(Minghui.org)

Nome:An Yingji

Nome cinese: 安英姬

Sesso: Donna

Età: Sessantaquattro anni

Città: Yanji

Provincia: Jilin

Occupazione: N/D

Data del decesso: 26 dicembre 2022

Data dell'ultimo arresto: 1 luglio 2012

Luogo di detenzione più recente: Centro per il lavaggio del cervello della città di Yanji

Lo scorso 26 dicembre una donna residente a Yanji, nella provincia dello Jilin, è deceduta, dopo aver sopportato due decenni di detenzione e torture per aver sostenuto la sua fede nel Falun Gong. Aveva sessantaquattro anni.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Nel 1994 An Yingji aveva assistito a una serie di conferenze tenute dal Maestro Li Hongzhi, fondatore del Falun Gong, ma non aveva intrapreso la pratica. Nel 1997 ha subito un duro colpo quando suo fratello minore è stato assassinato. In breve tempo ha sofferto di una grave perdita di capelli, che erano diventati completamente grigi. Spesso aveva una fitta al petto che non la faceva dormire. Nel frattempo, ha sviluppato una fobia, che non le permetteva di uscire di notte. Inoltre, era costantemente preoccupata che sua figlia, che frequentava la scuola elementare, potesse subire una disgrazia simile alla sua. Viveva nella paura e in un costante stato di angoscia.

Nel 1998, con la forte speranza di poter vivere una vita serena e sana, An ha iniziato a praticare il Falun Gong. Nel giro di un mese, non solo tutti i suoi sintomi sono scomparsi, ma ha anche acquisito una nuova prospettiva di vita. Tutti coloro che la conoscevano sono rimasti stupiti dai suoi rapidi cambiamenti e l'hanno incoraggiata a continuare a praticare il Falun Gong.

La famiglia va in pezzi

Dopo che il regime comunista cinese ha ordinato la persecuzione nel 1999, An ha dovuto affrontare enormi pressioni, poiché suo marito, ufficiale di polizia, ha tentato di costringerla a rinunciare al Falun Gong. Anche il suo supervisore gli ha fatto pressione affinché scegliesse tra la pratica e il matrimonio. Poiché lei si è rifiutata di abbandonare il suo credo, il marito ha divorziato.

Un anno di campo di lavoro

Alla fine del 1999 la donna si è recata a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong, ma è stata arrestata e riportata a casa dagli agenti dell'Ufficio per la sicurezza interna della città di Yanji. Nel gennaio 2000 si è recata di nuovo a Pechino per appellarsi in favore del Falun Gong ed è stata arrestata una seconda volta. Da allora è stata inserita nella lista nera del governo e sottoposta a continue persecuzioni.

Nell'ottobre 2000 An è stata arrestata un'altra volta. Dopo tre mesi nel centro di detenzione della città di Yanji, è stata trasferita nel campo di lavoro forzato di Heizuizi per scontare una pena di un anno. Le guardie la percuotevano spesso con i bastoni elettrici, la picchiavano, la costringevano a stare in posizione eretta per lunghe ore e la costringevano a lavorare senza retribuzione. È stata anche sottoposta a un intenso lavaggio del cervello, al fine di costringerla a rinunciare alla sua fede.

Sull’orlo della morte nel centro di detenzione

Il 28 febbraio 2006 è avvenuto il successivo arresto di An, quando le sono stati confiscati molti oggetti di valore, tra cui il televisore, il videoregistratore, il cellulare, il computer, la macchina fotografica e oltre 10.000 yuan (circa 1.370 euro) in contanti.

All'ufficio di sicurezza interna della città di Yanji, la polizia le ha afferrato i capelli e le ha sbattuto la testa contro il pavimento. Gli agenti le hanno hanno impedito di dormire per tre giorni. An ha tremato quando la polizia ha calpestato, davanti a lei, le foto del fondatore del Falun Gong.

La polizia ha cercato di costringerla a fornire informazioni su altri praticanti, ma An si è rifiutata e, per protestare, ha iniziato uno sciopero della fame.

Il 2 marzo 2006 è stata trasferita nel centro di detenzione della città di Tumen. Le guardie l'hanno nutrita a forza e hanno aggiunto al suo cibo una polvere bianca sconosciuta, che le ha provocato vomito, diarrea, occhi gonfi e vertigini. Poiché si rifiutava di mangiare, le guardie le hanno versato addosso una zuppa di patate.

Le guardie non lepermettevano di lavarsi, ma si limitavano a versarle addosso dell’acqua saponata. L’odore del sapone le rimaneva sui capelli per settimane. Le sono stati anche confiscati lo spazzolino da denti e il pettine. La donna veniva sistematicamente picchiata e insultata.

Dopo giorni di torture, An era quasi paralizzata e incapace di reggersi in piedi. Ciononostante la guardia continuava a prenderla a calci nel petto, dove ha sentito una fitta acuta e non riusciva a respirare.

Nella provincia nordorientale della Cina, in aprile nevica ancora, di tanto in tanto. Per aumentare le sue sofferenze, le guardie hanno spostato il suo letto vicino alla finestra e poi l’hanno lasciata aperta, in modo che il vento gelido soffiasse su di lei. Dopo quarantotto giorni di torture e abusi, quando è stata rilasciata era sul punto di morire; era diventata particolarmente sensibile al freddo e aveva spesso dolori alle gambe.

Torturata nel centro per il lavaggio del cervello

L’ultimo arresto di An è avvenuto il 1° luglio 2012 sul posto di lavoro. La polizia l'ha portata al Centro per il lavaggio del cervello della città di Yanji, dove è stata costretta a guardare video e a seguire lezioni che diffamavano il Falun Gong.

Le guardie l'hanno costretta a stare in piedi senza dormire e poi l'hanno ammanettata alle sbarre della finestra. Le sue mani si sono gonfiate. In seguito, le guardie le hanno legato le gambe nella posizione del mezzo loto, ammanettato i polsi dietro la schiena e avvolto una corda intorno al collo, costringendola a piegarsi in avanti. L'hanno tenuta legata per un giorno prima di slegarla e nutrirla a forza. L’intera tortura in piedi e legata è durata trentasette ore. Durante questo periodo non le è stato permesso di usare il bagno ed è stata costretta a fare i suoi bisogni nelle mutande.

Per evitare ulteriori persecuzioni dopo il rilascio, An ha vissuto per anni lontano da casa. Nel 2015 ha presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista che aveva ordinato la persecuzione.

Le molteplici incarcerazioni e torture, nonché il conseguente disagio mentale e lo sfollamento, hanno avuto forti ripercussioni sulla sua salute. Negli ultimi anni An si è ammalata e, il 26 dicembre dell’anno scorso, è deceduta.

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