Quan le ha chiesto di provare di essere di fatto la figlia di Li. Lei ha ribattuto dicendo che per legge anche gli estranei possono partecipare alle udienze pubbliche. Quan allora ha ceduto. Il suo assistente, il signor Li, è però intervenuto chiedendo alla figlia se fosse stata chiamata a deporre dalla polizia, perché lui non aveva visto niente del genere nella documentazione del caso di Li.

(Minghui.org) Una donna 75enne di Xi’an, nella provincia dello Shaanxi, è stata condannata a tre anni e due mesi con una multa di 10.000 yuan (circa 1.292 euro) l’11 settembre scorso per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere del corpo e della mente che è perseguitata dal partito comunista cinese dal luglio 1999.

La signora Li Xuesong ha presentato ricorso.

Arresto e incriminazione

Li non ha mai fatto ritorno a casa il 23 agosto 2021. La sua famiglia ha scoperto in seguito che quel giorno era stata denunciata e arrestata per aver parlato del Falun Gong ad altri passeggeri sui mezzi pubblici.

Il caso contro Li è stato inizialmente gestito dal dipartimento di polizia del trasporto pubblico, con la collaborazione di due autisti di autobus in servizio sulle linee 236 e 207, su cui Li è stata vista parlare alla gente sul Falun Gong. Il caso è stato poi trasferito all’ufficio sicurezza interna del distretto di Weiyang, che, a sua volta, lo ha deferito la stazione di polizia di Xujiawan.

Li è ora reclusa presso il centro di detenzione di Xujiawan nel distretto di Weiyang.

La polizia ha sottoposto il caso alla procura distrettuale di Weiyang. Il pubblico ministero Sun Baiming lo ha poi passato al pubblico ministero Chen Bo della procura distrettuale di Lianhu, che ha incriminato Li e ha girato il caso al tribunale distrettuale di Lianhu, che l’ha assegnato al giudice Quan Borong.

Indotta con l’inganno ad accettare un’udienza virtuale

Li e il suo avvocato avevano deciso di comune accordo di non accettare udienze virtuali perché queste non consentivano di esaminare le prove dell’accusa.

Il giudice Quan e la sua assistente Li Wei (nessuna parentela con la signora Li) hanno però mentito all’avvocato dicendo che Li aveva cambiato idea ed era d’accordo per un udienza virtuale. Quando hanno notificato a Li la sua udienza Quan ha mentito di nuovo dicendo che il suo avvocato ci avevaripensato e aveva detto che approvava un’udienza virtuale.

La figlia affronta molti ostacoli prima di poter assistere al processo

Li è stata processata da remoto nel centro di detenzione il 12 agosto dello scorso anno. Sua figlia è andata al tribunale distrettuale di Lianhu quel giorno per assistere al processo. Aveva il risultato negativo del test del Covid pronto da mostrare al giudice Quan, e pensava che quello fosse tutto ciò di cui aveva bisogno per essere ammessa in aula.

Quan invece le ha chiesto di provare di essere di fatto la figlia di Li. Lei ha ribattuto dicendo che per legge anche gli estranei possono partecipare alle udienze pubbliche. Quan allora ha ceduto. Il suo assistente, il signor Li, è però intervenuto chiedendo alla figlia se fosse stata chiamata a deporre dalla polizia, perché lui non aveva visto niente del genere nella documentazione del caso di Li.

Quando la figlia della praticante ha chiesto perché avrebbe dovuto essere chiamata a deporre, Li ha detto che dal momento che la sua residenza (che Quan le aveva chiesto di scrivere) era la stessa della madre, tutti coloro che abitavano in quella casa dovevano deporre. Li non ha insistito su questo presunto requisito perché non poteva far sì che la polizia chiamasse a deporre la figlia poco prima dell’udienza, comunque le ha chiesto una copia dei documenti della praticante, e alla fine le ha permesso di assistere al processo dopo che lei glieli ha forniti.

Accusa basata su prove false

Durante l’udienza il pubblico ministero ha accusato Li di avere appeso dei volantini del Falun Gong nei due autobus su cui era stata vista parlare alle persone del Falun Gong. Lei ha negato di averlo fatto.

Il pubblico ministero Chen ha solo mostrato foto di prove presunte, e il suo avvocato ha ribattuto che senza vedere la prove fisiche e reali, era impossibile determinarne l’autenticità. Il pubblico ministero ha poi detto che il dipartimento di polizia di Xi’an aveva verificato che la “prova” era propaganda illegale. L’avvocato ha obiettato che per legge solo una agenzia forense esterna e indipendente ha l’autorità di esaminare e autenticare la prova d’accusa.

Quan ha condannato Li a tre anni e due mesi con una multa di 10.000 yuan l’11 settembre scorso. La pena ha avuto inizio il 24 agosto 2021 e terminerà il 22 ottobre 2024.

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