(Minghui.org)

Nome: Jia GuiqinNome cinese: 贾桂芹Genere: DonnaEtà: 74Città: ChaoyangProvincia: LiaoningOccupazione: Proprietaria di una macelleriaData della morte: 28 ottobre 2023Data dell’ultimo arresto: 24 aprile 2010Luogo di detenzione più recente: Carcere femminile della provincia del Liaoning

Jia Guiqin

Il 24 aprile scorso, quando è uscita dalla prigione femminile della provincia del Liaoning, Jia Guiqin della città di Chaoyang, nella provincia del Liaoning, non era più la stessa persona che la sua famiglia conosceva. Dopo aver scontato 13 anni per la sua fede nel Falun Gong la donna, un tempo sana, era ingobbita e non riusciva a riconoscere suo marito. Una guardia carceraria ha detto: “È un miracolo che questa donna anziana sia sopravvissuta a tutti questi anni di prigione”.

Jia, tuttavia, non ricordava molto di ciò che aveva passato. Dopo il suo ritorno a casa parlava raramente. Quando apriva bocca, palava di frammenti di vita vissuta in prigione. La sua famiglia l’ha sentita dire: “Non mi è stato permesso di dormire perché mi sono rifiutata di rinunciare al Falun Gong... tre o quattro persone mi hanno seguita e non mi hanno permesso di parlare... Non volevo prendere nessuna pillola, ma sono stata costretta. Sono caduta in coma dopo aver preso le pillole e sono stata portata d’urgenza in ospedale...”.

Jia aveva problemi ad addormentarsi e lamentava anche mal di testa. Sei mesi dopo il suo rilascio, il 28 ottobre scorso, è deceduta all’età di 74 anni.

Arrestata insieme al marito nel 2010

Il 24 aprile 2010 gli agenti della stazione di polizia di Qianjin hanno fatto irruzione nell’abitazione di Jia e hanno arrestato lei e suo marito, Li Hua, per la loro fede condivisa nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale, nota anche come Falun Dafa, che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Ai coniugi sono stati confiscati il computer, i libri del Falun Gong e più di 70.000 yuan (circa 9.120 euro) in contanti.

Mentre erano entrambi reclusi nel centro di detenzione di Wujiawa, i loro familiari si sono recati alla stazione di polizia e alla sua agenzia di supervisione, il Dipartimento di polizia distrettuale di Chaoyang, nonché alla procura e al tribunale distrettuale di Shuangta, per chiedere il rilascio dei coniugi e l’archiviazione del caso. Le autorità li hanno invece intimiditi. Il 12 luglio 2010 tre agenti della stazione di polizia di Guangming hanno fermato la nuora per strada e l’hanno interrogata per diverse ore su chi fossero i pochi parenti con cui si era recata a chiedere il rilascio dei suoceri.

Condannata a 13 anni per la sua fede

Il giudice Bai Lan del tribunale distrettuale di Shuangta ha ostacolato gli sforzi della famiglia per assumere un avvocato e difendere Jia e Li, che si sono ritrovati senza rappresentanza legale.

Il 14 luglio 2010 i coniugi sono stati processati. Erano presenti anche i giudici aggiunti Zhang Xiaohua e Wang Cuiling, il cancelliere Zhang Xiaofan e il procuratore Liu Fei. Liu li ha accusati entrambi di “usare un’organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge”, un pretesto standard usato per incastrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong. Il procuratore si è anche vantato del fatto che tutti i praticanti locali condannati dal 2002 erano il risultato della sua accusa contro di loro.

In seguito Jia è stata condannata a 13 anni e suo marito a 3 anni con 5 di libertà vigilata. Il tribunale intermedio della città di Chaoyang ha respinto l’appello di Jia e ha persino chiamato la sua famiglia per minacciarla dopo la sentenza: “Anche se assumete un avvocato per presentare una mozione e contestare la nostra sentenza, non sarà autorizzato a incontrarla. La nostra decisione è definitiva!”.

Ammessa in prigione dopo che la polizia ha aggirato il sistema

Dopo l’arresto, Jia ha sviluppato un’ipertensione e per la legge non era idonea a continuare la detenzione. Per farla ammettere in prigione, la polizia ha aggiunto all’acqua un farmaco contro l’ipertensione, a sua insaputa, e gliel’ha fatta bere con l’inganno. In questo modo il 13 settembre 2010 ha superato l’esame fisico richiesto ed è stata ammessa nel carcere femminile della provincia del Liaoning. In seguito, grazie a un informatore, i suoi familiari sono venuti a conoscenza dell’imbroglio della polizia.

Ripetutamente torturata per aver gridato “La Falun Dafa è buona!”

Nei primi anni di detenzione, ogni giorno Jia ha gridato: “La Falun Dafa è buona!” ed è stata picchiata. Sotto le direttive delle guardie carcerarie, le detenute la legavano spesso a una panca e la picchiavano selvaggiamente. Le riempivano anche la bocca con stracci sporchi o carta igienica usata, per impedirle di parlare. Tra i principali responsabili delle sue torture vi erano le detenute Xu Hua, Zhang Xiaoying, Liu Hongxin e Wei Shijun.

Mentre alcune guardie carcerarie fingevano di essere gentili con Jia e ordinavano alle detenute dietro di lei di picchiarla, altre guardie la torturavano direttamente. Una volta il capitano della squadra, Guo Xu, l’ha picchiata selvaggiamente nel suo ufficio. È stata anche messa due volte in isolamento per aver gridato “La Falun Dafa è buona!”.

Il 5 luglio 2013 è stata la prima volta in isolamento, ad opera del capitano Guo e del capo sezione Qu Xiaoqing. La cella d’isolamento era fredda e umida, priva di luce solare. Jia è stata costretta a dormire sul gelido pavimento di cemento, senza neanche un lenzuolo. Per protestare ha iniziato uno sciopero della fame e una settimana dopo è stata mandata in ospedale. Non è chiaro se abbia ricevuto trattamenti o se sia stata nutrita a forza. È stata presto riportata in cella d’isolamento, dove è stata trattenuta per un totale di 32 giorni.

Il 14 agosto 2013 è avvenuta la seconda detenzione in isolamento. Jia ha nuovamente iniziato uno sciopero della fame ed è stata portata in ospedale per essere sottoposta ad alimentazione forzata. Le sono stati somministrati sette flaconi di flebo al giorno, con le mani ammanettate alla struttura del letto. Non le è stato permesso di lavarsi o di usare il bagno (le guardie carcerarie hanno fatto usare alle detenute una bacinella per raccogliere i suoi rifiuti). Dopo un periodo di tempo imprecisato in ospedale, è stata riportata in cella d’isolamento, dove è stata tenuta fino al 4 settembre 2013. Una detenuta che l’ha intravista per caso ha riferito di aver visto la sua testa sanguinare (la causa dell’emorragia non era chiara).

Oltre alle percosse e alla detenzione in isolamento, Jia è stata sottoposta ad altre forme di abuso, tra cui l’essere costretta a restare in piedi per lunghi periodi di tempo, l’essere privata privata del sonno, presa a calci, trascinata per i capelli, spogliata dei suoi vestiti e sottoposta a rovesci di acqua fredda su tutto il corpo.

Alla fine del 2019, durante un controllo sanitario, le è stato riscontrato un grosso nodulo sulla testa ed è stata ricoverata per un periodo di tempo. Non era chiaro se il nodulo fosse il risultato delle percosse o di una patologia. Dopo essere stata riportata in prigione, è stata costretta ad assumere farmaci sconosciuti, che le hanno provocato vertigini e successivamente un disturbo mentale.

Nonostante le torture incessanti, durante i 13 anni di detenzione Jia non ha mai vacillato nella sua fede. Lo scorso 24 aprile è uscita viva dalla prigione, per poi morire sei mesi dopo. La sua famiglia era affranta dal fatto che una vita trasformata dal Falun Gong fosse stata distrutta dal Partito Comunista Cinese.

Salute ristabilita

Jia era fragile e malaticcia fin da bambina. Soffriva di una grave forma di artrite reumatoide, di una patologia cardiaca, di una malattia agli occhi, rinite e altre patologie. Con l’avanzare dell’età, i suoi sintomi non hanno fatto che peggiorare e nessun trattamento le è stato d’aiuto. Le sue articolazioni si sono deformate e il dolore era insopportabile. In seguito, riusciva a malapena a prendersi cura di sé. Il marito faticava ad accudirla, a sbrigare tutte le faccende domestiche e a occuparsi dell’attività di famiglia, la macelleria.

Il destino di Jia è cambiato quando qualcuno le ha fatto conoscere il Falun Gong. Dopo un mese di pratica, tutte le sue malattie sono miracolosamente scomparse e non ha più avuto bisogno degli occhiali che aveva portato per decenni. È stata anche in grado di gestire di nuovo la macelleria.

Jia è diventata anche una persona più gentile e premurosa, perché si sforzava di vivere secondo i principi del Falun Gong di Verità, Compassione e Tolleranza.

Un’apprezzata imprenditrice

La macelleria di Jia era molto conosciuta tra la gente del posto, perché offriva prodotti di alta qualità a prezzi ragionevoli. Persino i suoi concorrenti si rivolgevano a lei quando desideravano della buona carne che i loro negozi non offrivano.

Dopo aver notato che un cliente anziano aveva problemi di mobilità, Jia si è offerta di consegnargli gratuitamente la carne a casa sua. Lo ha fatto per molti anni e l’anziano ha detto che aveva scoperto la bontà del Falun Gong, solo guardando come si comportava Jia.

Una suocera amata

Jia ha invitato la suocera, costretta a letto, a vivere con lei dopo la morte del marito. Si è presa cura dell’anziana donna per molti anni, fino alla sua morte.

La suocera di Jia era così così commossa dalla sua pietà filiale che ha scritto nel suo testamento di voler lasciare la sua unica casa al figlio di Jia. La donna, tuttavia, si è offerta di condividere la casa con la sorella del marito. Il cognato si è meravigliato che solo il Falun Gong potesse aver reso Jia così generosa da dividere l’eredità.

In Cina, il rapporto difficile tra suocere e nuore è un tema costante. Jia, tuttavia, andava d’accordo con la nuora. Trattava la giovane donna come se fosse sua figlia, guadagnandosi il suo rispetto e affetto.

Il 24 aprile 2010, dopo che Jia e il marito sono stati arrestati, la nuora è tornata a casa e ha trovato la loro residenza comune in grande disordine, con più di 70.000 yuan in contanti che mancavano, destinati all’acquisto di carne per il negozio. Il loro figlio, che allora aveva 10 mesi, piangeva per i nonni e si è ammalato.

Nonostante queste difficoltà, la nuora di Jia ha detto di aver imparato dalla suocera a essere forte, e che avrebbe perseverato.

Un vicino generoso

Il condominio dove Jia abitava non aveva un ufficio di gestione. Per molti anni, ogni famiglia ha contribuito ad assumere persone per pulire la fonte di acqua potabile dell’edificio, un pozzo. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, lei e suo marito si sono offerti di coprire tutte le spese di pulizia del pozzo. I vicini sono rimasti commossi dalla loro generosità.

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