(Minghui.org) Il 2 giugno scorso un’insegnante in pensione di 69 anni della città di Ankang, nella provincia dello Shaanxi, è stata processata presso il tribunale distrettuale di Hanbin, per aver scritto delle lettere al locale Ufficio della previdenza sociale e a funzionari governativi, chiedendo il ripristino della pensione, che le era stata sospesa per la sua fede nel Falun Gong. I pubblici ministeri hanno raccomandato per lei una pena detentiva di cinque anni.

Ultimo arresto il 30 maggio dell’anno scorso

Luo Changyun è stata ripetutamente presa di mira da quando, nel luglio 1999, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha lanciato una campagna nazionale contro il Falun Gong, una pratica per il benessere della mente e del corpo basata sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Solo per aver sostenuto la sua fede, negli ultimi 24 anni è stata arrestata più di 20 volte.

Tra il 2000 e il 2007 è stata sottoposta per tre volte a lavori forzati per un totale di sei anni e mezzo e nel 2008 è stata condannata a cinque anni di prigione. Il marito, sotto pressione, ha chiesto il divorzio e anche le loro due figlie sono state coinvolte.

L’Ufficio locale per la previdenza sociale ha sospeso la pensione di Luo dal 1° aprile 2010 al 1° gennaio 2013, quando stava ancora scontando la pena detentiva di cinque anni. In seguito ha ripristinato la pensione, ma ha ricominciato a sospenderla nel 2016. Da allora la donna non ha più ricevuto alcuna prestazione pensionistica.

L’8 gennaio dell’anno scorso Luo ha inviato una lettera all’Ufficio della previdenza sociale, chiedendo il ripristino della pensione ed esortandoli a smettere di perseguitarla economicamente per la sua fede nel Falun Gong.

Ha anche inviato un’altra lettera al segretario del Comitato di Disciplina di Ankang, al segretario del Comitato per gli Affari Politici e Legali del Dipartimento di Polizia locale, al direttore dell’ufficio postale di Gaoxin e al vice segretario del Comitato per gli Affari Politici e Legali del distretto di Hanbin. Nella lettera ha spiegato come il Falun Gong l’abbia liberata da malattie croniche e come venga praticato in più di 100 Paesi del mondo. Ha esortato i funzionari a smettere di seguire il PCC nella persecuzione di praticanti innocenti, come lei. Ha anche chiesto che facciano giustizia per lei, aiutandola a ripristinare la sua pensione.

L’Ufficio per la previdenza sociale e i funzionari governativi hanno consegnato le lettere all’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Hanbin. Il 30 maggio dell’anno scorso la donna è stata arrestata.

Gli avvocati difendono la sua innocenza

Lo scorso 2 giugno il tribunale del distretto di Hanbin ha tenuto un’udienza sul suo caso, che si è svolta dalle 9:30 alle 17:00.

All’udienza hanno partecipato tre procuratori (due uomini e una donna) della locale procura, ma nessuno di loro ha rivelato il proprio nome. Hanno accusato Luo di “aver usato un’organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge”, un pretesto standard usato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong.

I suoi due avvocati hanno sostenuto che l’organo legislativo cinese, il Congresso del Popolo, non ha mai promulgato alcuna legge che criminalizzi il Falun Gong o che lo etichetti come una setta, inoltre le due lettere di Luo, una all’Ufficio della previdenza sociale e l’altra ai funzionari governativi citati, non hanno causato alcun danno a nessun individuo o alla società in generale, tanto meno hanno minato l’applicazione della legge.

I pubblici ministeri hanno affermato che le due lettere di Luo erano da considerarsi una prova sufficiente della sua violazione della legge. In particolare, hanno avanzato le seguenti tre accuse, tutte confutate dagli avvocati della difesa:

In primo luogo, hanno affermato che le lettere erano state giudicate dalla polizia come propaganda anti-regime. I suoi avvocati hanno sostenuto che solo agenzie forensi di terze parti indipendenti possono verificare e autenticare le prove. Pertanto, le “prove” verificate dalla polizia non erano ammissibili nel processo contro Luo.

In secondo luogo, i pubblici ministeri hanno accusato Luo di avere, nelle sue due lettere, diffamato i leader del governo centrale. I suoi avvocati hanno sostenuto che le lettere presentavano semplicemente il fatto che lei era la prova vivente della barbara politica del PCC contro i praticanti del Falun Gong, ovvero “rovinare la loro reputazione, indebolirli finanziariamente e distruggerli fisicamente”. La pensione della donna è stata sospesa a causa della sua condanna e della sua ferma fede nel Falun Gong. Nessun pensionato dovrebbe veder decadere la propria pensione a causa della propria fede, hanno sostenuto gli avvocati. Essi hanno anche sottolineato che il fatto che Luo abbia condiviso i fatti della sua persecuzione, non ha in alcun modo diffamato i leader di governo.

Infine, i pubblici ministeri hanno sostenuto che le lettere di Luo hanno diffuso propaganda antisociale, antigovernativa, antiscientifica e antiumana, nonché voci sulla fine del mondo. I suoi avvocati hanno confutato che non vi era alcuna base legale per etichettare le lettere della loro cliente come antisociali, antigovernative, antiscientifiche e antiumane, inoltre le lettere non menzionavano la fine del mondo.

Gli avvocati hanno anche sottolineato che, anche se Luo avesse calunniato i leader di governo e diffuso la presunta propaganda, gli atti non sarebbero stati collegati al reato imputato nel suo atto d’accusa, ovvero “l’utilizzo di un’organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge”. I legali hanno quindi chiesto l’assoluzione.

Erano presenti cinque familiari e amici di Luo. Due di loro avevano una profonda incomprensione riguardo alla sua pratica del Falun Gong, ma hanno detto che la difesa dei suoi avvocati ha fatto loro capire che non aveva fatto nulla di male nel praticare la sua fede.

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