(Minghui.org) Dopo essere stata condannata a cinque anni di prigione, Li Caiwen ha dovuto subire terribili torture, ma è rimasta salda nella sua fede nel Falun Gong,

Il Falun Gong, conosciuto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Nel 1996 Li, di 64 anni, residente a Dalian nella provincia del Liaoning, ha iniziato a praticare il Falun Gong e, poco dopo, tutti i suoi disturbi sono scomparsi. Il 28 giugno 2016, durante una retata, è stata arrestata nella sua abitazione dagli agenti della stazione di polizia di Guangming, che le hanno confiscato i libri e il ritratto del fondatore del Falun Gong, un computer, diversi cellulari, tablet, chiavette USB, altoparlanti, lettori elettronici e calendari con informazioni sulla pratica spirituale.

Il 13 febbraio 2017, dopo un anno trascorso nel centro di detenzione di Yaojia, Li è stata processata dal tribunale distrettuale di Jinzhou e, il 24 febbraio, è stata condannata a cinque anni di prigione, oltre a una multa di 8.000 yuan (circa 1.034 euro). La donna ha presentato ricorso presso il tribunale intermedio della città di Dalian, che ha confermato il verdetto originale senza tenere un’udienza. Il 20 giugno 2017 Li è stata portata nella prigione femminile della provincia del Liaoning.

In prigione, la donna è stata destinata alla quinta squadra del decimo reparto. Le guardie hanno fatto in modo che fosse sorvegliata costantemente da diverse detenute. Ogni giorno le è stato impedito di parlare con le altre praticanti incarcerate ed è stata costretta a guardare video o leggere libri che diffamavano il Falun Gong. A volte le guardie le appendevano al collo un grande cartello con informazioni sul Falun Gong e, per umiliarla, la costringevano a inginocchiarsi. Quando si rifiutava, le venivano tirate le braccia dietro la schiena.

Le guardie l'hanno anche umiliata ordinandole di restare in topless per una perquisizione corporale. Li ha rifiutato di collaborare e, per rappresaglia, le guardie hanno costretto le altre detenute della sua squadra a restare nella neve, in modo che provassero odio nei suoi confronti.

Per raggiungere un tasso di trasformazione del 100%, le detenute Fan Lina, Zhu Chen, Sui Jiaxuan e Huang Fengjuan hanno portato Li in una stanza buia, senza telecamere di sorveglianza, dove l’hanno picchiata. Spesso le davano schiaffi in faccia con le pantofole, la prendevano a calci o le pestavano le gambe e le ginocchia, frustandogliele con rotoli di carta.

Una volta Li è stata costretta a fare la posizione del cavallo mentre teneva le braccia tese. Le guardie le hanno messo una ciotola piena di acqua bollente sul dorso della mano. Se non fosse riuscita a mantenere l’equilibrio o se si fosse mossa, l’acqua le avrebbe scottato la mano.

Le detenute le hanno detto: “Non subiremo alcuna conseguenza per averti picchiata. Non saresti in grado di presentare alcuna prova".

Una volta le detenute hanno piegato un cartone a forma di triangolo e con esso hanno pugnalato Li alla schiena. Lei ha urlato di dolore ed è crollata a terra. L’hanno tirata su e hanno continuato a pugnalarla. La donna è corsa fuori dalla stanza, gridando: “Mi stanno picchiando! Stanno picchiando la brava gente!” Le detenute l'hanno ripresa e trascinata nella stanza, dove hanno continuato a torturarla.

In un altro momento, la detenuta Zhu Chen l’ha colpita al petto. Li quasi non riusciva a respirare. Da allora, ha lottato con un forte dolore e non riusciva a fare un respiro profondo. Anche una leggera tosse le avrebbe causato enormi sofferenze.

Altre torture subite includevano la privazione del sonno, il non potersi sedere, o l'essere costretta a rimanee accovacciata per lunghe ore. Le era stato inoltre vietato l'uso del bagno, non le veniva data la carta igienica e non le era permesso fare la doccia.

Come risultato degli abusi, la donna è svenuta diverse volte, riportando gravi ferite alla colonna vertebrale. Le sue gambe erano sempre gonfie e coperte di lividi. Era emaciata e faticava a mantenere l'equilibrio. Quando è stata portata in ospedale per la rianimazione, per un attimo il suo cuore ha smesso di battere.

Le guardie responsabili delle torture sono state i direttori di reparto Lang Lang e Tang Yan, il caposquadra Pan Ruiqi e il capo dipartimento Wu Xiaorui. Wu ha anche costretto Li a lavorare senza retribuzione. Quando si è rifiutata di collaborare, Wu ha punito le altre detenute per incitarle ad odiare Li.

Il 27 giugno 2021 la praticante è stata rilasciata, ma ha subito un altro duro colpo dopo aver scoperto che l'Ufficio della previdenza sociale della provincia del Liaoning le aveva sospeso la pensione affermando che i pensionati incarcerati non hanno diritto ad alcuna prestazione pensionistica, nonostante il fatto che nessuna legge sul lavoro preveda tale clausola. Li ha cercato di chiedere giustizia per se stessa, ma senza successo.