(Minghui.org) Il 18 novembre, a Seongsan Ilchulbong, vicino all’isola di Jeju, in Corea del Sud, un cittadino cinese ha ripetutamente danneggiato i cartelloni informativi dei praticanti del Falun Gong. Si tratta del settimo incidente di questo tipo negli ultimi due mesi. L’autore, che indossava occhiali e maschera, è stato ripreso durante l’atto vandalico.
L’Associazione Falun Dafa della Corea del Sud ritiene che questi non siano incidenti isolati, ma piuttosto istigati e diretti dal Partito Comunista Cinese (PCC), che sta perseguitando attivamente la Falun Dafa in Cina. L’Associazione ha quindi chiesto all’Ufficio del Procuratore di agire contro il responsabile.
La Procura ha accolto la richiesta e presentato uno stato di accusa al tribunale distrettuale di Jeju, per chiedere che al sospettato venga comminata una multa di 500.000 won sudcoreani (circa 350 euro).
Il cartellone danneggiato dall’aggressore, esponeva le menzogne e calunnie del PCC contro la Falun Dafa: la messa in scena dell’incidente dell’auto-immolazione in Piazza Tienanmen e il barbaro prelievo forzato di organi da parte del regime comunista nei confronti dei prigionieri di coscienza, dei quali il maggior numero sono praticanti della Falun Dafa. Un altro manifesto evidenziava i motivi per cui il PCC non rappresenta il popolo Cinese.
Il video e le foto, sotto riportate, mostrano uno dei trasgressori che prende a calci e danneggia i cartelloni, e riporta, altresì, la sua fuga, nel tentativo di allontanarsi dalla prova di reato.
Dopo aver danneggiato due cartelloni, l’aggressore si è rivolto al terzo
L’aggressore danneggia il terzo cartellone
L’autore del reato tenta di allontanarsi dopo aver danneggiato i manifesti
La donna con il cappotto bianco e l’uomo con la maschera sono sospettati di complicità
Contesto
La Corea del Sud è una destinazione turistica molto popolare per i cittadini cinesi. Sono spesso presenti a Seoul, Incheon, Busan, Gangwon, Gyeongsang e Jeju, in luoghi come aeroporti, porti, siti turistici e centri commerciali. Molti cinesi si recano in Corea del Sud anche per motivi di studio o di lavoro. All’aeroporto sudcoreano ci sono così tanti cittadini cinesi che sembra quasi di essere in Cina.
L’isola di Jeju è uno dei luoghi più visitati della Corea del Sud. Dal 2008, il governo sudcoreano ha concesso ai cittadini cinesi l’ingresso senza visto, per soggiorni fino a 72 ore. Durante la pandemia è stato imposto un divieto di viaggio, ma il blocco è stato revocato di recente e il numero di visitatori provenienti dalla Cina è salito di 38 volte rispetto all’anno scorso.
Negli ultimi decenni, il PCC ha lanciato diverse campagne contro gruppi specifici. Poiché il regime comunista diffama la Falun Dafa dal 1999, attraverso i media statali in Cina, i praticanti della Dafa hanno allestito degli stand a Jeju per spiegare al popolo cinese cos’è la Falun Dafa e come il PCC perseguita i praticanti per la loro fede. I turisti cinesi possono ritirare materiale stampato in questi siti o parlare direttamente con i praticanti.
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