(Minghui.org) Due donne della città di Longkou, nella provincia dello Shandong, sono state processate il 1° novembre scorso per la loro fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere del corpo e della mente che è perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.
Quel giorno i familiari delle signore Chen Guifang e Jiao Linhui sono arrivati al tribunale di Longkou di buonora impazienti di rivederle, dal momento che era stato negata loro ogni forma di visita familiare a partire dall’arresto, più di cinque mesi prima.
In aula però non c’era traccia delle due donne. I familiari hanno allora sentito il giudice che presiedeva parlare al microfono, scoprendo che si trattava di un’udienza ibrida, con Chen e Jiao che apparivano virtualmente nella stanza accanto, mentre tutti gli altri erano presenti di persona nell’aula principale.
Il pubblico ministero Wang Fei ha tacciato Jiao di essere una “criminale recidiva”, perché in passato era stata condannata due volte ai lavori forzati per la sua fede nel Falun Gong. Jiao ha ribattuto che non avrebbe mai dovuto essere perseguitata per aver esercitato il suo diritto di libertà di credo sancito dalla Costituzione. Pertanto, in primis, le condanne ai lavori forzati non sono mai state legittime.
Chen ha deposto contro la polizia, accusandola di averle mentito. Glia agenti avevano promesso di rimandarla a casa dopo una visita medica il giorno del suo arresto invece, appena terminata la visita, l’hanno portata al centro di detenzione di Yantai. Ha detto che era ritornata a godere di ottima salute dopo aver iniziato la pratica del Falun Gong più di 20 anni addietro, ma che dopo oltre cinque mesi di maltrattamenti nel centro di detenzione aveva iniziato a soffrire di pressione alta ed emicranie. Le guardie la costringevano ogni giorno ad assumere medicinali sconosciuti.
Chen e il suo avvocato hanno protestato contro il format dell’udienza. Hanno chiesto al giudice che presiedeva perché avesse messo lei e Jiao in una stanza a parte, quando erano già state portate in tribunale e non soffrivano di alcuna malattia contagiosa.
Chen ha inoltre puntualizzato che le era stato detto che a presiedere l’udienza ci doveva essere un altro giudice e che non era stata informata del cambio del giudice in anticipo, come richiesto dalla legge.
Il giudice ha ignorato le sue osservazioni e ha terminato l’udienza nel giro di mezz’ora.
Chen e Jiao, dopo l’udienza, sono state riportate al centro di detenzione di Yantai.
Parte dell’arresto di gruppo del 9 maggio 2023
Chen e Jiao erano fra i 23 residenti di Langkou (21 praticanti del Falun Gong e due loro familiari) arrestati intorno alle 5:00 di mattina il 9 maggio di quest’anno. Più di 100 agenti di otto stazioni di polizia di Longkou sono stati mobilitati quel giorno per effettuare un arresto di gruppo.
Hanno ingannato i praticanti designati facendosi aprire la porta con la scusa di essere membri dello staff del comitato di strada o vicini del piano di sotto che lamentavano una perdita dal soffitto.
Stando ai ben informati la retata della polizia è stata orchestrata dall’Ufficio di sicurezza interna di Langkou.
Mentre la maggior parte dei praticanti arrestati sono stati rilasciati incondizionatamente, Chen, Jiao e Ge Lijiuan sono ancora presso il centro di detenzione di Yantai, mentre Wang Zhoulin è recluso nel centro di detenzione di Longkou. Sun Guangjun e Wang Fengmei sono stati messi agli arresti domiciliari e Wu Jingkun è stata rilasciata su cauzione.
Gli arresti di Chen, Jiao, e Wang sono stati formalmente approvati nel giugno di quest’anno e i loro casi sono stati sottoposti alla procura il 26 luglio. Le praticanti sono state incriminate alcune settimane più tardi, e i loro fascicoli inoltrati al tribunale di Longkou il 21 agosto.
I casi di Sun, Wu, e Wang sono stati inviati alla procura verso settembre scorso e ora stanno affrontando l’incriminazione.
I casi contro Chen, Ge, Jiao, e Wang
Tutti i familiari di Chen, Ge, Jiao e Wang hanno ricevuto avvisi del loro arresto formale il 14 giugno scorso. Sono andati all’Ufficio sicurezza interna di Longkou per richiedere che la polizia revocasse gli arresti formali e rivelasse i nomi, titoli e identificativi di tutti gli agenti coinvolti nella retata.
Le quattro famiglie non hanno mai ricevuto una risposta alle loro richieste. Ogni volta che si sono recate all’ufficio sicurezza interna la polizia ha addotto varie scuse per non accettare le loro rimostranze o è stata evasiva.
Le famiglie hanno sporto reclamo alla procura e al dipartimento di polizia di Longkou, contro i capi responsabili all’Ufficio sicurezza interna, incluso Lyu Bing (un capitano di fresca nomina) Wang Qi, Zhan Yuren e Guo Fudui, per aver violato le procedure legali nell’arresto e detenzione dei loro cari. Il capitano Lyu ha anche mandato agenti in alcune delle città natali dei praticanti per ottenere informazioni sulla storia della loro pratica del Falun Gong nel tentativo di incastrarli.
Dopo aver appreso delle loro lamentele Wang Zhan e Guo hanno fatto intimidazioni alle famiglie usando varie tattiche, incluse la coercizione, l’inganno e l’intimidazione per trasformare vicini, amici e colleghi dei praticanti in testimoni dell’accusa.
Guo ha anche avvisato il pubblico ministero Wang Fei, che era stato assegnato ai casi dei quattro praticanti, di non accettare il reclamo. Wang ha così ignorato le varie richieste sottoposte dalle famiglie dei praticanti che sollecitavano ad archiviare i casi e a non incriminare i loro cari.
Wang ha anche rifiutato di incontrare le famiglie e le ha lasciate all’oscuro sulla situazione dei casi. Ha incriminato i praticanti dopo che la polizia ha sottomesso i casi alla procura il 26 luglio. Le famiglie hanno capito che i loro cari erano stati incriminati solo quando hanno appreso che i rispettivi casi erano stati inoltrati al tribunale di Longkou il 21 agosto.
Chen e Jiao sono state processate il 1° novembre, mentre la situazione del caso di Ge e Wang al momento non risulta chiara.
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