(Minghui.org) Meno di un mese dopo l’ammissione nel carcere femminile della provincia dell’Hebei, a una residente della città di Chengde è stato diagnosticato un cancro ai polmoni all’ultimo stadio. Le autorità hanno impedito ai suoi familiari di farle visita e hanno rifiutato di concederle la libertà condizionata.

Il 22 luglio dell’anno scorso Han Liping, di 73 anni, è stata arrestata nella sua abitazione per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benesssere della mente e del corpo che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Gli agenti, che appartenevano al dipartimento di polizia della città di Chengde e alla stazione di Shuangqiao, hanno messo a soqquadro il suo appartamento, prima di portarla al centro di detenzione di Chengde.

Il 19 gennaio scorso il tribunale distrettuale di Shuangqiao ha condannato Han a cinque anni di prigione e l’ha multata di 5.000 yuan (circa 636 euro). Il suo appello è stato respinto dal tribunale intermedio di Chengde e, il 18 aprile, è stata trasferita alla Divisione 14 del carcere femminile della provincia dell’Hebei.

Durante la detenzione la donna aveva già manifestato alcuni sintomi. Aveva attacchi di tosse e pressione sanguigna elevata. Una notte ha persino perso conoscenza e il mattino dopo le guardie l’hanno portata in ospedale. È stata ricoverata per una settimana, prima di essere riportata al centro di detenzione. Le guardie non hanno mai comunicato a lei o ai suoi familiari i risultati degli esami.

Da quando è stata arrestata, la sua famiglia non è mai stata aggiornata sullo stato del suo caso, ad eccezione di un avviso di arresto ricevuto per posta il 19 agosto dell’anno scorso. Il centro di detenzione non li ha mai informati del deterioramento delle condizioni di salute di Han; il tribunale non ha mai notificato loro la data del processo o il verdetto del giudice e il carcere non ha mai emesso un avviso di ammissione.

Ai suoi familiari è stato permesso di vederla solo una volta, nel centro di detenzione il 17 aprile di quest’anno, il giorno prima del suo trasferimento in prigione. La visita è stata possibile solo dopo che un informatore li aveva avvertiti dell’imminente trasferimento della donna e la famiglia ha chiesto con forza di poterla incontrare nel centro di detenzione.

Le autorità carcerarie erano ben consapevoli delle condizioni di salute della signora Han ma, il 18 aprile, è stata comunque ammessa in prigione. Non hanno permesso ai suoi familiari di farle visita, ma hanno continuato a chiedere loro del denaro per coprire le visite mediche.

L’11 maggio una guardia carceraria ha chiamato la famiglia dicendo che le era stato diagnosticato un cancro ai polmoni all’ultimo stadio. I familiari hanno chiamato le agenzie competenti per chiedere la libertà condizionale medica. È stato detto loro che soddisfaceva i requisiti per la libertà vigilata, ma la prigione si è rifiutata di rilasciarla e ha negato loro anche la richiesta di farle visita.

Il 21 maggio Han è stata trasferita nella Divisione 17 del carcere. Le guardie l’hanno portata in ospedale per una valutazione medica e, in seguito, hanno chiamato la famiglia dicendo che la diagnosi era stata declassata a infiammazione polmonare. Hanno affermato che l’ospedale aveva raccomandato un trattamento antinfiammatorio per due settimane e un’altra TAC. La TAC precedente, eseguita quando era ancora nella Divisione 14, indicava la presenza di una massa ilare (tumore alle radici del polmone). Se la nuova TAC non avesse mostrato miglioramenti dopo il trattamento antinfiammatorio, sarebbe stato eseguito un esame istologico e una puntura nel polmone.

Le guardie hanno anche detto ai familiari che la libertà vigilata non sarebbe stata approvata senza i risultati dell’esame istologico. Questo non aveva senso per loro, perché gli esami istologici potrebbero anche non essere necessari dal punto di vista medico.

La prigione ha nuovamente chiesto ai familiari del denaro e di firmare alcuni documenti, ma questi hanno chiesto di vedere prima i risultati dei suoi esami. La loro istanza è stata respinta, così come la richiesta di farle visita.

Persecuzioni passate

Negli ultimi 24 anni, Han è stata ripetutamente perseguitata per la sua fede nel Falun Gong.

Nel gennaio 2000 è stata trattenuta per 25 giorni nella prigione di Dahugou, nella città di Chengde. La donna è stata anche multata di 3.000 yuan (circa 380 euro). Lu Feng, allora capo dell’Ufficio locale per la sicurezza interna, le ha estorto 500 yuan (circa 64 euro).

Il 2 febbraio 2001 si è recata a Pechino per appellarsi in favore del Falun Gong ed è stata arrestata dagli agenti della stazione di polizia in Piazza Tienanmen e della stazione di Liuliqiao. La donna è stata interrogata e torturata per otto giorni, durante i quali non le è stato fornito né cibo né acqua.

Nel maggio 2001 è stata sottoposta a due anni di lavori forzati e ha subito brutali torture nel campo di lavoro forzato di Gaoyang, nella provincia dell’Hebei. La sua salute si è deteriorata e, dopo essere stata rilasciata, non è stata in grado di lavorare per due anni.

Nel gennaio 2008 è stata arrestata nella contea di Xinglong e, nel dicembre dello stesso anno, è stata condannata a quattro anni dal tribunale della contea di Xinglong. Mentre scontava la pena nella prigione femminile della provincia dell’Hebei, una volta è stata picchiata fino a farle perdere i sensi e un’altra volta le sono stati strappati i denti, durante una sessione di tortura.

Nel mese di agosto 2020 l’Ufficio per la previdenza sociale della città di Chengde ha sospeso la sua pensione e non l’ha più ripristinata.

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