(Minghui.org) Il 28 agosto scorso due donne della città di Huaian, nella provincia dello Jiangsu, sono state condannate alla pena detentiva per la loro fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere del corpo e della mente che viene perseguitatadal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Zhu Yunxia, di 61 anni, e Lin Fengying, di 71, sono state arrestate il 5 ottobre dello scorso anno e processate il 7 giugno scorso. Zhu è stata condannata a un anno di prigione con una multa di 2.000 yuan (circa 260 euro) e sta facendo ricorso contro il verdetto al tribunale intermedio di Huaian. Lin è stata condannata a sei mesi con una multa di 1.000 yuan (circa 130 euro).
Il giudice ha accusato Lin di essere recidiva perché in precedenza, ad agosto 2008, era stata condannata a tre anni. Mentre era in prigione, la polizia ha continuato a molestare suo marito, Dai Mingxuan, anche lui praticante del Falun Gong. A causa della crescente pressione la sua salute si è deteriorata e l’uomo è morto il 15 marzo 2012. Aveva 68 anni.
Anche Zhu ha perso il marito, Xie Ruxian, per la persecuzione. Xie era stato arrestato il 5 ottobre dello scorso anno, anche se non praticava il Falun Gong. E’ stato tenuto in custodia un mese, prima di essere rilasciato su cauzione. La sua salute è stata gravemente compromessa durante la detenzione e l’uomo non si è più ripreso. E’ morto il 13 febbraio di quest’anno. Aveva 67 anni.
Arresti
Zhu è andata a trovare Lin intorno alle 15:00 del 5 ottobre dello scorso anno. Due agenti in borghese che stavano monitorando Lin hanno afferrato Zhu non appena la porta si è aperta. Altri agenti sono spuntati fuori dal nulla e hanno fatto irruzione in casa di Lin. Nessuno degli agenti ha mostrato il distintivo o spiegato i motivi della propria presenza.
Le due donne hanno in seguito appreso che la polizia le teneva d’occhio da quasi due mesi, prima di arrestarle. La polizia sospettava che Lin avesse distribuito materiale informativo sul Falun Gong e sosteneva che fosse stata Zhu a produrre quei materiali.
Altri otto agenti sono arrivati subito dopo e hanno perquisito la casa di Lin coi loro colleghi, confiscando i libri di Falun Gong, le memory card e altri oggetti di valore di Lin, prima di portarla con Zhu al centro di smistamento dell’area di sviluppo economico di Huaian.
Mentre era in corso il raid in casa di Lin, un altro gruppo di oltre una dozzina di agenti ha aperto la porta di casa di Zhu usando la chiave rinvenuta nella sua borsa. Hanno ordinato al marito di sedersi sul divano e di non muoversi e hanno trascorso le tre ore seguenti a perquisire la casa, confiscando i libri del Falun Gong di Zhu, la stampante, la carta per stampare, cuffie, computer, chiavette usb, schede di memoria, lettori musicali, cellulari, una bicicletta elettrica e dei router.
Un agente stava per mettere le mani su un mucchio di contanti, ma Xie l’ha fermato.
Intorno alle 20:00 Xie è stato portato al centro smistamento dell’area di sviluppo economico.
L’ 8 ottobre dello scorso anno l’agente Wang Ziye della stazione di polizia di via Haikou, che era stato assegnato al caso, ha comunicato alle famiglie di Lin e Zhu di portar loro dei vestiti perché erano state trasferite al centro detenzione di Huaian.
Xie era sempre stato in salute, ma dopo un mese di detenzione è diventato macilento, ed è morto tre mesi dopo.
Processo Il tribunale della contea di Lianshui ha tenuto un’udienza il 7 giugno scorso. Il giudice Fu Libin presiedeva il processo ed erano presenti i pubblici ministeri Yang Haijiao e Yang Yu. Gli avvocati di Lin e Zhu hanno inoltrato per loro una dichiarazione di non colpevolezza. I rispettivi figli, che facevano da difensori non legali, hanno anch’essi difeso l’innocenza delle madri.
Durante le 10 ore di udienza, Zhu è rimasta in piedi perché si è rifiutata di sedersi al posto degli imputati, dal momento che non aveva infranto nessuna legge. Anche Lin ha negato di aver violato la legge e si è seduta di lato invece che al posto dell’imputato.
Entrambe le praticanti sono state accusate di aver violato l’articolo 300 del codice penale, che dichiara che chiunque usi un’organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge deve essere perseguito legalmente nella massima misura. I loro avvocati hanno sostenuto che l’organo legislativo cinese, il Congresso del popolo, non ha mai emanato nessuna legge che criminalizzi il Falun Gong o lo etichetti come un culto.
I due pubblici ministeri hanno citato, come fondamento giuridico, un’interpretazione legale dell’articolo 300 del Codice Penale emessa dalla Corte suprema popolare e dalla Procura suprema popolare a novembre 1999. L’interpretazione dichiarava che chiunque pratichi o promuova il Falun Gong debba essere perseguito nella misura massima.
I legali hanno fatto notare che una nuova interpretazione ha sostituito la versione del 1999 ed è entrata in vigore l’1 febbraio 2017. Non menziona il Falun Gong e mette in evidenza che qualsiasi accusa contro qualcuno che pratichi un culto debba avere come base un solido fondamento legale. Dal momento che nessuna legge vigente definisce il Falun Gong un culto, le accuse contro le due praticanti, basate su interpretazioni legali, mancano di basi legali.
Il pubblico ministero ha anche citato come base giuridica due notifiche emanate dall’Amministrazione cinese della stampa e delle pubblicazioni a luglio 1999, che proibivano la pubblicazioni di libri del Falun Gong. Gli avvocati hanno fatto notare che la predetta Amministrazione ha abrogato tale divieto nel 2011 e che è del tutto legale per i praticanti possedere libri del Falun Gong, pertanto il materiale relativo alla pratica, confiscato a casa delle due praticanti, non avrebbe mai dovuto essere usato come prova ammissibile nel processo.
Sia gli avvocati che i difensori non avvocati hanno anche evidenziato le violazioni delle procedure legali della polizia e dei pubblici ministeri, nell’udienza.
La violazione delle procedure legali da parte della polizia
Nel modulo di archiviazione della polizia relativo al caso, datato 14 agosto, si dichiarava che Lin era sospettata di aver distribuito materiale sul Falun Gong quel giorno, ma non c’erano video di telecamere di sorveglianza o fotografie che provassero che lei lo aveva fatto, inoltre non si faceva nemmeno menzione della quantità di materiale che si supponeva avesse distribuito. Stando a ciò la polizia non aveva un motivo plausibile per incriminarla.
Durante i raid nelle abitazioni di Lin e Zhu, gli agenti non hanno mostrato i distintivi o i mandati di perquisizione. Sei degli agenti che hanno perquisito la casa di Zhu non indossavano l’uniforme. Gli avvocati e i difensori non avvocati non hanno avuto il permesso di visionare i filmati delle telecamere della polizia riguardanti i raid e il successivo interrogatorio delle due donne.
Il verbale della polizia riguardante il raid non indicava nello specifico il materiale confiscato, né la quantità, come richiesto dalla legge, piuttosto faceva riferimento alla notifica di confisca, emanata dopo il raid, per giustificare la requisizione dei beni personali di Zhu e Lin. La polizia ha citato la notifica di confisca come prova per aver rinvenuto “materiale illegale” nelle case delle due praticanti, ma il documento non includeva foto degli articoli requisiti, come richiesto dalla legge.
Il marito di Zhu, Xie, è stato testimone del raid della polizia. E’ stato arrestato senza una valida ragione, e ciò ha determinato la sua morte prematura. Per incastrare Lin e Zhu, che avevano lavorato insieme per produrre e distribuire il materiale del Falun Gong, la polizia ha prelevato campioni di DNA dalle due donne il giorno del loro arresto. La polizia ha dichiarato che il materiale del Falun Gong che Zhu portava con sé quando ha fatto visita a Lin recava il DNA di quest’ultima, ma il materiale è stato preso a Zhu nel momento in cui è entrata in casa di Lin. In altre parole, Lin non ha mai avuto modo di toccare i materiali e men che meno lasciarvi sopra il suo DNA.
La polizia ha anche dichiarato, in un rapporto del 10 ottobre dello scorso anno, che “il DNA di Zhu Yunxia è stato trovato su alcuni materiali che Lin Fengying ha distribuito” e ha concluso che Zhu avesse prodotto i materiali e li avesse dati a Lin da distribuire. Il risultato dell’analisi del DNA invece è stato rilasciato il 31 ottobre. Come ha potuto la polizia arrivare a quella conclusione settimane prima del risultato dell’analisi del DNA?
Violazione delle procedure legali da parte dei pubblici ministeri
Xie è stato reso testimone d’accusa a sua insaputa, dopo essere stato interrogato durante il fermo di polizia. I pubblici ministeri hanno letto ad alta voce la sua “testimonianza contro la moglie” all’udienza, tenutasi quattro mesi dopo la sua morte.
I pubblici ministeri hanno anche fatto una lista di cinque persone che avrebbero deposto contro Lin, ma nessuno dei testimoni era in tribunale per sottoporsi al controinterrogatorio, come richiesto dalla legge. I pubblici ministeri non hanno spiegato la ragione della loro assenza e hanno semplicemente letto ad alta voce le testimonianze, che descrivevano come avevano visto Lin distribuire materiali del Falun Gong in alcuni luoghi. Non c’era nessun video, foto o prova materiale a supporto delle testimonianze.
I libri del Falun Gong e i materiali confiscati a casa di Lin e di Zhu, sono anche stati citati come prove d’accusa. I pubblici ministeri comunque non avevano nulla di tutto ciò in aula. Gli avvocati e la difesa non legale hanno argomentato che questi libri e materiali erano di loro legittima proprietà e non causavano alcun danno a nessun individuo e alla società in generale, e men che meno danneggiavano l’applicazione della legge. Hanno chiesto ai pubblici ministeri di presentare i libri e i materiali in aula per vedere quale di questi fosse illegale. Il giudice ha respinto la richiesta e ha solo chiesto se Lin e Zhu possedessero effettivamente quegli oggetti.
I pubblici ministeri hanno presentato un “certificato di verifica” del dipartimento di polizia di Huaian in cui si dichiarava che che i libri del Falun Gong e i materiali erano propaganda illegale. Il certificato non mostrava il nome dell’individuo che presumibilmente aveva verificato il materiale e, cosa più importante, un’agenzia delle forze dell’ordine non ha autorità per verificare le prove d’accusa. Solo un’agenzia forense, come terza parte indipendente, è qualificata per esaminare e autenticare le prove dell’accusa.
Gli avvocati e i difensori non avvocati hanno messo in evidenza, come prima cosa, il fallimento dei pubblici ministeri nell’indagare sulla violazione delle procedure legali della polizia, implicando quindi che l’accusa avesse commesso il reato di inadempienza, incriminando le due praticanti senza prove e base legale. Articolo correlato:
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