(Minghui.org) Poche settimane dopo il suo arresto, avvenuto il 7 novembre scorso Xu Xiuzhen, della città di Gaomi nella provincia dello Shandong, è stata condannata a due anni e mezzo di prigione per aver praticato il Falun Gong, una disciplina per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Xu è attualmente trattenuta nel centro di detenzione della città di Weifang. Non sono chiari i dettagli della sua incriminazione, del processo e della sentenza.

Prima del verdetto di Xu, all’inizio di quest’anno la figlia maggiore, Qin Shaohua, è stata condannata in segreto a due anni e mezzo, sempre per la sua fede nel Falun Gong.

La figlia di 10 anni della donna viveva con lei e il marito. Tuttavia, quasi 10 anni fa, il Comitato per gli affari politici e legali della città di Gaomi, un’agenzia extragiudiziaria incaricata di supervisionare la persecuzione, ha costretto la bambina a trasferirsi in un’altra scuola e a vivere con il padre, separatosi dalla madre.

L’arresto di Xu da parte della stazione di polizia della città di Xiazhuang è stato ordinato da Gao Jie, capo dell’Ufficio 610 della città di Gaomi e dell’Ufficio per la sicurezza interna locale. Il giorno dopo il suo arresto anche il marito, Qin Songfa, è stato arrestato dagli agenti della stessa stazione di polizia ed è stato portato al centro di detenzione di Gaomi. La seconda figlia dei coniugi, Qin Shaoying, è rimasta così traumatizzata dalla persecuzione che ha avuto un esaurimento nervoso. Il 10 novembre scorso il figlio della coppia, Qin Jin, è stato arrestato e interrogato in una stazione di polizia per 24 ore, prima di essere rilasciato. La polizia ora tiene sotto controllo il suo cellulare.

Condannata la figlia maggiore

Il calvario della famiglia è scaturito il 31 maggio dell’anno scorso, quando la figlia maggiore, Qin Shaohua, è stata arrestata dopo che era stata denunciata da due addetti alla gestione immobiliare per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong nella sua zona residenziale. La polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione e la sera stessa la donna è stata rilasciata su cauzione.

Il tribunale della città di Gaomi ha fissato un’udienza sul caso di Qin per il 1° dicembre dell’anno scorso. La donna non vi ha partecipato e, l’8 febbraio scorso, è stata arrestata e portata al centro di detenzione della città di Weifang. La famiglia non ha ricevuto aggiornamenti ufficiali sul suo caso e solo il 17 luglio scorso ha scoperto che era stata condannata a due anni e mezzo.

I genitori di Qin hanno scritto lettere di denuncia contro gli agenti della stazione di polizia di Furi che hanno arrestato la figlia e contro altri responsabili coinvolti nella sua persecuzione. Nei mesi successivi, Xu e Qin hanno spedito più di 400 lettere a varie agenzie a livello centrale, provinciale, comunale e di municipale.

Quando, a metà del mese di aprile, Qin si è recato da Xu Bo (non parente della moglie), segretario del villaggio Yimin, il funzionario ha chiamato Wang Dapeng, segretario del Comitato per gli affari politici e legali della città di Gaomi, per ricevere istruzioni. Dopo aver riattaccato il telefono, Xu ha detto a Qin: “Non scriva più lettere di reclamo. Non mi dia altri grattacapi!”.

La persecuzione della madre e della seconda figlia

Il 3 marzo scorso Xu e la sua seconda figlia, Qin Shaoying, sono state arrestate dopo essere state denunciate per aver parlato del Falun Gong a una fiera comunitaria. La loro casa è stata messa a soqquadro e, verso mezzogiorno, entrambe sono state rilasciate.

Il 10 marzo sia la madre che la figlia sono state convocate alla stazione di polizia della città di Xiazhuang ed è stato ordinato loro di firmare i documenti del caso. La polizia ha anche raccolto le loro impronte digitali e ha scattato loro delle foto per strada (probabilmente per raccogliere false prove e accusarle di aver distribuito materiale del Falun Gong). Il 18 marzo la polizia le ha nuovamente molestate, cercando di raccogliere altre informazioni per accusarle. Traumatizzata dalla persecuzione, la figlia ha avuto un crollo mentale ed è stata portata in un ospedale psichiatrico.

Il 13 giugno un agente della stazione di polizia della città di Xiazhuan si è recato a casa di Xu e le ha ordinato di apporre le sue impronte digitali su un documento del caso. Ha detto che era ancora in libertà provvisoria e che stavano monitorando le sue attività quotidiane. Non è chiaro se Xu abbia o meno ottemperato alla richiesta.

Alle 6:30 del 5 settembre quattro agenti di polizia sono tornati. Quando il marito si è rifiutato di aprire la porta, la polizia ha preso in prestito una scala dal vicino, ha scavalcato il muro di recinzione e fatto irruzione nell’appartamento. Xu si è recata con loro alla procura della città di Gaomi. Un pubblico ministero le ha chiesto dove avesse preso il materiale del Falun Gong che aveva distribuito in precedenza. La donna si è rifiutata di rispondere. Verso le 11:00 del mattino la polizia l’ha rimandata a casa.

Il 13 ottobre tre agenti hanno tentato di convincerla a recarsi in tribunale, ma lei si è rifiutata. Cinque giorni dopo la polizia è tornata con alcuni membri dello staff del tribunale e le ha detto che l’udienza del suo caso era stata prevista per il 6 novembre. Anche se non è chiaro se la donna vi abbia partecipato, il 7 novembre è stata arrestata e, in data sconosciuta, condannata a due anni e mezzo di prigione. La sua famiglia sospetta che l’accelerazione della condanna faccia parte della ritorsione delle autorità per i suoi sforzi sostenuti per cercare di ottenere giustizia per la figlia maggiore.

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