(Minghui.org) Il 2 novembre scorso una donna di 59 anni della città di Hefei è stata condannata a un anno e mezzo di prigione e multata di 2.000 yuan (circa 260 euro) per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Prima dell’ultima sentenza la praticante era stata condannata a cinque anni nel 2010 e a un altro anno nel 2020.

Dopo l’udienza Wang Kezhen, che era libera su cauzione, è stata sottoposta a un esame fisico e da allora è trattenuta in custodia; non è chiaro il luogo esatto dove sia trattenuta la donna.

Arresto

Il 3 agosto dello scorso anno Wang si è recata a curare la praticante locale Zhang Ping, perché quest’ultima si era ferita a causa di una caduta. La sera, quando Wang stava per tornare a casa, quattro agenti della stazione di polizia di Sanlijie hanno fatto irruzione a casa di Zhang e l’hanno arrestata. Il giorno dopo è stata rilasciata su cauzione.

Nel novembre dello scorso anno il vice capo Xu Hailin della stazione di polizia di Sanlijie e il suo ufficiale Zheng Sipu hanno presentato il caso alla procura del distretto di Shushan, dicendo che la donna era stata denunciata più volte per aver parlato del Falun Gong alla gente.

Wang e il suo avvocato hanno presentato una richiesta al procuratore, chiedendo all’agenzia di archiviare il caso e di non incriminarla. Lo scorso febbraio il procuratore Li Weihua ha ignorato la richiesta e l’ha incriminata. Il caso è stato affidato al giudice Ni Na del tribunale del distretto di Shushan, assistito dal giudice Xia Yunjiao.

Dopo che la richiesta di archiviazione del caso è stata respinta anche dal giudice Ni, Wang e la famiglia hanno presentato una denuncia contro di lui, contro il procuratore Li, il vice capo Xu, l’agente Zheng e altri funzionari coinvolti nel suo arresto, tra cui:

- Xie Jienan della stazione di polizia di Qilitang, che supervisiona il suo quartiere- Ruan Jigong, Yang Huai, Cai Ruijie, Xu Yongbing, Dong Keqiang, Yang Lu e Gao Xiaogang della stazione di polizia di Sanlijie.

Processo

Il 6 settembre scorso Wang è stata processata, pochi giorni dopo aver presentato la denuncia. Il procuratore Li l’ha accusata di essere recidiva, poiché in passato era stata condannata due volte a un totale di sei anni, sempre per la sua fede nel Falun Gong. L’ultimo arresto di Wang è avvenuto solo un anno dopo il rilascio dalla sua seconda condanna.

Wang ha risposto: “No, sono state entrambe condanne ingiuste, perché nessuna legge in Cina ha mai criminalizzato il Falun Gong”. Ha detto che il Falun Gong l’ha liberata dal diabete insipido (una malattia che causa una produzione eccessiva di urina) e le ha permesso di vivere una vita normale. Non avrebbe mai dovuto essere incarcerata per aver esercitato il suo diritto costituzionale alla libertà di credo. La praticante ha sfidato Li a specificare quale legge vietasse il Falun Gong, e quest’ultimo non ha saputo rispondere alla domanda.

Li ha affermato che la polizia ha confiscato 130 pagine di materiale del Falun Gong da casa sua. Il marito di Wang ha smentito la cifra, poiché era in casa durante l’irruzione della polizia e ha visto sequestrare solo due pagine di materiale.

Il 2 novembre scorso il giudice Li ha tenuto un’udienza condannando Wang a un anno e mezzo con una multa di 2.000 yuan (circa 260 euro). La praticante ha subito dichiarato che avrebbe fatto appello. L’ufficiale giudiziario l’ha portata via per un esame fisico, e da allora non è più tornata a casa.

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