(Minghui.org) Una donna di 58 anni di Shenyang, nella provincia del Liaoning, è stata condannata a quattro anni con una multa di 5.000 yuan (circa 650 euro) il 24 agosto scorso perché praticava il Falun Gong, una disciplina per il benessere del corpo e della mente che è perseguitata in Cina a partire dal 1999.

Wang Xiuying ha presentato ricorso per protestare contro la condanna ingiusta. Ha scritto nel ricorso: “Pratico Verità-Compassione -Tolleranza, (i principi fondamentali del Falun Gong) e non ho infranto nessuna legge cercando di essere una brava persona.

La donna è stata presa in custodia, anche se dal suo arresto aveva iniziato a soffrire di glicemia pericolosamente alta, inoltre nel centro di detenzione ha sviluppato un’ulteriore patologia cardiaca e ha frequenti giramenti di testa.

La signora Wang Xiuying

L’arresto

Wang è stata arrestata il 12 febbraio di quest’anno, dopo che un addetto alla consegna di cibo a domicilio l’ha denunciata per avergli parlato del Falun Gong fuori da un supermarket. Sono arrivati alcuni agenti, l’hanno spinta nella volante della polizia, portata alla stazione di polizia di Chengdonghu, e le hanno confiscato la borsa. Altri agenti sono rimasti al supermercato cercando di ottenere i video di sorveglianza di Wang che parlava con il giovane che l’aveva denunciata.

Wang, sia il 12 che il 13 febbraio, si è rifiutata di rispondere alle domande della polizia, piuttosto ha cercato di persuadere gli agenti a non partecipare alla persecuzione. Questi hanno fatto irruzione a casa sua il 13 febbraio e le hanno confiscato i libri e il materiale del Falun Gong. L’hanno portata in diversi ospedali per sottoporla a esami medici perché soffriva di ipertensione e questo avrebbe impedito al centro di detenzione di ammetterla. Gli agenti le hanno fatto prendere delle pillole per la pressione, che le hanno procurato forti capogiri.

Intorno alle 20:00 del 13 febbraio, la polizia ha portato Wang al primo centro di detenzione di Shenyang, che non l’ha ammessa a causa della sua pressione alta. Un agente l’ha minacciata dicendole che l’avrebbe fatta rinchiudere a tutti i costi.

Dopo aver lasciato il centro di detenzione, gli agenti l’hanno portata in un altro ospedale per farle controllare la pressione e sono rimasti contrariati nell’apprendere che era ancora pericolosamente alta. Poi l’hanno riportata alla centrale e l’hanno interrogata fino alle 23:00, prima di lasciarla andare a casa col marito. Le hanno confiscato i documenti d’identità e l’hanno messa agli arresti domiciliari.

Il marito di Wang è tornato alla stazione di polizia il giorno dopo, chiedendo la restituzione dei documenti di identità, perché la moglie ne aveva bisogno nella vita di tutti i giorni. La polizia si è rifiutata di restituirli e gli ha fatto pagare 200 yuan (circa 26 euro) per gli esami medici della moglie. L’hanno avvertito: “Se la dovessimo arrestarla nuovamente, la faremmo condannare. Sai che il suo crimine è serio tanto quanto un omicidio”.

Incriminata

Settimane dopo la polizia ha sottoposto il caso alla procura distrettuale di Yuhong. Il pubblico ministero Piao Yunjing ha chiamato il marito di Wang all’inizio di maggio di quest’anno e gli ha detto di portarla da loro per una deposizione. Lei si è rifiutata di andare.

Il 12 maggio Wang ha chiamato l’agente Zhang Shicheng, incaricato del suo caso, dicendogli che non aveva violato nessuna legge praticando il Falun Gong e che la costituzione tutela la libertà di credo. Ha insistito che le revocassero gli arresti domiciliari.

Zhang ha ignorato i suoi commenti e invece le ha ordinato di andare dal procuratore. L’ha minacciata di metterla in custodia, se non avesse cooperato con le autorità.

Wang ha fatto notare che la polizia e il procuratore violavano la legge lavorando congiuntamente nel perseguitare le brave persone. Zhang ha ribattuto che stavano collaborando l’uno con l’altro e non avevano bisogno della sua supervisione.

Wang ha anche chiamato il pubblico ministero Piao, lo stesso giorno, ribadendo che non aveva violato la legge. Piao le ha detto: “Tu puoi avere la tua comprensione personale, ma il Paese ha le sue leggi”.

Wang ha insistito che Piao non aveva alcuna base legale per accusarla. Piao ha ribattuto: “Che cos’è legale? Se vuoi parlare di questo interrompo la conversazione. Non sono obbligato a rispondere alle tue domande.”

“Come pubblico ministero non tratti i casi in base alla legge?” Ha chiesto Wang.

“Va bene, va bene, cos’altro vuoi dire ancora?” l’ha interrotta Piao.

Wang ha raccontato di come la polizia ha violato la legge nel gestire il suo caso, incluso arrestarla e fare irruzione in casa senza mandato. Ha anche insistito perché Piao le revocasse i domiciliari.

“Wang Xiuying, lascia che ti ricordi che la tua sola scelta è di dichiararti colpevole. Comportati bene e rompi i legami con l’organizzazione del Falun Gong.”

“Non ho violato nessuna legge!”

“Questa è una tua interpretazione. Il governo ha deciso molti anni fa che il Falun Gong è un ‘culto’ e tu vai ancora in giro a promuoverlo”.

“Quale legge dice che il Falun Gong è un ‘culto’?”

Incapace di rispondere alla domanda, Piao ha alzato la voce e ha detto “Non discutere di questo con me. Sei in errore, solo che non vuoi ammetterlo. Non posso aiutarti. Ora, ti sto formalmente dicendo che il Falun Gong è stato ritenuto un culto. Se non vuoi ammetterlo e insisti a praticarlo sono fatti tuoi, ma se insisti, so anche come dovrei gestire il tuo caso. Non vedo il motivo di continuare questa conversazione.

La polizia cerca di mettere Wang in custodia

Intorno alle 8.30 del 17 maggio l’agente Zhang e il commissario Li hanno ordinato alla guardia di sicurezza e al custode del complesso residenziale di Wang di bussarle alla porta e dirle che il vicino del piano di sotto aveva una perdita dal soffitto. Lei si è accorta dell’inganno e ha rifiutato di aprire la porta.

Zhang è andato alla porta e ha detto: “Non vuoi che gli arresti domiciliari ti siano revocati? Allora apri la porta e vieni con me in centrale”. Quando lei si è rifiutata di aprire, Zhang ha minacciato di usare la forza. Lei ha detto che erano poliziotti, e il loro compito era quello di far rispettare la legge, ma che la stavano infrangendo. Loro hanno quindi chiamato suo marito e gli hanno ordinato di tornare a casa e aprire la porta. Lui si è rifiutato con fermezza.

Quando il marito ha aperto la porta intorno alle 6.30 il 13 giugno per andare al lavoro, cinque agenti in borghese, incluso Zhang, sono spuntati dal nulla e sono piombati nel suo appartamento. La signora era spettinata e scalza, ma incuranti di ciò due agenti l’hanno trascinata all’ascensore. Il marito e la suocera, che vive con loro, sono rimasti scioccati e terrorizzati.

Wang è stata portata alla stazione di polizia di Donghu. Si è rifiutata di rispondere alle domande dell’agente. Zhang si è infuriato e ha inveito contro di lei: “Dannata vecchia! Perché non vai al diavolo e ti prendi il tuo castigo? Perché sei ancora viva?”.

Wang è rimasta calma e gli ha detto: “Sono dispiaciuta per te”. Lui si è calmato un po’ e le ha detto che doveva interrogarla perché quello era il suo lavoro.

Dopo l’interrogatorio Zhang e l’agente Wang Shuainan hanno portato la signora all’ambulatorio del dipartimento di polizia di Yuhong per un esame medico. Quando lei si è rifiutata di cooperare, l’hanno tenuta per il collo e le spalle, che le si sono riempiti di lividi e le hanno fatto male per alcuni giorni.

Quel pomeriggio, dopo il controllo medico, Zhang e Sheng l’hanno portata al primo centro di detenzione di Shenyang, dove le guardie si sono rifiutate di internarla perché aveva una pressione sanguigna sistolica di 200 mmHg (il valore normale è non più di 120 mmHg).

Zhang ha detto: “Non preoccupatevi! Internatela adesso e chiamatemi se accusa sintomi più tardi”. Al centro si sono rifiutati e Zhang ha pensato di portare Wang in prigione, anche se non era stata condannata. Le autorità del centro di detenzione lo hanno avvisato che nessuna prigione l’avrebbe ammessa, perché la sua pressione era troppo alta.

Zhang e Sheng allora l’hanno portata al quarto ospedale di Sheyang, a circa 16 chilometri di distanza, per farle fare delle iniezioni endovena e darle pillole, nel tentativo di farle abbassare la pressione. Tre ore più tardi, Zhang e Sheng l’hanno di nuovo portata al centro di detenzione, ma lo staff si è rifiutato di ammetterla, anche quando il commissario Li ha telefonato.

Quando Zhang finalmente si è arreso erano già le 23:00. Mentre riportavano Wang alla stazione di polizia si è lamentato: “Il procuratore ci ha fatto così tante pressioni per metterti in prigione e guarda che cosa succede ora: non ci aiutano. Direi che ci stanno solo complicando la vita”.

Intorno a mezzogiorno il 15 giugno Zhang ha interrogato Wang di nuovo e le ha ordinato di firmare la notifica di arresti domiciliari. Lei ha rifiutato.

Intorno alle 15:00 il pubblico ministero Piao e un impiegato sono arrivati per far deporre Wang, anche se lei aveva chiesto che Piao fosse estromesso dal caso. Ha di nuovo protestato e chiesto di vedere i documenti che mostravano le basi legali su cui la stavano incriminando, ma Piao l’ha ignorata.

Zhang l’ha rilasciata poco più tardi. Le ha detto: “Farai meglio a venire quando ti convochiamo. Ti faremo andare a casa non appena finiamo di interrogarti perché nessun centro di detenzione o prigione ti ammetterà”.

Il giudice che presiede viola le procedure legali

A fine giugno Wang ha appreso che Piao ha sottoposto il suo rinvio a giudizio al tribunale distrettuale di Yuhong nei giorni che precedevano il 26 giugno. Ha inoltrato richiesta di ritirare l’accusa al giudice Ge Lidan, a cui era stato affidato il caso.

L’agente Zhang e il commissario Li hanno si sono serviti della sua richiesta come scusa per arrestarla di nuovo. Questa volta sono riusciti a farla accettare dal primo centro di detenzione di Shenyang il 10 luglio. E’ tuttora detenuta.

Il tribunale distrettuale di Yuhong ha fissato l’udienza per il 16 agosto, ma il giudice che presiede, Ge Lidan non le ha mai notificato la data. Lei non ha saputo del processo fino a quando il suo avvocato le ha fatto visita il giorno prima dell’udienza. Per legge, il tribunale avrebbe dovuto darle un preavviso di almeno tre giorni.

Il marito di Wang e un’amica hanno chiesto due volte di poterla rappresentare in veste di difensori di fiducia, ma il giudice Ge ha respinto l’istanza. Il figlio di Wang, che lavora fuori città ha fatto ritorno a Shenyang, ha chiesto di partecipare in veste di difensore di fiducia pochi minuti prima che iniziasse l’udienza il 16 agosto, il giudice Ge ha approvato la richiesta dopo che Wang ha firmato le pratiche burocratiche.

Il giudice Ge ha inizialmente permesso a due membri della famiglia di partecipare all’udienza, ma ha ridotto il numero a uno poco prima dell’inizio. L’altro membro della famiglia di Wang (non si conosce il grado di parentela) è arrivato in aula prima che fosse fatto entrare il marito. Il marito è stato quindi tenuto fuori.

Quando è iniziato il processo Wang ha richiesto che Piao fosse ricusato, avendo sporto denuncia contro di lui a maggio di quest’anno per non aver indagato sull’arresto illegale della polizia. Il giudice ha respinto la richiesta.

Per qualche ragione sconosciuta il legale di Wang non era presente all’udienza. L’avvocato d’ufficio (di cui Wang aveva rifiutato di servirsi) ha presentato una richiesta di colpevolezza e non ha sollevato obiezioni alle accuse del pubblico ministero. L’avvocato d’ufficio aveva visitato Wang il 7 agosto e le aveva detto che avrebbe dovuto dichiararsi colpevole del “crimine” di praticare il Falun Gong. Lei ha controbattuto che non aveva infranto nessuna legge e gli ha detto di non voler essere rappresentata da lui. E’ rimasta sorpresa nel vederlo di nuovo in tribunale contro la sua volontà.

Il giudice non ha consentito al figlio di Wang di porre domande al pubblico ministero come richiesto dalla legge. Poteva solo far domande alla madre, il che gli ha impedito di difenderla adeguatamente. Anche così il giudice lo ha costantemente interrotto e ha terminato la sua sessione perfino prima che leggesse la frase finale. Ha dovuto presentare per iscritto la sua dichiarazione di difesa e due pacchi di materiali che attestavano l’innocenza della madre.

Durante l’udienza c’erano otto ufficiali giudiziari in aula, mentre circa cinque agenti del distretto di Chengdonghu sono rimasti fuori. Fuori dall’aula un’auto non contrassegnata della polizia di Chengdonghu ha parcheggiato all’entrata laterale per impedire ai sostenitori di Wang di entrare.

L’udienza è durata circa 30 minuti e il giudice ha emesso la sentenza di condanna per Wang otto giorni dopo, nonostante il materiale aggiuntivo presentato dal figlio.

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