(Minghui.org) Il 24 settembre dell’anno scorso la polizia della città di Kunming, nella provincia dello Yunnan, ha arrestato una residente disabile a causa della sua fede nella Falun Dafa, una pratica spirituale e di meditazione nota anche come Falun Gong, che viene perseguitata in Cina dal luglio 1999.

Durante la notte gli agenti hanno rinchiuso Guo Ling, che poteva a malapena camminare, nella stazione di polizia di Haishan. Il giorno successivo la donna è stata interrogata e le hanno prelevato, contro la sua volontà, un campione di sangue e le impronte digitali. Poiché non ha superato l'esame fisico, non è stata messa in un centro di detenzione. Dopo il suo rilascio la polizia ha continuato a monitorarla e si è recata spesso a casa sua per fotografarla e molestarla.

La sessantacinquenne Guo è un’ex operaia in pensione che lavorava presso un'azienda di prodotti alimentari speciali nella città di Kunming. Da piccola ha sofferto di poliomielite e da allora non riusciva più a camminare normalmente. In seguito ha contratto diverse malattie e ha lottato per anni con una salute cagionevole. Dopo aver iniziato a praticare la Falun Dafa è guarita e ha perseverato nella coltivazione, anche dopo l’inizio della persecuzione.

Negli ultimi ventitré anni, le autorità l'hanno arrestata diverse volte e ha dovuto trascorrere un totale di undici anni in prigione, perché si è rifiutata di rinunciare alla sua fede. Nella seconda prigione femminile dello Yunnan, le guardie l’hanno costretta a rimanere seduta sedici ore al giorno su un piccolo sgabello per due anni. La mancanza di circolazione sanguigna ha causato danni permanenti ai tessuti delle articolazioni dell’anca, con conseguente necrosi.

La frequente detenzione in isolamento ha avuto ripercussioni sulla sua salute mentale e le ha provocato allucinazioni agitate. Le autorità si sono comunque rifiutate di rilasciarla, finché la sua famiglia non ha sporto denuncia contro i responsabili della prigione. Nel novembre 2011, quando è stata rimessa in libertà con la condizionale, la donna era ormai paralizzata.

Rievocazione della tortura: Seduta immobile tutto il giorno su un piccolo sgabello

Gli agenti e i funzionari della comunità hanno continuato a molestare Guo anche dopo il suo ritorno a casa, costringendola a sporgere regolarmente denuncia alla polizia. Non potendo sopportare la pressione mentale, il marito ha chiesto il divorzio. La donna è stata costretta a trasferirsi in un appartamento in affitto e a vivere con la sua misera pensione. Per perseguitarla ulteriormente, l'Ufficio della previdenza sociale del distretto di Wuhua, nella città di Kunming, le ha sospeso la pensione e le ha chiesto di restituire quella ricevuta durante il periodo di detenzione.

I dettagli dell'ultimo arresto

La sera del 24 settembre dell’anno scorso quattro uomini hanno fermato la donna mentre tornava a casa. Hanno dichiarato di essere della polizia, ma solo uno di loro ha mostrato il distintivo. Hanno forzato l'ingresso di casa sua e, senza un mandato di perquisizione, hanno messo a soqquadro l'appartamento, confiscandole le chiavi e il denaro. Durante la perquisizione Li Jiankun, vice capo della stazione di polizia di Haikou, ha portato un mandato di perquisizione in bianco e l’ha mostrato alla donna. La telecamera della polizia puntava solo su di lei e non sugli altri agenti. Non le è mai stato fornito un elenco degli oggetti confiscati.

Intorno alle 22:30 gli agenti hanno perquisito anche l’appartamento di sua figlia, quando in casa non c’era nessuno, e hanno confiscato i suoi beni. Anche in questo caso non hanno redatto un inventario degli oggetti confiscati. Quando hanno riportato Guo alla stazione di polizia di Haikou, era mezzanotte e l’hanno semplicemente lasciata in una sala d’attesa, dove ha trascorso la notte.

La mattina dopo due agenti l'hanno interrogata senza dirle il motivo dell'arresto. Quando si è rifiutata di rispondere alle domande, l'hanno trascinata fuori e le hanno prelevato con la forza foto, impronte digitali e campioni di sangue, senza il suo consenso.

Tre agenti l'hanno portata in ospedale per un controllo sanitario. I risultati hanno evidenziato una lesione all'anca sinistra e una frattura alla gamba destra. Poiché il locale centro di detenzione le ha rifiutato l’ammissione, gli agenti l'hanno riportata alla stazione di polizia e le hanno ordinato di firmare un foglio senza farle leggere il contenuto. Dopo il suo rifiuto, la polizia ha annunciato che l’avrebbe controllata dopo averla rimandata a casa, e ha minacciato di metterla in prigione. Verso sera Guo è stata rilasciata.

Anche dopo il suo ritorno a casa le autorità hanno continuato a perseguitarla. Il 30 settembre quattro agenti della stazione di polizia di Haikou si sono recati a casa sua e le hanno ordinato di non uscire. Tre giorni dopo il vice capo Li ha condotto da lei tre agenti per avvertirla che era stata rilasciata su cauzione e che rischiava ancora di essere perseguita, a causa della sua fede nel Falun Gong.

A partire dal 5 ottobre, ogni giorno per una settimana, un ufficiale si recava da lei per fotografarla. In seguito andava a fotografarla ogni due o tre giorni. Una volta, quando è andata a farsi visitare da un dentista, è stata chiamata appena è arrivata allo studio e l’agente le ha ordinato di ritornare immediatamente a casa.

Di seguito Guo racconta come ha iniziato a praticare il Falun Gong e come il regime comunista cinese l’abbia perseguitata negli ultimi ventitré anni.

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Libera dalla malattia dopo aver praticato la Falun Dafa

Quando avevo nove mesi ho avuto una febbre molto alta e ho sviluppato la poliomielite. A vent’anni ho avuto diverse malattie: un tumore al cervello, foruncoli nelle orecchie, rinite, ulcera della cavità orale e proliferazione ossea della vertebra cervicale. Ogni articolazione era insopportabilmente dolorosa. Tre mesi dopo la nascita di mia figlia ho sofferto di un’infezione alle vie urinarie e di frequente sangue nelle feci. Tutti i trattamenti che avevo provato non erano serviti.

Un giorno, nell’aprile del 1997, un vicino mi ha portato una copia dello Zhuan Falun, il testo principale della Falun Dafa.

Ho finito di leggere il libro in tre giorni. Il mio vicino mi ha presentato a un altro praticante e mi dato altri libri della Falun Dafa. Poco dopo abbiamo stabilito un luogo di pratica a casa mia. Facevamo gli esercizi al mattino e leggevamo il libro alla sera. Inizialmente c'erano cinque o sei praticanti. In seguito erano più di venti. Appena un mese dopo ho scaricato una notevole quantità di sangue e pus. Da allora tutte le mie malattie, tranne alcuni postumi della poliomielite, sono scomparse.

Perseguitata ripetutamente

Arrestata e sequestrati i beni della famiglia

Il 20 luglio 1999 il regime comunista ha iniziato a perseguitare la Falun Dafa. Un giorno di settembre Jiang Shaowen, capo della polizia, è venuto a casa mia e mi ha costretto a consegnargli i miei cinque libri della Falun Dafa. Tre mesi dopo Yang Lingxiao, segretario del Partito dell'azienda in cui lavoravo, è venuto a casa mia insieme al capo della sicurezza e mi ha ordinato di scrivere una dichiarazione di garanzia.

Il 19 febbraio 2000 sono stata arrestata per aver praticato il quinto esercizio in un parco. Decine di agenti mi hanno circondata e mi hanno sequestrato le cassette audio e il registratore. Nel pomeriggio mi hanno interrogata e, in seguito, sono stata rilasciata. Un mese dopo mi hanno dato quindici giorni di detenzione.

Un pomeriggio dell'estate del 2000 sono stata nuovamente arrestata. La polizia ha fatto irruzione nella mia abitazione e ha confiscato decine di libri della Falun Dafa, tre registratori e altre cose, tra le quali più di 900 yuan (circa 122 euro) in contanti.

Gli agenti mi hanno condotta al dipartimento di polizia, dove sono stata interrogata da un capo sezione, fin dopo le 23:00. Sono stata portata in ospedale per un esame fisico e, in seguito, sono stata trasferita al centro di detenzione di Wuhua.

Circa un mese dopo la polizia mi ha dato un anno nel campo di lavoro forzato femminile dello Yunnan. Poiché sono disabile, i funzionari del campo di lavoro si sono rifiutati di accettarmi e sono stata rimandata a casa, per essere portata, due mesi dopo, in un centro per il lavaggio del cervello.

All'inizio dell'autunno 2001 due agenti hanno perquisito nuovamente la mia abitazione,confiscato i miei libri, i nastri e altro materiale informativo sulla Falun Dafa. Sono stata accusata di distribuire materiali relativi alla pratica. Quando mi sono rifiutata di andare con loro, un ufficiale maschio mi ha trascinata per oltre dieci metri e mi ha spinta a forza nell'auto della polizia. Dopo essere stata picchiata ero ferita a un polso e avevo gli occhi gonfi.

Il 22 luglio 2002 stavo lavorando in un padiglione di biciclette, quando numerosi agenti di polizia hanno messo tutto sottosopra e sequestrato i miei libri della Dafa, le cassette degli esercizi, il materiale informativo, 1.000 yuan (circa 140 euro) in contanti, oltre ad alcuni effetti personali. Gli agenti mi hanno portata a casa di mia madre e l’hanno perquisita. Mia madre, che aveva settant’anni, si è spaventata molto.

Verso mezzogiorno la polizia è venuta a casa mia. Mio marito e mia figlia erano terrorizzati e non osavano dire niente. Gli agenti hanno confiscato le foto del Maestro Li (il fondatore della Falun Dafa) e i libri della pratica spirituale.

Dopo aver lasciato la mia casa a Kunming, mi hanno portato nell'altra mia residenza, che si trova nella contea di Songming, e hanno confiscato altri materiali della Falun Dafa.

In seguito mi hanno trattenuta, per tutta la notte, in una piccola e tetra stanza alla stazione di polizia. Il mattino seguente sono stata condotta al Centro di detenzione nº2 di Kunming. Durante gli otto mesi di detenzione ogni giorno mi veniva ordinato di smistare fagioli e peperoni senza retribuzione. Di tanto in tanto i poliziotti si presentavano per interrogarmi.

Condannata a sette anni di prigione

All'inizio del 2003 sono stata processata dal tribunale della contea di Songming e, in seguito, sono stata condannata a sette anni di prigione.

Nel marzo 2003 sono stata mandata nella prigione femminile nº2 dello Yunnan, dove venivo controllata costantemente da tre detenute. Ogni mattina le guardie mi costringevano a leggere libri che diffamavano la Falun Dafa. Nel pomeriggio ero costretta a fare lavori non retribuiti, tra cui selezionare chicchi di caffè e fare braccialetti o ricami di perline.

Quando mi rifiutavo di lavorare, le guardie mi mettevano in isolamento. Alle 23:00 mi davano delle lenzuola sottili che poi si riprendevano alle 6:00 del mattino. Sono stata tenuta lì per circa dieci giorni.

Meno di due mesi dopo, sono stata messa in cella d’isolamentoper la seconda volta, e ci sono rimasta per circa due mesi. La terza volta è stata nel febbraio 2004. Mentre facevo uno sciopero della fame per protestare, alcune detenute mi hanno trascinata nell'ospedale della prigione, mi hanno immobilizzato la testa e le mani, mentre il medico mi ha inserito il tubo di alimentazione nel naso. Il naso sanguinava copiosamente. Dopo l'alimentazione forzata sono stata riportata in cella e trattenuta per altri due mesi.

Nel marzo 2005 sono stata nuovamente messa in isolamento per due mesi. Poi sono stata mandata nel reparto per anziani e disabili. La guardia Liu Yan mi costringeva a scrivere ogni giorno un "rapporto di pensiero". Il 23 febbraio 2008 sono stata rilasciata.

Condannata a quattro anni di prigione

Il 15 gennaio 2009 sono stata denunciata e arrestata mentre distribuivo volantini informativi sulla Falun Dafa. La polizia mi ha interrogato e ha confiscato i materiali relativi alla pratica che avevo, il mio cellulare, il lettore MP3 e più di 2.400 yuan (circa 325 euro) in contanti. Quella notte sono stata condotta al Centro di detenzione di Wuhua, dove sono stata trattenuta per più di sette mesi.

Nel giugno 2009 il tribunale intermedio di Kunming ha tenuto un processo segreto sul mio caso. Nell'agosto dello stesso anno sono stata condannata a quattro anni di prigione.

Necrosi del femore dovuta a maltrattamenti in prigione

L’8 settembre 2009 sono stata portata nella prigione femminile nº2 dello Yunnan. Appena arrivata sono stata costretta a sedere su un piccolo sgabello,dalle 6:30 alle 23:00, e mi è stato vietato di muovermi o cambiare posizione. Nel giugno 2011, dopo due anni di torture, ho sviluppato una necrosi del femore e, due mesi dopo, una lesione alla schiena che mi ha ulteriormente impedito i movimenti.

Da quando sono stata arrestata nel gennaio 2009 le autorità non hanno mai informato la mia famiglia sulla mia situazione. I miei familiari non sapevano quando sono stata processata e dove sono stata imprigionata. Qualche mese prima di essere rilasciata, una guardia li ha chiamati e ha detto loro che volevo vederli urgentemente. Mio marito e mia figlia sono venuti la mattina dopo, il 15 giugno 2011, e sono stati tenuti in attesa per un'ora e mezza prima di potermi vedere. Un detenuto ha dovuto portarmi in braccio fino alla sala riunioni. I miei familiari di sono rattristati nel vedermi emaciata ed esausta.

Durante la visita una guardia ha portato mio marito in un'altra stanza e gli ha ordinato di firmare un avviso di condizioni mediche, in cui si diceva che la necrosi all'anca era un effetto della polio e che soffrivo di allucinazioni agitate. Mio marito si è rifiutato. Ha detto che prima dell'arresto ero in buona salute e che la mia gamba destra era diventata zoppa a causa della poliomielite, ma che era stata la mia anca sinistra a diventare necrotica. Ha chiesto spiegazioni alle autorità riguardo a cosa mi era accaduto negli ultimi due anni.

La guardia ha cercato di costringere mia figlia a firmare l'avviso, ma anche lei si è rifiutata.

In seguito i miei familiari hanno intentato una causa contro la prigione per avermi torturata. Hanno ricordato le torture che ho subito nella seconda prigione femminile della provincia dello Yunnan nel 2003, mentre scontavo una pena di sette anni: “Le guardie hanno tolto a Guo Ling le stampelle e l’hanno costretta a camminare a lungo per svolgere lavori pesanti. Si è rifiutata di rinunciare alla sua fede nella Falun Dafa ed è stata messa diverse volte sotto stretta sorveglianza e in isolamento.

Durante l'isolamento le guardie non le permettevano di lavarsi, di fare la doccia, di lavare i propri abiti e di parlare; poteva usare il bagno solo tre volte al giorno. Le guardie l’hanno messa diverse volte in isolamento e hanno incaricato una detenuta di sorvegliarla costantemente, in modo che non potesse parlare con le altre. Quando era sotto stretta sorveglianza, dalle 7:00 del mattino alle 23:00, doveva stare seduta su un piccolo sgabello con le mani sulle ginocchia. Se si muoveva veniva picchiata dalle guardie. In segno di protesta per le torture subite ha fatto uno sciopero della fame per cinquantasei giorni e le guardie hanno costretto le altre detenute a nutrirla a forza”.

Sulla base di quanto mi è successo durante la prima detenzione, la mia famiglia sospettava che le guardie mi avessero torturato in modo simile anche la seconda volta. Una persona sana sarebbe in estremo disagio fisico dopo essere stata seduta immobile su un divano per sedici ore al giorno, figuriamoci una persona con una gamba disabile su un piccolo sgabello. Anche una persona normale crollerebbe mentalmente quando tutti i giorni viene monitorata e sgridata sistematicamente, costringendola a fare cose contro la sua volontà.

I miei familiari hanno chiesto il mio rilascio e il pagamento delle mie cure mediche da parte della prigione. Hanno anche chiesto al pubblico ministero di indagare sulle torture subite, in modo da ritenere il carcere responsabile.

Non volendo assumersi la responsabilità, nell'ottobre 2011 la prigione mi ha rilasciata con la condizionale.

Continue molestie

Durante tutti questi anni di detenzione la polizia ha spesso molestato mio marito e mia figlia. Poiché ero quasi completamente paralizzata quando sono stata rilasciata, Yan Hao del distretto di Taoyuan ha ordinato a mio marito di presentarsi da lei ogni settimana, e l'agente di polizia Li Xinhua ha parlato con lui ogni mese. Un mese dopo, non riuscendo a sopportare tanta pressione, mio marito ha divorziato. Dopo che sono stata costretta a trasferirmi e mi è stata sospesa la pensione, Yan ha continuato a chiamarmi ordinandomi di riferirle le mie attività quotidiane.