(Minghui.org) Il Maestro ha detto nell'articolo “Stai lontano dal pericolo”:
“Sebbene alcune persone siano nell’ambiente dei discepoli della Dafa, non sono riuscite a entrare nella vera coltivazione, e nei momenti critici usano sempre gli attaccamenti umani, le nozioni umane e le emozioni umane per valutare i problemi…”
Mentre leggevo ripetutamente l'articolo, continuavo a chiedermi cosa intendesse il Maestro con “attaccamenti umani, le nozioni umane e le emozioni umane”? Sono fondamentalmente diversi l'uno dall'altro? Quali sono esattamente gli attaccamenti umani che dobbiamo eliminare? Da dove provengono o si evolvono gli attaccamenti? Perché emergono ripetutamente? Perché a volte è facile riconoscere un attaccamento ed eliminarlo, mentre altre volte è terribilmente difficile farlo?
Negli ultimi due decenni di coltivazione, anche se ho continuato a rimuovere vari attaccamenti, due decenni dopo ne avevo ancora molti che continuavano a emergere. Potrebbero essere attaccamenti nuovi o vecchi che si manifestano in modi diversi. Di alcuni pensavo di essermi liberato, ma in seguito sono tornati ancora più forti. Prendiamo, ad esempio, l'attaccamento alla comodità; in passato l'avevo trovato, preso sul serio ed eliminato. Tuttavia, continuava a tornare come se il desiderio fosse infinito.
Attaccamenti e desideri non hanno mai smesso di tormentarmi e il mio stato di coltivazione era per lo più instabile. Quando leggevo la Fa, sembrava che non ci fosse nulla che non potessi lasciare andare. Eppure, non appena mettevo giù i libri, diventavo più simile a una persona comune che a un praticante e le cose più piccole riuscivano a toccarmi il cuore. Dopo averci pensato attentamente, non sono riuscito a capire quale fosse esattamente il mio problema.
Quando ho studiato i primi articoli del Maestro e le lezioni della Fa, sono diventato improvvisamente consapevole del concetto di nozioni di cui il Maestro aveva ripetutamente parlato. Prima che iniziasse la persecuzione, il Maestro menzionava le nozioni umane in quasi tutte le sue lezioni. Nello Zhuan Falun ha parlato ripetutamente delle nozioni umane e da diverse angolazioni:
“Le cose più difficili da abbandonare, per un essere umano, sono i suoi concetti. Alcune persone non riescono a cambiare anche se devono perdere perfino la vita per i loro falsi principi.” (“Per chi esistete?”, Elementi essenziali per un ulteriore avanzamento)
La maggior parte delle volte, credo fermamente che ciò che penso e faccio sia corretto o conforme alla Fa, e continuo a pensare e ad agire di conseguenza. Ma sono davvero corretti? Provengono dal mio vero sé?
Il Maestro ha detto:
“Vi rendete conto dell’effetto che svolge la mescolanza dei vostri concetti formati dopo la nascita, i vostri concetti formati nei differenti periodi di tempo, e il vostro karma di pensiero che entra in gioco quando parlate?” (“Insegnamento della Fa alla Conferenza della Fa della zona orientale degli Stati Uniti”)
La verità è che la maggior parte delle volte le nostre parole e azioni sono controllate dalle nostre nozioni e non dal nostro vero sé. Negli anni in cui ho coltivato sembrava che trovassi ed eliminassi gli attaccamenti, ma non prestavo attenzione alle mie nozioni umane. Credevo che mangiare cibi freddi avrebbe causato l'accumulo di acqua nel mio corpo; stare in piedi troppo a lungo mi facesse gonfiare le gambe; che le persone diventano facilmente assonnate o stanche in certe stagioni; quando le persone si stancano, hanno bisogno di riposarsi o dormire; ed è difficile calmarsi dopo uno shock o uno spavento. Tutte queste nozioni umane derivano da ciò che ho imparato e sperimentato e gradualmente sono diventate per me fatti e principi assodati.
Come praticanti, dovremmo comportarci meglio della gente comune. Mi definivo un praticante ma non sapevo se stessi veramente coltivando o se sapessi il vero significato di coltivare.
Non sto cercando di dubitare o negare il mio passato ponendo queste domande. Sento il bisogno di guardarmi dentro ed essere di nuovo sicuro della domanda fondamentale: “cos’è la coltivazione?” Le cose che il Maestro chiama “attaccamenti umani” sono forse le decine di migliaia di idee, concetti e nozioni che abbiamo formato nel lungo periodo nella società umana e sono le radici che alimentano l’ossessione e il karma.
Il significato di “nozione” (guan nian) in cinese è “osservare e pensare”. Significa letteralmente che, poiché una persona può vedere, pensa a ciò che vede, e i suoi pensieri formano una nozione che, dopo un po', diventa un attaccamento. Una volta ho sentito qualcuno dire che la propria abilità determina ciò che si può vedere. Tuttavia, non importa quanto siano elevate le proprie capacità e il proprio livello, si crederà comunque che ciò che si vede con i propri occhi sia vero.
Vedere significa credere. Sebbene le persone possano avere comprensioni diverse della stessa cosa, nessuno può sfuggire al modo di pensare umano. Finché una persona è viva, ha un modo di pensare che gli fornisce punti di vista, concetti, ideologie, credenze, forma esperienze o persino ossessioni basate su ciò che vede e sente. Quindi usa le proprie opinioni, convinzioni ed esperienze per giudicare le persone e le cose. Questo è un modo di essere inevitabile per una persona comune. Noi però, in quanto praticanti, dobbiamo imparare a evitare di formare nozioni e giudicare le cose con esse. Allo stesso tempo dobbiamo scoprire ed eliminare quelle che abbiamo.
Il Maestro ha detto:
“Una nozione, una volta formatasi, vi controllerà per tutta la vita, influenzando il vostro pensiero e anche tutte le vostre emozioni: felicità, collera, tristezza e gioia. Si forma dopo la nascita. Dopo lungo tempo, questa cosa diventerà parte del pensiero di una persona, si fonderà nel cervello del vero sé di quella persona, e a quel punto formerà il suo temperamento.
Le nozioni che si saranno formate controlleranno una persona e la ostacoleranno per il resto della sua vita” (“La natura di Budda”, Zhuan Falun II)
Un uomo vive la vita in modo da proteggere i propri interessi e preservarsi dal pericolo, consapevolmente o inconsapevolmente. Gli attaccamenti e i desideri di un uomo sono generati per soddisfare i suoi bisogni. Prendiamo ad esempio il mio attaccamento alla comodità. Credo che le cose debbano essere fatte con il minimo sforzo, anche sul lavoro. I miei colleghi dicono che mi concentro sull'efficienza e che sono bravo nella gestione del tempo. Io però sapevo di essere pigro, di temere i guai e di desiderare la comodità. Vivevo comodamente in superficie, ma il mio vero sé era addormentato e semplicemente non era quello.
Quando ho usato questo concetto nella coltivazione, ho smesso di trattare seriamente il mio percorso. Una volta, mentre distribuivo i volantini della Falun Dafa, ne ho messi una pila in un posto pensando: “Non è facile arrivare fin qui. Meglio lasciarne tanti, così non dovrò tornarci troppo presto”. Non stavo pensando di salvare le persone, ma ero preoccupato per il mio tempo e i miei sforzi. Come potrei prendere delle scorciatoie nella coltivazione, nel convalidare la Fa e nel salvare le persone? Ogni vita salvata e ogni miglioramento apportato deriva da ogni passo concreto che facciamo dal momento in cui investiamo nella nostra coltivazione.
Allora quando si è formato il mio attaccamento alla comodità e come si sono evolute le mie nozioni?
Quando inizialmente ho imparato la Fa, non avrei mai pensato che fosse problematico uscire più volte al giorno per studiare la Fa e fare gli esercizi. Quando stavo fuori per molto tempo non mi sentivo impaziente o volevo andarmene. Qualunque cosa accadesse, ero semplicemente felice di vedere altri praticanti e stare con loro. L'attaccamento alla comodità si è manifestato dopo che mi sono trasferito in Germania.
Ho perso l'ambiente per studiare regolarmente la Fa che avevo in Cina e non ero in grado di gestire bene il tempo. Con i compiti e le faccende domestiche che avevo e altre cose che volevo imparare o fare per soddisfare le mie esigenze, il tempo era ristretto. A poco a poco sono diventato più efficiente e orientato agli obiettivi. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era ottenere più cose in meno tempo. La mentalità di essere efficiente e i vantaggi che ne ho ottenuto, oltre alle esperienze di successo che ho accumulato, mi hanno cambiato. Ho iniziato ad avere l'abitudine di prendere scorciatoie in tutto ciò che facevo e il mio attaccamento alla comodità è derivato da questo. Il tempo che risparmiavo essendo efficiente non veniva utilizzato per studiare la Fa, fare gli esercizi o fare il lavoro per la Dafa. Il tempo veniva speso in cose insignificanti come riposare, leggere un romanzo o navigare in Internet. All’inizio ho trovato delle ragioni per convincermi che andasse bene essere rilassati. Successivamente, la ricerca della comodità non mi ha più infastidito e me ne sono semplicemente abituato.
La coltivazione è seria e, allo stesso tempo, rigorosa. Come praticante, non dovrei cercare costantemente scuse per assecondare il mio lato umano. Ho negoziato con il Maestro con la scusa: “Vivo ancora tra la gente comune e ho un lato umano”. Ho cercato di abbassare gli standard della coltivazione.
Il Maestro ha detto:
“Allora in mezzo al processo di coltivazione, non dobbiamo attenerci agli standard più elevati? Se dite, “Prima di raggiungerli posso ancora usare i concetti umani per valutare e misurare me stesso”, allora sarete sempre un essere umano.” (“Insegnare la Fa alla Conferenza in Nuova Zelanda”)
Il Maestro ha sempre enfatizzato l'importanza di eliminare le nozioni umane e il fatto di andare oltre la superficie umana. Ci ha detto:
“Ma è veramente difficile spezzare il pensiero e le nozioni acquisiti dopo la nascita, perché questa è la coltivazione.” (“La natura di Budda”, Zhuan Falun II)
Dobbiamo rinunciare agli attaccamenti umani per trovare il nostro vero sé.
Quanto sopra è la mia comprensione dal recente studio della Fa. Per favore, gentilmente, fatemi notare tutto ciò che non è in linea con la Fa.
Nota dell’editore: Questo articolo rappresenta soltanto l’attuale comprensione dell’autore destinata alla condivisione tra i praticanti, in modo da permetterci di seguire le parole del Maestro: “confrontatevi nello studio e nella coltivazione” ("Coltivazione salda", Hong Yin)
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