(Minghui.org) Quattro cittadini cinesi residenti a Jinzhou, nella provincia del Liaoning, sono dovuti comparire per una seconda volta in aula presso il tribunale di Linghai l’8 novembre scorso, perché accusati di essere praticanti del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese fin dal 1999.

I quattro praticanti del Falun Gong erano: le signore Yu Jing, di 55 anni, Wang Yinghua, Dai Xihua, di 59 anni e il signor Wang Jingzhong (nessuna parentela con la signora Wang). Sono stati arrestati fra il 9 e il 12 marzo di quest’anno, dopo essere stati messi sotto sorveglianza dalla polizia per mesi. I poliziotti si sono appostati fuori dalle loro abitazioni, li hanno seguiti come ombre a piedi e in auto, fotografati e hanno anche installato dispositivi di localizzazione sulle loro bici elettriche e cimici della dimensione di un bottone sulle loro porte.

La polizia ha poi passato il caso alla procura, che li ha incriminati e a sua volta ha trasferito il caso al tribunale di Linghai. Sono stati processati tutti in un’udienza collettiva il 31 ottobre scorso, a cui è seguita una seconda udienza a pochi giorni di distanza. Tranne La signora Dai, gli altri tre praticanti hanno ingaggiato avvocati per rappresentarli. Uno dei tre praticanti è stato rappresentato anche da due difensori della famiglia non avvocati.

Linghai è sotto l’amministrazione della città di Jingzhou. La procura e il tribunale sono stati designati a trattare i casi regionali relativi al Falun Gong.

La richiesta degli avvocati di rimuovere le manette e le catene dei loro clienti viene ripetutamente respinta durante la prima udienza

Quando sono comparsi in aula il 31 ottobre, i praticanti erano ammanettati e incatenati ai piedi. Uno dei loro avvocati Sheng (nome di fantasia), ha richiesto che fossero loro rimosse manette e catene, ma il giudice che presiedeva, Huang Yuanchun, ha respinto la loro richiesta e ha dichiarato aperta l’udienza.

Circa 40 minuti dopo Sheng ha richiesto ancora che ai praticanti fossero liberati dalle costrizioni, altrimenti avrebbe richiesto che Huang fosse ricusato dal processo.

Huang ha ordinato di fare un breve intervallo. Quando la sessione è ricominciata, Sheng ha notato che i praticanti erano ancora in manette e catene. Huang ha detto che una giuria collegiale di giudici aveva discusso durante l’intervallo e aveva stabilito di tenerli ancora in catene.

Sheng ha poi letto ad alta voce il comma 3 dell’ articolo 16 delle “Norme della polizia giudiziaria a tutela dell’ordine nei processi penali del tribunale popolare” (che la corte popolare suprema ha emesso nel 2009.): “Durante le udienze, gli imputati saranno liberi dalle costrizioni, a meno che non debbano affrontare condanne a vita o a morte o aver mostrato volontà di evadere, far del male agli altri, commettere suicidio o fare del male a se stessi”.

Sheng ha ribattuto che, in base a queste regole, ai suoi clienti dovevano essere tolte le catene e manette. Huang ha detto di no perché i quattro praticanti potevano commettere suicidio o fare del male a se stessi, poiché seguivano gli insegnamenti del Falun Gong. Sheng e un altro avvocato lo hanno subito smentito, asserendo che il Falun Gong proibisce l’uccisione, incluso il suicidio e insegna alle persone a seguire i principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Hanno sottolineato che il regime comunista ha demonizzato il Falun Gong per giustificare la persecuzione di una pacifica disciplina spirituale.

Il giudice Huang si è rifiutato di ascoltare e ha detto che gli avvocati non potevano garantire in assoluto che i loro clienti non uccidessero se stessi o altri, quindi gli imputati dovevano rimanere in catene stando alle norme di tutela. Ha aggiunto che i casi dei praticanti erano gravi e loro si rifiutavano di dichiararsi colpevoli. Poi ha subito aggiornato l’udienza.

Alla maggioranza dei familiari è proibita la partecipazione alla seconda udienza

Il tribunale ha notificato ai legali dei praticanti e ai familiari difensori che la seconda udienza si sarebbe tenuta l’8 novembre alle 9:00 di mattina, ma quando sono arrivati in tribunale puntuali hanno appreso che l’orario era stato spostato alle 9:30, senza che fosse stata data loro alcuna comunicazione. La sessione è slittata ulteriormente alle 10:10 e finalmente è iniziata. Uno degli avvocati ha dovuto andare via prima perché aveva un’altra udienza quel giorno.

Quasi 30 familiari dei quattro praticanti sono andati in tribunale quel giorno ma, proprio quando stavano per entrare in aula dopo ore d’attesa, sono stati fermati dagli ufficiali giudiziari, i quali hanno comunicato che solo due persone per ciascuna famiglia erano autorizzati ad entrare.

Un familiare ha ribattuto che per legge a tutti quanti doveva essere consentito di partecipare all’udienza a condizione che mostrassero i documenti di riconoscimento. Un ufficiale giudiziario ha risposto: “Non discuta di legge con me. Di quale famiglia fa parte?”. Infine solo otto familiari hanno avuto il permesso di entrare in aula, gli altri sono rimasti fuori dall’aula ad aspettare. Nell’atrio non c’era riscaldamento, nonostante le basse temperature, e tutti tremavano di freddo.

Intanto l’ufficiale giudiziario ha fatto entrare in aula due uomini di media statura con gli occhiali. Le famiglie dei praticanti hanno sospettato si trattasse di funzionari dell’Ufficio 610 e della commissione affari politici e legali, entrambi agenzie extra legali che si occupano della persecuzione del Falun Gong.

Sheng ha anche chiesto al giudice Huang perché avesse impedito alle famiglie dei praticanti di partecipare alle udienze. Huang ha fornito tre scuse. La prima era che il caso era sensibile, perché i praticanti erano accusati “minare l’applicazione della legge con un’organizzazione di culto”. La seconda scusa era che tre dei quattro praticanti si erano rifiutati di dichiararsi colpevoli. La terza scusa era che i familiari erano troppi ed era stato impedito loro di entrare per garantire l’ordine durante la sessione e proteggere i diritti legali degli imputati. Ha minacciato di punire Sheng se questi avesse continuato a “turbare deliberatamente l’ordine in tribunale”.

Rifiutare accuse infondate e prove vacillanti

I tre avvocati e i due difensori familiari che rappresentavano le signore Yu e Wang e il signor Wang, hanno presentato per loro una dichiarazione di non colpevolezza. Hanno ribattuto che, mentre il pubblico ministero Li Feng accusava i loro clienti di “minare l’applicazione della legge con un’organizzazione di culto”, ha omesso di specificare quale ruolo i praticanti presumibilmente giocassero in quell’organizzazione di culto che minava la legge, o quali fossero le vittime a cui avevano arrecato danno.

E, cosa più importante, nessuna legge ha mai criminalizzato il Falun Gong in Cina, quindi i loro clienti hanno libertà di credo, di praticare il Falun Gong e di parlarne alla gente.

Sheng ha sottolineato che nessuno dei testimoni della lista del pubblico ministero era apparso in aula per accettare il controinterrogatorio e alcune dichiarazioni dei testimoni non avevano nemmeno la firma come richiesto per legge. Il pubblico ministero ha anche omesso di presentare gli effetti relativi al Falun Gong confiscati ai praticanti che erano nella lista delle prove d’accusa.

Le signore Yu e Wang hanno descritto nei dettagli come sono state malmenate dalla polizia durante il loro arresto.

Yu è stata schiaffeggiata 10 volte da un agente. Durante un esame medico di routine le è stato diagnosticato un tumore all’addome e il medico ha suggerito di operarla immediatamente. La polizia invece ha continuato a tenerla in custodia cautelare e ha rifiutato di fornirle assistenza medica.

Wang è stata spinta a terra da alcuni agenti in borghese mentre camminava per strada. Poi l’hanno arrestata senza mostrarle gli identificativi.

Wang, durante l’udienza, è apparsa confusa quando doveva rispondere alle domande. La famiglia ha sospettato che, mentre era in custodia, avesse subito maltrattamenti tali da causare il declino delle sue condizioni di salute, perché prima del suo arresto stava benissimo .

Avvocato e difensori familiari subiscono intimidazioni prima dell’udienza

Prima della seconda udienza, il giudice Huang ha tentato di fare pressioni sul figlio di una praticante affinché rinunciasse ad essere difensore familiare della madre, ma lui non ha ceduto. Anche lo studio legale di Sheng ha ricevuto una lettera intimidatoria, ma lui ha insistito nel rappresentare il praticante in aula.

Sheng ha detto che il tribunale gli ha notificato la seconda udienza sotto forma di mandato di comparizione, cosa che non ha fatto con gli altri due avvocati. Sospettava che il giudice Huang l’avesse fatto per ripicca contro di lui perché aveva chiesto che fossero tolte catene e manette ai praticanti. Ha detto che mai prima di allora nella sua carriera legale decennale aveva ricevuto un mandato di comparizione. Si è sentito umiliato e ha chiesto al giudice Huang e al presidente del tribunale di scusarsi con lui. Huang, durante la seconda udienza, ha trovato un pretesto per non scusarsi.

Articolo correlato in cinese:

锦州市于静等四人被诬陷-遭凌海市法院非法庭审

Articoli correlati:

Liaoning: Quattro residenti saranno processati per aver praticato il Falun Gong

Five Liaoning Residents Detained for Practicing Falun Gong