(Minghui.org) Laozi, un antico saggio cinese, scrisse nel Tao Te Ching: “La rete della legge celeste è onnipresente e cattura tutti coloro che commettono cattive azioni”. L’idea di Laozi del lungo braccio della legge celeste riassumeva la comprensione dei principi morali da parte degli antichi. Dai Re ai comuni cittadini, c’era la convinzione generale che il bene fosse ricompensato con il bene e che il male portasse al male. Nello Shang Shu (Libro dei documenti), uno dei classici compilati da Confucio, si legge: “Le buone azioni portano benedizioni e le cattive azioni portano conseguenze”. Il Partito Comunista Cinese (PCC), dopo aver preso il potere nel 1949, ha preso di mira queste credenze tradizionali e ha indottrinato le persone con l’ideologia dell’ateismo e del comunismo. Ad esempio, il PCC ha istigato la lotta di classe e ha messo un gruppo contro l’altro. Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976), colleghi, vicini e persino membri della stessa famiglia si sono rivoltati l’uno contro l’altro nel tentativo di mostrare la propria lealtà al PCC, provocando molte tragedie. Tali tragedie sono continuate durante la persecuzione del Falun Gong, un sistema di meditazione basato sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Il signor Liu Dongxue era un esperto tecnico di un cotonificio della contea di Mancheng nella provincia dello Hebei. Gli è stato diagnosticato un cancro allo stomaco, ma si è completamente ripreso dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong. A causa della sua fede, tuttavia, è stato detenuto nel centro di detenzione di Mancheng, dove le guardie lo hanno picchiato, hanno permesso a dei serpenti di morderlo e lo hanno costretto a mangiare rifiuti umani. Il suo peso è presto sceso da 70 chilogrammi a meno di 35 chilogrammi. Anche se era quasi morto, le autorità lo hanno mandato nella prigione di Tangshan. Le terribili torture lo hanno ucciso nel maggio 2001. Jing Hongchi, direttore della stazione di polizia di Hancun, è stato coinvolto nella persecuzione di molti praticanti, incluso il signor Liu, portando al loro arresto, detenzione e condanna nei campi di lavoro forzato. Quando i praticanti lo hanno esortato a smettere di compiere cattive azioni, Jing li ha respinti. “Castigo? Non ci credo. Se esiste una punizione, perché io non l’ho vista?!”, ha detto. Nel luglio 2005 è morto in un incidente d’auto all’età di 36 anni. Li Lixin, capo politico della seconda stazione di polizia della contea di Luolun, nella Mongolia Interna, spesso controllava, molestava e arrestava i praticanti del Falun Gong. Li ha anche interrogati per cercare di fabbricare delle prove in modo da incastrarli. Diversi anni fa ha preso in prestito circa 2 milioni di yuan per conto dei suoi parenti, ma sono stati truffati, e quando hanno utilizzato il prestito per fare qualcosa alla fine non sono stati in grado di rimborsarlo. Li si è scusato con un praticante del Falun Gong dicendo: “La vita è così miserabile che preferirei morire. So che è una punizione per quello che ho fatto”. In tutte le culture le persone hanno creduto nella relazione causa-effetto. La soppressione sistematica a livello nazionale del Falun Gong in Cina ha portato enormi danni a decine di milioni di praticanti e alle loro famiglie. La detenzione e la tortura dei praticanti, perpetrata da autori come Jing e Li, ha causato infinite sofferenze fisiche e mentali a praticanti innocenti. Esiste il detto: “Chi la fa l’aspetti”. Speriamo che più persone possano imparare da queste lezioni e ascoltare la propria coscienza invece di seguire ciecamente il PCC e fare del male.
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