(Minghui.org) Molte persone hanno sentito parlare delle camere a gas nei campi di concentramento nazisti, ma forse non sanno che, da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato a perseguitare la pratica spirituale nel luglio 1999, un numero incalcolabile di praticanti del Falun Gong, in Cina, viene sottoposto ad abusi psichiatrici ed esperimenti umani. Molti praticanti sono stati mutilati, resi folli o addirittura uccisi.

È importante documentare i crimini del PCC contro i praticanti del Falun Gong, perché molte persone, soprattutto quelle che hanno un interesse personale nel regime comunista, sono state ingannate dal Partito e non sono in grado di riconoscere la sua natura malvagia. Quando si dice che le numerose campagne politiche del PCC, come il Movimento di Riforma della Terra, l’Anti-Destra, la Rivoluzione Culturale, il Massacro di Piazza Tienanmen, hanno ucciso 80 milioni di persone, qualcuno potrebbe dire che quelle fanno già parte della storia e che il PCC sta migliorando. Ma è proprio così? Vediamo ora alcuni esempi di crimini del PCC contro i praticanti del Falun Gong.

Drogare i praticanti: Una forma invisibile di tortura

Secondo le informazioni raccolte da Minghui, nel mese di dicembre 2021 almeno 865 cittadini sani e rispettosi della legge sono stati rinchiusi in ospedali psichiatrici come punizione per la loro fede nel Falun Gong, una pratica spirituale e di meditazione basata sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Questi praticanti provenivano da ventinove province cinesi.

Tuttavia, gli abusi psichiatrici non si limitano agli ospedali, ma hanno avuto luogo anche nelle prigioni, nei campi di lavoro (aboliti nel 2013) e nei centri di detenzione. Praticanti innocenti, in buona salute fisica e con la mente lucida, sono stati drogati, provocando loro danni agli organi e disturbi mentali. Alcuni sono stati sottoposti, per oltre dieci anni, alla somministrazione involontaria di farmaci.

Le sostanze somministrate ai praticanti contro la loro volontà comprendono: Dongmianling (clorpromazina), Dongmian nº 1 (miscela di clorpromazina, prometazina, meperidina), farmaci per la perdita di memoria, ecstasy, narcotici, afrodisiaci, clozapina, sulpiride, valproato di sodio, buprenorfina, flubutanolo e altre sostanze sconosciute.

Dopo la somministrazione di questi farmaci dannosi per i nervi, i praticanti, un tempo sani, hanno sperimentato vari gradi di sonnolenza, debolezza, lentezza nel parlare e nell'agire, oppressione toracica, respiro corto e rapido declino della memoria. Altri sintomi includono la perdita della normale capacità di pensare, disturbi fisiologici, letargia, demenza e crollo mentale. Alcune droghe danneggiano direttamente gli organi interni, causando un dolore così lancinante che le vittime si rotolano sul pavimento, soffrono di crampi in tutto il corpo, si sentono come se tutti gli organi interni stessero esplodendo all'esterno del corpo, battito cardiaco estremamente rapido, gonfiore al petto e all'addome o insufficienza d'organo. Alcune vittime, a causa dell’estremo dolore, hanno addirittura sbattuto la testa contro il muro.

La somministrazione di droghe ai praticanti del Falun Gong era crudele, feroce e segreta, poiché non lasciava lesioni fisiche come le punizioni corporali, e quindi è diventata una tattica comunemente usata dal PCC per coprire i suoi crimini.

Illustrazione della tortura: Iniezione forzata di farmaci tossici

Agenti dell'Ufficio 610 guardano le donne morire

Ding Zhenfang era una praticante del Falun Gong della città di Dalian, nella provincia del Liaoning. È stata detenuta nell’ormai dismesso campo di lavoro di Masanjia e, in seguito, nella prigione femminile del Liaoning, a causa della sua fede. In entrambi i luoghi, è stata sottoposta a varie forme di tortura e ha rischiato più volte di morire. Per impedirle di denunciare i crimini commessi nel campo di lavoro e nella prigione, poco prima della scadenza del suo periodo di detenzione, i funzionari le hanno iniettato una sostanza sconosciuta. Per conseguenza di ciò, Ding è deceduta in prigione.

Zhang Fuzhen era impiegata nel parco Xianhe della città di Pingdu, nella provincia dello Shandong. La polizia l'ha arrestata e tenuta in un centro per il lavaggio del cervello presso l'Ufficio 610 di Pingdu. È rimasta, per lungo tempo, legata a un letto in posizione divaricata. Doveva urinare e defecare a letto. Secondo un testimone, le guardie le hanno tolto tutti i vestiti, rasato i capelli, l'hanno torturata e umiliata. Le hanno poi iniettato sostanze sconosciute, causandole dolori atroci. Si è dimenata nel letto fino a morire di dolore. Aveva trentotto anni. Funzionari a tutti i livelli dell'Ufficio 610 hanno assistito all'intero processo.

Zhang Fuzhen

Centro per il lavaggio del cervello di Xinjin

Il Centro per il lavaggio del cervello di Xinjin, noto anche come "Centro di educazione legale di Xinjin", si trovava nella città di Huaqiao della contea di Xinjin, nella provincia del Sichuan. Nella struttura venivano impiegati vari metodi come la tortura mentale, l'intimidazione, la manipolazione psicologica, la violenza e la somministrazione involontaria di farmaci, per costringere i praticanti del Falun Gong a rinunciare alla loro fede. Almeno sette di loro sono deceduti. Tra questi, cinque decessi sono stati causati dalla somministrazione involontaria di farmaci.

Xie Deqing, di sessantanove anni, era un dipendente in pensione dell’Istituto di ricerca sul sondaggio e la progettazione di Chengdu, nella provincia del Sichuan. La mattina del 29 aprile 2009 Xie e sua moglie sono stati arrestati a Chengdu e portati al Centro per il lavaggio del cervello di Xinjin. In poco più di venti giorni Xie Deqing, che godeva di buona salute e aveva un viso radioso, è stato torturato al punto da essere sul punto di morire. Era dimagrito, fuori forma, soffriva di incontinenza urinaria, aveva problemi a deglutire e aveva sviluppato una grave forma di angina pectoris (dolore al petto). In seguito, è stato dimesso. Nei quattro giorni successivi al suo ritorno a casa, è rimasto in coma per la maggior parte del tempo. In quello stato, si premeva il petto, si agitava e gemeva per il dolore, come se gli organi interni fossero stati strappati. La sera del 27 maggio 2009 l’uomo è deceduto. Le sue mani sono diventate nere e il suo intero corpo è diventato gradualmente nero, un'indicazione di avvelenamento da farmaci.

Xie Deqing (prima dell'arresto)

Xie Deqing (dopo la morte)

La cinquantatreenne Liu Shengle viveva nel distretto di Xindu, nella città di Chengdu. Il 5 aprile 2003 è stata arrestata mentre faceva una passeggiata pomeridiana. Quindici giorni dopo è stata portata nel centro per il lavaggio del cervello. Il 23 maggio dello stesso anno Liu è stata rilasciata, dopo che la sua famiglia è stata costretta a pagare una multa di 1.000 yuan (circa 140 euro). Tuttavia, quando si sono recati a prenderla, i suoi familiari l'hanno trovata a piedi nudi, con la testa gonfia, il petto livido, l'addome gonfio, la bava alla bocca e aveva dolori dappertutto. Inoltre, si premeva l’addome con le mani per tutto il giorno (come i sintomi di Xie Deqing). Tre giorni dopo, la mattina del 26 maggio, Liu è deceduta.

Il 28 maggio 2010 Chen Jinhua, ex vicesindaco della città di Hesheng, nel distretto di Wenjiang, è stata arrestata e condotta al centro per il lavaggio del cervello. A casa godeva di buona salute, ma il secondo giorno di lavaggio del cervello le guardie l'hanno tenuta ferma con la forza e le hanno praticato un'iniezione endovenosa contro la sua volontà. Prima di finire un flacone di farmaco, Chen aveva il fiato corto e difficoltà a respirare, così la somministrazione è stata interrotta. Il giorno successivo le guardie hanno tentato di riprendere l'iniezione, ma si sono arrese di fronte alla sua forte resistenza. Tuttavia, la sua dispnea è peggiorata e aveva un'espressione facciale spenta. Non era più in grado di prendersi cura di sé. Questi sintomi sono continuati anche dopo il suo ritorno a casa.

La mattina del 21 giugno 2011 Li Guangyan, residente nella contea di Xinjin, è stata portata al centro per il lavaggio del cervello. Mezz'ora dopo aver pranzato, il giorno stesso, era tachicardico e la sua testa si è gonfiata come se stesse per esplodere. "Il mio cuore sembrava in fiamme, avevo un dolore lancinante. La mia faccia era gonfia, le mie labbra e il mio volto sono diventati neri ed ero estremamente debole. Mi sono sentita peggio della morte", ha ricordato. Avendo già subito abusi psichiatrici presso il Centro per il lavaggio del cervello di Xinjin, Li sapeva che ciò era avvenuto perché i membri del personale avevano messo nel suo pranzo farmaci che avrebbero danneggiato i nervi.

Yin Huafeng viene dalla città di Huangxu, a Deyang. Intorno al 2000 è stata arrestata mentre parlava del Falun Gong in un'università di Chengdu. Anche se all'epoca aveva più di quarant’anni, sembrava una ventenne. L'Ufficio 610 di Chengdu l'ha mandata al Centro per il lavaggio del cervello, dove le è stata iniettata a forza una droga sconosciuta. Quando le guardie non prestavano attenzione, Yin ha staccato il collegamento tra l'ago e il tubo di plastica, interrompendo l'infusione. Altri praticanti a cui è stato iniettato il farmaco sconosciuto hanno sviluppato sintomi come acufeni, visione offuscata, rigidità della lingua, debolezza degli arti e reazioni lente. Anche se i sintomi di Yin sono arrivati più tardi, dopo il suo rilascio, i suoi parenti e amici hanno notato che parlava lentamente, aveva la lingua rigida e non riusciva a sollevare oggetti pesanti pochi chilogrammi. I familiari sospettavano che il farmaco sconosciuto stesse lentamente danneggiando i suoi organi interni. Alla fine, nel 2005 Yin è deceduta per avvelenamento cronico e per le complicazioni delle varie torture subite nel corso degli anni.

Bai Qunfang proveniva dal distretto di Wenjiang nella città di Chengdu. Il 15 settembre 2010 è stata portata al Centro per il lavaggio del cervello e, un mese dopo, il 15 ottobre, un medico di nome Gong le ha iniettato con la forza alcune droghe sconosciute, nonostante fosse completamente sana. Al termine della somministrazione del terzo farmaco, Bai è caduta sul letto, incapace di parlare e di muoversi. Dopo essere stata inviata all'ospedale della contea di Xinjin per una visita, il medico le ha chiesto quale farmaco le fosse stato somministrato. Ma i tre membri dello staff del centro per il lavaggio del cervello che l’avevano portata lì, compreso Wang Xiuqin, non hanno risposto. A quel punto, il viso della donna era già cosparso di lividi rotondi e le sue mani mostravano i sintomi di un avvelenamento da farmaci. Inoltre, era semiparalizzata e in pericolo di vita. Il medico ha raccomandato il ricovero immediato in ospedale, ma Wang ha rifiutato. Lui e gli altri due l'hanno portata a casa. Non riusciva più a muoversi, era semiparalizzata e incapace di parlare.

Un'altra vittima è stata Zhou Shanhui, residente nel villaggio di Xiangshui della città di Junle, nella città di Pengzhou. Il 3 luglio 2008 è stata portata nel centro per il lavaggio del cervello. Quando il 9 settembre dello stesso anno ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti, le è stata somministrata a forza acqua avvelenata. La donna ha spiegato che l'acqua era molto salata e ha avvertito subito dolori in tutto il corpo. A distanza di tempo il dolore è peggiorato e si è rotolata nel letto per tutta la notte. Il giorno dopo, supponendo che fosse sul punto di morire, i funzionari l'hanno portata in ospedale. Un medico ha scoperto che entrambi i polmoni erano anneriti dalla necrosi della cistifellea. Di conseguenza, Zhou non poteva mangiare normalmente, né era in grado di lavorare. Aveva anche perso la memoria e non era più in grado di badare a sé stessa.

Dong Yuying viveva nel distretto di Yanjiang della città di Ziyang. Il 16 marzo 2007 è stata portata al centro per il lavaggio del cervello. A mezzogiorno del giorno successivo ha visto della polvere bianca nella zuppa di verdure avanzata. Dopo mezz'ora ha iniziato ad accusare vertigini, forte sonnolenza, mal di stomaco, irritabilità e tensione. A quel punto, alcune guardie maschili l'hanno trascinata in un'auto e portata in ospedale per essere curata. Lì le hanno somministrato con la forza diverse sacche di medicina liquida nera preparata per infusione. Subito dopo ha avuto allucinazioni, vedeva cose e sentiva voci. Aveva anche forti dolori alla testa e sentiva che tutte le sue cellule cerebrali erano state gravemente danneggiate. Ha dovuto usare tutta la sua forza di volontà per evitare un crollo mentale. Inoltre, aveva un forte malessere al cuore e allo stomaco, oltre a una forte mania, paura e ansia. La tossicità di questo veleno è durata a lungo e la donna ha sofferto di attacchi occasionali, anche diversi anni dopo. Aveva perdite di memoria e un'espressione facciale spenta. I suoi familiari hanno detto che era una persona diversa.

Yang Jianzhong, marito della già citata Bai Qunfang, era un ingegnere senior della fabbrica 7111 e aveva dato un grande contributo all’industria aerospaziale cinese. Il 22 agosto 2008 anche lui è stato condotto al centro per il lavaggio del cervello. Poco tempo dopo, ha sviluppato un costante stato di sonnolenza e vertigini. Si è addormentato poco dopo aver fatto colazione e non voleva alzarsi nemmeno all’ora di pranzo. Una volta tornato a casa, ha perso la memoria e non riusciva a ricordare nulla delle conoscenze ingegneristiche che aveva.

Nell’agosto 2004 Li Xihui, funzionaria della stazione radiofonica provinciale del Sichuan, è stata arrestata all’aeroporto, quando ha accompagnato la sorella maggiore che doveva prendere l’aereo per tornare nel Regno Unito. Dopo essere stata portata al Centro per il lavaggio del cervello, è stata brutalmente torturata. Quando, nel 2005, i genitori e i colleghi le hanno fatto visita, Li non li ha riconosciuti. I suoi occhi erano vuoti e privi di espressione. I familiari e i colleghi sospettavano che le fossero state iniettate delle sostanze tossiche.

Zhao Yuqing è una praticante del Falun Gong del villaggio Bajiao della città di Yongning, nella città di Chengdu. Il 13 aprile 2004 è stata portata al Centro per il lavaggio del cervello, dove le sono stati somministrati a forza farmaci sconosciuti, studiati appositamente per crearle problemi allo stomaco. Il membro dello staff, Zhou Qin, ha strappato l'etichetta e l'ha distrutta. La sostanza le ha causato un estremo dolore. Zhou ha detto: "Ti ucciderò! Lo sai che i medici possono uccidere le persone senza coltello e senza far uscire fuori il sangue?". Molte volte Zhou Qin e un medico di nome Zhang hanno iniettato a Zhao farmaci che le hanno danneggiato il sistema nervoso centrale. Dopo ogni iniezione, la donna aveva le vertigini e si addormentava. Al risveglio, era priva di forze e non riusciva a stare in piedi.

Il 4 maggio 2011 Li Wenfeng, residente nel distretto di Chenghua, della città di Chengdu, è stata condotta al centro per il lavaggio del cervello. Durante la detenzione, durata oltre tre mesi, ha sviluppato i sintomi dell'avvelenamento da farmaci: ogni giorno aveva vertigini, era debole, aveva gli occhi gonfi e le sue feci erano a volte rosse e a volte verdi.

Nel mese di settembre 2003 Tan Shaolan, giovane dipendente della fabbrica di cotone del Sichuan, è stata portata al centro per il lavaggio del cervello, dove le sono state iniettate droghe sconosciute. Il 25 gennaio 2005, quando è stata rilasciata, era incoerente, con gli occhi stralunati e il volto inespressivo. Non solo, non riconosceva nessuno e i suoi capelli erano arruffati. Una persona che la conosceva ha detto: "Come hanno potuto i funzionari torturare una brava persona che sapeva cantare e ballare in questo modo? Che cosa le ha fatto il governo?".

Abuso psichiatrico ed esperimenti umani nelle carceri, nei campi di lavoro e nei centri di detenzione

Nata nel 1982, Guo Xuelian risiede nel villaggio Guojia Shangtuan della città di Zhangling, nella città di Weifang. Piaceva a tutti: era intelligente, attraente e andava bene a scuola. Nel 1998, dopo aver visto i suoi genitori beneficiare della pratica del Falun Gong, si è unita a loro.

Nell'ottobre 2000 Guo, allora diciottenne, si è recata a Pechino per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong. In quel periodo, la praticante della Dafa di Pechino Zhao Xin stava morendo dopo essere stata torturata dalla polizia. Guo e alcuni altri praticanti si sono presi cura di lei. Dopo la sua morte, avvenuta l'11 dicembre 2000, ha distribuito materiale informativo per le strade della capitale cinese, raccontando alla gente della tragedia. Poco tempo dopo, la donna è stata arrestata e portata nel campo di lavoro forzato femminile di Xin'an, nella contea di Daxing, a Pechino.

Per essersi rifiutata di guardare i programmi televisivi che diffamano il Falun Gong, Guo è stata picchiata selvaggiamente da Zhao Lei, Bai e altri. È stata anche legata e colpita con quattro bastoni elettrici allo stesso tempo. In quel periodo ha riportato due ferite sulla sommità della testa, che sono guarite solo due anni dopo.

In seguito, le guardie le hanno iniettato farmaci sconosciuti contro la sua volontà e le hanno messo pillole sconosciute nel cibo. Alcuni mesi dopo l'avvelenamento, Guo Xuelian ha perso la ragione.

Quando il padre è stato avvisato di andarla a prendere, è rimasto sbalordito dalla tragica scena che gli si è presentata davanti: Guo era inespressiva, aveva lo sguardo spento e le caviglie estremamente gonfie (probabilmente a causa delle catene). Durante il tragitto verso casa, la donna è rimasta sempre in silenzio (forse le era stato somministrato del diazepam, un farmaco usato per trattare l'ansia, l'astinenza da alcol e le crisi epilettiche). Poche ore dopo il ritorno a casa, però, ha dato in escandescenze: ha gridato ad alta voce e si è spogliata davanti a tutti.

Per diversi anni, Guo saltava e correva dappertutto, parlava in modo incoerente e spesso era nuda. Inoltre, picchiava e imprecava contro le persone attorno a lei, persino contro i suoi stessi genitori. "Com'è pietoso che una brava bambina venga rovinata in questo modo dai funzionari del PCC! Che razza di mondo è questo?", ha detto un vicino con un sospiro.

Il trentatreenne è deceduto due giorni dopo il rilascio

Ju Yajun era un agricoltore nella città di Yuquan della città di Acheng, nella provincia dell’Heilongjiang. Era molto sano, onesto e molto rispettato dalla comunità. Per la sua fede nei principi di Verità-Compassione-Tolleranza, è stato detenuto illegalmente nel campo di lavoro forzato di Harbin Changlinzi. Nel pomeriggio del 21 ottobre 2001 è stato portato al centro sanitario del campo di lavoro e gli sono stati iniettati farmaci sconosciuti contro la sua volontà. Da quel momento in poi, Ju Yajun non riusciva più a sollevare la testa e la sua mente non era più lucida come prima. Inoltre, spesso spalancava la bocca, boccheggiava, parlava a fatica e continuava a indicarsi il braccio dicendo: "Ho fatto un’iniezione, ho fatto un’iniezione!".

Il 24 ottobre 2001, per sfuggire alle loro responsabilità, i funzionari del campo di lavoro l’hanno rimandato a casa. Due giorni dopo Ju è deceduto all'età di trentatré anni.

"Sono diventata così a causa delle torture"

Lin Feng viveva nella città di Wufeng della città di Nanchong, nella provincia del Sichuan. Il 30 dicembre 2002 è stata arrestata per aver distribuito materiale del Falun Gong e successivamente è stata mandata nel campo di lavoro femminile Longquanyi di Chengdu. A causa della determinazione nella sua fede, le sono state iniettate a forza delle droghe sconosciute, che le hanno provocato un'insufficienza renale, il coma e un gonfiore in tutto il corpo. Il 18 maggio 2005, quando era ormai sul punto di morire, il campo di lavoro l'ha rimandata a casa.

Lin è rimasta in coma per la maggior parte del tempo. Quando si svegliava, diceva: "Non sono malata. Sono diventata così a causa delle torture". Ha anche rivelato che il campo di lavoro forzato femminile di Longquanyi era molto crudele. Le praticanti che si rifiutavano di rinunciare al loro credo, venivano trascinate dalle guardie in cerchio sul cemento. Di conseguenza, i loro vestiti, compresi i pantaloni, erano tutti strappati. Alcune sanguinavano copiosamente e perdevano i sensi. Alla fine, la mattina del 26 luglio 2005, Lin è deceduta all'età di trentasei anni.

Il calvario di un vice-capo di contea

Il quarantasettenne Zhang Fangliang era l'ex vice capo della contea di Rongchang, nella città di Chongqing. Come praticante del Falun Gong che segue i principi di Verità-Compassione-Tolleranza, è sempre stato onesto e corretto. A differenza di altri funzionari, non ha mai accettato buste rosse (tangenti) o chiesto rimborsi per aver mangiato fuori. Per questo motivo era ben rispettato dagli altri funzionari e dalla gente in generale.

Il 6 ottobre 2001, mentre distribuiva materiale informativo del Falun Gong, Zhang è stato arrestato e detenuto presso il Dipartimento di Polizia di Chongqing e, in seguito, presso il Centro di detenzione della Contea di Tongliang. L'8 luglio 2002 è stato trasferito all'ospedale della contea di Tongliang, dove gli sono stati iniettati a forza farmaci sconosciuti. Quando i suoi cari sono accorsi in ospedale, lui era già in uno stato delirante e frastornato. Non riusciva nemmeno a riconoscere la moglie. Dopo il suo ritorno a casa, le sue condizioni sono peggiorate e, alle 7:00 del giorno successivo (9 luglio 2002), ha smesso di respirare.

Esperimento umano su un diciannovenne

Il 2 aprile 2010, quando è stato arrestato, Guo Baoyang era una matricola di diciannove anni del politecnico di Qingdao, nella provincia dello Shandong. I poliziotti della stazione di Shuiqinggou l’hanno condotto al centro di detenzione di Dashan, dove le guardie gli hanno prelevato il sangue contro la sua volontà, hanno aggiunto all'acqua e al cibo delle droghe e hanno rilasciato nella sua cella un gas pungente sconosciuto. Inoltre, l’hanno esposto a rumori forti e fonti di luce abbagliante. Guo è stato detenuto per sette giorni e i sintomi hanno iniziato a manifestarsi dopo il suo rilascio. Ha sofferto di disturbi mentali, incontinenza, confusione e mal di testa. Inoltre, urtava spesso contro i muri e tentava di saltare dagli edifici più volte al giorno.

È stato detto che l'Ufficio 610 di Qingdao aveva pianificato la persecuzione di Guo, al fine di incastrare il Falun Gong per il suo disturbo mentale e i suoi tentativi di suicidio. I funzionari hanno anche invitato i giornalisti dei media a tenersi pronti a registrare il suo "suicidio". Inoltre, hanno istigato i vicini a partecipare alla persecuzione monitorandolo. Hanno anche inviato i suoi compagni di scuola elementare a fargli visita e a incoraggiarlo a suicidarsi. Questo si è ripetuto più volte e ogni volta l’uomo veniva salvato dalla madre.

Secondo i ricordi di Guo dopo la guarigione, il centro di detenzione di Dashan sembrava un laboratorio umano, dove le guardie conducevano esperimenti sui detenuti somministrando loro farmaci, rilasciando gas sconosciuti e altro. Poi osservavano la reazione delle vittime. Quando le droghe facevano effetto, la vittima si sentiva controllata da un agente esterno.

Terzo centro di detenzione di Pechino

Il 23 giugno 2011 Liu Lisheng, impiegato statale in pensione della provincia dell’Hebei, è stato arrestato dagli agenti della stazione di polizia di via Boxing a Pechino. Dopo aver fallito nel tentativo di farlo ricoverare in un ospedale psichiatrico, la polizia l’ha mandato al Terzo centro di detenzione di Pechino, dove le guardie l’hanno costretto a prendere una pastiglia rosa ricoperta di zucchero.

Mezz'ora dopo Liu aveva febbre, vertigini, si sentiva stordito e instabile quando si alzava. Una guardia di nome Fang ha registrato dettagliatamente i suoi sintomi su un computer. Diversi segnali indicavano che la compressa rosa avesse danneggiato il suo sistema nervoso centrale. Si trattava essenzialmente di un esperimento umano.

Iniezione velenosa e disabilità

Nel dicembre 2010 Song Huilan, una praticante del Falun Gong della fattoria Xinhua nella città di Hegang, nella provincia dell’Heilongjiang, è stata arrestata dai poliziotti della stazione di Hengtoushan. È stata portata nel centro di detenzione della contea di Tangyuan, dove le sono state praticate iniezioni di veleno.

Di conseguenza, Song soffriva moltissimo e si rotolava sul pavimento. Non riusciva a parlare né a controllare il suo corpo. Con il tempo la sua gamba destra si è annerita e si è incancrenita per la necrosi dei tessuti.

Una volta tornata a casa, si è accorta che il suo cuore era ancora molto dolorante, il suo corpo era rigido, i suoi occhi erano abbagliati e non riusciva a parlare. Inoltre, le mani e le gambe erano così dritte e rigide che non riusciva a piegarle all'indietro. Alla fine ha perso la funzionalità del piede destro ed è rimasta permanentemente invalida.

Dormiva per tre giorni dopo ogni iniezione

Il 21 dicembre 2015 la praticante di Chengdu Ding Hui è stata arrestata e inviata al Centro di detenzione del distretto di Xindu. Oltre a essere stata pesantemente picchiata, è stata anche incatenata con i piedi a un letto mentre le venivano iniettate sostanze velenose. Ogni iniezione la faceva dormire ininterrottamente per tre giorni.

Nel dicembre 2016 Ding è stata condannata illegalmente a tre anni, trascorsi nel carcere femminile di Chengdu. È stata tenuta in cella d’isolamento ed è diventata emaciata. Ciononostante, ha continuato a subire abusi e prepotenze da parte delle detenute ed è stata costretta ad assumere ogni giorno farmaci sconosciuti. Per conseguenza di ciò, ha sviluppato un disturbo mentale.

"Per favore, non usate questo farmaco perché è ancora giovane"

Il 24 marzo 2009 Yin Jinmei, residente a Lianhua, nella città di Jiujiang, nella provincia dello Jiangxi, è stata mandata nel campo di lavoro forzato femminile di Nanchang, per scontare una pena di un anno e mezzo. Tra i principali perpetratori c’erano Tian Ruhong e altri dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Lushan.

In seguito al rifiuto di rinunciare alla sua fede, le guardie del campo di lavoro hanno spesso mischiato segretamente droghe sconosciute al suo cibo.

.Una volta la quantità di droga era superiore a quella "normale", così la donna se n’è accorta e ha interrogato le guardie. Ma esse si sono rifiutate di ammetterlo. In seguito l'hanno addirittura afferrata per le mani e i piedi e, per due volte, le hanno somministrato la droga contro la sua volontà. Una guardia ha cercato di fermarli dicendo: "Per favore, non usate questa droga perché è ancora giovane". Ma non è stata ascoltata.

Iniezione forzata ogni giorno

Il pomeriggio del 17 gennaio 2005 la sessantenne Ma Guizhen, residente a Changyi, nella provincia dello Shandong, stava cucinando, quando Chen Xiaodong, capo del locale Ufficio 610, e alcuni agenti della stazione di polizia hanno fatto irruzione nel suo appartamento e l'hanno arrestata. La donna è stata portata al campo di lavoro forzato di Wangcun. Nei tre giorni successivi, le guardie del campo di lavoro l'hanno ripetutamente costretta a partecipare a sessioni per il lavaggio del cervello. Il quarto giorno, poiché era ancora ferma nella sua fede, le sono stati iniettati dei farmaci sconosciuti contro la sua volontà. Dopo alcuni giorni di iniezioni, Ma ha perso gradualmente le forze e il suo corpo è divenuto sempre più debole. La donna ha iniziato a perdere la sensibilità delle mani e dei piedi; gli arti inferiori erano paralizzati e non poteva più prendersi cura di sé.

La gente del posto commentava: "I praticanti del Falun Gong hanno detto a lungo che il governo (del PCC) li perseguitava in modo disumano, e noi non ci credevamo. Tuttavia, Ma Guizhen è stata mandata in un campo di lavoro, e in pochi giorni è stata ridotta così. È crudele e disumano! Il governo non riesce a punire i cattivi ed è capace soltanto di perseguitare le persone buone!".

Una volta i funzionari dell'Ufficio 610 hanno dichiarato apertamente: "Quando è necessario, possiamo intervenire usando i farmaci. I metodi medici e le linee guida per gli esperimenti clinici possono essere usati per raggiungere l'obiettivo della trasformazione scientifica (cioè costringere i praticanti a rinunciare alla loro fede).

Anche i membri del personale dell'ospedale nella prigione del Sichuan, a Chongqing, hanno dichiarato: "Conduciamo esperimenti sull'uomo. E allora? Questo è permesso dalla politica nazionale ed è un'istruzione proveniente dai piani alti.

Abusi negli ospedali psichiatrici

Ci sono molti casi di praticanti del Falun Gong sottoposti ad abusi negli ospedali psichiatrici, a volte per lunghi periodi di tempo.

Casi selezionati

Wang Dongmei era un'insegnante della contea di Wuyi, nella provincia dell’Hebei. Nel 2001 è stata detenuta in un Centro per il lavaggio del cervello, prima di essere trasferita alla quinta brigata del campo di lavoro forzato di Shijiazhuang. Lì è stata torturata fisicamente e mentalmente. Le guardie la legavano con una corda, la percuotevano con un manganello elettrico, la privavano del sonno e la tenevano in isolamento.

Per costringerla a rinunciare alla sua fede nel Falun Gong, i funzionari del campo di lavoro l'hanno mandata in un ospedale psichiatrico, dove le hanno somministrato farmaci sconosciuti contro la sua volontà. Quando Wang è stata finalmente rilasciata con la condizionale, era in trance, demente e rallentata nei movimenti. Aveva anche una perdita di memoria. Il 12 marzo 2004 è deceduta, cadendo in uno stagno. Aveva trent’anni.

Lin Tiemei, di trentatré anni, era una studentessa laureata della provincia del Guangxi. L’8 dicembre 2005 è stata uccisa dal campo di lavoro forzato femminile del Guangxi e dall’ospedale per veterani (ospedale psichiatrico). Il 25 novembre, circa due settimane prima del decesso, i suoi familiari si sono recati all’ospedale psichiatrico, ma la richiesta di farle visita è stata rifiutata. Dopo il decesso di Lin, l’ospedale ha rilasciato un certificato di morte in cui si affermava che la donna era deceduta di morte improvvisa, senza indicare la causa del decesso. I suoi familiari si sono rifiutati di firmare i documenti per la cremazione. Quando un giornalista ha chiesto maggiori dettagli sul suo caso, le autorità dell’ospedale si sono rifiutate di rispondere.

Su Gang, di trentadue anni, era un ingegnere informatico della Società petrolchimica Qilu, nella provincia dello Shandong. Il 23 maggio 2000 è stato mandato, dalla polizia locale e dal suo datore di lavoro, all'ospedale psichiatrico di Weifang Changle, nonostante non avesse alcun problema mentale. Ogni giorno il personale medico gli iniettava una grande quantità di farmaci contro la sua volontà, che gli hanno danneggiato il sistema nervoso centrale. Dopo essere stato drogato per nove giorni , Su è stato riconsegnato al padre. In quel momento, i suoi occhi erano spenti e inespressivi, le sue reazioni erano lente, gli arti erano rigidi, il viso era pallido ed era diventato estremamente debole. Otto giorni dopo, il 10 giugno, è deceduto a causa di un'insufficienza cardiaca.

Guo Min, di trentotto anni, era un'impiegata della filiale di Xima dell'Ufficio delle imposte di Xishui, nella provincia dell’Hubei. Nel marzo 2000 è stata trovata in possesso di libri del Falun Gong alla stazione ferroviaria di Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, ed è stata arrestata dalla polizia di Hangzhou. Più di venti giorni dopo, Tang Yuanhong, presidente del sindacato dell'Ufficio delle imposte di Xishui, è venuto ad Hangzhou per riportare Guo nell’Hubei. Il funzionario ha mandato la donna direttamente all'ospedale psichiatrico di Kangtai, nella città di Huanggang, dove è stata trattata come una malata di mente. Nel 2002 Tang e sua sorella Tang Yuanming (funzionario governativo) hanno trasferito Guo all'ospedale psichiatrico della contea di Xishui, dove è stata detenuta per otto anni. A Guo sono stati somministrati farmaci che hanno danneggiato il sistema nervoso centrale, causandole amenorrea (assenza di mestruazioni) per sei anni e un rigonfiamento dello stomaco tale da farla sembrare una donna incinta. Dopo essere stata tenuta nei due ospedali psichiatrici per dieci anni, il 4 agosto 2011 Guo è deceduta.

All’inizio di luglio 2016 quattro agenti di polizia della stazione di via Jianshe della città di Qinhuangdao, nella provincia dell’Hebei, hanno fatto irruzione nell’abitazione di Quan Wuzhou. In seguito, l’uomo è stato trasferito all’ospedale psichiatrico di Qinhuangdao, dove gli sono stati iniettati farmaci tossici. È stato costretto ad assumere, per via orale, farmaci che danneggiano i nervi e veniva percosso ogni giorno con manganelli elettrici. Circa dieci giorni dopo, quando i suoi familiari si sono recati a trovarlo, hanno notato che la sua memoria era diminuita e i suoi occhi erano spenti. Vedendolo incapace di ricordare le cose più importanti della sua vita, la sua famiglia era in lacrime.

Zhu Weiying era il vice direttore generale del Meishan Hotel di Hefei, nella provincia dell’Anhui. A causa delle sue convinzioni, nel dicembre 1999 la polizia l'ha mandata al quarto ospedale di Hefei (noto anche come ospedale psichiatrico dell’Anhui), nonostante fosse in buona salute. Durante gli oltre sessanta giorni di ricovero in ospedale, Zhu è stata costretta ad assumere una grande quantità di farmaci sconosciuti. Di conseguenza, le sue labbra tremavano e non riusciva a stare in piedi. Inoltre, tutto il suo corpo era gonfio, il suo viso era pallido, la sua capacità di reazione e i suoi movimenti erano lenti. Quando, in seguito, si è rifiutata di essere drogata, i medici le hanno praticato con la forza l'elettroagopuntura o iniezioni di farmaci. Dopo ogni iniezione, la donna perdeva conoscenza.

Shao Shixiang era un praticante di sessant’anni della fabbrica di sali di fluoro a Baiyin, nella provincia del Gansu. Quando, all'inizio di febbraio 2012, ha parlato del Falun Gong, è stato arrestato e mandato nel reparto psichiatrico dell'ospedale della Società Baiyin, dove gli sono state fatte otto iniezioni di farmaci sconosciuti. Quando è stato rimandato a casa, alla fine del mese, era incosciente e incapace di muoversi. Nella prima mattina del 22 febbraio 2012 l’uomo è deceduto.

L'abuso mentale continua ancora oggi

Gli abusi psichiatrici contro i praticanti del Falun Gong sono continuati fino ad oggi.

Il 25 febbraio dell’anno scorso Hu Hongmei, una praticante di settantacinque anni della contea di Jinzhai, nella provincia dell’Anhui, è stata mandata all'ospedale psichiatrico di Baiyun, dove è stata tenuta per più di otto mesi. Una volta al mese le veniva prelevato un campione di sangue. Quando si è rifiutata di prendere gli psicofarmaci, le infermiere l'hanno afferrata per il collo nel tentativo di costringerla e l'hanno persino legata con una corda. La donna condivideva la stanza con altre otto persone, tra cui attivisti per i diritti umani. La gestione era sostanzialmente di tipo carcerario e non veniva dato loro cibo a sufficienza.

Il 16 giugno dell’anno scorso sono stati arrestati cinque praticanti del Falun Gong, nel distretto di Jiangxia della città di Wuhan, nella provincia dell’Hubei. Si tratta di Chen Jun, Tian Huazhen, Li Chunlian, Qiu Yongzhi e Zhang Jiao. Tian, Qiu e Zhang, tutte donne anziane, sono state mandate in un centro di detenzione, mentre Chen e Li Chunlian sono state condotte all’ospedale psichiatrico Wuhan Wanji. All’inizio di ottobre, quando i suoi familiari si sono recati a farle visita, hanno scoperto che era emaciata e incapace di riconoscerli. Essi hanno chiesto con forza il suo rilascio, ma l’ospedale li ha indirizzati alla polizia, che a sua volta li ha rimandati all’ospedale.

Zhang Caixia è una praticante del Falun Gong, residente nel villaggio Wuxing della città di Baoji, nella provincia dello Shaanxi. Il 26 agosto 2021 è stata arrestata, mentre lavorava all'ospedale di Weibin. La polizia l'ha mandata all'ospedale psichiatrico di Baoji, dove le è stato ordinato di scrivere delle dichiarazioni di rinuncia alla sua fede nel Falun Gong. Quando il marito si è recato a trovarla, gli è stato ordinato di costringere la moglie a scrivere le dichiarazioni, altrimenti avrebbero arrestato anche lui.

Effetti dannosi

Secondo quanto riportato da Minghui, l’8 giugno 2001 diversi praticanti del Falun Gong della contea di Suining, nella provincia del Jiangsu, sono stati detenuti in un ospedale psichiatrico per più di tre mesi. Sono stati legati ai letti e hanno ricevuto iniezioni e pillole contro la loro volontà. I praticanti sono svenuti immediatamente. Gli infermieri dell'ospedale non hanno allentato le corde finché non si sono ripresi. Secondo i praticanti, quando i farmaci hanno fatto effetto, hanno sofferto di dolori lancinanti, si sono rotolati a terra, hanno urlato e hanno sbattuto violentemente la testa contro il muro.

Un infermiere ha detto loro: "Non morirete a causa di questi farmaci, ma sarà molto doloroso. Se promettete di non praticare il Falun Gong, smetteremo di drogarvi. Non potete scappare dall’ospedale, perché se non riduciamo lentamente la dose dei farmaci e uscite di qui, diventerete pazzi e la gente vi riporterà qui. Il dolore causato dalla reazione ai farmaci è inimmaginabile, terribile, e le conseguenze sono impensabili.

Alcune di queste praticanti sono state, in seguito, trasferite nel campo di lavoro forzato femminile di Judong. A causa del dosaggio troppo alto e della sospensione non graduale dei farmaci, una praticante è quasi impazzita. Continuava a correre all’impazzata e persino due persone non riuscivano a tenerla ferma. Tutto il suo corpo tremava violentemente, aveva la testa bassa e gli occhi spenti. Era tormentata giorno e notte e non riusciva ad addormentarsi, perché il dolore era insopportabile. Un'altra praticante aveva crampi dappertutto e si raggomitolava su se stessa. Non riusciva ad alzarsi e a camminare. Nel cuore della notte, soffriva di bruciori di stomaco e vomitava sangue. Queste praticanti hanno lottato con il dolore per quasi cinquanta giorni prima che gli effetti si attenuassero gradualmente.

Una volta il campo di lavoro di Judong ha inviato una delle praticanti all'ospedale della città di Zhenjiang per una valutazione psichiatrica forense. "I suoi nervi cerebrali sono normali e il grave disturbo è in realtà una reazione ai farmaci dopo una forte terapia", si legge nel rapporto di valutazione.

A causa della continua censura del PCC, quelli sopra riportati sono solo un piccolo numero di casi e solo la punta dell’iceberg degli orrori che un gran numero di praticanti innocenti ha dovuto subire. Ci auguriamo che un numero maggiore di persone abbia il coraggio di farsi avanti per denunciare la brutalità del PCC e contribuire a porre fine alla persecuzione disumana in Cina.