(Minghui.org)

Nome: Ji Yingmei

Nome cinese: 季英梅

Sesso: Femmina

Età: 45 anni

Città: Dongying

Provincia: Shandong

Occupazione: Impiegata in un centro di trasporto di gas e petrolio

Data di morte: 9 ottobre 2022

Data dell'ultimo arresto: 6 novembre 2021

Luogo di detenzione più recente: Prigione di Binhai

La signora Ji Yingmei ha rinunciato a praticare il Falun Gong dopo che, nel 1999, il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione dell'antica disciplina spirituale e di meditazione. Vent'anni dopo, quando le è stato diagnosticato un cancro all'ultimo stadio al collo dell’utero e le rimanevano solo pochi mesi di vita, ha deciso di riprendere a praticare il Falun Gong.

La donna residente a Dongying, nella provincia dello Shandong, è guarita miracolosamente in sei mesi, ma è stata arrestata due anni dopo, il 15 luglio dello scorso anno, per aver praticato il Falun Gong. La successiva detenzione e la persecuzione finanziaria le hanno inferto un duro colpo. Il cancro si è ripresentato ed è deceduta il 9 ottobre scorso. Aveva solo quarantacinque anni e le sopravvivono il marito e un figlio piccolo.

Poco dopo la sua morte il giacimento petrolifero di Shengli dove lavorava ha emesso un avviso che proibiva agli altri praticanti del Falun Gong che lavoravano lì di partecipare al suo funerale.

La signora Ji Yingmei

Riprendere il Falun Gong

Quando nel giugno 2019 a Ji, che lavorava presso il centro di trasporto del petrolio e del gas del giacimento petrolifero di Shengli, è stato riscontrato un cancro all'ultimo stadio al collo dell’utero, le è stato detto che le rimanevano solo tre mesi di vita.

Disperata, si è ricordata del Falun Gong e di come il suo mal di stomaco, il problema al collo e la grave insonnia fossero scomparsi quando lo praticava prima dell'inizio della persecuzione. Con un forte desiderio di vivere, ha deciso di praticare di nuovo il Falun Gong.

Poco dopo aver iniziato la pratica il medico ha scoperto che il tumore si stava riducendo molto velocemente. La guarigione è stata così rapida che il medico ha dovuto rivedere completamente il suo piano di trattamento.

Quando Li ha iniziato la chemioterapia, non ha provato alcun dolore. Aveva invece un buon appetito, era ingrassata di quasi sei chilogrammi e non aveva affatto l'aspetto di una malata di cancro.

Sei mesi dopo, si era completamente ristabilita ed è tornata al lavoro. I suoi colleghi sono rimasti stupiti nel vedere come fosse piena di energia dopo essere sopravvissuta a una malattia terminale.

Arrestata insieme alla madre

La madre di Ji, Bai Xingwen, è stata arrestata il 15 luglio dello scorso anno, dopo che la polizia l'aveva sospettata di aver esposto uno striscione del Falun Gong un mese prima, l'8 maggio. Anche Ji e la sorella minore sono state sequestrate lo stesso giorno. La polizia ha saccheggiato la sua casa e ha confiscato i libri, decine di riviste del Falun Gong e un tablet.

Durante l'interrogatorio alla stazione di polizia di Haibin, Ji era estremamente spaventata. Era in uno stato confusionale e gli agenti polizia l'hanno ingannata facendole rispondere alle domande con informazioni false fornite da loro.

Tutte le tre donne sono state rilasciate su cauzione poco dopo il loro arresto.

Chiedere giustizia

Per ottenere giustizia, il 19 ottobre Bai e Ji hanno presentato una richiesta al Procuratore della Repubblica, chiedendo l'archiviazione del caso. Hanno anche presentato una denuncia contro la polizia per aver violato la legge nella gestione dei casi. Tra gli agenti citati nella denuncia figuravano Ren Anyuan, direttore dell'Ufficio per la sicurezza interna, Yin Jun, vice direttore dell'Ufficio per la sicurezza interna, Liu Luying, Ma Yuqiang e Song Mingxuan della stazione di polizia di Chaoyang.

La polizia ha reagito arrestando nuovamente la donna alle 7:00 del 6 novembre 2021, sostenendo che avesse violato la legge sulla sicurezza pubblica. È stata portata alla stazione di polizia di Chaoyang dove un'agente donna l'ha perquisita, le ha misurato altezza e peso e l'ha costretta a sedersi su una sedia per gli interrogatori.

Dopo averla portata alle 9:00 del mattino in ospedale per il test COVID-19, la polizia l'ha condotta in un altro ospedale alle 11:00 per un esame del sangue, un elettrocardiogramma e la misurazione della pressione sanguigna. È stata rinchiusa per dieci giorni nel carcere di Binhai, dove non le è stata data la carta igienica e ha dovuto usare uno spazzolino da denti usato.

La famiglia di Ji ha assunto un avvocato per lei e, quando questo si è recato a farle visita il 9 novembre, la guardia di turno ha affermato che durante la pandemia sarebbero stati consentiti solo incontri video, ma che non avevano ancora predisposto tutte le attrezzature. Nel frattempo la sua famiglia si è recata alla stazione di polizia di Chaoyang per richiedere una copia della notifica di detenzione amministrativa, ma la richiesta è stata respinta. Anche l’istanza del suo avvocato di rilasciarla, visto che poco tempo prima era guarita dal cancro, è stata respinta.

Dopo che Ji è stata rilasciata il 16 novembre, lo studio legale in cui lavorava l'avvocato è stato informato dall'ufficio giustiziario locale che l'avvocato, in futuro, non avrebbe potuto occuparsi di nessun caso del Falun Gong e che avrebbe dovuto anche scrivere una dichiarazione formale in cui accettava di non rappresentare i praticanti del Falun Gong. All'inizio di dicembre l'Ufficio giustiziario ha fatto di nuovo pressione sullo studio legale e ha ordinato all'avvocato di firmare la dichiarazione. Lo studio legale ha anche organizzato una "sessione di studio" a cui hanno dovuto partecipare tutti i suoi avvocati. Sottoposto a forti pressioni, l'avvocato è stato costretto a rinunciare al caso della donna.

Il 20 gennaio scorso Ji aveva presentato una denuncia contro la polizia per il suo arresto. Cinque giorni dopo è stata informata con un sms che la sua denuncia era stata respinta.

Persecuzione finanziaria

Il 17 novembre dello scorso anno, il secondo giorno dopo che Ji era stata rilasciata dopo dieci giorni di detenzione, il suo posto di lavoro le ha ordinato di presentarsi per ricevere "istruzioni", dato che non aveva firmato la dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.

La donna si è presentata dal supervisore il 22 novembre che le ha ordinato di firmare la dichiarazione. Dopo il suo rifiuto, il supervisore ha tirato fuori una lettera firmata da sedici dirigenti del suo posto di lavoro, in cui si affermava che doveva prendere un congedo dal lavoro e partecipare a "sessioni di studio", che le sarebbe stato permesso di tornare al lavoro solo dopo aver firmato la dichiarazione e che nel frattempo le veniva sospeso lo stipendio.

Tra il 12 e il 13 dicembre dello scorso anno Wen Shuming, un funzionario dell'Ufficio 610 del giacimento petrolifero di Shengli, ha continuato a fare pressione alla donna affinché rinunciasse al Falun Gong.

Il 6 gennaio scorso Ji ha presentato una causa alla Commissione arbitrale per le controversie sul lavoro di Dongying, chiedendo che l'agenzia ritenesse responsabile il suo posto di lavoro per averle negato il diritto di lavorare.

Il 17 gennaio la commissione le ha comunicato di aver accettato il suo caso, ma il 22 marzo è stata richiamata dicendo che questo era stato respinto perché non era idoneo per l'indagine. La donna ha chiesto cosa ci fosse di sbagliato nel suo caso, ma l'interlocutore non ha risposto.

Il 28 marzo Ji e la sua famiglia si sono recati dai membri della commissione, cercando di capire cosa li avesse spinti ad archiviare il caso. Ha detto di non aver fatto nulla di male praticando il Falun Gong, di non aver commesso errori sul lavoro e che il datore di lavoro aveva sbagliato a non farla lavorare e a sospenderle lo stipendio. Il personale della reception, non sapendo fornire alcuna ragione valida, non ha mai risposto alla sua domanda.

Durante l'intero processo, diversi agenti hanno seguito e osservato Ji e la sua famiglia. Quando si sono resi conto di essere stati scoperti, hanno indossato delle mascherine.

Gli agenti dell'Ufficio 610 Wen Shuming, il suo supervisore Zhang, Bi Liguo e Wang sono tornati a molestarla il 20 e il 21 aprile, cercando di costringerla a smettere di contattare la Commissione arbitrale per le controversie di lavoro e a ritirare la denuncia contro la polizia. La donna ha insistito sul fatto che stava seguendo la legge e si è rifiutata di fare marcia indietro. Wen ha minacciato persecuzioni più gravi contro di lei e sua madre.

Morte prematura

Oltre a negare a Ji il diritto al lavoro e a sospenderle lo stipendio, Niu Xuewei, il presidente del sindacato, ha anche cercato di fare pressione sul marito affinché divorziasse. Il marito ha resistito alle pressioni e ha detto che non avrebbe lasciato la moglie.

L'enorme pressione mentale ha tuttavia avuto ripercussioni sulla salute della donna. Il cancro si è ripresentato e si è diffuso rapidamente nei polmoni, nel midollo osseo e nel cervello.

Nell'aprile scorso ha iniziato a soffrire di tosse secca persistente e ad avere difficoltà a parlare. La sua salute è peggiorata rapidamente dopo che sua madre, la signora Bai, è stata processata dalla Corte distrettuale di Dongying il 29 luglio. Quattro mesi prima dell'udienza in tribunale la sua famiglia è stata informata che i verbali degli interrogatori delle due figlie sarebbero stati usati come prova d'accusa contro di lei.

Ad agosto, anche quando Ji era in condizioni critiche, il presidente del sindacato Niu ha continuato a molestarla, ordinandole di non uscire per promuovere il Falun Gong durante il 20° Congresso del Partito Comunista, tenutosi a ottobre. Niu ha anche scattato una foto con lei per dimostrare di averla molestata.

Dopo che sua madre è stata presa in custodia nel centro di detenzione di Hekou il 20 settembre Ji ha sviluppato ipertermia ed è entrata in coma. È deceduta il 9 ottobre.

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