(Minghui.org) Il 13 ottobre scorso una praticante di 46 anni della città di Jilin è stata ammessa al carcere femminile di Changchun per scontare una pena di quattro anni per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Le autorità non hanno mai notificato alla famiglia di Wang Chunling lo stato del suo caso. Uno dei suoi amici è venuto a conoscenza della condanna per caso, dopo che si era recato al centro di detenzione locale per farle visita; le guardie gli hanno detto che era stata trasferita in prigione.
La condanna di Wang deriva dal suo arresto avvenuto il 3 gennaio dello scorso anno per aver distribuito materiale riguardante il Falun Gong. La polizia l’ha picchiata e le ha rotto un pollice mentre cercava di imprimere le sue impronte digitali su alcuni documenti. É stata detenuta per tre mesi e rilasciata su cauzione. In seguito la polizia l’ha convinta con l’inganno a recarsi dal procuratore locale per firmare il suo fascicolo, ma è stata incriminata e le è stata attribuita una nuova cauzione di un anno. Il 4 maggio scorso è uscita per distribuire materiale del Falun Gong, ma è stata nuovamente arrestata. Di recente un’amica si è recata al centro di detenzione della città di Jilin per consegnarle alcuni beni di prima necessità e le è stato detto che era stata trasferita in prigione il 13 ottobre.
Arrestata lo scorso gennaio e picchiata dalla polizia
Il 3 gennaio dello scorso anno Wang è uscita per distribuire materiale informativo sul Falun Gong e una passante l’ha denunciata. Quattro agenti della stazione di polizia di Xinghua sono andati ad arrestarla, ma lei si è rifiutata di seguirli. Un agente l’ha presa a calci e spinta all’interno dell’auto.
Wang è stata trattenuta presso la stazione di polizia di Xinghua per quasi 30 ore. Il giorno dopo si è rifiutata di rispondere alle loro domande e un agente l’ha schiaffeggiata, un altro l’ha colpita all’addome e le ha chiesto se credeva nel Partito comunista, lei ha risposto che credeva nel Maestro del Falun Gong.
Un giovane ufficiale, Yang Zhongyu, ha ordinato a Wang di imprimere le sue impronte digitali sui documenti del suo caso. La praticante si è rifiutata, ma Yang ha chiamato altri tre agenti che le hanno tenuto le braccia e le mani e hanno cercato di costringerla a rilasciare le impronte digitali sui documenti. Un agente ha usato una forza tale da romperle un pollice, e solo allora si sono fermati.
Quel pomeriggio la polizia ha afferrato l’altra mano della donna e le ha messo il dito sul tampone d’inchiostro. Proprio mentre la polizia la costringeva a imprimere le impronte digitali sui documenti, Yang ha tentato di colpire la sua mano, ma Wang è riuscita a ritirare rapidamente la mano e il pugno di Yang è atterrato sul tavolo, così forte da provocargli l’abrasione di un’ampia porzione di pelle. Yang ha anche tentato di dare un calcio alla gamba della praticante ma, per mantenere l’equilibrio, lei ha fatto un passo indietro proprio mentre ritirava la mano. Yang ha dato un calcio alla gamba del tavolo e ha urlato di dolore.
Yang ha portato Wang nel bagno, dove non c’erano telecamere di sorveglianza, le ha dato uno schiaffo e l’ha colpita al petto e alla spalla; le ha anche ordinato di recitare le poesie del Falun Gong per tre minuti. La praticante sospettava che stesse cercando di registrare la sua voce per fabbricare prove contro di lei o usarle per sorveglianza, così non ha obbedito.
Le informazioni su Wang erano già nel database della polizia, perché la donna era stata arrestata nel 2020 e detenuta per 10 giorni. Gli agenti hanno chiamato il marito, la figlia e la suocera per confermare la sua identità e l’hanno portata al centro di detenzione della città di Jilin.
Tre mesi di sofferenze nel centro di detenzione
Le guardie del centro di detenzione hanno sottoposto Wang a un intenso lavaggio del cervello per costringerla a rinunciare al Falun Gong, ma la donna ha mantenuto la sua fede e non le è stato permesso di praticare gli esercizi, di parlare, di fare la doccia, e doveva chiedere il permesso prima di usare il bagno.
Dopo due mesi di detenzione nella città di Jilin è scoppiata un’epidemia di COVID-19 e le condizioni carcerarie già precarie sono peggiorate; il cibo fornito consisteva in una pasta di mais acida e densa con un po’ di zuppa. Dopo aver mangiato Wang e molte altre detenute soffrivano di bruciori di stomaco, vomito e costipazione.
Le guardie hanno portato via tutta la carta igienica, così le detenute hanno dovuto ingegnarsi per pulirsi dopo aver usato il bagno. Nel bagno c’era una telecamera di sorveglianza.
Molestata dopo il rilascio
Il 16 aprile dello scorso anno Wang è stata rilasciata su cauzione. La polizia l’ha portata a casa e ha perquisito l’abitazione. In seguito gli agenti sono tornati altre volte per molestarla. Verso la metà di agosto dello scorso anno due agenti della stazione di polizia di Shanqian hanno bussato alla porta, ma in casa c’era solo la figlia e la polizia se n’è andata perché non ha trovato oggetti del Falun Gong.
Incriminata durante la libertà provvisoria
Lo scorso gennaio la famiglia ha ricevuto una telefonata dall’agente Yang. L’uomo ha comunicato che la cauzione di 1.000 yuan (circa 130 euro) poteva essere restituita ai familiari e che questi dovevano recarsi alla stazione di polizia per ritirarla.
Wang è andata alla stazione, ma è stata portata da Yang alla procura del distretto di Changyi, dove il procuratore Li Xiaozhao le ha ordinato di firmare un fascicolo, ma lei si è rifiutata. Li l’ha minacciata che sarebbe dovuta ritornare nuovamente dal procuratore, prima di poterle restituire il denaro.
Il 6 febbraio Yang ha chiamato nuovamente Wang e le ha ordinato di presentarsi dal procuratore. Lei ci è andata con la suocera, alla quale però non è stato permesso di entrare con lei.
Il procuratore Li ha chiesto a Wang se si fosse dichiarata colpevole. La donna ha insistito sul fatto di non aver violato alcuna legge e si è rifiutata di firmare. La suocera è entrata nella stanza e ha detto a Li che la nuora era una persona meravigliosa, che la trattava molto bene, Li ha detto loro di andare a casa e di tornare la mattina dopo.
Il giorno dopo Wang è tornata dal procuratore con la figlia. Li le ha portate entrambe al tribunale del distretto di Changyi e, invece di restituire la cauzione di 1.000 yuan promessa, è stato ordinato a Wang di pagare altri 2.000 yuan (circa 260 euro) e di far firmare alla figlia il fascicolo come garante; in caso contrario l’avrebbero portata al centro di detenzione.
Temendo che la madre venisse arrestata, la figlia ha comunicato il suo numero di telefono e ha firmato il documenti col suo nome di famiglia “Chen”.
A Wang sono stati consegnati due avvisi: uno di questi era un atto di accusa della procura del distretto di Changyi. Il procuratore Li l’ha accusata di non essersi dichiarata colpevole e ha raccomandato per lei una pena detentiva di quattro anni. Il tribunale ha inoltre imposto una cauzione di un anno e le ha ordinato di presentarsi in tribunale ogni volta fosse stata convocata. Alla praticante è stato inoltre vietato di viaggiare fuori città.
Ripresa in custodia il 4 maggio 2023
Il 4 maggio scorso Wang è stata nuovamente arrestata per aver distribuito informazioni sul Falun Gong. Gli agenti della stazione di polizia di Xin’an l’hanno portata al centro di detenzione della città di Jilin.
Non ci sono stati aggiornamenti da parte delle autorità sul suo caso. Di recente un amico è andato a consegnarle delle cose al centro di detenzione ed ha appreso che Wang era stata trasferita al carcere femminile della provincia dello Jilin il 13 ottobre. La famiglia non è mai stata informata dell’eventuale processo e della sentenza.
Persecuzioni passate
Poco dopo l’inizio della persecuzione del 1999, Wang ha iniziato a praticare il Falun Gong avendo visto come sua madre, che soffriva di gibbo e di vari disturbi, si è ripresa ed è diventata completamente sana dopo aver imparato la pratica. Vivendo secondo i principi del Falun Gong di Verità, Compassione e Tolleranza, ha migliorato il suo carattere ed è diventata più premurosa.
Dopo aver scoperto che all’inizio del 2015 Wang aveva presentato una denuncia penale contro l’ex dittatore cinese Jiang Zemin, per aver ordinato la persecuzione, la polizia locale ha ritenuto Wang un obiettivo chiave da perseguire. Intorno a luglio 2015 l’agente Li Yanchun della stazione di polizia della città di Gangyao l’ha chiamata e ha minacciato di arrestarla per aver presentato la denuncia.
Ogni volta che la polizia riceveva l’ordine di arrestare un certo numero di praticanti del Falun Gong andava a cercarla. A volte gli agenti rimanevano fuori dal suo appartamento per diversi giorni di fila, nel tentativo di catturarla quando usciva (dato che si rifiutava di aprire la porta). L’agente Zhu Hongyu, della stazione di polizia della città di Gangyao, si è presentato a casa sua il 18 gennaio 2016, ma lei non c’era, così Zhu ha minacciato il suocero.
Nell’ottobre 2017, durante il 19° Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese, la polizia ha molestato Wang almeno cinque volte. Una volta gli agenti hanno minacciato il marito quando lei non era in casa. Gli hanno ordinato di dire a Wang di presentarsi alla stazione di polizia e hanno promesso di non molestarla più, tuttavia l’hanno molesta sulla strada di casa, parcheggiando l’auto della polizia fuori dal suo appartamento per ore e ore. La praticante è stata costretta a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia, cosa che ha turbato molto il marito e il figlio.
Il 10 novembre 2020 Wang è stata segnalata all’amministrazione della proprietà per aver distribuito materiale del Falun Gong in un quartiere ed è stata arrestata. Alla stazione di polizia è stata legata su una sedia di ferro e ammanettata dietro la schiena. La polizia le ha afferrato i capelli e scattato una foto. La donna si è opposta all’ordine della polizia di imprimere le proprie impronte digitali su un documento e gli agenti hanno cercato, senza successo, di costringerla alla sottomissione, ferendole le dita.
Infine è stata arrestata il 10 novembre 2021 per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong, e trattenuta per 10 giorni nella prigione della città di Jilin.
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