(Minghui.org) L'8 luglio scorso un uomo di sessantasei anni residente a Jingmen, nella provincia dell'Hubei, è stato arrestato mentre parlava con la gente del Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese, dal 1999.

L'arresto di Liu Deyu è avvenuto dopo solo sette mesi che aveva finito di scontare un precedente mandato di cinque anni per aver praticato il Falun Gong. L'uomo ha perso la pensione e la casa. Dopo l'ultimo arresto, è stato perquisito anche il suo nuovo appartamento in affitto e gli sono stati confiscati i suoi libri sul Falun Gong e altro materiale. La polizia sta ora cercando di condannarlo nuovamente a una pena detentiva.

Liu è già stato arrestato nello scorso mese di aprile, per aver parlato alla gente del Falun Gong, ma è stato rilasciato il giorno stesso.

Negli ultimi ventitré anni di persecuzione l'uomo, dipendente in pensione del Centro di prevenzione delle epidemie della città di Jingmen, è stato imprigionato diverse volte. Ha scontato un periodo di lavori forzati e due di prigione, per un totale di dodici anni. Al fine di evitare di essere molestato, è stato costretto più volte a vivere lontano da casa, dormendo in grotte, sul ciglio della strada o sotto un ponte.

Tre anni di lavori forzati

Pochi giorni dopo l'inizio della persecuzione, nel luglio 1999, Liu si è recato a Pechino per appellarsial diritto di praticare il Falun Gong ed è stato arrestato. Mentre i funzionari dell'Ufficio 610della città di Jingmen lo stavano riportando indietro dalla capitale l'uomo ha provato a scappare, saltando dal treno, ma si è fratturato una gamba nella caduta. Gli agenti l’hanno portato in ospedale ma, a causa dell'incompetenza del medico, le ossa non sono state sistemate correttamente e da allora è rimasto invalido. Nel gennaio 2000 è stato portato nel campo di lavoro di Shayang, per scontare una pena di tre anni.

Poiché il 22 luglio 2000 Liu ha parlato del Falun Gong alle guardie, l'istruttore Dong Guoqiang e il capo sezione Shen Yanming hanno incaricato sei detenuti di sorvegliarlo ventiquattr'ore su ventiquattro. Le guardie hanno detto ai detenuti di controllare il suo comportamento e hanno promesso loro importanti riduzioni di pena se lo avessero costretto, con ogni mezzo, a rinunciare alla sua fede.

Liu è stato costretto a lavorare, senza retribuzione, per almeno sedici ore al giorno. Di notte gli veniva ordinato di stare in piedi, o accovacciato per ore, e poi di dormire sul pavimento. Gli veniva anche negato l'uso del bagno e gli venivano date piccole razioni di cibo. Una notte Tang Taoqian, un tossicodipendente, gli ha dato un forte pugno sul petto, mentre era accovacciato. Liu è stato sbalzato all'indietro di oltre un metro e ha sbattuto contro un muro. In soli due mesi ha perso più di venti chili ed era visibilmente emaciato.

Nel marzo 2002 tutti i praticanti risoluti sono stati inseriti in una nuovo gruppo, denominato Squadra di Controllo Rigoroso, per nuove sessioni di persecuzione. Un giorno tutti i praticanti della nuova squadra sono stati riuniti davanti al direttore del campo di lavoro, al segretario del Partito e a molte guardie.

Ogni praticante è stato costretto a rispondere alla domanda: "Chi sono?". Quando è stato il turno di Liu, ha risposto: "Sono un praticante del Falun Gong". Diverse guardie l’hanno assalito e colpito con tre bastoni elettricisul volto, sulla vita e sui talloni. Ha gridato: "Sono un praticante del Falun Gong perseguitato". Alla fine le guardie hanno smesso di colpirlo, ma il suo corpo ha smesso di contorcersi solo dopo mezz'ora.

Rievocazione della tortura: Scossa con i manganelli elettrici

Un mese e mezzo in un centro per il lavaggio del cervello

Nel novembre 2006 Liu è stato nuovamente arrestato per aver parlato alla gente del Falun Gong. È stato portato al Centro per il lavaggio del cervello al lago Tangxun di Wuhan, dove è stato trattenuto per un mese e mezzo.

Dopo il suo rilascio il posto di lavoro non gli ha permesso di tornare a svolgere le sue mansioni e gli ha bloccato lo stipendio, a causa delle pressioni esercitate dall'Ufficio 610. Liu ha distribuito lettere di appello, nel posto di lavoro, così molti colleghi sono venuti a conoscenza della sua situazione e hanno espresso il proprio sostegno. Alla fine gli è stato consentito di tornare al lavoro.

Quattro anni di prigione

Quando il 23 giugno 2009 Liu ha parlato ad altri del Falun Gong, gli agenti di polizia l’hanno picchiato e ferito. È riuscito a fuggire, ma ha dovuto vivere lontano da casa, per evitare di essere arrestato. Si guadagnava da vivere vendendo calzini nella vicina città di Zhijiang.

Il 20 luglio 2009 la polizia è riuscita a rintracciarlo e l’ha arrestato. È stato riportato nella città di Jingmen e trattenuto nel centro di detenzione di Huyaguan. Il 3 febbraio 2010 il tribunale del distretto di Dongbao l’ha segretamente condannato a quattro anni di prigione.

Intorno al 25 maggio 2010 l'uomo è stato condotto nella prigione di Fanjiatai, contea di Shayang, nella provincia dell'Hubei. Poiché si è rifiutato di rinunciare alla sua fede, per diversi mesi gli è stato dato solo un pasto al giorno.

Il 30 settembre 2010, durante una riunione di oltre mille persone nel centro di detenzione, Liu ha gridato "La Falun Dafa è buona!". Le guardie l’hanno immediatamente picchiato con violenza e trascinato via. È stato confinato, per due mesi e mezzo, in cella d'isolamento, ammanettato e incatenato.

In seguito è stato messo in una stanza separata, costantemente sorvegliato da quattro detenuti. Nonostante le torture fisiche e il lavaggio del cervello, Liu è rimasto fermo nella sua fede. In seguito le guardie l’hanno rinchiuso in cella d'isolamento e incatenato a una tavola di legno, nella posizione dell'aquila aperta. Gli hanno messo le cuffie e gli hanno fatto ascoltare ripetutamente programmi audio che diffamavano il Falun Gong. Dato che non voleva arrendersi, l’hanno appeso.

Cinque anni di prigione

Nel dicembre 2016, mentre parlava alla gente del Falun Gong, Liu è stato nuovamente arrestato e trasferito nel centro di detenzione di Huyaguan. Il 2 maggio 2017 è stato processato dal tribunale del distretto di Dongbao e, mesi dopo, è stato condannato a cinque anni dal giudice Luo Jinhu. Il 29 ottobre 2018 è stato portato nella prigione di Fanjiatai.

Per protestare contro la persecuzione si è rifiutato di indossare l'uniforme del carcere, di rispondere all'appello, di scrivere i "rapporti di pensiero", di memorizzare le "regole del carcere" o di fare lavori forzati. Le guardie si sono vendicate attraverso una serie di torture, come farlo stare in piedi o seduto per lunghi periodi di tempo, la privazione del sonno, la reclusione in isolamento, l'uso di catene, le scosse elettriche, la fame, l'esposizione al sole cocente o al gelo, le percosse, l'alimentazione forzata e il lavaggio del cervello. Liu è diventato emaciato; tutti i suoi denti si sono allentati e hanno iniziato a cadere.

Alla fine del 2020 l'uomo ha contratto la tubercolosi ed è stato ricoverato, per oltre un anno, nell'ospedale della prigione. Il 2 dicembre dell'anno scorso, quando è stato rilasciato, ha appreso con sconforto che la sua pensione era stata sospesa. Non aveva alcuna fonte di reddito e nemmeno un posto dove vivere.

Ulteriori dettagli sul terribile calvario di Liu sono riportati nei seguenti articoli:

Former Epidemic Prevention Official Tortured in Prison and Hospitalized for Tuberculosis

Man in His 60s Tortured in Hebei Prison

Mr. Liu Deyu from Jingmen City, Hubei Province Illegally Sentenced to Four Years of Imprisonment