(Minghui.org) Il 2 marzo dell'anno scorso Li Fanglan è stata arrestata alla stazione ferroviaria di Xining dopo che, durante un controllo, la sicurezza ha trovato dei libri del Falun Gong nella sua borsa.

Dopo aver partecipato al funerale del padre, la donna stava viaggiando dalla casa del figlio, situata a Xining, nella provincia del Qinghai, alla sua città natale nella contea di Jinxian, provincia dello Jiangxi.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Dopo cinque giorni di detenzione con l'accusa di "disturbo dell'ordine sociale", la sessantacinquenne è stata trasferita al centro di detenzione della contea di Jinxian, nella sua città natale. La polizia ha anche perquisito la sua abitazione.

Poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, Li è stata incriminata dalla Procuradistrettuale di Xihu per "aver minato l'applicazione della legge con un'organizzazione di culto", un pretesto standard usato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong in Cina. All'inizio dello scorso mese di gennaio il tribunale distrettuale di Xihu ha condannato la donna a tre anni di pena detentiva, con una multa di 20.000 yuan (circa 2.700 euro). Il 9 febbraio è stata condotta nella prigione femminile della provincia dello Jiangxi.

Persecuzioni passate

Li soffriva di frequenti e intensi mal di testa, che influivano significativamente sulla sua qualità di vita. Nel 1997, quando ha iniziato a praticare il Falun Gong, i suoi sintomi sono presto scomparsi.

Il 22 luglio 1999, due giorni dopo l'inizio ufficiale della persecuzione, il governo della sua città ha convocato tutti i praticanti locali per guardare i video di propaganda che diffamavano il Falun Gong.

Wu Shuiheng, il segretario della città, ha diffamato il Falun Gong e i praticanti, dichiarando che non potevano più praticare.

Quando ha visto Li indossare un emblema del Falun, Wu l'ha costretta a inginocchiarsi e a tenere le braccia alzate. Le ha poi chiesto se avrebbe praticato il Falun Gong in futuro. Quando lei ha risposto di sì, lui si è infuriato e l'ha legata a un albero, lasciandola esposta alle punture di zanzare e altri insetti. Aveva molto prurito, ma non riusciva a grattarsi. Solo a mezzanotte, quando i suoi familiari si sono recati alla stazione di polizia per chiedere il suo rilascio, la polizia si è rivolta al governo della città e gli agenti l'hanno slegata dall'albero, ma si sono rifiutati di rilasciarla.

Il giorno successivo la polizia ha ordinato a Li e a molti altri praticanti di scrivere dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. Poiché si sono rifiutati di farlo, la polizia ha tagliato loro i capelli, li ha fotografati e portati al centro di detenzione della contea di Jinxian.

Nel gennaio 2000 Li si è recata a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong ed è stata arrestata alla stazione ferroviaria di Nanchang. Wang Binggen, capo della stazione di polizia di Lidu, ha perquisito la sua abitazione e l'ha trattenuta nel centro di detenzione della contea di Jinxian.

Il 23 aprile 2000 Jiang Jiewen, un funzionario locale, ha portato la donna alla stazione di polizia e le ha chiesto se praticava ancora il Falun Gong. La donna ha insistito sul fatto che non avrebbe mai rinunciato. Jiang e altri funzionari l'hanno portata in un ospedale psichiatrico. Diversi medici l'hanno tenuta ferma nel letto, premendole la testa, i piedi e le braccia. Un altro le ha aperto la bocca con una bacchetta e le ha somministrato a forza un farmaco sconosciuto. La donna ha lottato con tutte le sue forze ed è quasi soffocata.

Nelle settimane successive i medici hanno l'hanno legata al letto, continuando a farle iniezioni e a somministrarle a forza farmaci sconosciuti. La mattina, dopo le iniezioni, si addormentava e quando si risvegliava poteva constatare che fuori era già buio.

A causa delle iniezioni tossiche, la sua mente era costantemente in uno stato di confusione. Soffriva di mal di testa e sentiva la lingua intorpidita, con conseguente difficoltà a parlare. Gli occhi erano spenti ed era molto debole. I capelli hanno iniziato a cadere.

Il 25 maggio 2000, dopo essere stata dimessa, Li è rimasta costretta a letto per mesi. Spesso sentiva che il collo e il petto erano tirati verso l'esterno e che il suo corpo stava cadendo a pezzi. Grazie agli esercizi del Falun Gong si è gradualmente ripresa, ma soffriva ancora di occasionali emicranie e la sua mente non era più acuta come prima.

Nell'ottobre 2000 si è recata di nuovo a Pechino per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong, ma è stata arrestata alla stazione ferroviaria e portata al centro di detenzione.

Il 26 gennaio 2001 la polizia l'ha arrestata un'altra volta mentre era in visita ai suoi genitori. Le sono stati imposti tre anni di lavori forzati. Ha trascorso il primo anno nel campo di lavoro forzato della città di Nanchang e gli altri due anni nel campo di lavoro femminile della provincia dello Jiangxi. In entrambi i luoghi è stata torturata, tenuta in cella d’isolamento e costretta a stare in piedi per lunghe ore, poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong.

Il 22 luglio 2012 è stata nuovamente arrestata e le sono stati confiscati i libri del Falun Gong e 200 yuan (circa 30 euro) in contanti. È stata condannata a un anno e mezzo, trascorso nel campo di lavoro forzato femminile della provincia dello Jiangxi.

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