(Minghui.org) Da quando Charles Darwin, nel 1859 ha pubblicato nel suo libro, ‘Sull’origine delle specie’, la teoria dell’evoluzione per selezione naturale, ha affrontato molte sfide. La teoria contraddice diverse fedi religiose e le moderne scoperte scientifiche hanno anche dimostrato che i tre elementi che provano l’evoluzione (anatomia, somiglianza degli embrioni e archeologia) sono tutti privi di fondamento. La biologia molecolare e la genetica hanno ulteriormente dimostrato che la teoria dell’evoluzione è impossibile. In effetti, persino Darwin stesso era timido e dubbioso quando ha avanzato per la prima volta l’ipotesi dell’evoluzione.

Ciononostante, dopo la pubblicazione di ‘Sull’origine delle specie’ nel 1859, il libro ha attirato rapidamente l’attenzione. Karl Marx, che undici anni prima aveva pubblicato Il manifesto comunista lo accolse, e nel 1960 scrisse: “...il libro di Darwin è molto importante e mi serve come base della scienza naturale per la lotta di classe nella storia”.

Sia Darwin che Marx erano cresciuti in famiglie religiose e avevano studiato teologia nei primi anni di vita. Tuttavia, hanno poi fondato i due sistemi atei, rispettivamente la teoria dell’evoluzione e il comunismo. Un monaco di Mongla, in Myanmar, ha detto che Darwin era la reincarnazione di un re demone, e come Marx, è venuto al mondo per distruggere l’umanità. Minghui.org ha pubblicato diversi articoli, come: “Perché l’ateo Partito Comunista Cinese chiede ai suoi membri di giurare fedeltà perpetua?”, che hanno analizzato Marx e il comunismo. In questa serie di tre parti, ci concentriamo sulla vita di Darwin e sulla sua teoria dell’evoluzione.

(Segue dalla prima parte)

2. Le lacune della teoria dell’evoluzione

Nel 2001 la PBS (Public Broadcasting Service), nella sua serie “Evolution”, ha riportato che praticamente tutti gli scienziati del mondo credevano nella teoria dell’evoluzione. Ciò ha scatenato un’intensa reazione da parte del pubblico. Nel 2006 oltre 500 scienziati, tutti con dottorato di ricerca, hanno firmato una dichiarazione in cui esprimevano pubblicamente il loro scetticismo nei confronti della teoria dell’evoluzione del darwinismo.

“I darwinisti continuano a sostenere che nessuno scienziato serio dubita della teoria, eppure ecco 500 scienziati disposti a rendere pubblico il loro scetticismo nei confronti della teoria”, ha osservato John G. West, direttore associato del Discovery Institute’s Center for Science & Culture. “Gli sforzi dei darwinisti di usare i tribunali, i media e le commissioni accademiche per sopprimere il dissenso e soffocare la discussione stanno di fatto alimentando ancora di più il dissenso e ispirando altri scienziati a chiedere di essere aggiunti alla lista”.

Il biologo molecolare australiano Michael Denton ha riassunto le prove contro l’evoluzione nel suo libro del 1986 Evolution: A Theory in Crisis. “Da nessuna parte Darwin fu in grado di indicare un solo caso in buona fede di selezione naturale che avesse effettivamente generato un cambiamento evolutivo in natura... In definitiva, la teoria darwiniana dell’evoluzione è né più né meno che il grande mito cosmogenico (o cosmogonico) del XX secolo”.

In effetti Darwin stesso considerava l’evoluzione come un’ipotesi e sperava che le generazioni successive avrebbero trovato le prove per verificarla. Ma sono emerse sempre più scoperte contraddittorie. La teoria dell’evoluzione proponeva la trasmutazione delle specie attraverso la selezione naturale. Inoltre si appoggiava all’anatomia comparata, alla paleontologia e allo sviluppo embrionale. Ma tutte queste teorie sono state ora disapprovate dalla scienza moderna.

Anatomia comparata: Un argomento circolare

La teoria dell’evoluzione ipotizzava che, se l’uomo derivava dalle scimmie, queste ultime dovevano avere delle somiglianze. Poiché gli esseri umani e le scimmie hanno molte cose in comune, la teoria dell’evoluzione ha concluso che gli esseri umani si sono effettivamente evoluti dalle scimmie.

Ma questa logica è fallace e non si può concludere che le scimmie siano antenati dell’uomo solo perché i due condividono alcune somiglianze.

Un esempio che illustra il punto è che, se Joe è figlio di Jack, deve essere più giovane di Jack. Ma solo perché Ava è più giovane di Amelia, non possiamo presumere che sia una figlia di Amelia.

Ma in anatomia comparata, l’omologia è definita come somiglianza dovuta a un’ascendenza comune e l’esistenza dell’omologia viene utilizzata come prova dell’ascendenza comune. Jonathan Wells, autore di Icons of evolution: Science or Myth, ritiene che questo sia ‘un argomento circolare mascherato da prova scientifica’.

L’imbroglio dello sviluppo embrionale

Nel 1866 il biologo tedesco Ernst Haeckel propose l’idea della ricorrenza, ossia che lo sviluppo embrionale degli organismi superiori riprodurrà il processo di evoluzione dalle specie inferiori a quelle superiori. Per esempio, quando l’embrione umano si sviluppa all’interno dell’utero, deve aver attraversato diversi stadi evolutivi, come avere le branchie come i pesci, la coda come le scimmie e così via. Questo è un classico caso di ragionamento circolare, che utilizza la teoria dell’evoluzione per dimostrare la teoria dell’evoluzione.

La prima esperienza di Haeckel fu molto simile a quella di Darwin. All’università studiò medicina, secondo il desiderio del padre, ma gli piaceva di più la biologia. Quando Darwin pubblicò Sull’origine delle specie nel 1859, Haeckel completò il suo dottorato in zoologia e divenne un fedele sostenitore di Darwin.

Gli storici hanno notato che Haeckel non era solo un biologo, ma anche un artista appassionato che prestava attenzione a molti dettagli nelle sue opere d’arte. Sfortunatamente usò queste abilità per distorcere le immagini degli embrioni a sostegno della sua ipotesi di ricorrenza. Per esempio, dipinse embrioni umani in modo che sembrassero pesci e modificò deliberatamente e in modo fraudolento embrioni umani e di cane disegnati da altri scienziati per aumentare le somiglianze tra embrioni di specie diverse e nascondere le loro differenze.

Nel 1866 Haeckel pubblicò una serie di 24 immagini di embrioni in Morfologia generale degli organismi: fondamenti generali della scienza della forma, meccanicamente fondati sulla teoria della discendenza elaborata da Charles Darwin. Nel 1874, incluse nuovamente questi grafici nel suo libro più popolare La storia della creazione. Nei grafici, modificò intenzionalmente i tre stadi di sviluppo di un pesce, di una salamandra, di una tartaruga, di un pollo, di un maiale, di una mucca, di un coniglio e di un embrione umano. Queste immagini furono poi inserite nei libri di testo di biologia, ingannando generazioni di studenti che non conoscevano la verità e credevano ciecamente nella teoria dell’evoluzione.

Nel 1997 l’embriologo britannico Michael Richardson organizzò scienziati di 17 istituzioni per studiare gli embrioni di 50 vertebrati diversi e il loro processo di crescita, osservandoli e registrandoli attentamente. Nell’agosto 1997, i risultati sono stati pubblicati congiuntamente in un articolo su Anatomy and embryology dal titolo “Non esiste uno stadio embrionale altamente conservato nei vertebrati: implicazioni per le attuali teorie dell’evoluzione e dello sviluppo”. Hanno scoperto che Haeckel non solo ha aggiunto e cancellato, ma ha anche modificato le strutture degli embrioni.

“Contrariamente alle recenti affermazioni secondo cui tutti gli embrioni dei vertebrati passano attraverso uno stadio in cui hanno le stesse dimensioni, abbiamo riscontrato una variazione di oltre 10 volte nella lunghezza massima allo stadio del bocciolo di coda”, scrivono gli autori. ”La nostra indagine mina seriamente la credibilità dei disegni di Haeckel, che non raffigurano uno stadio conservato per i vertebrati, ma un embrione stilizzato di amniota”.

Nel suo libro del 1977 The beginnings of human life, l’embriologo tedesco Erich Blechschmidt ha dimostrato con dati dettagliati che i feti umani sono tutte strutture umane fin dall’inizio. Parlando della teoria di Haeckel, il libro scriveva: “La cosiddetta legge fondamentale della biogenetica è sbagliata. Nessun, ma o se, può attenuare questo fatto. Non è nemmeno un pochino corretta o corretta in forma diversa. È totalmente sbagliata”.

Le scoperte della paleontologia

La teoria dell’evoluzione delinea un lungo processo di vita dal semplice al complesso attraverso la selezione naturale. Questo è stato descritto come un ‘albero evolutivo’ in cui gli organismi si sono sviluppati da quelli bassi a quelli alti. Tuttavia, sempre più scoperte archeologiche dimostrano che la teoria dell’evoluzione non può giustificarsi. Per esempio, gli archeologi Michael A. Cremo e Richard Thompson hanno elencato 500 casi che contraddicono la teoria dell’evoluzione nel loro libro del 1994, The hidden history of the human race: Major scientific coverup exposed. I reperti trovati in molte parti del mondo dimostrano che la civiltà umana esisteva già decine di migliaia o addirittura centinaia di milioni di anni fa.

Ecco alcuni esempi. La teoria dell’evoluzione di Darwin ritiene che l’uomo sia comparso circa 10.000 anni fa e che i primi organismi viventi siano comparsi non più di 580 milioni di anni fa. Tuttavia, nel 1972, nella Repubblica del Gabon, in Africa, è stato scoperto un reattore nucleare costruito 2 miliardi di anni fa; nel 1880, ai piedi del monte Taibo, in California, negli Stati Uniti, sono stati portati alla luce numerosi e raffinati utensili in pietra, risalenti a 55 milioni di anni fa; nel 1968, l’archeologo Y. Druet ha trovato alcuni tipi diversi di tubi metallici in uno strato calcareo in Francia, con un'età di 65 milioni di anni; una serie di lance di ferro identificate dalla geologa americana Virginia Steen-McIntyre sono state realizzate 250.000 anni fa.

La comunità archeologica ha anche scoperto che molte specie si sono ‘rifiutate’ di evolversi dopo centinaia di milioni di anni. Questo è senza dubbio un altro duro colpo alla teoria dell’evoluzione. Per esempio, i fossili di lampreda scoperti nella Mongolia interna possono essere fatti risalire al primo Cretaceo, 125 milioni di anni fa. I ricercatori dell'Università del Kansas, negli Stati Uniti, hanno scoperto che le lamprede di oggi non presentano gli stadi di sviluppo, le caratteristiche morfologiche e le abitudini di vita di 125 milioni di anni fa. Che differenza! Inoltre, gli scienziati hanno scoperto api che impollinavano centinaia di milioni di anni fa, felci che non si sono evolute per quasi 200 milioni di anni e celacanti che non hanno cambiato le loro abitudini di accoppiamento per 400 milioni di anni.

Per quanto riguarda la transizione dalle scimmie all’uomo, gli scienziati evoluzionisti non sono ancora riusciti a trovare i fossili della specie di transizione ‘uomo scimmia’. Di conseguenza, alcuni scienziati hanno fatto ricorso a frodi accademiche intenzionali o meno. Il fossile di transizione tra l’uomo e la scimmia, l’Uomo di Giava, presumibilmente scoperto nel 1892, si è rivelato essere un pezzo di cranio di scimmia e un osso di gamba umana distanti 40 piedi l’uno dall’altro; il fossile dell’uomo-scimmia ‘Lucy’ si è rivelato essere una scimmia estinta - l’Australopithecus, che non ha nulla a che fare con l’uomo; Dal 1861, i paleontologi hanno scoperto in successione sei ‘Archaeopteryx fossili’, che hanno fatto scalpore in tutto il mondo e sono diventati un modello di specie di transizione tra uccelli e rettili, ma 5 di essi sono stati successivamente identificati come artificiali e lo scopritore del fossile rimanente ha rifiutato fermamente qualsiasi identificazione. Lo ‘scopritore’ originario confessò una delle ragioni della falsificazione: credeva troppo nell’evoluzione.

3. Biologia molecolare

La teoria dell’evoluzione di Darwin fu pubblicata nel 1859. Nel 1866, il monaco cattolico austriaco Gregor Mendel pubblicò il saggio ‘Esperimenti sull’ibridazione delle piante’, che diede vita alla genetica. Ma il contributo di Mendel fu scoperto solo mezzo secolo dopo la sua morte. In seguito, il connubio tra l’evoluzione e le idee di Mendel formò il neodarwinismo della sintesi moderna. Negli anni Cinquanta, l’americano James Watson e il britannico Francis Crick scoprirono la struttura tridimensionale della doppia elica del DNA utilizzando la microscopia a raggi X. Crick stabilì il processo di sintesi dal DNA all’RNA e poi alle proteine. A quel tempo, molti scienziati credevano che la selezione naturale avvenisse attraverso la mutazione dei geni, ma un’analisi più attenta del sistema biologico dimostra che è troppo complicato per essere prodotto da una mutazione casuale.

Complessità e sistematicità del flagello unicellulare

Il flagello è una molecola proteica lunga e sottile che cresce sulla superficie di molti organismi unicellulari e di alcuni organismi pluricellulari. La sua struttura è molto simile a quella di un motore, con statori, rotori, alberi principali, boccole dei cuscinetti, aste di collegamento, sistemi di regolazione e di frenatura e così via. La lunghezza dei flagelli è di circa 15.000 nanometri e il diametro della parte più spessa è di circa 20 nanometri. La velocità del motore del flagello è dell’ordine di 100 volte al secondo, il controllo è preciso e può frenare e girare entro un quarto di cerchio.

I comuni flagelli batterici possono percorrere in un secondo una distanza pari a 60-100 volte la lunghezza del proprio corpo, superando di gran lunga quella di un ghepardo. I flagelli batterici sono considerati i motori molecolari e le nanomacchine più efficienti e sofisticati in natura, nonché una delle macchine proteiche più complesse, in grado di ruotare di 300-2.400 giri al secondo. A causa della sua elevata complessità e del suo sistema, il motore flagellare è sempre stato un punto difficile nella ricerca di microbiologia, biochimica, biofisica e biologia strutturale.

Illustrazione dei flagelli

Come si sono evoluti i flagelli? È difficile da spiegare con la teoria dell’evoluzione di Darwin. Il motore del flagello è composto da circa 50 parti e da circa 30 tipi di molecole proteiche. Queste devono essere sistematicamente combinate ed esistere contemporaneamente secondo uno specifico meccanismo interno per poter funzionare normalmente. In ogni caso, è impossibile partire da una struttura semplice. Non si è evoluto un passo alla volta. Proprio come un orologio svizzero, senza una qualsiasi parte non può funzionare normalmente. Può essere fabbricato e installato solo secondo procedure rigorose e non può evolversi in modo spontaneo e casuale.

Le cellule: fabbriche di complessità irriducibile

Rispetto ai flagelli, sia dal punto di vista fisico che biochimico, la struttura e il funzionamento di una cellula sono molto più complicati.

Sotto il controllo del DNA, all’interno di ogni cellula possono essere prodotte centinaia di migliaia di molecole proteiche, per un numero totale di decine di milioni. Le cellule si dividono una volta ogni poche ore. Questa efficienza produttiva dipende da molte ‘linee di produzione’ avanzate, come una moderna fabbrica a grandezza naturale che integra intelligenza, informazione e digitalizzazione. Dispone di laboratori, attrezzature di produzione, uffici di confezionamento, centri di controllo, piattaforme di comunicazione, sistemi di trasporto e stazioni di smaltimento dei rifiuti. Esistono funzioni complete e una chiara divisione dei sottosistemi di lavoro.

Illustrazione di una cellula umana che funziona come una fabbrica

Utilizzando gli esempi della visione, della coagulazione del sangue, del trasporto cellulare e altri ancora, il professore di biochimica Michael Behe ha scoperto che il mondo biochimico comprende un arsenale di macchine chimiche con parti finemente calibrate e interdipendenti. Si è riferito a questo fenomeno come irriducibile.

“In astratto, si potrebbe essere tentati di immaginare che la complessità irriducibile richieda semplicemente molteplici mutazioni simultanee” e che l’evoluzione sia molto più complicata di quanto pensassimo, ma ancora possibile. Un simile appello alla fortuna bruta non può essere confutato”, ha scritto in Darwin’s black box: the biochemical challenge to evolution. “La fortuna è una speculazione metafisica; le spiegazioni scientifiche invocano le cause”.

Evoluzione attraverso la mutazione genica: servono 10 trilioni di terre

Oltre agli archeologi e ai biologi, anche alcuni matematici hanno messo in discussione la teoria dell’evoluzione. Negli anni Cinquanta, l’ingegnere americano del Progetto Manhattan Stanislaw Ulam riteneva, da un punto di vista matematico, che nel DNA vi fosse una grande quantità di informazioni sulla vita e che la natura non potesse affidarsi completamente a processi casuali per generare tali informazioni.

Anche il biologo molecolare americano Douglas Axe ha fatto i suoi calcoli, ipotizzando che, a partire dalla nascita della Terra fino ad oggi, tutti gli atomi presenti sulla Terra vengano utilizzati per formare aminoacidi e che tutti gli aminoacidi partecipino agli esperimenti di permutazione e combinazione di mutazioni casuali. Se l’esperimento venisse ripetuto ogni minuto, per produrre una normale molecola proteica dall’esperimento attraverso la mutazione casuale, occorrerebbero 10 trilioni di terre che facciano l’esperimento contemporaneamente. Ovviamente, è impossibile.

Nel 2019 Behe ha pubblicato un nuovo libro dal titolo Darwin devolves: the new science about DNA that challenges evolution. Ha scritto: “L’evoluzione, un sistema di selezione naturale che agisce su mutazioni casuali, può contribuire a far sì che qualcosa abbia un aspetto e un comportamento diverso, ma l’evoluzione non crea mai qualcosa in modo organico”.

“In realtà, la mutazione è un processo di devoluzione, che danneggia le cellule del DNA per creare qualcosa di nuovo ai livelli biologici più bassi. Un processo che abbatte così facilmente macchinari sofisticati non è in grado di costruire sistemi complessi e funzionali”, ha concluso Behe.

(Segue)