(Minghui.org)Nel 1999 il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato la persecuzione del Falun Gong. In occasione del 23° anniversario i praticanti di trentotto Paesi hanno presentato ai rispettivi governi un elenco aggiornato dei perpetratori, chiedendo che a coloro che vi compaiono (e ai loro familiari) sia impedito l'ingresso nel loro Paese e che i loro beni vengano congelati.
I trentotto Paesi sono: gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Francia, l'Italia, la Spagna, i Paesi Bassi, la Polonia, il Belgio, la Svezia, l'Austria, l'Irlanda, la Danimarca, la Finlandia, la Repubblica Ceca, il Portogallo, la Grecia, l'Ungheria, la Slovacchia, il Lussemburgo, la Croazia, la Slovenia, la Lettonia, l'Estonia, Cipro, Malta, il Giappone, la Corea del Sud, l'Indonesia, la Svizzera, la Norvegia, il Liechtenstein, Israele, il Messico, il Cile e la Dominica.
Per i dettagli si rimanda al "Nuovoelenco di perpetratori presentato a 38 governi in occasione del 23° anniversario della persecuzione del Falun Gong".
Shao Lei, ex direttore dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, è sulla lista.
Shao Lei ha partecipato attivamente alla persecuzione del Falun Gong in qualità di vicedirettore e direttore dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia. Sotto la sua guida, l'Ufficio dell'amministrazione penitenziaria e le carceri, a tutti i livelli, hanno svolto un ruolo significativo nella persecuzione dei praticanti. Shao è ritenuto responsabile dei crimini commessi contro i praticanti del Falun Gong. Durante la detenzione le persecuzioni comprendevano: torture, ferite, menomazioni, uccisioni e/o persino il prelievo di organi.
Nome completo dell'autore del reato: Shao (cognome) Lei (nome) (邵雷)
Sesso: Maschio
Paese: Cina
Data/anno di nascita: Sconosciuto
Luogo di nascita: Sconosciuto
Shao Lei
Titolo e posizione
Gennaio 2015 - Tuttoggi: vicepresidente dell'Associazione del lavoro penitenziario del Ministero della Giustizia.
Giugno 2005 - Gennaio 2015: direttore dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.
Novembre 2002 - Giugno 2005: vice direttore dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.
I seguenti sono esempi di crimini commessi sotto la guida di Shao.
Crimini principali noti per essere stati commessi:
1. Tortura e lavaggio del cervello nel sistema carcerario nazionale
Da quando il PCC ha lanciato la persecuzione contro i praticanti del Falun Gong, nel 1999, ha trasformato la pubblica sicurezza, i rami giudiziari e il sistema carcerario in un noto canale di repressione.
Durante il mandato come direttore dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, dal 2005 al 2015, Shao Lei ha eseguito in modo proattivo tutti gli ordini impartiti dal suo superiore, Wu Aiying.
Per costringere i praticanti del Falun Gong a rinunciare alla propria fede e aumentare il cosiddetto "tasso di trasformazione", il carcere ha messo in atto una serie di metodi di tortura che sono comunemente usati e includono: percosse violente, scosse elettriche, confinamento, abusi sessuali, alimentazione forzata, lavori forzati, lavaggio del cervello e somministrazione di farmaci sconosciuti.
Secondo il "Rapporto d'indagine sulle torture e le uccisioni di praticanti del Falun Gong da parte del PCC" pubblicato da Minghui nel 2013, tra i 3.653 casi di morte confermati, 404 (11%) hanno avuto luogo in 122 prigioni in tutta la Cina.
Di seguito sono riportati alcuni esempi dei metodi di tortura utilizzati:
Percosse violente
Le percosse sono uno dei metodi di tortura più comuni utilizzati nelle prigioni. Circa il 21% dei casi di morte sopra citati sono stati causati da violente percosse, effettuate dal personale carcerario e dai detenuti.
Oltre a picchiare i praticanti a mani nude, le guardie usano anche i piedi, le ginocchia, i gomiti e altre parti del corpo. Alcune guardie non esitano a picchiare i praticanti con attrezzi come bastoni, utensili di ferro, sgabelli, fruste e bottiglie di vetro.
Le percosse comprendono schiaffi, pizzicotti, tagli, abrasioni calpestamenti, spinte, trascinamenti, trazioni e afferramenti. Le vittime delle torture vengono colpite alla testa, al viso, agli arti e in zone più sensibili come i genitali.
Solo sei giorni dopo essere stato portato alla prigione di Jinzhong, nella provincia dello Shanxi, per scontare una pena di tre anni, il 12 marzo 2013 Guo Xiaowen è stato picchiato a morte. Aveva solo quarant'anni e gli sono sopravvissuti la moglie, un figlio di dieci anni ed i genitori settantenni.
Rievocazione della tortura: Pestaggio
Strumenti di tortura
Sono ben settanta gli strumenti di tortura utilizzati nelle prigioni: manette, catene, cinture di compressione, corde, panca della tigre, letto della morte, coltelli, fuoco e altri. I praticanti vengono appesi per i polsi, immobilizzati sulla panca della tigre, incatenati e appesi con delle corde, che provocano dolori lancinanti e, spesso, la morte.
Il 18 luglio 2011 Li Xiwang è stato portato nella prigione di Gangbei (ora nota come prigione di Binhai) a Tianjin, per scontare una pena di otto anni. Il 29 luglio Li è stato sottoposto all’"ancoraggio a terra". Durante la tortura le gambe della vittima vengono tenute ferme e dritte, mentre le sue mani sono incatenate al suolo. La schiena è inarcata e le gambe sono immobili. Mentre la resistenza massima per i detenuti è di due ore, Li Xiwang è stato tenuto ancorato per oltre dieci ore, prima di essere trovato privo di vita a mezzanotte. Aveva quarantanove anni.
Illustrazione della tortura: "Ancoraggio a terra"
Scosse elettriche
I bastoni elettriciad alta tensione vengono comunemente usati nelle prigioni e nei campi di lavoro. Le guardie spesso usano simultaneamente diversi manganelli ad alta tensione per percuotere i praticanti sui genitali, sul viso, sugli arti, sulla testa, sui seni, sul collo, sulla schiena, sulla vita, sulle costole e sull'ano.
Quando Zhang Hui era detenuto nella prigione di Gongzhuling, nella provincia dello Jilin, le guardie l’hanno messo in cella d'isolamentoe legato a un letto. L’hanno colpito con tre manganelli elettrici, fino a quando non hanno esaurito la carica delle batterie. L'ano e l'intestino sono stati feriti gravemente e l'uomo, nell'aprile 2009, è deceduto.
Illustrazione della tortura: Scossa con manganelli elettrici multipli
Alimentazione forzata
Quando i praticanti del Falun Gong fanno scioperi della fame, per protestare contro la persecuzione, le guardie non esitano ad alimentarli con la forza. Lo scopo dell'alimentazione forzata non è quello di sostenere la vita dei praticanti, ma di torturarli. Oltre alla violenza fisica, le guardie aumentano anche le loro sofferenze nutrendoli con salamoia, peperoncino in polvere, polvere e olio di senape, polvere di mais crudo, acqua bollente e zuppa calda.
Il 25 febbraio 2011 Qin Yueming, della città di Yichun, nella provincia dell'Heilongjiang, condannato a dieci anni nel carcere di Jiamusi, è stato alimentato a forza nel bagno della prigione. Nonostante l'uomo abbia detto al medico del carcere che un detenuto gli aveva inserito il tubo di alimentazione in un polmone, il medico non ha fatto nulla per curarlo, ma lo ha portato in una stanza vuota in fondo al corridoio. Il giorno seguente Qin è deceduto. Aveva solo quarantasette anni. Il suo volto mostrava I segni di un dolore atroce, le sue labbra erano viola e aveva sangue nella bocca e nel naso.
Illustrazione della tortura: Alimentazione forzata
Trattamenti disumani
Le autorità carcerarie sottopongono i praticanti a vari trattamenti disumani, tra cui la privazione del sonno, la fame e la negazione dell'uso del bagno o della comunicazione con gli altri.
Alcune guardie hanno alimentato a forza i praticanti con feci, urina, catarro, acqua al peperoncino, acqua saponata e altre porcherie, prima di imbavagliarli con calzini maleodoranti, stracci, stoffe o nastro adesivo. Allo scopo di umiliarli, alcuni praticanti del Falun Gong vengono denudati.
Nel 2005 Zhang Shuxia, una praticante del Falun Gong di sessant'anni residente nel distretto di Heping della città di Shenyang, è stata portata nella prigione femminile del Liaoning, dove è stata torturata da due detenute: Wang Chunjiao e Miao Shuxia.
Zhang ha ricordato: "Queste due detenute hanno messo a bagno dei peperoncini rossi in acqua bollente, hanno aggiunto del sale e me li hanno versati in bocca. Wang mi ha lavato le natiche con l’acqua dei peperoncini e mi ha fatto bere venti cucchiaiate della stessa acqua. Ha anche raccolto le bucce del peperoncino dal pavimento e me le ha infilate nella vagina. Inoltre mi ha versato acqua gelida sul collo finché la mia giacca di cotone imbottita e i miei pantaloni erano talmente fradici, che hanno iniziato a gocciolare".
Torture corporali
Le prigioni e i campi di lavoro spesso impongono torture corporali ai praticanti del Falun Gong. Li sottopongono a prolungati accovacciamenti, inginocchiamenti, strisciamenti, corse, posizioni in piedi e sedute sul pavimento o su un piccolo sgabello. Inoltre, costringono i praticanti ad alzare le braccia dietro la schiena, facendo mantenere loro una posizione inchinata per molto tempo.
Psicofarmaci e veleni
Le prigioni usano abitualmente psicofarmaci e veleni per torturare i praticanti del Falun Gong. Essi vengono alimentati a forza con farmaci che danneggiano il sistema nervoso centrale o vengono avvelenati di nascosto.
Secondo l’articolo Minghui del 2013, "Rapporto d'indagine sui praticanti del Falun Gong torturati e uccisi dal Partito Comunista Cinese", 234 (6%) dei 3.653 casi di morte confermati sono dovuti alla somministrazione di farmaci.
Tra i 126 decessi, il 18% è avvenuto nelle carceri, il 33% nei campi di lavoro, il 30% nei centri per il lavaggio del cervello e negli ospedali psichiatrici, il 10% nelle stazioni di polizia e l'8% nei centri di detenzione.
Zhu Yifang è stata ricoverata due volte nel carcere femminile di Chengdu. In ospedale, quattro detenuti maschi l'hanno schiacciata sul materasso, le hanno legato mani e piedi ai quattro angoli del letto, mentre ai lati del letto le hanno legato il corpo e le ginocchia. Le hanno poi somministrato farmaci sconosciuti, causandole accelerazione dei battiti cardiaci. I suoi vasi sanguigni dolevano e il suo stomaco si è gonfiato. Il 6 marzo 2012, a causa dell'iniezione, è deceduta.
Per costringere le guardie e i detenuti a torturare duramente i praticanti, le autorità hanno anche collegato il rendimento annuale delle guardie al "tasso di trasformazione" dei praticanti istigando così i detenuti a torturarli, promettendo loro riduzioni di pena.
2. Prelievo di organi su larga scala da praticanti ancora in vita, all'interno del sistema carcerario
Tra tutti i metodi di persecuzione usati contro i praticanti, il peggiore è il prelievo forzato di organi.
Il 20 luglio 1999, quando è iniziata la persecuzione del Falun Gong, Jiang Zemin, l'ex capo del PCC, attraverso il Comitato Centrale per gli Affari Politici e Legali, l'Ufficio 610Centrale e la Commissione Militare Centrale, ha trasformato l'esercito, la polizia armata, il sistema giudiziario e le istituzioni mediche in un enorme indotto, al fine di uccidere i praticanti per i loro organi. Anche le prigioni sono parte integrante in questo sistema criminale.
Secondo le prove disponibili, le prigioni, i campi di lavoro e altre istituzioni del PCC sono collusi con il sistema medico per prelevare organi ai praticanti del Falun Gong.
"Bloody Harvest: Organ Harvesting of Falun Gong Practitioners in China”, scritto dall'avvocato canadese David Matas e dall'ex direttore canadese per l'Asia ed il Pacifico David Kilgour, documenta le loro indagini su questo terribile crimine.
Il sistema carcerario, che fa parte del Ministero della Giustizia sotto la guida di Shao, fa parte del crimine organizzato, sistematico e dall'alto verso il basso, del prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun Gong ancora in vita.
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