(Minghui.org) Prima che il Partito Comunista Cinese (PCC) iniziasse a perseguitare la Falun Dafa, nel mio villaggio c'erano più di duecento persone che la praticavano, tuttavia ad oggi siamo circa quaranta coloro che sono stati in grado di rimanere saldi nella loro fede. In tutti questi anni, il nostro gruppo di studio della Fa ha attraversato la persecuzione senza interruzioni. Condividiamo le difficoltà che abbiamo incontrato nel chiarire la verità e lavoriamo insieme per risolverle. Di seguito sono riportate alcune situazioni difficili in cui mi sono imbattuto mentre parlavo alla gente della persecuzione della Dafa.

La mia compassione tocca il cuore di un uomo

Nell'autunno del 2019 ho preso il triciclo elettrico e sono andato assieme a mia moglie, anche lei praticante della Dafa, a casa di mia nuora. Lungo la strada abbiamo incontrato molte persone e abbiamo dato loro dei calendari da tavolo Minghui. Eravamo quasi a destinazione quando ho visto due persone sul ciglio della strada. Mi sono fermato e le ho avvicinate per dare loro dei calendari. Uno degli uomini l'ha afferrato e ha accennato a strapparlo. Ho detto in fretta: “Non farlo, è molto prezioso!”. Ha sbraitato: “A che serve questo? Dammi piuttosto dei soldi!”. “Devi accumulare virtù se vuoi essere ricco”, ho risposto. “E questo ti dirà come farlo!”. Ha sfogliato il calendario e mi ha chiesto da dove venivo. Tuttavia, ha continuato a parlare in tono minaccioso: “Mi basterà fare una telefonata e sarai arrestato!”. Le sue parole non mi hanno toccato. Mia moglie, che stava aspettando sul triciclo, mi ha fatto cenno di andare via. Tuttavia, sapevo che quell'uomo era stato profondamente avvelenato dalla propaganda del PCC e ho pensato tra me e me che il Maestro aveva predisposto che lo salvassi. Così ho detto: “Non mi denuncerai, perché sai che lo sto facendo per il tuo bene. Spero solo che tu possa distinguere il bene dal male”. Mi ha chiesto di togliermi la mascherina (il fatto è accaduto prima della pandemia, ma c'era molta polvere sulla strada sterrata). Dopo che mi ha fissato per un po', gli ho chiesto di leggere attentamente il calendario e gli ho detto che dovevo andare. Stavo per salire sul triciclo quando improvvisamente ha detto il suo nome e il villaggio da cui proveniva e ha implorato: “Per favore aiutami a lasciare il PCC! Se hai nuovi materiali informativi, per favore portameli”.

Un viaggio significativo

Dovevo andare in una città vicina a incontrare un avvocato per il caso giudiziario di un amico praticante. Sono stato l'ultima persona a salire a bordo di un minivan condiviso e alcuni passeggeri stavano dormendo. Non volevo svegliarli, ma dopo un po' ho pensato che se non avessi iniziato a chiarire loro subito la verità, non ci sarebbe stato abbastanza tempo. Quindi ho detto al passeggero accanto a me: “Hai sentito parlare dell'importanza di lasciare il PCC per stare al sicuro?”. Non appena l'ho detto, tutti si sono svegliati e tutti mi hanno interrogato sulle cose che avevano appreso dalla propaganda del PCC. Ad esempio, volevano sapere come mai ai praticanti della Dafa non era permesso prendere medicine, come avevano occupato la sede del governo centrale (Zhongnanhai), se uccidevano i loro figli e le loro mogli o se si suicidavano immolandosi e così via. Ho pensato tra me e me, il Maestro ha predisposto che tutti loro fossero qui, quindi non devo sprecare questa opportunità. Ho chiesto al Maestro Li (fondatore della Dafa) di darmi saggezza e come prima cosa ho affrontato il loro scetticismo sul fatto che ai praticanti non fosse permesso prendere medicine. Ho detto: “Il Maestro della Dafa ha parlato del motivo per cui le persone si ammalano. Ha chiesto ai praticanti della Dafa di dare valore alla virtù e fare cose buone, e spiegato che '... un praticante non deve ribattere quando viene colpito o insultato...' (Quarta lezione, Zhuan Falun), ma non ha mai insistito sul fatto che le persone non dovrebbero prendere medicine”. Proprio in quel momento l'autista ha fermato il veicolo, è sceso e, dopo aver aperto la portiera dalla mia parte, mi ha detto di andarmene. Ho risposto con calma: “Non scenderò, siamo in mezzo al nulla e se non mi porterai a destinazione, come potrò pagarti?”. I passeggeri del furgone hanno detto all'autista: “Non fare così... ripartiamo!”. L'autista è rientrato, si è girato verso di me e ha urlato: “Non dire niente! Se parli di nuovo, ti faccio scendere!”. Ho risposto: “Non fare così! Anche le leggi cinesi consentono la libertà di parola. Solo i dittatori del nostro Paese non consentono alle persone di parlare. Quelli al potere ti metteranno un cappello da somaro e ti chiameranno criminale. Indipendentemente dalla tua innocenza, verrai ritenuto colpevole! Quando le persone subiscono un torto, non viene permesso loro di parlare dell'ingiustizia che devono affrontare... ti sembra giusto?”. L'autista non ha risposto. Ho continuato parlando a tutti dell'incidente dell'auto-immolazione di Piazza Tienanmen e ho spiegato come è stato inscenato. Ho anche detto loro ciò che il Maestro della Dafa ha detto riguardo all'omicidio: “A questo proposito c’è una regola rigorosa a cui i praticanti si devono attenere: non possono uccidere.” (Settima lezione, Zhuan Falun), e riguardo al suicidio: “Conta come un peccato.” (Lezione a Sydney). Ho risposto a tutte domande che mi hanno fatto; e alla fine abbiamo fatto una bella chiacchierata. Quando siamo arrivati a destinazione e stavo per scendere, un paio di passeggeri ha detto: “Non andartene ancora... dicci di più!”. Ho risposto: “Spero di poter parlare con tutti voi di più in futuro”. L'autista mi ha persino dato il suo biglietto da visita e mi ha detto di chiamarlo ogni volta che avevo bisogno di fare un altro viaggio.

Ho speranza!”

Un amico praticante ed io siamo usciti a distribuire materiale per chiarire la verità quando, all'interno di una serra, ci siamo imbattuti in un uomo anziano; era il padre del proprietario. Non appena gli ho dato un opuscolo della Falun Dafa, l'ha gettato a terra. Ho detto: “Signore, sembra che ci abbia frainteso”. “Non parlarmi di queste cose!”, ha detto. Ha poi tirato fuori il telefono e ha accennato a chiamare la Polizia. Ho chiesto immediatamente al Maestro di eliminare i fattori malvagi che interferivano con lui. Ho detto al Maestro nel mio cuore: “Sono qui per aiutare quest'uomo a risvegliarsi!”. Non appena i miei pensieri retti sono emersi, l'uomo è balzato in piedi e ha sgambettato velocemente, come un asino che scalcia. Sapevo che il Maestro stava ripulendo gli elementi interferenti dietro di lui. Dopo di che si è rimesso lentamente a sedere e ha detto: “Dammi un volantino. C'è speranza!”. “C'è speranza per cosa?”, ho chiesto. “Per me”, ha risposto. “Ho speranza!”. Poi ha ascoltato attentamente mentre gli chiarivo la verità. Questa esperienza mi ha fatto capire che ogni volta che incontriamo qualcuno come quest'uomo, non dovremmo pensare a noi stessi, ma pensare invece a loro. È molto pericoloso per loro fraintendere la verità. Inoltre, quando soddisfiamo i requisiti della Fa, il Maestro è al nostro fianco per proteggerci.

Non arrendersi

Quando stavo distribuendo materiali in un mercato, un uomo è passato davanti a me a piedi con la bicicletta al fianco. Gli ho porto un opuscolo e mi sono apprestato a chiarirgli la verità, ma lui ha detto: “Non voglio leggerlo. Il PCC è buono perché ci dà soldi. Come puoi andargli contro?”. Non sapevo da dove cominciare, quindi ho chiesto al Maestro di darmi saggezza. Ho risposto: “Puoi fermarti un momento così possiamo chiacchierare un po'?”. Ha detto: “Non c'è bisogno che tu dica niente. Non ascolterò”. Tuttavia non volevo rinunciare a lui, perché sapevo che probabilmente non avrei avuto la possibilità di incontrarlo di nuovo. L'ho seguito mentre camminava lentamente per il mercato. Dopo un po' mi ha guardato e ha sorriso; forse il suo lato consapevole sapeva che stavo cercando di salvarlo. Si è voltato e ha detto: “Non devi seguirmi!”. “Non posso rinunciare a te”, ho risposto. “Per favore”, ha esclamato. “Lasciami perdere!”. Ho detto: “Se rinuncio a te, sarai distrutto. Puoi fermarti per un minuto? Ti parlerò del PCC”. Alla fine ha smesso di camminare. Ho chiesto: “Posso dire dalla tua età che hai attraversato il periodo della Rivoluzione Culturale, giusto? Mio padre era nell'esercito e aveva diverse ferite da arma da fuoco; ha rischiato di morire diverse volte. Diversi membri del Comitato Centrale della Cina, come pure il comandante della guarnigione di Tianjin erano suoi compagni d'armi. Dopo che il PCC ha stabilito il potere, mio padre non voleva restare e ha insistito per tornare al villaggio, dove è diventato segretario locale del PCC”. “Ha combattuto per tutta la vita per il PCC, tuttavia è stato duramente torturato durante la Rivoluzione Culturale. Ero molto giovane e lo ricordo a malapena, ma ho visto mio padre essere costretto a indossare un grande cappello di carta ed essere denunciato pubblicamente. Pensaci, quale campagna del PCC non ha comportato l'uccisione di cinesi?”. “Nel 1989, gli studenti che combattevano contro la corruzione e chiedevano democrazia sono stati attaccati in Piazza Tienanmen e investiti dai carri armati. Nondimeno i media del PCC hanno diffuso la notizia che non era morto nessuno studente universitario. Il PCC fa affidamento sulle bugie per mantenere il potere. Guarda la Falun Dafa; il PCC ha incastrato e inventato ogni genere di bugia sui praticanti. Ha persino inventato l'incidente dell'auto-immolazione di Piazza Tienanmen per ingannare i cinesi di buon cuore. La Falun Dafa insegna alle persone ad essere buone, ma Jiang Zemin (l'ex leader del PCC) ha deciso di perseguitarla per gelosia. Non devi farti ingannare da queste bugie!”. Mi ha ascoltato senza interrompermi e mi ha chiesto: “Da quale villaggio vieni?”. Gliel'ho detto e gli ho anche detto il mio vero nome. Ha osservato: “Non lo sapevo davvero! Un giorno ti ritroverò per saperne di più”. Ho detto: “Va bene. Posso aiutarti a lasciare il Partito?”, e lui ha acconsentito.