(Minghui.org) Negli ultimi sei mesi una donna di 77 anni di Chongqing ha dovuto affrontare continue molestie per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal luglio 1999. La polizia ha anche minacciato di condannarla alla prigione se non avesse rinunciato al Falun Gong.

Le molestie subite da Zhu Jingrong hanno avuto origine dal suo arresto nel giugno di quest’anno. Il 5 giugno è stata denunciata alla polizia, per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong e, due giorni dopo, è stata arrestata da sei agenti del dipartimento di polizia del distretto di Beibei e da due membri del personale del quartiere di Mingju. Gli agenti hanno messo a soqquadro la sua abitazione senza mostrare i loro documenti e le hanno confiscato i libri e il ritratto del fondatore del Falun Gong, oltre ad alcune banconote stampate con informazioni sul Falun Gong (un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla persecuzione, data la rigida censura in Cina).

Zhu è stata portata alla stazione di polizia di Caijia per essere interrogata. La donna ha cercato di chiarire la verità sul Falun Gong e ha spiegato alla polizia come, dopo aver iniziato a praticare, nel dicembre 1998, sia diventata una persona migliore, inoltre ha visto scomparire le sue patologie cardiache e gastriche, oltre all’artrite reumatoide. Ha invitato gli agenti a non partecipare alla persecuzione e si è rifiutata di firmare i verbali degli interrogatori.

Più tardi la polizia ha portato Zhu all’ospedale di medicina cinese di Beibei per un esame fisico. Le è stata riscontrata una pressione sanguigna pericolosamente alta ed è stata riportata alla stazione di polizia. Gli agenti l’hanno tenuta ammanettata per tutta la notte e non le hanno dato niente da mangiare.

Quando, il giorno dopo, la polizia ha portato Zhu al locale centro di detenzione, le è stata negata l’ammissione a causa della pressione alta. L’8 giugno scorso la donna è stata stata rilasciata su cauzione.

Il 18 luglio gli agenti hanno riportato Zhu alla stazione di polizia di Caijia e l’hanno interrogata su dove avesse preso il materiale del Falun Gong e su chi avesse stampato i messaggi sulle banconote. La donna si è rifiutata di rispondere alle loro domande. Alla fine, prima di avere il permesso di tornare a casa, è stata costretta a firmare un elenco degli oggetti confiscati.

Il 24 novembre un agente di polizia ha chiamato il marito di Zhu, chiedendogli se fosse in casa. La donna ha risposto al telefono, chiedendo alla polizia se avessero domande da farle. L’agente ha risposto che doveva recarsi alla stazione di polizia per firmare un documento che, in seguito, sarebbe stato trasmesso al tribunale. Zhu ha risposto che doveva rimanere a casa per prendersi cura del marito malato e che non sarebbe andata.

Il giorno successivo la polizia si è ripresentata a casa di Zhu, chiedendole ancora di firmare il documento (non è chiaro quale fosse esattamente). Quando la donna si è rifiutata di firmarlo, la polizia le ha detto: “Non fa differenza se lo firmi o meno. Il tribunale ti condannerà comunque, anche senza la tua firma. Non saremo così gentili la prossima volta che torneremo”. Più tardi gli agenti se ne sono andati.