(Minghui.org) Un’ex docente universitaria di cinquantatré anni della città di Jilin è stata sottoposta ad alimentazione forzata con olio di wasabi, le sono state inserite sigarette accese nel naso ed è stata aggredita sessualmente da parte di un esperto di torture, solo perché si è rifiutata di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Jiang Yongqin, a quattro mesi dal suo arresto, avvenuto a metà giugno scorso, è tuttora reclusa nel centro di detenzione di Jilin. Sua madre ottantaseienne, che viveva con lei, durante l'irruzione della polizia nel suo appartamento è stata terrorizzata a tal punto da perdere i sensi e non essere più in grado di badare a se stessa.

La sorella maggiore di Jiang, Jiang Yonghua, ha inviato diverse lettere di denuncia a vari enti governativi di Jilin e, nonostante abbia ricevuto risposte negative, e affrontato a sua volta delle molestie, ha dichiarato che non smetterà di impegnarsi per ottenere giustizia per la sorella minore.

La signora Jiang Yongqin

Gli ardui sforzi di Jiang Yonghua per ottenere giustizia

Il 9 settembre scorso tre membri del personale, tutte donne della Procura">Procura del distretto di Longtan, e un uomo, che affermava di essere un delegato del Congresso nazionale del popolo, hanno bussato alla porta di casa di Jiang Yonghua. La donna temendo che la madre, trasferitasi da lei dopo l'arresto della sorella, potesse essere nuovamente spaventata da visite indesiderate, non ha permesso alle quattro persone di entrare, ma ha chiesto di poter parlare con loro all'esterno del suo condominio.

Jiang, dopo essere scesa al piano di sotto, ha detto di essere felice di vederli e di voler sapere come intendevano gestire le sue denunce contro i responsabili della persecuzione di sua sorella.

"Vorremmo sapere qual è la tua richiesta", ha detto una persona della Procura.

"Mia sorella ha subito gravi torture e violenze sessuali, quindi vorrei incontrarla e farla rilasciare su cauzione, perchè nostra madre ha bisogno di cure e io non sono in grado di gestire tutto da sola".

"Tua sorella pratica il Falun Gong e ha violato la legge".

La donna ha risposto: "Quali prove avete per affermare che mia sorella abbia violato la legge?".

"È coinvolta in un'inchiesta, ma stiamo ancora indagando".

"Se state ancora indagando significa che non avete ancora delle prove. Mia sorella è colpevole solo perché lo dite voi?".

Sono rimasti in silenzio.

Jiang ha continuato: "Permettemi di chiedervi se la violenza sessuale viola la legge".

"Sì.

"È legale torturare mia sorella?".

Anche in questo caso sono rimasti in silenzio, così Jiang si è rivolta alle tre collaboratrici della Procura dicendo loro: "Se veniste aggredite sessualmente da qualcuno, vi sentireste a vostro agio a dirlo ad altri? Posso immaginare quanto sia difficile per le vittime di violenza sessuale parlare delle loro sofferenze. Mia sorella ha rivelato la sua esperienza traumatizzante perché era così orribile da non poterla tenere per sé".

Una delle donne ha affermato: "Chi ha torturato o aggredito tua sorella? Se è successo, ci devono essere segni di lesioni sul suo corpo e inoltre c'era una telecamera di sorveglianza, quindi dubito che qualcuno l'abbia torturata sotto sorveglianza".

Jiang era arrabbiata per questo. "Pensi che rimangano segni quando si spruzza dell'olio di wasabi negli occhi di qualcuno? Quando si inserisce una sigaretta accesa nel naso di una persona che poi tossisce,rimangono segni? E che ferita rimane se si spoglia qualcuno? A proposito di video di sorveglianza, potete mostrarmi l'intero video di mia sorella dal suo arresto a oggi?".

I delegati sono rimasti in silenzio.

Jiang ha inoltre chiesto loro: "Perché non avete permesso all'avvocato di mia sorella di visitarla in prigione? Non so nemmeno come stia adesso mia sorella all'interno del centro di detenzione".

"Non preoccuparti".

"Come posso non preoccuparmi per lei? Non so se la stiano ancora torturando o meno. Sono preoccupata per lei ogni istante".

"Possiamo aiutarti a chiedere informazioni. Ci vorranno sette giorni lavorativi".

"Se non rispondete alle mie richieste, continuerò a presentare denunce. Questa è l'era dell'informazione. Si possono controllare le cose nella città o nella provincia del Jilin, ma non si può controllare il mondo intero. Mio cognato vive all'estero e collaboreremo per far arrivare il messaggio a tutto il mondo".

Jiang, dopo sette giorni lavorativi, ha contattato il procuratore Li della Procura del distretto di Longtan, che l'ha indirizzata alla stazione di polizia di Xin’an, l'agenzia responsabile dell'arresto della sorella.

Quando Jiang si è recata sul luogo un ufficiale di polizia ha detto che, per poter visitare la sorella, l'avvocato avrebbe dovuto dimostrare, a sua volta, di non praticare il Falun Gong (le autorità di Jilin hanno usato questa richiesta arbitraria per bloccare la rappresentanza legale dei praticanti del Falun Gong).

"Se fornissimo la dichiarazione, approveresti la visita?".

"Non necessariamente".

Non avendo altra scelta, Jiang e l'avvocato si sono recati presso diversi enti governativi per chiedere giustizia, tra cui la Procura del distretto di Longtan, la Commissione di vigilanza municipale di Jilin e la Federazione delle donne della città di Jilin, ma senza alcun risultato.

Jiang si è quindi recata alla Procura di Jilin per chiedere informazioni sullo stato della sua denuncia. L'addetto alla segreteria ha smentito di averla ricevuta, anche dopo averle mostrato un messaggio di testo della Procura della provincia del Jilin, in cui si diceva che l'aveva inoltrata all'istituzione di livello inferiore.

Il giorno successivo Jiang è tornata alla Procura di Jilin e, dopo dieci minuti di attesa, il personale di sicurezza ha detto che quel giorno il procuratore avrebbe avuto una riunione fino alle 22.00 e, pertanto, non poteva riceverla.

Il terzo giorno la donna e l'avvocato hanno visitato diverse agenzie governative a Changchun, la capitale della provincia del Jilin. Appena tornata a casa diversi membri del personale del comitato residenziale sono andati a interrogarla, chiedendole dove si sarebbe recata. La donna sospettava di essere seguita dalle autorità.

Jiang ha dichiarato che, nonostante non abbia ancora fatto progressi, farà comunque del suo meglio per cercare di ottenere giustizia per sua sorella.

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