(Minghui.org) Nello scorso mese di luglio una donna di quarantanove anni, residente a Changsha, nella provincia dell'Hunan, è stata trasferita nel carcere femminile provinciale per scontare tre anni e quattro mesi di pena detentiva per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Prima dell'ultima condanna, Gong Xianghui è stata arrestata almeno sei volte e tenuta in un centro per il lavaggio del cervello per quasi tre anni. A causa della persecuzione ha perso tre volte il posto di lavoro ed è stata costretta ad abortire un feto di ventiquattro settimane.

Gong Xianghui

Il 27 ottobre 2020 Gong e suo marito Lu Congying sono stati fermati dalla polizia durante un arresto di gruppo. Mentre il marito è stato rilasciato nove giorni dopo, la donna è stata trattenuta presso il Centro di detenzione nº4 della città di Changsha.

Nel novembre e dicembre 2020 la polizia ha molestato il marito Lu per costringerlo a fornire informazioni su altri praticanti, minacciando di arrestare suo figlio o di picchiarlo a morte. Terrorizzato, l'uomo si è ammalato ed è stato costretto a letto. Si è affidato ai suoi genitori, ormai ottantenni, affinché si prendessero cura di lui.

Il 7 dicembre dell'anno scorso Gong è stata condannata a una pena detentiva dal tribunale della città di Liuyang e, nello scorso mese di luglio, è stata trasferita nel carcere femminile della provincia dell'Hunan.

Persecuzioni passate

Nel 1996 Gong, che lavorava come contabile, ha iniziato a praticare il Falun Gong. Poco dopo, ii reumatismi e la malattia agli occhi che la affliggevano sono scomparsi, inoltre andava d’accordo con i suoceri, entrambi praticanti. Nel 2011, colpito dai cambiamenti della moglie e dei genitori ottenuti grazie al Falun Gong, anche il marito Lu ha iniziato a praticare.

Tra il 19 e il 22 luglio 1999, quando il regime comunista ha ordinato ufficialmente la persecuzione, Gong era incinta del suo primo figlio ed è stata trattenuta sul posto di lavoro, dove diversi gruppi di ufficiali le hanno ordinato di rinunciare alla sua fede.

Pochi giorni dopo lei e altri praticanti, tra i quali anche sua suocera, sono stati portati in un auditorium e costretti a guardare video che diffamano il Falun Gong. A ognuno di loro è stato ordinato di scrivere una dichiarazione in cui promettevano di rinunciare alla pratica, altrimenti non avrebbero avuto il permesso di tornare a casa. La sua detenzione ha lasciato la nonna ottantenne, costretta a letto, in una situazione terribile. Sottoposta a forti pressioni, Gong si è dimessa dal suo lavoro e ha subito la confisca di tutti i libri e i materiali riconducibili al Falun Gong.

Nel maggio 2000 è stata nuovamente arrestata e detenuta per due giorni. Suo figlio di cinque mesi senza la madre piangeva forte.

Il 18 gennaio 2001 più di dieci agenti hanno fatto irruzione nella sua abitazione e hanno condotto lei, il figlio di un anno e i suoceri al locale centro per il lavaggio del cervello. All'epoca era incinta del suo secondo figlio.

La famiglia è stata costretta a stare in stanze buie, senza luce solare, e costantemente monitorata. Alcuni funzionari hanno minacciato di uccidere il bambino.

Il figlio di Gong è stato detenuto per tre mesi e poi mandato dai nonni materni. I suoceri sono stati trattenuti nel centro per il lavaggio del cervello per due anni e tre mesi, prima di essere rilasciati nell'aprile 2003.

Poiché la donna si è sempre rifiutata di rinunciare al Falun Gong, è stata costretta ad abortire nel centro per il lavaggio del cervello, mentre era al sesto mese di gravidanza.

Il personale del centro l'ha anche torturata. Le hanno tirato i capelli, torto un braccio e tolto un'unghia. Diversi agenti di polizia l'hanno calpestata, insultata e presa a calci.

L'8 marzo 2004, solo sei mesi dopo essere stata rilasciata, Gong è stata nuovamente arrestata mentre era in visita a un'amica. La polizia l'ha perquisita e le ha confiscato del materiale sul Falun Gong. Questa volta è stata trattenuta per quindici giorni e licenziata dalla compagnia di assicurazioni per cui lavorava.

Nel febbraio 2005, pochi mesi dopo aver trovato lavoro in un asilo locale, è stata licenziata dopo aver rifiutato di firmare una dichiarazione in cui prometteva che lei e la sua famiglia non avrebbero partecipato ad alcuna attività legata al Falun Gong.

L'arresto successivo risale al 1° agosto 2010. La polizia l'ha schiaffeggiata, insultata e incatenata a una sedia per diverse ore, di conseguenza i suoi polsi si sono gonfiati. Dopo sedici giorni di detenzione è stata portata al Centro per il lavaggio del cervello di Laodaohe, dove due persone la monitoravano ventiquattr'ore su ventiquattro. Inoltre le ordinavano continuamente di rinunciare al Falun e minacciavano di percuoterla con i bastoni elettrici.

Tra il 15 e il 31 agosto 2010 diversi membri dello staff l'hanno violentata. Nonostante le sue forti proteste, nessuno ha ritenuto responsabili i colpevoli.

Nel luglio 2014 la donna è stata arrestata un'altra volta e le sono stati confiscati 1.000 yuan(circa 140 euro) in contanti e una chiavetta USB. Anche il 12 agosto 2014 la polizia ha tentato di arrestarla, ma lei non era in casa. Otto mesi dopo, il 10 aprile 2015, gli agenti sono tornati e hanno confiscato il suo computer portatile, l'antenna parabolica e alcuni materiali legati al Falun Gong.

Oltre alla persecuzione di Gong, nel settembre 2011 suo marito è stato arrestato e detenuto per un giorno. Nel 2012 è stato licenziato dal suo posto di lavoro. Poco dopo ha trovato un nuovo impiego, ma il 12 agosto 2014 è stato arrestato mentre si recava a lavorare. La polizia l’ha trattenuto nel centro per il lavaggio del cervello di Laodaohe per quasi un mese, causando un enorme danno al suo posto di lavoro.

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