(Minghui.org) In occasione della Giornata dei Diritti Umani del 10 dicembre, i praticanti del Falun Gong di trentotto Paesi hanno presentato ai loro governi una lista aggiornata di colpevoli, esortandoli a sanzionare queste persone per la persecuzione del Falun Gong con il divieto di ingresso e il congelamento dei loro beni al di fuori della Cina.

I Paesi includono Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, ventidue nazioni dell'Unione Europea e altri undici Paesi dell'Asia, dell'Europa e delle Americhe. Tra i responsabili elencati c'è Zhu Shouke, direttore dell'Amministrazione penitenziaria del Dipartimento di pubblica sicurezza.

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Informazioni sull'autore del reato

Nome completo dell'autore: Zhu (cognome) ShouKe (nome)(朱守科)

Sesso: Maschio

Paese: Cina

Data/anno di nascita: Luglio 1969

Luogo di nascita: Città di Baiyin, provincia del Gansu

Titolo o posizione:

2016-Presente: direttore dell'amministrazione penitenziaria presso il Dipartimento di pubblica sicurezza

2015: Vice segretario del Comitato di partito dell'Ufficio di pubblica sicurezza della provincia del Gansu

2013: Segretario del comitato di partito dell'Ufficio di pubblica sicurezza della provincia del Gansu.

2014-2016: Vice direttore dell'Ufficio di pubblica sicurezza della provincia del Gansu.

2013-2016: Direttore dell'Ufficio di pubblica sicurezza della città di Lanzhou.

Crimini principali

Da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato a perseguitare il Falun Gong nel luglio 1999, l’ufficio di pubblica sicurezza è stato un braccio strumentale dell’apparato statale responsabile della repressione. Innumerevoli praticanti del Falun Gong sono stati arrestati e detenuti in centri di detenzione a tutti i livelli del sistema di pubblica sicurezza cinese, semplicemente per aver sostenuto la loro fede.

In base alle direttive segrete dell'ex leader del PCC Jiang Zemin di: “Uccidere i praticanti del Falun Gong senza pietà” e alla sua dichiarazione che: “Picchiare i praticanti a morte sarà considerato un suicidio”. I centri di detenzione hanno avuto la possibilità di usare una varietà di metodi di tortura brutali sui praticanti che rifiutano di rinunciare alla loro fede; questi metodi crudeli spesso provocano ferite durature o addirittura permanenti, che portano alla disabilità o alla morte.

Durante il mandato di Zhu Shouke come direttore dell’amministrazione penitenziaria dell’ufficio di pubblica sicurezza, questi ha personalmente progettato e diretto la persecuzione dei praticanti del Falun Gong nei centri di detenzione in tutta la Cina.

Come esempio degli abusi ordinati da Zhu, Wang Fengming, il direttore del centro di detenzione di Baisheng nella provincia dello Jilin, e Wei Ping, il vicedirettore, hanno fatto picchiare, drogare, inzuppare di acqua fredda i praticanti del Falun Gong e li hanno costretti, nel centro di detenzione, a svolgere lavori non retribuiti. Mentre eseguiva questi ordini una delle guardie ha affermato: “Le morti dei praticanti del Falun Gong non sono un problema”.

Secondo le statistiche disponibili almeno trentasette praticanti del Falun Gong sono stati torturati a morte nei centri di detenzione dal gennaio 2017, molti hanno riportato gravi ferite o disabilità e alcuni sono stati vittime di prelievo forzato di organi.

In qualità di massimo dirigente del sistema di gestione delle carceri dell'Ufficio di pubblica sicurezza, Zhu Shouke ha la responsabilità diretta di queste gravi violazioni dei diritti umani.

Casi di persecuzione a morte

Caso I: "Se morirò, sarà a causa di una tortura"

Il 1° febbraio dello scorso anno Ji Yunzhi, una praticante del Falun Gong di sessantasei anni è stata arrestata a casa. Gli agenti l’hanno portata all'ospedale Balin Zuoqi No.2 e costretta a sottoporsi a un esame medico.

Durante l'esame Ji ha iniziato ad avere convulsioni, non era più in grado di stare in piedi o di parlare e continuava a vomitare. Nonostante queste condizioni è stata portata al centro di detenzione e trattenuta arbitrariamente.

Ji ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il suo arresto. Per rappresaglia è stata picchiata e torturata da Gao Yonggang, il direttore del centro di detenzione, e da Tian Zhijun, un medico legale, insieme a vari agenti di polizia e detenuti. Le violenze fisiche hanno ridotto Ji in condizioni critiche.

Il 21 marzo i familiari sono stati informati del suo decesso. Hanno chiesto di poter entrare nella sua stanza d'ospedale per vederla un'ultima volta, ma l'Ufficio di pubblica sicurezza non gliel’ha permesso. Dall’esterno della stanza la famiglia ha potuto vedere che la trachea di Ji era stata aperta e che aveva del sangue sul suo viso e sulle sue spalle.

Quando i parenti sono andati a trovarla, molti agenti di polizia erano appostati nel corridoio dell'ospedale e hanno proceduto a cacciarli da quel piano dell'ospedale e chiuso l'ascensore dell'ospedale, in modo che nessuno potesse accedere al piano in cui si trovava Ji.

La mattina dell'8 aprile, senza il consenso della famiglia, le autorità hanno cremato il corpo.

Prima di morire la donna ha detto alle persone nella sua cella: “Se morirò sarà a causa di una tortura”.

Caso II: Kang Aifen perseguitata a morte cinque mesi dopo il suo ultimo arresto

Il 17 giugno 2021 Kang Aifen, della città di Jiamusi, nella provincia dell’Heilongjiang, è stata arrestata a casa e portata al centro di detenzione locale. Durante la reclusione ha sviluppato un grave problema cardiaco e un edema sistemico, non riusciva a stare in piedi o a camminare, aveva difficoltà a respirare e la sua vista si è deteriorata fino a diventare quasi completamente cieca.

In punto di morte è stata rilasciata a casa e messa agli arresti domiciliari il 17 agosto. É deceduta tre mesi dopo, il 18 novembre 2021, all’età di sessantaquattro anni.

Una foto delle gambe gonfie della signora Kang

Caso III: Shi Mengqiao muore in custodia dopo un intervento chirurgico involontario per un presunto tumore al cervello

Nel febbraio 2020 Shi Mengqiao della città di Jinhua, nella provincia dello Zhejiang, è stata arrestata e condannata a diciotto mesi di carcere con una multa di 20.000 yuan (circa 2.700 euro).

Alla fine di marzo 2021 il centro di detenzione della città di Yongkang ha comunicato alla famiglia che era stata colpita da un tumore al cervello e che non sarebbe stata mandata in prigione. Il centro di detenzione ha fatto operare la praticante senza il consenso della sua famiglia e l'ha ricoverata in un'unità di terapia intensiva.

Shi non ha mai ripreso conoscenza dopo l'intervento ed è morta il 6 giugno 2021. Il centro di detenzione ha inviato il suo corpo a un'impresa di pompe funebri la sera stessa.

Caso IV: Guo Baojun muore in carcere dopo quasi un anno e mezzo di detenzione

Il 10 novembre 2019 Guo Baojun è stato arrestato e recluso nel centro di detenzione n° 3 della città di Zhengzhou. Per più di un anno alla sua famiglia non è stato permesso di fargli visita.

Il 3 dicembre 2020 il centro di detenzione ha chiamato il figlio per informarlo che suo padre era stato portato all'ospedale n° 2 della città di Zhengzhou e versava in condizioni critiche. Quando i familiari sono andati a trovarlo hanno visto che Guo era estremamente magro e le sue palpebre erano gonfie, un tubo gli era stato inserito nello stomaco attraverso il naso, un ago per la flebo nel braccio, un braccio era ricoperto da grandi macchie viola e pieno di fori visibili, aveva un catetere urinario e i suoi piedi erano ammanettati con pesanti catene.

Il 14 marzo 2021 il centro di detenzione ha informato la famiglia via SMS che era morto. La famiglia ha chiesto di vedere il suo corpo, ma il centro di detenzione ha rifiutato.

Caso V: Yu Yongman muore nel centro di detenzione

Yu Yongman è stato arrestato il 15 novembre 2019 e recluso nel centro di detenzione della città di Liaoyang, ed è morto in custodia il 23 febbraio 2020, all’età sessantacinque anni.

Il centro di detenzione ha dichiarato che la sua morte è stata dovuta a un “malore improvviso”. Tuttavia il medico legale ha riscontrato che Yu aveva una costola fratturata e una cicatrice da lacerazione nei polmoni. I familiari sospettano che sia stato picchiato a morte nel centro di detenzione.

Caso VI: He Lifang muore in carcere all'età di quarantacinque anni, la famiglia sospetta abusi psichiatrici e prelievo di organi

Nel maggio 2019 He Lifang è stato arrestato ed è morto il 2 luglio, mentre era recluso nel centro di detenzione di Pudong, nella provincia dello Shandong. Aveva quarantacinque anni.

La famiglia di He ha visto che il suo corpo presentava punti di sutura sul petto e segni di incisione sulla schiena, la sua espressione facciale mostrava dolore, la sua bocca era aperta e c'erano macchie di sangue nel naso e nella bocca, dalle gengive usciva sangue e il suo corpo era coperto di ferite; aveva lividi scuri sulle gambe e sulle braccia, oltre a fori di aghi e una vescica da ustione sul collo.

La polizia aveva inizialmente affermato che le ferite erano state causate da un’autopsia, ma la famiglia sospettava che He fosse stato sottoposto a un prelievo di organi mentre era ancora in vita o poco dopo la sua morte.

Caso VII: Yang Yuyong torturato a morte nel centro di detenzione

Il 7 dicembre 2016 Yang Yuyong e sua moglie, entrambi di Tianjin, sono stati arrestati e reclusi nel centro di detenzione del distretto di Wuqing. Yang è stato torturato a morte l'11 luglio 2017.

Secondo un infiltrato, Yang è stato brutalmente maltrattato nel centro di detenzione, la guardia Liu Jiangang l’ha schiaffeggiato e poi ha chiesto a tredici detenuti di picchiarlo tutti insieme, fino a farlo svenire. Hanno anche abusato sessualmente di lui, pizzicandogli i genitali e mordendogli i capezzoli.

Intorno alle 18:00 del 11 luglio i familiari hanno ricevuto la notizia che era in condizioni critiche. Quando sono arrivati all’ospedale di medicina cinese di Wuqing hanno visto agenti di polizia dappertutto, e,quando hanno raggiunto Yang non respirava più e il suo corpo era nero e bluastro.

Secondo il medico gli organi di Yang non funzionavano più, quando è stato portato in ospedale alle 15:40. .Anche gli infermieri hanno confermato che al suo arrivo stava già morendo.

Casi di tortura

Caso I: Li Dongmei è stata torturata in custodia e privata del sonno per sei notti.

Il pomeriggio del 18 luglio 2019 Li Dongmei e Geng Shulan, della città di Shijiazhuang, nella provincia dell’Hebei, sono state arrestate mentre parlavano con la gente del Falun Gong.

Il 20 luglio Li e Geng sono state portate al Centro di detenzione n° 2 di Shijiazhuang, Li ha gridato “La Falun Dafa è buona!” in segno di protesta, così le guardie hanno ordinato a sei detenuti di picchiarla. Il corpo della praticante era coperto di lividi e il suo viso e il suo naso sanguinavano.

Quella notte le guardie hanno privato Li del sonno, hanno fatto in modo che otto detenuti si alternassero per sorvegliarla durante la notte. Impossibilitata a chiudere gli occhi soffriva moltissimo ed era sull'orlo del collasso e della pazzia. Le torture sono durate sei giorni. Durante questo periodo ha mangiato solo tre panini al vapore.

Il secondo e il terzo giorno di detenzione le guardie hanno incaricato sei detenuti di ammanettarla per lungo tempo.

Durante la detenzione Li si è rifiutata di indossare l'uniforme da detenuta per protestare contro la sua detenzione arbitraria. Ha insistito per indossare i propri vestiti, ma le guardie l'hanno umiliata non permettendole di avere i pantaloni e costringendola a indossare solo le mutande.

Quando le guardie facevano uscire i prigionieri per brevi esercizi Li si rifiutava di seguirli. Le guardie l'hanno trascinata fuori per terra mentre era in mutande, provocandole ferite su tutto il corpo.

Intorno al 27 luglio le guardie hanno accusato ingiustamente Li di avere i pidocchi nei capelli. Hanno usato questa scusa per tagliarle i capelli molto corti e spruzzarle medicinali sulla testa. Una detenuta ha diretto una canna dell’acqua alla testa della donna per inzupparla con acqua fredda quasi soffocandola, mentre le detenute hanno inzuppato i suoi pantaloni nell’acqua sporca del pavimento del bagno e poi glieli hanno infilati in bocca.

Caso II: Luo Mingchun è stata condannata a quattro anni di carcere e ha subito torture appesa nel centro di detenzione.

Nell'agosto 2019 Luo Mingchun, della città di Xichang nella provincia del Sichuan, è stata arrestata e la sua casa è stata perquisita senza un mandato; è stata trattenuta nel centro di detenzione della città di Xichang dove è stata ammanettata al cancello e appesa per i polsi, con le dita dei piedi che toccavano a malapena il suolo, quasi tutto il peso del suo corpo gravava sui polsi che dopo un po' sono diventati neri, e tutto il suo corpo era in agonia, aveva difficoltà a respirare.

Le guardie l'hanno tenuta appesa per un'intera mattinata. Ha riportato lividi e ferite nella carne a contatto con le manette. Il centro di detenzione usa questa tortura “dell'appendere” anche su altri detenuti".

Illustrazione della tortura: Appesa per i polsi

Caso III: Huang Zuoping subisce un crollo mentale

Huang Zuoping, di sessantotto anni, residente a Nanchang, nella provincia dello Jiangxi, è stata arrestata nel novembre 2021. Dopo dieci mesi di reclusione nel Centro di detenzione n° 1 della città di Nanchang ha avuto un esaurimento mentale ed è stata rilasciata.