belgrado e Budapest, concordata durante il Summit, non è mai stata costruita. Nello stesso periodo sono stati avviati alcuni altri progetti, ma non hanno raggiunto quello scenario vantaggioso per tutti, prospettato dal regime cinese.

Nel vicino Montenegro, la Cina sta costruendo una costosa autostrada sulle montagne, che ha portato il Paese a non poter restituire i prestiti ricevuti dalla Cina che inoltre si è rifiutata di rinegoziare, se il governo montenegrino non sarà in grado di rimborsare il prestito, la Cina avrà accesso ai suoi terreni e ai suoi beni a titolo di garanzia. Questo è già successo in alcuni Paesi, come lo Sri Lanka e l’Ecuador. Gli esperti internazionali chiamano questa strategia la “diplomazia della trappola del debito”.

Il totalitarismo è alle porte

Nel 2014 un altro partecipante alla protesta pianificata, Martin Angelov, in seguito alla sua detenzione ha commentato: “Questo evento dimostra che la Cina non è così lontana, e il totalitarismo è alle nostre porte e alle nostre frontiere”.

Per questo oggi in Serbia non viene concesso il permesso di manifestare contro il regime cinese. La polizia parla di “problemi di sicurezza” anche se sanno che i praticanti del Falun Gong sono pacifici. Il vero problema è che il Partito Comunista Cinese non tollera voci critiche, soprattutto ora che i rapporti tra i due governi sono più numerosi.

Ma le piccole vittorie, come la sentenza della Corte costituzionale, portano alle grandi. Alla fine, le cose dovranno cambiare.