(Minghui.org) Fu Yanli, di 57 anni, residente a Tai’an nella provincia dello Shandong, il 26 ottobre scorso è stata arrestata per il solo fatto di essere una praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Al momento è in custodia cautelare. La polizia si è rifiutata di rilasciarla, incurante delle preoccupazioni per il suo stato di salute espresse dai familiari.

Arresto

Fu lavorava per il 14° Dipartimento del Ministero delle ferrovie a Tai’an. E’ stata licenziata perché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong ed è stata privata dei contributi pensionistici. Si manteneva con l’affitto di una sua proprietà immobiliare e con la gestione di un negozio di abbigliamento.

Il 26 ottobre scorso tornava a casa dopo essere stata dal parrucchiere, quando è stata arrestata da Zhao Feng dell’Ufficio sicurezza interna assieme ad altri agenti della stazione di polizia di Zhoudian. Le hanno confiscato le chiavi di casa e della motocicletta elettrica.

Gli agenti, tutti in borghese, avevano fatto irruzione nell’abitazione di Fu quando nessuno era in casa, confiscando il suo computer, la stampante, i documenti, e anche del materiale che sua figlia usava per lavoro. Poi hanno sequestrato l’auto di famiglia, e perquisito il negozio d’abbigliamento.

Fu ha chiesto i nomi degli agenti, ma loro si sono rifiutati di risponderle. Non le è stata nemmeno fornita la lista degli effetti confiscati.

Quando, il giorno dopo, il marito di Fu è tornato a casa da una permanenza fuori città, l’Ufficio di sicurezza interna del distretto di Daiyue gli ha ordinato di firmare un mandato di perquisizione. Con il mandato in mano la polizia ha fatto irruzione nell’altra residenza dove non vivevano più. Quando la figlia della coppia ha richiesto che le venissero restituiti gli effetti personali confiscati nella residenza di famiglia primaria, la polizia si è rifiutata. Hanno detto che avevano trovato del materiale inerente al Falun Gong nella casa vuota.

Il 1° novembre i familiari di Fu si sono recati all’Ufficio sicurezza interna di Daiyue. Li ha ricevuti un agente che ha detto di essere estraneo al caso di Fu. Ha anche rifiutato di identificarsi quando loro gli hanno chiesto chi fosse.

Gli hanno detto: “Ce l’avete portata via. La nostra famiglia sta andando in pezzi. Dovreste rilasciarla e restituirci tutto quello che ci avete portato via”. L’agente ha replicato che si stavano occupando del caso e stavano raccogliendo le prove rispettando la legge. Poi si è scusato e se n’è andato.

Si dà il caso che il 1° novembre fosse open day per il direttore dell’Ufficio appelli del dipartimento di polizia. I familiari vi si sono recati e un agente di nome Yin è stato mandato a riceverli. Ecco di seguito la loro conversazione.

Yin: “Ci siamo occupati del caso in accordo con l’Articolo 300 del Codice Penale. Abbiamo dato la notifica della detenzione della signora Fu Yanli a suo marito. Se avete domande andate a casa a interrogare lui. E’ illegale stampare e distribuire dei volantini del Falun Gong, cosa che lei ha fatto. Ha ostacolato l’applicazione della legge”.

Familiari di Fu: “Ma la sua pratica del Falun Gong di fatto non rappresenta un pericolo per l’individuo o la società”.

Yin: “Non è che debba per forza causare un danno effettivo alla società per stabilire che abbia violato la legge. Se la legge stabilisce che i praticanti del Falun Gong violano la legge, allora lei l’ha infranta”.

Familiari di Fu: “Nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong”.

Yin: “Fu ha dato del materiale del Falun Gong a qualcuno di nome Wang perché lo distribuisse e ciò ha causato l’arresto e la detenzione di Wang. Ecco il danno che ha causato”.

Familiari di Fu: “Voi l’avete arrestata e avete fatto irruzione in casa sua. Il marito ha subìto un duro colpo, tanto che ancora non riesce a parlare. A causa vostra non possono più vivere in pace”.

Yin: “Noi non lo chiamiamo saccheggio della casa o arresto illegale. E’ tutto conforme alla legge. Se suo marito sta male dovrebbe andare in ospedale. E’ illegale che voi accusiate noi di essere la causa dei suoi malanni. Abbiamo i filmati delle telecamere di sorveglianza. E’ tutto registrato.”

Rendendosi conto che la conversazione con Yin non portava a niente, i familiari hanno smesso di parlargli e sono ritornati all’ingresso dell’Ufficio sicurezza interna. Sono riusciti a farsi chiamare dall’impiegato alla reception l’agente Zhao Feng, assegnatario del caso.

Gli hanno detto che avevano consultato un avvocato e così appreso che era illegale che la polizia sequestrasse l’auto privata della famiglia e che avrebbero dovuto restituirla immediatamente. Hanno anche detto che Fu soffre da molto tempo di patologie renali ed è allergica ad alcuni medicinali. Sono preoccupati della sua salute e hanno chiesto il suo immediato rilascio. Ecco, di seguito, la conversazione con Zhao.

Zhao: “Ogni cosa che abbiamo fatto è assolutamente legale. Sto attendendomi alla legge nel gestire il suo caso. Non abbiamo ancora deciso cosa fare con lei. Dopo aver terminato le indagini e aver raccolto prove, restituiremo il dovuto, se è dovuto. Se volete far visita a Fu Yanli, potete andare al centro di detenzione di Shilihe”.

Familiari: “Chi dobbiamo ritenere responsabile se le sopravvengono problemi di salute mentre è in custodia cautelare?”.

Zhao: “Chiunque sia responsabile di questo ne dovrà rendere conto”.

Familiari: “Chi è il responsabile dunque?”.

Zhao: “Chiunque sia responsabile di ciò sarà ritenuto responsabile”.

Familiari: “Ci sta prendendo in giro?”.

Zhao: “State parlando di voi stessi?”.

Zhao continuava a parlare, ma i familiari lo hanno interrotto dicendo: “Ci lascia dire due parole? L’auto che avete sequestrato appartiene al marito di Fu. Lei non la usava per distribuire il materiale del Falun Gong. E’ una nostra proprietà privata e ce la dovete restituire. Molte delle cose che avete portato via le usiamo per lavoro; senza di esse il nostro lavoro ne risentirà”.

Zhao: “Abbiamo le nostre procedure. Se non hanno niente a che fare con il caso vi saranno restituite”.

Familiari: “Dovete darci una scadenza. Se ci mettete un anno a svolgere le indagini anche noi dovremo aspettare un anno?”.

Zhao: “Sto solo rispettando l’ordine in cui vanno fatte le cose. Io non ho voce in capitolo, agevolo solo le indagini”.

Familiari: “Fu è in pessime condizioni di salute. Seguiva una dieta speciale a casa. Se stesse male chi ne sarebbe responsabile?”.

Zhao: “Ne parlerò con i miei superiori”.

Familiari: “Possiamo vederla di persona sabato?”.

Zhao: “Quel giorno ho da fare. Non posso rivelare che cosa”.

Familiari: “Se non può decidere lei, dovrebbe parlarne con il suo supervisore il più presto possibile. Ci riaggiorniamo con lei lunedì”.

Non si sa se abbiano mai ricevuto altre notizie sul caso di Fu da allora.

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二零二三年十一月十二日大陆综合消息

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