(Minghui.org) La signora Wang Xiufang, cinquantaseienne della città di Chifeng, nella Mongolia Interna, è stata arrestata il 13 luglio scorso per aver parlato alla gente del Falun Gong. Attualmente è reclusa nel centro di detenzione di Pingzhuangzhen nella città di Chifeng.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Wang, un'ex insegnante che ora lavora presso la centrale elettrica di Yuanbaoshan, ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1997. Soffriva di cattive condizioni di salute che si sono alleviate dopo aver seguito i principi di Verità, Compassione e Tolleranza.

Per essersi rifiutata di rinunciare alla sua fede, è stata arrestata più volte, condannata da due a sette anni e mandata in campi di lavoro forzato tre volte per sei anni. Il suo mandato è stato prorogato di cinque mesi poiché è rimasta risoluta nel continuare a praticare il Falun Gong. Durante le sue incarcerazioni ha subito numerose torture: è stata frustata, legata a una sedia di ferro, appesa, costretta a stare in piedi sotto il sole cocente, colpita con bastoni elettrici e privata del sonno.

Illustrazione della tortura: Appesa e ammanettata a un albero

Poiché Wang è stata ripetutamente arrestata e la sua casa saccheggiata, suo marito ha divorziato da lei, lasciando le loro due giovani figlie. Sua figlia maggiore ha abbandonato la scuola a dodici anni ed è andata a lavorare per aiutare economicamente la famiglia.

Una volta, nel tentativo di costringerla a rinunciare alla sua fede, il marito di Wang l'ha colpita alla schiena con un coltello, poi ha cercato di strangolarla. Terrorizzate, le loro figlie sono corse dal nonno. Sentendo quello che era successo, il nonno è corso a soccorrerla. Vedendo che Wang sanguinava dalla bocca e dal naso, ha dato un calcio alla finestra ed è entrato per fermare suo figlio.

Di seguito è riportato un resoconto delle sofferenze patite da Wang.

Torturata nel centro di detenzione

Nel giugno 2000 Wang è stata arrestata e portata al centro di detenzione di Pingzhuang. Quattro agenti dell'Ufficio 610 hanno cercato di "trasformare" lei e altri otto praticanti nello stesso centro di detenzione ,privandoli anche più volte del sonno. Inoltre alcune guardie li hanno costretti a fare la "camminata dell'anatra".

In questa tortura, le vittime sono costrette ad accovacciarsi a piedi nudi, con entrambe le mani dietro la schiena, trasportando 60 libbre (circa 27 chilogrammi) di farina di mais. Dovevano camminare avanti e indietro in questa posizione tutta la mattina nelle calde giornate estive su un terreno sabbioso. Un'altra praticante che non poteva accovacciarsi ha dovuto gattonare con la farina di mais sulla schiena, il che le ha rovinato le rotule.

Dopo aver terminato la "camminata dell’anatra", le guardie hanno costretto i praticanti a sedersi in acqua gelida e altri detenuti hanno versato su di loro secchi di acqua fredda. Quando i praticanti sono rimasti impassibili nonostante le torture, le guardie hanno ordinato loro di saltare in alto. Se rallentavano, le guardie li frustavano con un tubo di plastica di quattro centimetri di diametro. Vedendo che dopo un po' potevano ancora saltare, le guardie li hanno costretti a farlo sotto il sole cocente e hanno svuotato le loro bottiglie d'acqua. Sono stati costretti a saltare per più di un'ora.

Più tardi i praticanti sono stati costretti a fare il "salto della rana". Dovevano accovacciarsi insieme alla persona dietro, tenendo le orecchie della persona davanti. Sono stati costretti a saltare insieme senza lasciare andare le orecchie. Le orecchie di alcuni praticanti sono state strappate ed erano sanguinanti. In un'altra tortura, le guardie hanno costretto i praticanti a saltare in cerchio su una gamba, tenendosi ancora l'un l'altro per le orecchie.

Una volta, le guardie hanno puntato il tubo usato per innaffiare il giardino sui praticanti, quasi soffocandoli.

Una sera, dopo averli privati del sonno per giorni, la guardia ha detto che i praticanti potevano dormire e li ha fatti sdraiare a pancia in giù sul letto. Le guardie hanno ordinato ad altri detenuti di versare loro addosso acqua e poi li hanno trascinati fuori. Le guardie hanno scoperto la schiena di Wang e l'hanno frustata con una cintura di cuoio, in una tortura chiamata “della pelle aperta". Mentre lo facevano, il direttore del centro di detenzione Zhang Haiqing ha gridato loro: “Se non riesco a raddrizzarvi stanotte, lascerò il mio lavoro come direttore del centro di detenzione. Vi darò un assaggio della dittatura del proletariato. Vi farò a pezzi o addirittura vi picchierò a morte!”.

La tortura è durata da mezzanotte alle 2.00 del mattino.

Dopo la tortura, i praticanti sono riusciti a tornare alla loro cella e hanno detto a Wang: “Pensavamo che fossi morta. Il rumore delle frustate era simile a quello di un petardo. Eravamo tutti terrorizzati e piangevamo”.

Le guardie hanno ammanettato i praticanti insieme in modo che non potessero sdraiarsi completamente per dormire, né potessero togliersi i vestiti bagnati.

La mattina dopo una guardia li ha portati nell'ufficio di Zhang, che ha detto a coloro che erano andati a Pechino a fare appello in favore del Falun Gong di alzare la mano. Wang e pochi altri l’hanno alzata. Zhang l'ha presa a calci in testa e l'ha calpestata. Alcune guardie si sono quindi precipitate a picchiarla e l'hanno colpita con un bastone elettrico.

Illustrazione della tortura: Percuotere con più bastoni elettrici

Torturata nel campo di lavoro forzato femminile di Tumuji

Due mesi dopo le autorità hanno trasferito Wang al centro di detenzione della città di Chifeng, dov’è stata condannata ad un anno di lavoro forzato. Le guardie le hanno ordinato di memorizzare le regole del centro di detenzione e l'hanno picchiata mentre faceva gli esercizi del Falun Gong. Ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro gli abusi.

Nell'agosto 2000 Wang e altre quindici praticanti sono state trasferite al campo di lavoro forzato femminile di Tumuji, dove sono state detenute in una grande stanza. Poiché quella notte hanno fatto gli esercizi del Falun Gong insieme, le guardie le hanno picchiate con le scarpe. Il naso e la bocca di Wang sanguinavano, mentre i volti delle altre donne erano contusi. É stato ordinato loro di rimanere accovacciate durante la notte e di partecipare alle sessioni di lavaggio del cervello durante il giorno.

Nel corso di una sessione di lavaggio del cervello, una guardia ha chiesto a Wang se voleva "correggere il suo errore" (di praticare il Falun Gong). Lei ha risposto: ”Continuerò a vivere secondo i principi del Falun Gong”. La guardia l'ha afferrata per i capelli, le ha dato un pugno in faccia finché non è caduta e l’ha anche presa a calci e calpestata.

Wang e alcune praticanti hanno iniziato un sciopero della fame per protestare contro il lavaggio del cervello. Le guardie le hanno costrette a stare sotto il sole cocente e una di loro è svenuta. Le praticanti sono state anche sottoposte ad alimentazione forzata, picchiate con pantofole e percosse con bastoni elettrici.

Le guardie, in seguito, hanno trasferito Wang in un altro reparto e l'hanno costretta a lavorare. Una sera un capo delle guardie ha picchiato le praticanti dopo aver scoperto che facevano gli esercizi del Falun Gong. Il giorno successivo, dopo che erano tornate al campo di lavoro , la guardia ha ordinato loro di spogliarsi fino alle mutande per umiliarle.

Dovevano inginocchiarsi e mettere la testa in un secchio destinato alle detenute per urinare. Poiché il bagno si trovava fuori dall'edificio e il cancello la sera era chiuso, tutte le ottanta detenute hanno dovuto usare il secchio di notte e metterlo sulla loro testa dopo aver terminato.

Il corridoio non era riscaldato e, quasi nude, non riuscivano a smettere di tremare. Temendo che potessero morire, la guardia le ha rimesse in cella e le ha fatte tenere sveglie tutta la notte dalle altre detenute. Dovevano ancora lavorare la mattina dopo e poi tornare ad essere torturate allo stesso modo per i giorni successivi.

Il capo della guardia ha minacciato Wang di ulteriori torture se non avesse rinunciato alla sua pratica, ma lei non si è arresa. La guardia ha dato l'ordine di ammanettarla e appendere lei e le altre praticanti in aria con le manette attaccate a una sbarra alta. Le loro spalle e polsi dolevano atrocemente. Sono rimaste appese tutto il giorno tranne che all'ora dei pasti. Un giorno un altro capo delle guardie è entrato e ha visto che alle praticanti usciva sangue dalla bocca e dal naso e ha ordinato di calarle.

Illustrazione della tortura: Appesa per i polsi

Quando una guardia ha sentito Wang parlare del Falun Gong a una detenuta in bagno, il capo delle guardie l'ha presa a pugni e calci e colpita con bastoni elettrici fino a farla diventare incontinente. Dopo un po' qualcuno ha gridato a tutti di mettersi in fila e una guardia ha chiamato molte praticanti. Il giorno successivo, coloro che erano state chiamate in precedenza hanno detto di essere state costrette a firmare dichiarazioni di garanzia di non praticare il Falun Gong, e se non avessero firmato, sarebbero stati picchiate o colpite con bastoni elettrici. La faccia di Wang era gravemente gonfia per le percosse per “non avere obbedito”.

All'ora di pranzo Wang ha visto tre praticanti: i loro volti erano così lividi che non potevano aprire gli occhi.

Ogni giorno, prima che le detenute lasciassero il campo di lavoro per andare a lavorare nei campi, le guardie facevano gridare loro lo slogan: «Lava via le macchie e diventa una persona nuova».Wang e un’altra praticante non si sono conformate e hanno protestato contro la tortura di altre praticanti. Un capo della guardia l'ha picchiata. Quando è tornata al campo di lavoro, si rifiutava ancora di gridare il canto. Le guardie l'hanno fatta stare fuori.

Poiché Wang ha continuato a fare gli esercizi del Falun Gong nel campo di lavoro, le autorità hanno arbitrariamente esteso il suo mandato due volte, per un totale di cinque mesi.

Il capo delle guardie una volta ha ordinato a Wang di memorizzare le regole del campo di lavoro, ma lei si è rifiutata ed è stata picchiata fino a farle sanguinare il naso e la bocca.

La donna è stata successivamente trasferita in un altro reparto, dove ha fatto lo sciopero della fame per protestare contro il periodo prolungato di detenzione. Il nono giorno del suo sciopero della fame le guardie le hanno ordinato di mangiare. Quando si è rifiutata l’hanno picchiata per circa due ore e le hanno aperto i denti per alimentarla forzatamente. Questo è durato per circa due o tre mesi, fino a renderla emaciata.

Altre due condanne in un campo di lavoro

Wang è stata nuovamente arrestata nel 2003 e mandata in un campo di lavoro forzato per tre anni. È stata detenuta nel campo di lavoro forzato femminile di Hohhot e torturata. È stata rilasciata nel 2005.

Successivamente è stata denunciata alla polizia e arrestata. Dopo essere stata portata al centro di detenzione di Yuanbaoshan, ha fatto lo sciopero della fame per più di un mese, prima di essere trasferita al campo di lavoro forzato femminile di Hohhot. Siccome non ha superato l'esame fisico, il campo di lavoro ha rifiutato di accettarla ed è stata riportata al centro di detenzione. Ha continuato il suo sciopero della fame ed è stata rilasciata.

Il 18 aprile 2008 Wang è stata arrestata e portata al centro di detenzione di Yuanbaoshan. Ha iniziato uno sciopero della fame ed è stata alimentata forzatamente con salamoia concentrata. Il suo stomaco si è gonfiato e ha iniziato a vomitare. Le guardie l'hanno anche ammanettata a un letto.

Le sono stati affibbiati due anni nel campo di lavoro forzato femminile di Hohhot, dov’è stata gravemente torturata. Quando il suo mandato è scaduto le autorità si sono rifiutate di rilasciarla perché non aveva smesso di praticare il Falun Gong. Il suo mandato è stato prorogato per altri venti giorni. Successivamente è stata mandata al centro per il lavaggio del cervello di Chifeng.

Condannata a tre anni e mezzo

Il 19 aprile 2012 Wang stava distribuendo DVD con informazioni sul Falun Gong, quando è stata arrestata e portata al centro di detenzione di Jinshan. Successivamente è stata condannata a tre anni e mezzo.

Il 26 luglio Wang è stata resclusa nella prigione femminile di Hohhot e torturata brutalmente.

Una guardia ha colpito Wang con un bastone elettrico, le ha tirato i capelli e le ha dato un pugno sulla fronte e sul petto così forte da fratturarle alcune costole. Quando respirava il petto le faceva male e il dolore è durato per oltre tre anni. La guardia le ha anche preso a calci l'addome e le ha calpestato la testa. Poi l'ha tirata su e l'ha colpita con più bastoni elettrici. La stanza era piena di un odore di bruciato e i suoi capelli sono caduti a ciocche. Ad oggi i suoi capelli non sono ricresciuti completamente.

Dopo le percosse Wang è stata monitorata 24 ore su 24 da cinque o sei detenuti. Se avesse chiuso gli occhi, i detenuti l'avrebbero presa a calci. Per otto giorni non le è stato permesso di dormire nemmeno per un minuto, inoltre le guardie l'hanno picchiata e presa a calci nelle parti intime.

Più tardi Wang è stata costretta a svolgere un lavoro non retribuito per 15-16 ore al giorno e privata dell’uso del bagno. Le guardie le hanno anche impedito di chiamare la sua famiglia.

Dopo essere stata rilasciata nel 2015 Wang si è trasferita a casa di sua figlia a Pechino. Lì è stata nuovamente arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong e reclusa nel centro di detenzione di Pechino Centro. Sua figlia ha dovuto pagare una grossa somma di denaro alla polizia per farla rilasciare.

Condannata di nuovo a quattro anni

Wang è stata arrestata il 6 luglio 2016, dopo essere stata denunciata per aver diffuso informazioni sul Falun Gong. È stata condannata a quattro anni e portata nella prigione femminile di Hohhot il 10 gennaio 2017.

La donna si è rifiutata di rinunciare alla sua fede e, dieci giorni dopo, è stata inserita in un gruppo di gestione rigorosa. Un giorno una guardia le ha chiesto perché si fosse rifiutata di indossare l'etichetta con il nome che indicava il suo nome e la pena detentiva, e lei ha risposto che non era una criminale e che non ha infranto alcuna legge praticando il Falun Gong. La guardia l'ha maledetta e le ha colpito la bocca, le orecchie, il collo e le mani con un bastone elettrico.

La guardia poi le ha ordinato di stare nella sua cella. Quando si è rifiutata di collaborare l'ha picchiata di nuovo. Wang è stata torturata per nove mesi nel gruppo di gestione rigorosa.

Poiché la donna ha continuato a resistere, è stata frustata in faccia con una corda, ammanettata, incatenata e portata in cella di isolamento. Poiché la stanza era occupata, è stata riportata in cella e legata in modo da non potersi muovere. La tortura è durata 48 ore; le manette e le catene non le sono state rimosse per una settimana.

Dopo essere stata trasferita al reparto n. 2 nel maggio 2018, le detenute l'hanno picchiata con dei sandali per essersi seduta sul letto con gli occhi chiusi. Hanno affermato che stesse facendo la meditazione del Falun Gong.

Quando le guardie l'hanno nuovamente vista, il 20 settembre 2019, seduta sul letto con gli occhi chiusi, hanno ordinato alle detenute di imbavagliarle la bocca con i calzini e frustarle il viso con una corda. Poi l'hanno ammanettata, incatenata e legata a una scaffalatura. La guardia ha incaricato le detenute di vegliare su di lei e di tenerla sveglia per tutta la notte. È stata legata per due giorni e le manette e le catene non le sono state rimosse per una settimana.

Quando Wang, il 29 ottobre 2019, si è rifiutata di indossare di nuovo la targhetta con il nome, le hanno tolto i vestiti e ci hanno cucito sopra il distintivo. Poi l'hanno spinta a terra e le hanno legato le mani dietro la schiena per rivestirla.

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